Voto unanime in Regione per il nuovo Comune di Sorbolo Mezzani, stop a Colorno e Torrile

Nasce il nuovo Comune di Sorbolo Mezzani nel parmense, mentre si arresta il processo di fusione per Colorno e Torrile.

Sì a Mezzani e Sorbolo- In Aula il voto a favore dell’unione Sorbolo Mezzani è unanime. Anche al referendum del 7 ottobre scorso, l’83 per cento dei cittadini di Sorbolo e il 76 per cento di quelli di Mezzani avevano votato sì. “Non nascondo una certa soddisfazione sia per l’esito che per l’iter”, annuncia Massimo Iotti (Pd), relatore di maggioranza del pdl. Un iter iniziato 19 anni fa, un percorso da studiare e già oggetto di tesi di laurea.

Il nuovo Comune, che si chiamerà Sorbolo Mezzani (nome deciso da circa l’80 per cento di entrambe le popolazioni) “parte da un indebitamento pari a zero e nessun mutuo pendente. D’altra parte”, aggiunge Iotti, “già gran parte delle funzioni dei due Comuni era stata unificata e si rifletteva su come investire nei prossimi anni”. Secondo Iotti i processi di fusione hanno anche la capacità di favorire l’attrattività del territorio, non caso, nel Comune di Sorbolo si è registrato “in controtendenza” un aumento di quasi 200 abitanti. D’accordo anche Gabriele Delmonte (Ln), relatore di opposizione del progetto di legge, che smentisce che la Lega sia a prescindere contraria alle fusioni: “Un percorso portato avanti in maniera corretta e trasparente, è giusto e scontato che sia questo l’esito a Mezzani e Sorbolo” dichiara.

No a Colorno e Torrile – Si arresta invece il progetto di fusione a Colorno e Torrile e l’Aula vota per il non passaggio all’esame dell’articolato. “Il risultato del referendum è chiaro”, ammette Massimo Iotti, anche in questo caso relatore del pdl. Il parere dei cittadini alle urne lo scorso ottobre è stato netto soprattutto a Torrile (dove il 75 per cento ha detto no) mentre a Colorno ci si è fermati al 49 per cento. “Tuttavia”, precisa Iotti, “resto convinto che la fusione sia un’opportunità da valutare sempre. Forse in questo caso i tempi non erano ancora maturi”. In effetti, “il percorso di condivisione con i cittadini era partito solo a luglio scorso”, sottolinea Gabriele Delmonte, “un percorso affrettato, come la Lega aveva intuito e i cittadini hanno capito che non era nel loro interesse”.


“Per Sorbolo e Mezzani si aprono opportunità per migliorare la loro amministrazione. Per Colorno e Torrile si mette la parola fine ad un percorso sconclusionato e affrettato che avrebbe avvantaggiato solo gli apparati che lo avevano proposto ma che ai cittadini avrebbe comportato solo ulteriori difficoltà”. Questo il commento del Vice Presidente dell’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna ed esponente della Lega, Fabio Rainieri, riguardo all’esito dei lavori dell’aula regionale che ha approvato in via definitiva la fusione tra Sorbolo e Mezzani e respinto, altrettanto definitivamente, quella tra Colorno e Torrile.

“La Lega, in occasione dei due referendum di ottobre, ha ancora una volta dimostrato di essere dalla parte degli interessi dei cittadini che infatti hanno capito che mentre da una parte c’era un percorso di fusione quasi ventennale, trasparente e coinvolgente, dall’altra, l’operazione era stata allestita in fretta e furia e presentava oltre a tante incognite, grossi inconvenienti – ha quindi proseguito il Consigliere regionale leghista – Forse da questo epilogo qualche amministratore PD, come la Sindaca di Colorno, dovrebbe imparare che la gente vuole soluzioni concrete ai problemi di tutti e non si fa ingannare ne da operazioni verticistiche utili solo ai pochi e men che meno inutili e solo di facciata”.

In Assemblea è stato un altro leghista, il Vice Presidente del Gruppo Gabriele Delmonte, ad intervenire come relatore di minoranza: “Per Sorbolo e Mezzani si è avuto l’esito scontato di un percorso corretto e trasparente portato avanti da tanto tempo e prescindendo da benefici finanziari. La Lega lo ha sostenuto dimostrando di non essere contro a priori alle fusioni ma di essere favorevole quando sono utili e bene fatte. Per Colorno e Torrile, invece, l’operazione era troppo affrettata, con uno dei comuni che aveva conferito le funzioni nell’Unione da troppo poco tempo e che avrebbe creato nuovi problemi tra cui la disparità per imu e tasi nelle due realtà”.

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