La situazione della residenza di via Martinella conferma lo spaccato inquietante già emerso un anno fa sul mondo dell’assistenza privata agli anziani.
In questo caso, pur non avendo ovviamente a disposizione notizie di reato, la categoria che segue i lavoratori di queste strutture già da alcuni anni aveva segnalato alle autorità competenti irregolarità nella gestione dei rapporti di lavoro e dei rapporti societari e sospetti sul numero e sulla tipologia degli anziani assistiti.
L’auspicio delle organizzazioni sindacali, confederali, dei pensionati e dei lavoratori del settore, è ovviamente che venga fatta piena luce sulle responsabilità penali, ma, al di là del caso di specie, occorre anche che territorio e collettività facciano di più.
È indispensabile giungere quanto prima alla definizione di una “white list” delle case famiglia in possesso dei necessari requisiti di trasparenza e competenza (un percorso già avviato da mesi col Comune di Parma e che speriamo giunga a compimento nelle prossime settimane) ed è altrettanto indispensabile il recupero di un forte governo e controllo pubblico di tutto il sistema dell’assistenza agli anziani, compresi i non autosufficienti in forma lieve.
Non possiamo permetterci che la cura della vecchiaia e la limitazione dell’autonomia delle persone anziane diventino un business svincolato da regole, un mero rapporto commerciale, dove è inevitabile che prima o poi si annidino irregolarità, soprusi e, nei casi più estremi, reati: tutto questo è inaccettabile per i nostri anziani e per le loro famiglie, ma anche per i tanti operatori qualificati e competenti che operano nel settore e che, fortunatamente, sono la stragrande maggioranza.
Cgil Parma