Una scatola di preservativi anti-famiglia

25/09/2009
h.16.00

La rubrica di ParmaDaily “C’eros una volta Lulù…”.
Ogni settimana un racconto erotico scritto da Sbriciolina… laureata presso l’università di Parma.

Così come i fumatori si procurano quotidianamente una stecca di catrame al tabacchino, pagandogli inconsciamente il mutuo: ogni stecca un mattoncino di villetta, per nuocere gravemente alla propria ed altrui salute; inversamente Lulù faceva rifornimento di condom, 12 per scatola, per fare bene allegramente alla propria salute.
Un vizio per i primi di tanathos, per chi come lei di eros.
Noi esseri umani siamo così vulnerabili nonostante le precauzioni del nostro millennio. Quel luglio era stata la prima volta che Ludovica autonomamente entrava nella farmacia comunale del suo paese accanto allo spaccio della azienda suinicola per fare “spesa”.
L’acquisto non era mai stata fatto prima da Ludovica non perché allergica al lattice naturale né per il pudore dato dal tabù giudaico cristiano, bensì solitamente se la era vista il compagno.
Le adamiche accortezze si giostravano per piacimento e sogno erotico da realizzare. Non xxl, non classsic, non fruttati per l’orale poiché l’effetto sarebbe stato lo stesso di un guanto petrolifico in bocca da dentista con glittering o burro di cacao vanigliato.
Quindi ad esclusione i rimedi atti a preservare le loro effusioni erano quelli sensitive con gli altruistici micro rilievi, gli amici intimi del punto g.
Dopo avere rovistato nell’asciutta e fresca gian louis vuoitton di Lulù, lontano dai raggi solari, tra salviette umidificate, creme, profumi, mascherine, penne, portafoglio e caramelle, finalmente il super sottile era indossato sul pene eretto prima del contatto sessuale per proteggersi da malattie sessualmente trasmissibili e da gravidanze indesiderate. Volevano amarsi liberamente e incondizionatamente.
Prima o poi, anche loro, avrebbero cercato e pregato l’iddio, affinchè su questa terra la traccia del loro amore si identificasse in un patrimonio genetico originale, fuso in un piccolo adamo o ludovicuccia, piuttosto che abele o caino.
Ludovica apriva la bustina metallica che conteneva il trasparente profilattico antivenereo e anti concezionale facendo un’ulteriore attenzione a non danneggiarlo con le unghie o con altri oggetti appuntiti.
Abolito il gioco erotico del salto della quaglia, Lulù prendeva il serbatoio del preservativo tra pollice ed indice e lo posizionava sul pene eretto in modo da evitare che si formassero bolle di aria.
Ritraeva per sua sicurezza il prepiuzio e con l’altra mano srotolava del tutto l’anello della guaina sottile.

All’interno del diametro di circa 52mm il limonato godere di Adamo, all’esterno il mentolato lubrificante spermicida.
Dopo la eiaculazione ritirava lentamente il pene tenendo stretto il preservativo per la base.
Poiché monodose, rigori ed avanti un altro! 

                                                                                                    Sbriciolina

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