La tigre del ribaltabile

06/02/2013

Come si cura l’amnesia dei portieri di notte? Ovviamente con un piccolo contributo spese. Comunque per Moira, la tigre del ribaltabile, si farebbe questo e altro…

Fratelli d’Italia è un film comico italiano del 1989, diretto da Neri Parenti ed interpretato da Christian De Sica, Jerry Calà e Massimo Boldi.
La storia si divide in tre episodi, con un’auto a noleggio (una Fiat Tipo Digit, viene usato il modello Base durante la parte finale dell’episodio di Boldi) a fare da filo conduttore.
Nel primo episodio il protagonista è Cesare, un commesso romano che, non avendo raggiunto in tempo i suoi amici all’imbarco per la Sardegna, incontra fortuitamente Turchese De Benedetti, giovane e bella figlia di un noto industriale, che lo scambia per Cristiano Gardini, figlio di un altro noto industriale. Cesare decide di approfittare della situazione e, fingendosi quest’ultimo, viene ospitato su un lussuoso yacht di aristocratici per un fantastico week-end in Costa Smeralda. Lì Cesare incontrerà i suoi amici che dapprima cerca di evitare, per poi invece ricongiungersi a fine episodio: memorabile la scena in cui il borgataro romano rivendica la sua condizione sociale, insultando aspramente gli altolocati commensali.
Nel secondo episodio Roberto Marcolin, dongiovanni veronese, scommette un milione di lire con i suoi amici che riuscirà a portarsi a letto Michela, la moglie del suo datore di lavoro, il signor Sauli. Con fatica Marcolin riesce a convincere la signora: approfittando di un viaggio di lavoro del signor Sauli negli Stati Uniti e dopo aver percorso moltissimi km per tranquillizzare Michela, i due raggiungono un isolatissimo hotel dove nessuno potrebbe riconoscerli. Ma sul più bello Roberto riceve una sgradita sorpresa: a causa di uno sciopero degli aerei, il marito di Michela si trova casualmente proprio nell’isolatissimo hotel. Dopo mille peripezie, in cui viene coinvolta anche la prostituta Moira, detta “La Tigre del ribaltabile” (che egli porta in albergo per distrarre il signor Sauli), Roberto perde la scommessa con i suoi amici, ma alla fine diventa l’autista di Michela.
Nell’ultimo epis
odio il ragionier Carlo Verdone, sfegatato tifoso rossonero, si reca a Roma, città che odia con tutte le sue forze, per assistere alla partita Roma-Milan. A causa di uno sciopero del personale dell’aeroporto di Ciampino, noleggia un’auto che non voleva prendere perché era targata Roma, che però poi prende perché l’alternativa era un’auto giallo rossa del commesso dell’autonoleggio. Lungo il tragitto però si imbatte in due pericolosi ultras romanisti (da lui scambiati per milanisti perché indossavano delle sciarpe e bandiere rubate alle vittime dei loro massacri, in segno di vittoria su di loro) appena usciti di prigione, che lo cacciano in un mare di guai. Lui cerca in tutti i modi di sembrare come loro, per paura di essere scoperto e di essere picchiato a sangue (viene anche portato nel covo degli ultrà romanisti), ma non riesce a tradire la sua passione per il Milan. Alla fine a seguito di un qui pro quo verrà pestato a sangue dai tifosi romanisti, dai milanisti e dai poliziotti e arrestato dalla polizia.
Per il suo episodio Christian De Sica volle un personaggio che rappresentasse il classico “borgataro” romano sia nel linguaggio che nelle movenze. Dapprima si pensò addirittura a personaggi illustri che nel cinema hanno rappresentato al meglio Roma, come Tomas Milian e Carlo Verdone, ma questi rifiutarono, e quindi la scelta cadde sul promettente Fabrizio Bracconeri.

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