Loris Batacchi… capoufficio pacchi

15/12/2009

Altro che Raul Bova, il vero latin lover è Loris Batacchi. Gustatevi la scena tratta da “Fantozzi subisce ancora” dove lo sfortunato ragioniere e sua moglie vanno a trovare un’indimenticabile Andrea Roncato nella parte del capoufficio pacchi delle Poste più arrapato e coraggioso di tutti i tempi.

Fantozzi subisce ancora è il quarto capitolo della saga fantozziana, realizzato nel 1983. Per la prima volta, Paolo Villaggio non compare tra gli sceneggiatori ed a differenza del precedente Fantozzi contro tutti non prende parte alla regia, firmata interamente da Neri Parenti.
Tale film, che vede la partecipazione di attori che ricorreranno negli episodi a venire (oltre a Paolo Villaggio anche Plinio Fernando, Anna Mazzamauro e Gigi Reder), è il primo a non essere tratto da un libro dell’attore genovese e così come tutte le successive “fantozzate” è il frutto di una sceneggiatura originale.
Il film è dedicato alla memoria di Giuseppe Anatrelli, l’attore che nei film precedenti aveva interpretato il geometra Calboni, deceduto nel 1981: qui il suo posto viene preso da Riccardo Garrone, ma successivamente tale personaggio non ricomparirà più. Nel suo libro dallo stesso titolo Paolo Villaggio conia il termine Scherziere.
Il film inizia con una scena inusuale: al grido di “Vogliamo lavorare di più” e “Vogliamo aumentare la produttività dell’azienda” tutti gli impiegati delle Mega Ditta tentano forsennatamente di entrare in anticipo. Ma è solo una finzione: appena timbrato il cartellino i dipendenti, in nome dell’assenteismo più bieco, se ne vanno al mare e lasciano il solo Fantozzi a lavorare.
Il povero ragioniere è costretto quindi a sbrigare i compiti di tutta l’azienda e solo dopo uno sforzo disumano ci riesce; tuttavia suda moltissimo ed è costretto ad andare in bagno. Corrado Maria Lobbiam, quando ispeziona l’ufficio sinistri, non lo trova e beffa delle beffe lo scambia per un assenteista, punendolo severamente.
In particolare, la celebre scena in cui Fantozzi manovra le sagome dei dipendenti, come in un teatro dei burattini, per dare l’impressione di un ufficio in piena attività, è diventata emblematica di pratiche ancora oggi in voga soprattutto nel settore statale, e per antonomasia nelle Università pubbliche, dove spesso uno o due effettivi svolgono il lavoro di interi dipartimenti, ma sono costretti a resocontare anche il (fittizio) contributo dei colleghi per non incappare in declassamenti degli standard di produttività e nelle conseguenti diminuzioni di finanziamenti.
Nella scena in questione Pina e Ugo scoprono che Mariangela aspetta un figlio: il padre del nascituro è Loris Batacchi, suo collega di lavoro alle poste (la sua mansione è quella di “Capoufficio pacchi”). Fantozzi e la Pina, sotto mentite spoglie, si recano a casa di quello che considerano il loro futuro genero ma scoprono che il Batacchi, volgare latin lover romagnolo, ha messo incinta la loro figlia per scommessa: “un milione se ci davo all’orango!”; delusi, Ugo e Pina decidono di non comunicargli la dolce attesa perché il bambino non ha bisogno di un padre così.


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