Il Decreto Nerone

19/03/2015

Il 19 Marzo 1945, di fronte all’avanzata delle forze alleate nel cuore della Germania, Adolf Hitler emanava il Decreto Nerone.
Evocando lo spettro del rogo dell’antica Roma tradizionalmente attribuito alla volontà dell’imperatore – che in realtà si trovava ad Anzio quando l’incendio scoppiò e rientrò subito all’Urbe prodigandosi negli aiuti – il documento di Hitler imponeva la distruzione delle infrastrutture e degli impianti produttivi per impedire che cadessero nelle mani dei nemici che, seppur vittoriosi, avrebbero trovato, nelle parole di Hitler, di fronte a sé “solo terra bruciata”.
Hitler giustificava tale decisione come una necessità di carattere militare, ma la sua intenzione era anche quella di punire il popolo tedesco, responsabile ai suoi occhi di non aver saputo vincere la guerra.
Convinto a più riprese di esser stato tradito da coloro che non avevano prestato sufficientemente fede ed energie alla causa nazista, il dittatore vedeva tale atto come preludio al Ragnarok che avrebbe sconvolto la Germania con la sconfitta finale; non doveva esservi futuro per i Tedeschi dopo la fine della nazionalsocialismo.
Il ministro degli armamenti Albert Speer, il cui memorandum critico nei confronti di tale decisione era stato ignorato da Hitler, pur consapevole delle possibili conseguenze personali si rifiutò comunque di ubbidire alle direttive del Fuhrer, ed operò con la Wehrmacht per bloccare i piani di distruzione sistematica di quel che rimaneva dello stato tedesco.

Alessandro Guardamagna

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