Un inchino davanti alle statue di Kim Il Sung e Kim Jong Il

REPORTAGE DALLA COREA DEL NORD DI ANDREA MARSILETTI (autore del libro “Se Mira, se Kim” in fase di stesura). Le due statue di bronzo alte 22 metri del “Grande Leader” Kim Il Sung (il nonno di Kim Jong Un) e del “Grande Dirigente” Kim Jong Il (il padre di Kim Jong Un) sono uno dei complessi monumentali più solenni della Corea del Nord. Come noto, Kim Il Sung è, in Costituzione, il “Presidente eterno” della Repubblica Popolare.

Dietro alle statue è dipinto il Monte Paektu, il monte della Rivoluzione. Questa montagna è venerata dalla popolazione ed annoverata tra i simboli nazionali della Corea del Nord, al punto che è menzionata nell’inno nazionale nordcoreano. La guida ci ha spiegato che nel 1942 in cima al Paektu nacque Kim Jong-il, “mentre in cielo apparivano un doppio arcobaleno e una stella brillante“.

Esattamente davanti alle statue, a qualche centinaia di metri di distanza, è posto e visibile il monumento del simbolo del Partito dei Lavoratori di Corea (falce, martello, pennino), ad indicare la perfetta corrispondenza tra la leadership che indica la strada da seguire e il Partito.

Per i nordcoreani le statue di bronzo sono un mausoleo, non un’attrazione turistica… quindi non bisogna fare gesti sbagliati. Sono “caldeggiati” ai visitatori alcuni comportamenti: 1) si devono fotografare le due statue insieme, per intero, senza alcun taglio; 2) è bene portare un mazzo di fiori e deporli ai piedi del monumento; 3) ci si deve inchinare davanti alle statue una volta depositati i fiori. A dire il vero l’inchino è “gradito” anche davanti alle altre statue o ai dipinti importanti dei Grandi Leader, ad esempio posti all’ingresso dei musei.

La nostra delegazione ha rispettato con scrupolo tutte e tre le “’prescrizioni”. Ho acquistato il mazzo di fiori in un chiosco allestito allo scopo vicino alle statue, al costo di 2 euro.

Nell’aria intorno alle statue alcuni altoparlanti risuonavano musiche patriottiche, soffuse, quasi eteree, scritte dallo stesso Kim Il Sung.

Si respira un’aria di cerimonia, si ha l’impressione di trovarsi in un luogo sacro. Una sacralità laica, naturalmente, una “vita eterna” atea e comunista.

Andrea Marsiletti

REPORTAGE DALLA COREA DEL NORD (05-12 settembre 2016). Di Andrea Marsiletti

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