TeoDaily – La Forza. L’energia mistica che nell’epica di Star Wars pervade l’Universo, il principio vitale che fluisce attraverso tutte le cose viventi utilizzato da individui particolarmente sensibili, i Jedi.
Ha un Lato Luminoso e uno Oscuro. Il primo è associato alla vita, alla guarigione, all’altruismo e all’armonia, mentre il secondo si unisce alla morte e alla distruzione, come all’egoismo e al caos. E poi ci sono i Jedi e i Sith: i primi vivono armonizzandosi al Lato Luminoso, i secondi sono attratti da quello Oscuro. La Forza che si dispiega nell’Universo è però una soltanto, non duale ma unica, e se ha un Lato Oscuro è perché con il libero arbitrio l’essere vivente ne corrompe il dono. Così, in Star Wars la Forza è in tutte le cose e tutte le cose sono attraversate dalla Forza. Per conoscerla a fondo, incanalarla e controllarla i maestri Jedi si abbandonano alla mistica, nel vero senso della parola: il Maestro Yoda spiega più volte a Luke Skywalker che per esserne attraversato deve “Lasciarsi andare” (“Allenati a lasciar andare tutto quello che hai paura di perdere”, Yoda).
Maestro Yoda e il “lasciarsi andare” per giungere alla Forza
Lasciarsi andare è una forma di distacco da ogni ente materiale: abbandonarsi vuole dire abbandonare se stessi e il mondo per giungere al fondo della verità (“Dovete disimparare ciò che avete imparato”, Yoda). George Lucas forse non se ne è reso conto, ma il suo maestro Yoda afferma per certi aspetti quel che affermava a suo modo un altro maestro, meister Ekchart, luminare di teologia dell’ordine domenicano nato in Turingia e vissuto durante la seconda metà del XIII secolo. Uno tra più grandi teologi, dimenticato per secoli dopo il processo intentatogli per eresia, poi riscoperto durante l’epoca romantica e da filosofi illustri come Schopenhauer, Nietzche e Heidegger.
Maestro Eckhart e il lasciarsi andare per giungere a Dio
Il “lasciarsi andare” di Yoda equivale al concetto di distacco (Abgeschiedeneheit) affermato da maestro Eckhart (“E’ puro chi si è distaccato e separato da tutte le creature, in quanto sono niente”, Eckhart). Per entrambi, “lasciarsi andare” e “distacco” non equivalgono a una rinuncia fisica o a un rifiuto del mondo, ma a un atteggiamento interiore di disinteresse verso gli enti mondani. Questo distacco si manifesta come un rifiuto del proprio ego che permette all’essere umano di aprire la propria anima a Dio (alla Forza). Quando ciò accade, l’uomo diventa capace di una sorta di identificazione con Dio (“Ora Dio non desidera altro che tu esca da te stesso secondo il tuo modo di essere creaturale, e che tu lasci Dio essere Dio in te”).
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Credere nella Forza è credere in Dio, Dio è nelle cose e al di fuori di esse
Come per Yoda la Forza è in tutte le cose, anche per Eckhart Dio è in tutte le cose, e tutte le cose sono in Dio (la Forza). Da qui il pensiero panenteistico (non panteistico) di Eckhart, che tra le altre gli valse il processo: Dio è immanente e ovunque, ma al tempo stesso trascende ogni cosa. Ciò significa che mentre si manifesta in tutte le cose, la Sua vera natura resta inafferrabile e misteriosa: questa tensione tra l’immanenza e la trascendenza è una caratteristica distintiva del pensiero di Eckhart e, possiamo dirlo forzando un po’ concetto e mano, nel pensiero del nostro buon amico Yoda (“Mio alleato è la Forza. La vita essa crea e accresce, la sua energia ci circonda e ci lega”, Yoda).
Il distacco, come il lasciarsi andare dei Jedi, è quindi un percorso verso l’illuminazione spirituale, uno stato in cui la Forza è in noi una volta che abbiamo rinunciato a ogni desiderio egoistico, nel momento in cui abbiamo abbandonato il nulla che ci pervade e circonda. Questo abbandono, però, è più del pensiero stoico circa le cose materiali e futili: è un operare dall’interno (“Ora noi dobbiamo agire dall’interno”, Eckhart) che conduce all’abbandono anche di noi stessi, è la rinuncia a sé fino al “fondo della verità”, fino a che “La Forza sia con te”.
I grandi uomini della nostra civiltà sono attorno a noi
È strano e affascinante, almeno per me, immaginare che il cinema (anche le serie tv) sia pervaso da una miriade di concetti e figure legate alla storia della nostra civiltà. Maestro Eckhart è più di questo articolo e più dell’analogia con Yoda: non basterebbe un libro per parlare di una figura così importante e discussa, criticata e poi resuscitata più volte sotto diversi filtri, da quello mistico orientale alla trasvalutazione di tutti i valori nietzschiana passando per l’Assoluto romantico di Novalis (e così via). Ma la cosa bella è che in ogni cosa che si mostra a noi sottoforma di arte, che sia un film o un fumetto, è figlia di un pensiero storico che, come la Forza, ci attraversa e infine ci supera.
Marcello Frigeri
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