25/05/2009
h.13.40
Dopo una campagna 2008 che ha visto le imprese di tutta la filiera reagire complessivamente bene alle mutate condizioni economiche generate dall’applicazione della riforma della nuova Ocm, il 2009 si apre con qualche preoccupazione in più.
E’ noto, infatti, come la campagna 2008 fosse partita in un contesto di grande attenzione degli agricoltori per i cereali che, nell’autunno 2007, avevano raggiunto prezzi particolarmente elevati; questa situazione permise, sia pure indirettamente, di mantenere un buon equilibrio tra le aree coltivate a pomodoro e le richieste da parte industriale, consentendo in tal modo di mantenere la stabilità nei prezzi dei prodotti trasformati sul mercato mondiale.
Tale risultato, peraltro, fu ottenuto anche grazie dall’andamento climatico primaverile sfavorevole nelle regioni del nord, che ha influenzato negativamente le rese per il prodotto precoce.
Ora, proprio il buon andamento della campagna 2008 e il crollo nelle quotazioni dei cereali, stanno creando condizioni di rischio che preoccupano non poco l’industria di trasformazione e molti operatori della filiera.
Dalle prime informazioni disponibili risultano, sia al Nord che al Sud Italia, sensibili incrementi di superfici destinate a pomodoro; se poi, oltre tali aumenti e nonostante le raccomandazioni delle O.P., gli agricoltori dovessero ulteriormente sviluppare le superfici coltivate, si verificherebbero, similmente a quanto avvenuto nel 2004, effetti negativi sulla redditività sia a livello agricolo che sui prodotti trasformati.
Per di più, un ulteriore aumento delle superfici coltivate porterebbe automaticamente anche ad una altrettanto significativa riduzione del contributo accoppiato previsto dalla normativa comunitaria.
Il comparto del pomodoro da industria ha bisogno, proprio in questa fase delicata di transizione, di grande senso di responsabilità da parte di tutti i soggetti: dagli agricoltori alle OP, dalle cooperative agli industriali privati.
Il distretto del pomodoro ritiene indispensabile richiamare tutte le parti interessate al rispetto degli accordi presi, al fine di evitare ricadute negative sulla redditività di tutti i soggetti, e di rafforzare in tal modo la competitività del sistema produttivo sia distrettuale che nazionale.