La sinistra dei lavoratori non c’è più

15/10/2009
h.16.00

Paolo Leporati del Movimento Civico Libera Politica si inserisce nel dibattito su sinistra e lavoratori aperto dal direttore Andrea Marsiletti.

C’era una volta una forza politica in grado di tutelare gli interessi dei lavoratori.
Oggi questa sinistra non esiste più.
Oggi c’è un pd in cerca di una precisa identità tra mille progetti e un segretario da fare. Così, il pd si avvicina ad un congresso gia scritto nelle ultime due settimane. Il Capo, sarà sicuramente Bersani. Un segretario che vorrebbe stringere accordi con noi civisti, specialmente sulle autonomie locali. Autonomie poco capaci di rendersi autonome, e legate ancora al concetto del vecchio Pci. Un partito senza idee fatto di slogan, e poco concreto privo di contenuti e uomini validi. Questo lo riscontriamo spesso sui territori che slegano il nuovo pd dalla base. I circoli non funzionano perchè apparati burocratici, pieni trombati che aspettano l’occasione di una poltrona prestigiosa, e lo spazio dedicato ai giovani è molto limitato, e strumentalizzato.
Esiste ancora il dictat io sono il capo e qui si fa come dico io. Poi arriveranno le primarie che porteranno gli iscritti a scegliere tra Bersani Franceschini Marino, ma la storia è gia segnata: due euro per il voto, non male come business. Queste le chiamano primarie? E’ il solito teatrino all’ italiana. Allora noi civici dobbiamo metterci in contrapossizione tra il bipolarismo fallito, fungendo da forza alternativa capace di ropmpere gli equilibri politici ponendoci in mezzo. Noi civisti pensiamo, che avendo scelto la starda di non appartenere più alla vità politica dei partiti, è perchè siamo consapevoli di aver raggiunto un libero comportamento che ci permette di affrontare la politica dal basso, in mezzo a quella base trascurata dall’apparato partitico. I congressi sono pieni di illusionisti capaci di strumentalizzare le persone al punto di soggiogarle con belle parole. Ma i fatti? Non ci sono. Bersani era ministro del governo Prodi, e ha fallito. Tutta la sinistra ha fallito in un progetto su scala nazionale tant’è che la divisione ha portato un netto vantaggio a favore della Lega che ha cavalcto il malcontento di una classe operaia sempre più preocuppata.
Allora noi abbiamo l’obbligo di incunearci tra queste forze ridando fiducia a chi ora è confuso e non sicuramente strumentalizzato. Il civismo è un fatto concreto. Un problema per i grandi partiti. Una minaccia secondo questi signori. Il civismo non ha padroni perchè tutti siamo in grado di vedere la politica sotto un profilo differente e nuovo. Questo lo doveva fare il pd e la sinistra radicale. La divisione dopo la caduta del governo ha fatto si che queste alleanze andassero scemando frammentando la classe operaia con la dirigenza politica, incapace di soddisfare, un bisogno necessario dell’ economia e del mondo del lavoro. Il beneficio l’ha tratto Berlusconi, vincendo le elezioni del 2008 consapevole che i comunisti, chiamati così da Sivlio sparissero dal palcoscenico durato oltre 50anni.
Noi crediamo che le forze politiche attuali specialmente nell’ autonomia locale debbano dialogare con il mondo civico, ma non perchè lo dice Bersani davanti alla platea, perchè saremo nio civici con le nostre idee, e i nostri contenuti che sapremo imporre un progetto politico necessario alla collettività. Noi questo lo potremmo fare con tutta quella sinistra che sicuramente saprà sposare i temi come la salvaguardia del territorio in fatto di ambiente, e riportare uno stato sociale non clientelare, fatto di servizi e di innovazioni a misura del cittadino che tutelino gli interessi delle fascie deboli.
Ci confonteremo sui problemi della scuola della mobilità e dell’ economia cercando di salvagardare a più non posso l’occupazzione arrivata ai minimi storici. Questo lo faremo attorno ad un tavolo con tutti quei soggetti che con noi ne avranno la volontà di confontarsi su temi importanti del nostro paese e della nostra città. Lo faremo con molta serietà, e lo faremo con i giovani in grado di portare un ondata di freschezza in una politica spesso abbandonata ai personalisimi.
Bisogna necessariamente abbandonare le correnti, e remare tutti dalla stessa parte affinchè il risultato sia certo per il bene comune. 

perlavalbaganza