Fagagna, il paese delle cicogne

14/10/2011

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Il “borgo” di Fagagna in Friuli Venezia Giulia è costituito da sette antiche e distinte borgate che lo sviluppo edilizio degli ultimi decenni ha “compattato” in un unico centro abitato, disseminando gli spazi della campagna di nuove costruzioni.
Partendo dal palazzo municipale, si può salire al colle del castello attraverso una vecchia strada selciata (vicolo Morcjùte e via Cecconaia). In cima si trovano il Palazzo della Comunità, sede amministrativa e giudiziaria della Comunità di Fagagna dagli inizi del XVI secolo al 1797, e i ruderi del castello, la cui parte più antica risale all’XI secolo.
Imboccando poi un’altra strada selciata, via Salizzada, si arriva alla Pieve di Santa Maria Assunta. La chiesa fu costruita, forse su preesistenze paleocristiane, nel XIII secolo e con il suo campanile che timidamente appare dietro il colle del castello ha vegliato per secoli sulle vicende del borgo
Si riemerge dal passato ma subito vi si torna entrando nella chiesetta di S. Leonardo (secolo XIV) con i suoi evanescenti affreschi trecenteschi. Ancora un antico viottolo (vicolo degli Orzinutti), un paio di strade (su via Umberto I si affaccia il settecentesco Palazzo Nigris) e si è di nuovo in piazza.
Gli appassionati possono anche fare il giro delle chiese in cui si trovano i cinque organi storici.

MUSEO DELLA VITA CONTADINA Cjase Cocèl
La casa, un’antica abitazione rurale risalente in alcune sue parti al 1600, presenta la vita quotidiana e il lavoro contadino friulani di un’epoca che va dalla fine dell’Ottocento fino agli anni cinquanta circa del Novecento, prima cioè dei grandi cambiamenti avvenuti dagli anni sessanta in poi.
Il visitatore trova una casa viva con i suoi ambienti: la cucina, le camere, la cantina, il granaio, l’aia, la stanza da lavoro e persone che eseguono le varie lavorazioni con antichi attrezzi: il cestaio (zeâr), il fabbro (fari), il mugnaio (mulinâr), l’arrotino (gue), la donna che fila la lana (filandere) e le merlettaie.

FAGAGNA, IL PAESE DELLE CICOGNE
A nord nord dell’abitato di Fagagna è presente una zona umida compresa tra il torrente Lini e le due strade provinciali per Majano e Caporiacco. La peculiarità del luogo è costituita dalla presenza di una trentina di stagni di forma regolare (quadri appunto), ricavati dall’escavazione della torba e dell’argilla, avvenute per circa due secoli fino alla metà del ‘900.
Gli stagni sono circondati da una fitta vegetazione; sono presenti anche specie endemiche. Parte della zona umida è divenuta la sede del progetto di reintroduzione del cicogna bianca. Attualmente il centro di Fagagna è il secondo in Italia per numero di coppie che vi si sono stablite e il numero degli esemplari sta crescendo rapidamente.
Presso l’Oasi è attivato un secondo progetto legato alla conservazione dell’Ibis Eremita, un uccello molto particolare oggi molto raro e minacciato di estinzione che nell’Oasi dei Quadris ha iniziato a riprodursi con una certa frequenza.

Il prodotto del borgo
E’ il celebre formaggio di Fagagna, erede della tradizione delle latterie turnarie. La latteria sociale di Fagagna è stata nel 1885 tra le prime strutture cooperative del Friuli. Oggi sono due i caseifici che continuano ad assicurare la qualità di un formaggio prodotto solo con latte crudo, non pastorizzato, dal gusto inconfondibile grazie alle erbe presenti nel fieno dei prati intorno a Fagagna.

perlavalbaganza