“Nessuna discriminazione”

11/02/2015
h.09.50

ParmaGaily, la finestra sul mondo gay, lesbo, trans e bisex di Parma.

In ordine agli avvenimenti accaduti a Sala Baganza fra le due ragazze e il parroco e alle notizie riportate dalla stampa, la Curia di Parma intende fare le seguenti precisazioni.
In Parrocchia, domenica 8 febbraio, alle ore 18,30, nei locali dell’oratorio, si stavano svolgendo, in contemporanea, due avvenimenti: la presentazione di un saggio (di un’associazione musicale che non avendo trovato altri luoghi, aveva chiesto ospitalità alla parrocchia che aveva acconsentito) e una festa di compleanno di bambini di età della scuola materna e delle elementari.
Le 2 ragazze, assieme ad altre 2 amiche, non erano entrate nel salone della presentazione del saggio, ma si erano sistemante nel corridoio che collega i 2 ambienti, in piedi, appoggiate al muro.
Il parroco, vedendo la loro presenza, lì dove non doveva essere, e soprattutto vedendo che fra le due erano incominciati abbracci con un intenso bacio, si è avvicinato loro per invitarle a rendersi conto di ciò che stavano facendo in un oratorio visibili a tutti, in particolare a dei bimbi (essendoci solo vetrate che delimitano gli ambienti). Le ha, quindi, invitate, rispettosamente, ma fermamente, a uscire nel cortile per un chiarimento. Aggiungendo che tali tipi di effusioni, forse, sono più appropriate in altre contesti e in altri momenti. Non apostrofandole in alcun modo, né spingendole o quant’altro, ma semplicemente usando la parola.
La reazione di tutte e quattro le ragazze, soprattutto nel cortile, è stata impulsiva: urla, accuse di discriminazione, epiteti volgari contro il parroco.
Allora d. Giovanni, ritenendo di non poter fare diversamente, per tutelare gli avvenimenti in corso e le persone presenti, in particolare i piccoli, ha chiamato i carabinieri dicendolo anche alle ragazze che, prima del loro arrivo, se ne sono andate.
Questi i fatti.
Il parroco ha ribadito che il suo intervento è stato fatto per tutelare il rispetto dovuto ad un ambiente e alle persone che lo stavano frequentando e che, quel tipo di comportamento (dalle effusioni, agli urli, agli epiteti volgari) sono inappropriati per chiunque, al di là del tipo di orientamento sessuale.
Da ultimo, un invito a tutti di collocare il fatto nelle giuste dimensioni, non attribuendo significati impropri. E un invito alle ragazze ad un incontro, personale e privato, con il parroco per un dialogo sereno e una comprensione reciproca, anche nel rispetto di differenti sensibilità.

Daniele Bonini
Direttore dell’Ufficio Comunicazioni Sociali

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Mi chiamo Elena Rosselli e sono l’insegnante della classe di canto della quale si è svolto il saggio domenica 8 u.s. nella sala parrocchiale di Sala Baganza.
Premesso che, tale sala ci è stata concessa e messa a disposizione molto gentilmente, e con un solo giorno di preavviso, dal parroco Don Giovanni, volevo esprimere totale sdegno per quanto scritto  e insinuato nell’articolo comparso sulla Gazzetta di Parma di oggi, in quanto ritengo che non si possano pubblicare fatti avvenuti senza prima verificarne la veridicità e le fonti, soprattutto considerando la delicatezza dell’argomento e la gravità delle accuse.
Mi sento di esprimere totale solidarietà nei confronti di Don Giovanni, che si è semplicemente sentito in dovere di proteggere e difendere la vista dei molti bambini presenti alla festa, che si sono trovati loro malgrado ad assistere a scene a dir poco imbarazzanti! 
L’amore è un diritto di tutti è come tale va protetto e difeso, ma di certo non può essere distorto a proprio piacimento per giustificare comportamenti di ostentato esibizionismo e strumentalizzato in finte battaglie sociali o presunte tali.

Elena Rosselli

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