Ivan Ferrarini è il nuovo presidente della Crocetta Baseball

A prendere il posto del compianto Giovanni “Gianni” Ferrarini, è il figlio Ivan.  «A dire il vero non ci pensavo alla presidenza, anche se sì, forse poteva essere naturale pensarlo. La continuità è anche nell’organizzazione, cercando di migliorarla, e nel continuare a fare il lavoro già impostato in questi anni». Sotto questo punto di vista è costante il rapporto con l’amministrazione comunale, che si era presa carico della sistemazione dell’impianto d’illuminazione del “Fainardi”, i cui tempi si allungano: «Ci rapportiamo spesso con la Giunta, l’attenzione loro c’è, abbiamo un buon rapporto. Per l’illuminazione sembrava fosse più semplice, ci sono alcune cose da verificare; non sarà pronto per questa stagione, per cui stiamo pensando a un palliativo per poter almeno allungare di mezzora l’utilizzo del campo».

Ivan Ferrarini non rappresenta soltanto il main sponsor: è uno degli uomini Crocetta per eccellenza avendo ricoperto diversi ruoli: giocatore, allenatore delle giovanili e consigliere: «Sì, è vero. Sono cresciuto vedendo mio padre e Fainardi ricostruire la Crocetta, facevo anche i cartellini, e poi ho fatto tutto il percorso». Le sue responsabilità, ora, raddoppiano, azienda e società sportiva, ma:«Quando ci sono persone che condividono con te degli obiettivi, delle strategie, con cui si condividono idee da anni e ai quali puoi demandare compiti poiché c’è massima fiducia, la si vive con più tranquillità. In Crocetta c’è gente con cui ho giocato assieme e con cui ho condiviso il percorso vincente e di crescita del nuovo millennio, c’è Sandro Rizzi che mi ha allenato e col quale ho allenato, per cui è tutto più facile; c’èun pensiero comune. In queste settimane mi sto mettendo in pari, essendomi un po’ defilato negli ultimi anni». Fra pochi giorni gli atleti torneranno a riprendere confidenza con riscaldamenti, corse, skills tra le provvidenziali mura del PalaFarma in vista di un 2018 in cui gli obiettivi non si discostano molto da quelli che sono nel dna societario:«Sicuramente far crescere al massimo delle loro possibilità tutti, dal primo all’ultimo ragazzo. Per questo dovremo fare uno sforzo con qualche allenatore in più in virtù del numero di squadre. La squadra maggiore è sempre più giovane, ma ha delle buone basi: proseguiamo con il progetto di crescita e sarebbe bello riuscire, nel giro di pochi anni, a tornare in serie A con loro, come desiderava mio padre».

 

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