Gli italiani e il mal di testa da sesso

04/03/2010

Ci sono persone che simulano un mal di testa per evitare di fare l’amore. Altre che, parafrasando una frase celebre, pensano che “il sesso fa male a chi non lo fa”. Eppure il mal di testa non è sempre una scusa: l’1% della popolazione soffre davvero di una forma di cefalea legata all’attività sessuale, anche se è ‘una goccia’ rispetto agli 8 milioni di italiani, soprattutto donne, che sono spesso vittime di mal di testa in generale.
Le emicranie possono essere scatenate dai fattori più strani: “Ne esistono circa 200 forme – spiega Piero Barbanti, direttore dell’Unità cefalee all’Istituto San Raffaele Pisana di Roma – talvolta molto bizzarre come la cefalea da tosse, ‘a rombo di tuono’ o ‘da hot dog’. E in alcuni casi il dolore è così intenso da essere paragonabile a quello della colica renale o del parto”. Sono invece quasi 500 mila le persone che sono “così sfortunate da avere mal di testa in occasione dell’attività sessuale, anche se questa forma non emerge ancora pienamente” dai dati scientifici. A esserne colpiti di più questa volta sono gli uomini, quasi il triplo delle donne. Di questa emicrania ne esistono due forme: una che si sviluppa prima dell’orgasmo (20% dei casi), e un’altra che si scatena proprio al momento del coito (80%).
“Il paziente deve essere rassicurato sul fatto che esistano queste forme, nella maggior parte benigne – insiste Barbanti – ma deve essere il medico a fare la diagnosi”, meglio se di un Centro cefalee. Anche perché nei casi benigni anche i dolori più invalidanti possono essere trattati con la terapia farmacologica. Il consiglio è come sempre quello di rivolgersi a uno specialista, perché la cefalea venga trattata in tempo e non diventi cronica. Ma cosa fare quando, invece, le cause sono più ‘banali’ come lo stress? Il mal di testa, spiega Barbanti, “é come un allarme che suona a vuoto. Nel 75% dei casi è lo stress che lo scatena, e in misura minore le variazioni climatiche, le variazioni ormonali nella donna o il digiuno”. Per sapere quando è il caso di rivolgersi al medico “bisogna fare attenzione se il mal di testa che si ha è diverso da quelli avuti in passato – aggiunge l’esperto – o se si comincia ad avere frequenti mal di testa che prima non si avevano, o ancora se ci si accorge di ‘sopravvivere’ andando avanti ad analgesici”. Il mal di testa “già conosciuto”, quello che ogni tanto si ripresenta in modo identico, può essere trattato sia modificando lo stile di vita (ad esempio evitando l’alcol, il digiuno o certi cibi che scatenano l’attacco), oppure usando farmaci di automedicazione (dall’aspirina al paracetamolo). Se però si hanno più di tre attacchi in un mese, se il dolore si scatena in modo improvviso o se non passa dopo 4-5 giorni di automedicazione, è consigliabile chiedere aiuto allo specialista.

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