Arrivo a Pyongyang… in una suite dell’hotel Koryo

Imbarco all'aeroporto di Pechino per Pyongyang

Il mio recente viaggio in Corea del Nord, in qualità di capo della delegazione italiana al Seminario internazionale sull’ideologia dello Juche e sull’antimperialismo, è stato un’esperienza unica e bellissima. Oltre che molto esclusiva, considerato che in un anno non sono più di 20-30 gli italiani invitati dal Governo di Pyongyang.

Voglio pertanto condividere con i lettori di ParmaDaily informazioni e fotografie e raccontare quello che ho visto in Corea del Nord, notoriamente il Paese più inaccessibile al mondo, di cui si conosce poco, pochissimo.

Inizio il mio reportage dall’arrivo all’aeroporto nella capitale nordcoreana, che dista circa venti chilometri dal centro della città. L’aeroporto è hub della compagnia aerea di bandiera nordcoreana Air Koryo che fa decollare verso l’estero un volo al giorno. L’alternativa è utilizzare l’Air China, che mette a disposizione due linee alla settimana. Sono pochi i voli su Pyongyang, e quindi non stupisce che l’aeroporto fosse completamente vuoto già alle ore 18.

I controlli alla dogana, che vengono effettuati dai militari, sono stati molto accurati: al di là di dover dichiarare cosa trasportavamo, quanti soldi, quanti libri, quante fotocamere, hanno aperto tutte le valige. Come regalo per il Maresciallo Kim Jong Un avevo comprato un libro fotografico sulla storia del Partito Comunista Italiano. Nell’incertezza, mi pareva un regalo che potesse andare sempre bene. Il militare ha sfogliato il libro con attenzione, poi lo ha passato ad uno di grado superiore che, una volta saputo si trattava di un dono, ha autorizzato il suo passaggio. In dogana non mi hanno sequestrato nulla. Non è quindi vero che in Corea del Nord sequestrino cellulari e macchine fotografiche. E’ concessa la possibilità di fotografare tutti i luoghi in cui si è portati, eccetto i militari e l’interno di alcuni musei o mausolei (come del resto avviene in Italia). I nostri cellulari, invece, non funzionano non essendoci campo.

Alla fine siamo rimasti in aeroporto per più di un’ora. Abbiamo preso un caffè al bar e consultato le riviste presenti nel punto informativo per lo più dedicate all’ideologia dello Juche, all’attività del Governo e alla Rivoluzione. Un grande pannello riportava numerose fotografie del Grande Maresciallo Kim Jong Un mentre presiede i lavori dell’Assemblea Popolare piuttosto che parate militari.

All’aeroporto c’era ad aspettarci la nostra guida, una ragazza di 18 anni che parlava benissimo l’italiano, che ci ha accompagnato in albergo con un pulmino. In Corea del Nord gli stranieri non si possono muovere in autonomia, ovvero senza la guida, quantomeno alle loro prime visite. E’ l’organizzazione che stabilisce pernottamenti, itinerari e visite. La sistemazione prevista per noi era presso l’Hotel Koyro, nel centro di Pyongyang, uno dei tre hotel per gli stranieri. Per la camera, i pranzi e gli spostamenti non abbiamo pagato nulla.

A ciascuno di noi hanno assegnato una camera singola. In realtà non si trattava di una “stanza” ma di un appartamento “suite” composto da un ingresso, una saletta, un corridoio, una camera da letto, uno studio e due bagni. Gli ambienti erano eleganti… un’eleganza anni ’70. Nessun lusso, però… del resto siamo o non siamo nella Repubblica Democratica Popolare di Corea?

Di sera poca baldoria! Alle ore 21 tutti in camera a dormire!

Andrea Marsiletti

REPORTAGE DALLA COREA DEL NORD (05-12 settembre 2016). Di Andrea Marsiletti

I giovani cantano il Maresciallo Kim Jong Un. Video

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Leggi le bozze del romanzo ucronico “Se Mira, se Kim” ambientato in un’Italia comunista alleata della Corea del Nord

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