Chiesi Farmaceutici compie 75 anni e guarda al futuro

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17/06/2010
h.14.10

Il sogno di un farmacista di provincia, diventato realtà. È la storia di Chiesi Farmaceutici, che oggi celebra il suo 75° anniversario, guardando al futuro con rinnovato spirito imprenditoriale.
Da piccola impresa familiare profondamente radicata sul territorio a grande Gruppo internazionale, che ultimamente ha registrato una crescita tripla rispetto alla media del mercato farmaceutico mondiale e ora si appresta a sbarcare anche in Belgio, con una nuova consociata, entro la fine del 2010.
Sono questi alcuni dei temi trattati durante la conferenza stampa tenutasi stamattina a Parma. Tra gli ospiti, anche l’Assessore alle Attività Produttive della Regione Emilia-Romagna.
Un cammino lungo tre quarti di secolo, durante i quali l’azienda ha saputo affrontare le numerose sfide imposte dal mercato, grazie alla sua capacità di innovare, a un’attenta politica di investimenti in R&D e a un solido processo di internazionalizzazione.
Oggi il Gruppo Chiesi, con oltre 3.500 dipendenti nel mondo, produce e distribuisce farmaci di successo in 65 Paesi ed è presente in 5 Continenti con 23 filiali dirette, 4 Centri di Ricerca e 3 siti produttivi. Patologie respiratore, medicina specialistica e malattie cardiovascolari rappresentano le sue tradizionali aree di competenza, per le quali propone numerosi strumenti terapeutici di riconosciuta efficacia.
Il 75° anniversario di Chiesi ci rende consapevoli che i traguardi finora raggiunti sono stati possibili grazie alla passione e all’impegno di molte persone, che hanno contribuito a far crescere l’azienda”, ha dichiarato Alberto Chiesi, Presidente e Amministratore Delegato della società. “Questa occasione, tuttavia, non intende essere un momento auto-celebrativo, perché siamo fortemente orientati a proseguire la crescita continua e sostenibile che ha caratterizzato il nostro sviluppo e, in particolare, gli ultimi cinque anni. Nel 2009, ad esempio, le vendite totali hanno raggiunto 872 milioni di euro, con una crescita del 16,5% rispetto all’anno precedente, e il 65,4% del fatturato realizzato sui mercati esteri”.
Il costante impegno in Ricerca e Sviluppo, in particolare, ha consentito a Chiesi di guadagnare credibilità e autorevolezza in campo medico-scientifico internazionale. Lo dimostrano i 480 milioni di euro investiti in ricerca negli ultimi 5 anni, i 1.273 brevetti attivi al 31 dicembre 2009 a livello mondiale, di cui 123 ottenuti lo scorso anno, cui si aggiungono le 17 nuove domande depositate.
Secondo una recente classifica elaborata dalla Commissione Europea (European Commission – 2009 EU Industrial R&D Investment Scoreboard), inoltre, Chiesi figura al 1° posto tra gli investitori italiani in Ricerca e Sviluppo del comparto farmaceutico, all’8° nella graduatoria dei maggiori gruppi nazionali di ogni settore e al 13° tra le multinazionali farmaceutiche in Europa.
Siamo convinti che l’innovazione – ha spiegato Paolo Chiesi, Vice Presidente e Direttore Ricerca & Sviluppo dell’azienda – sia la migliore risorsa per misurarsi in un settore sempre più competitivo, come quello farmaceutico. Contrariamente alla tendenza globale, i nostri investimenti in R&D aumentano stabilmente di anno in anno: nel 2009 hanno raggiunto i 132,6 milioni di euro, pari al 15,2% del fatturato (+22% sul 2008). Sul fronte dei risultati, abbiamo sviluppato tre nuove entità chimiche per il trattamento delle malattie respiratorie e arricchito la nostra offerta in ambito neonatologico con Nymusa, approvato centralmente nei 27 Paesi dell’UE per l’apnea respiratoria nei prematuri. Stiamo inoltre continuando lo sviluppo regolatorio di alcuni tra i nostri maggiori farmaci per nuove indicazioni, nuove popolazioni di pazienti e nuove forme farmaceutiche”.
Il Gruppo Chiesi intrattiene inoltre collaborazioni scientifiche su specifici progetti con numerosi Istituti accademici e Centri di ricerca, in Europa e negli Stati Uniti. Un esempio di questa sinergia è la partnership instaurata con l’Università di Parma.
La collaborazione tra accademia e impresa favorisce lo scambio delle esperienze e l’arricchimento del sapere, promuovendo l’aggregazione di una massa critica di competenze e le occasioni di confronto necessarie a stimolare la capacità innovativa dei ricercatori”, ha commentato Dario Olivieri, Ordinario di Malattie dell’Apparato Respiratorio, Università degli Studi di Parma.
Nel campo della ricerca clinica, in particolare, è indispensabile che avvenga un continuo confronto critico a livello internazionale, per verificare che protocolli di diagnosi e trattamento vengano condivisi e adottati. Dall’approfondimento delle conoscenze e dalla verifica dei comportamenti adottati emergono indicazioni preziose per il paziente”.
L’Assessore alle Attività Produttive della Regione Emilia-Romagna, intervenuto alla conferenza stampa, ha tra l’altro affrontato il tema del rapporto tra ricerca, innovazione e sviluppo del Paese. In questo senso, il settore farmaceutico offre promettenti prospettive: è in grado non solo di contribuire a migliorare i livelli di salute ma anche di produrre valore a vantaggio dell’intera comunità.
Un’impresa farmaceutica che raggiunge un traguardo anagrafico così importante, votata all’innovazione e all’eccellenza dei propri prodotti, rappresenta un motivo di orgoglio per la stessa Regione Emilia-Romagna“, ha sottolineato l’Assessore regionale alle Attività Produttive, Gian Carlo Muzzarelli.
In termini economici, di competitività e di competenze, si tratta quindi di un contributo di valore, sia per il sistema produttivo della Regione che per quanto riguarda il lato occupazionale. Siamo fermamente convinti, infatti, che dedicare quote rilevanti del proprio fatturato a ricerca e sviluppo, investendo nella qualità dei prodotti e nella formazione del personale, sia la strada migliore per essere competitivi. Produrre innovazione, garantire responsabilità sociale e d’impresa, assicurare lavoro sicuro e di qualità, significa avere una marcia in più sui mercati, ed è la chiave per affermarsi e rafforzare la propria presenza in Italia e nel mondo“.  

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