“Con la mia candidatura rimarco la discontinuità con il passato”

24/05/2009
h.13.00

Come sta andando la sua campagna elettorale fuori dai due grandi poli di centrosinistra e di centrodestra capeggiati da Enrico Montanari e Mario Cantini, a capo della lista civica “Per Fidenza Cerri sindaco”?
C’è molto entusiasmo ed anche un buon coinvolgimento delle persone. La cosa positiva è sentire la vicinanza di tanti cittadini che manifestano il loro appoggio.

A bocce ferme, può dirci perché, dopo il ritiro della candidatura di Antonini, non è stato possibile l’accordo con il centrosinistra che lo aveva già designato come candidato?
Sì è vero, il centrosinistra mi aveva indicato come candidato dopo però un travaglio lungo ed a seguito di contrapposizioni, modi diversi di interpretare il ruolo di amministratore che hanno reso impossibile ricomporre un quadro politico condiviso.

Con il senno di poi, non sarebbe stato meglio risolvere i problemi dentro la sua giunta prima invece di trascinarli fino alla fine del suo mandato?
Se il mio obiettivo fosse stato quello della riconferma alla carica di sindaco la soluzione si poteva forse anche trovare, ma avremmo continuato ad amministrare in modo ambiguo con comportamenti che avrebbero continuato a segnare anche sul piano esterno le diversità per altro vissute in modo traumatico anche dalle funzioni dirigenziali.

Quali sono gli elementi che dovrebbe convincere i fidentini a votare fuori dai due grandi blocchi nazionali?
Purtroppo succede che stiamo affrontando una campagna elettorale basata più sulla strategia che sul confronto dei programmi, sulle idee di sviluppo e troviamo allora raggruppamenti composti da partiti con progetti ed modi di concepire la Fidenza del futuro in modo diverso ma che stanno assieme solo per vincere. Io credo che non dovrebbe essere così, anche perché il senso vero della politica è fare il bene del territorio in cui si opera, non sfruttarlo secondo i propri interessi personali.

In cosa si distinguerà il secondo mandato di Cerri (qualora riuscisse a vincere le elezioni) dal primo a livello di progetti?
Intanto marcare la discontinuità con il passato, non perché non siano state fatte opere importanti per la città, ma per il metodo. Allora tutto è stato impostato secondo la logica di una diarchia che ha sempre teso a limitare in modo evidente il mio ruolo.
Diciamo che l’esigenza primaria su cui intervenire è la viabilità attraverso un progetto razionale e focalizzato sul concetto di città accogliente.
Altro tema importante è la redazione del PSC che avrà il compito di favorire lo sviluppo futuro di Fidenza, badando soprattutto a come rendere possibile la crescita del settore manifatturiero.

Ovviamente lei si candida per andare al ballottaggio. Se ciò non avvenisse per i più svariati motivi, sulla base di quali criteri sceglierà di appoggiare un candidato piuttosto che l’altro?
La scelta di un candidato la fanno gli elettori, ai quali è lasciata la responsabilità di scegliere valutando le proposte e la qualità delle persone che verranno indicate per amministrare la città.

Come vede Fidenza tra 20 anni?
Non ho la presunzione di fare previsioni. Quello che mi sentirei di auspicare è che questa città sappia ritrovare e mantenere la sua identità che è fatta di storia, di persone, di segni che abbiamo il dovere di conservare, in fondo essere veramente comunità.

lombatti_mar24