Legionella a Parma: una donna è la prima vittima. In tutto 19 casi

Ausl e Azienda ospedaliera hanno diffuso un comunicato stampa sul primo decesso per legionella a Parma: “I cittadini, residenti a Parma nella zona del quartiere Montebello, e risultati positivi al batterio della legionella finora sono complessivamente 19.
Attualmente sono 14 i pazienti sotto le cure dei medici e dei sanitari dell’Ospedale Maggiore. Sono migliorate le condizioni per una signora anziana che proprio oggi in mattinata è stata dimessa, mentre gli altri 13 pazienti sono stabili e con un normale iter clinico. Restano invariate, seppur nella loro criticità, le condizioni del paziente 73enne, già sotto stretto controllo dei medici della Terapia intensiva respiratoria.
Una paziente ultraottantenne, con patologie particolarmente gravi e in condizioni critiche, risultata positiva nei giorni scorsi al batterio della legionella, è deceduta in un hospice del territorio. Dopo un irreversibile aggravamento delle condizioni di salute, l’anziana paziente, su richiesta della famiglia, era stata dimessa dall’Unità di Terapia intensiva respiratoria per essere poi trasferita in hospice dove è avvenuto il decesso.

La legionellosi: cos’è e come si contrae l’infezione
E’ un’infezione, causata da un batterio chiamato legionella, che colpisce l’apparato respiratorio e può manifestarsi in forme anche gravi. La legionella è un microrganismo molto diffuso in natura, dove è associato principalmente alla presenza di acqua (laghi e fiumi, sorgenti termali, ambienti umidi in genere). Da qui, la legionella può “colonizzare” gli ambienti idrici artificiali, come le reti di distribuzione dell’acqua potabile nelle città, impianti idrici dei singoli edifici, impianti di umidificazione, piscine, fontane, e così via. Non si trasmette da persona a persona: l’infezione viene veicolata piuttosto da flussi di aerosol e di acqua contaminata, come nel caso di ambienti condizionati o con l’uso di umidificatori. La legionella, infatti, si riproduce soprattutto in ambienti umidi e tiepidi o riscaldati, come i sistemi di tubature, i condensatori, le colonne di raffreddamento dell’acqua, sui quali forma un film batterico.

Come si previene la diffusione
Prima dell’uso, fare scorrere l’acqua molto calda per alcuni minuti, mantenendosi distanti; è opportuno rimuovere e pulire in modo accurato (con utilizzo di prodotto anticalcare) i frangi–getto (filtrino del rubinetto) e cipolle delle docce; in caso di doccia “a telefono”, non riporla, ma lasciarla pendente, in modo da evitare ristagni d’acqua; non utilizzare vasche idromassaggio.”

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tavolo1Legionella: un tavolo di lavoro fra Sindaco e Aziende Sanitarie

Il sindaco Federico Pizzarotti ha partecipato al primo incontro del tavolo di lavoro interistituzionale sulla legionella che si è riunito venerdì pomeriggio presso la sede dell’AUSL in piazzale Matteotti.
Il sindaco, che era accompagnato dal dirigente Nicola Ferioli e dal capo di gabinetto Francesco Cirillo, ha così testimoniato l’attenzione con la quale il Comune segue l’evoluzione di una vicenda che sta destando preoccupazione in città, in particolare nel quartiere Montebello e nella zona attorno al Parco Bizzozero e a Piazzale Maestri dove sono residenti o domiciliati o frequentanti per diverse ragioni quasi le persone colpite dal virus.
All’incontro, convocato dal direttore sanitario dell’AUSL Ettore Brianti, sono intervenuti , insieme ad altri medici impegnati su questo fronte, la direttrice generale Elena Saccenti, il direttore del servizio di igiene pubblica dell’Azienda Ospedaliera Pietro Vitali, il suo omologo dell’AUSL Franca Sciarrone e il direttore di dipartimento Paolo Cozzolino, Maurizio Impallomeni dell’Igiene ambientale e Giuseppina Ciotti, direttrice del Distretto di Parma.
I 19 casi di legionella che si sono manifestati nel mese di settembre, quasi tutti concentrati negli ultimi giorni e in una zona ben definita della città, inducono gli organi competenti a circoscrivere la ricerca della fonte del virus, non ancora individuata, in una zona abbastanza precisa, quella che ha visto la frequentazione di tutte le persone coinvolte.
L’indagine ambientale prevede il campionamento a domicilio delle persone colpite (quelle messe in atto finora non hanno dato riscontri sull’esistenza del virus, ma l’elaborazione delle analisi a Bologna risulta purtroppo complicata e chiede tempi tecnici ineludibili), ma anche sulla rete idro-potabile (soprattutto quella afferente al pozzo Bizzozero), sull’irrigazione negli impianti sportivi e su tutte le fonti che espellono vapori, concentrate in zona. Probabilmente si potrà sapere qualcosa di più lunedì prossimo, data in cui è previsto l’arrivo di altri risultati delle analisi messe in atto, anche se non saranno definitive.
Un’altra fonte di indagine si concentra sulle attività dei cantieri nel periodo estivo, per escluder eeventiali fonti di infiltrazione nelle condotte idriche. Insomma le indagini procedono a tutto campo.
Ma intanto si punta su tutte le iniziative possibili per la prevenzione: l’acqua del pozzo Bizzozero è stata clorata, ritenendo questo un intervento utile a ridurre il rischio di contagio, e soprattutto si conta sulla collaborazione dei cittadini che vivono o frequentano la zona interessata, ai quali si fa l’appello ad attenersi alle disposizioni delle autorità sanitarie, certamente utili per evitare di contrarre la legionella: far scorrere l’acqua calda per alcuni minuti mantenendosi a distanza, pulire i filtri dei rubinetti e delle docce, evitare i ristagni d’acqua, non usare l’idromassaggio.
Bastano questi pochi accorgimenti per evitare il contagio, che si contrae solo per le vie respiratorie, che non passa da persona a persona e che non ha origini di natura alimentare.
Il Comitato tornerà a riunirsi il 6 ottobre prossimo, per fare il punto della situazione dopo la riunione tecnica dell’Unità di crisi regionale con l’Istituto Superiore della sanità, ma sindaco e direttori delle aziende sanitarie si manterranno in contatto permanente per valutare l’evoluzione della situazione.

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