Pizzarotti prova a mangiarsi i resti del Pd

Ci interessa veramente poco chi sarà il prossimo segretario del Pd. Non vedo alternativa in una rigenerazione del Pd se non sfasciandolo e superandolo. Il Pd non è riformabile.

L’ha toccata piano il sindaco Pizzarotti ieri sera a Bologna alla presentazione della sezione bolognese del suo partito, Italia in Comune, lanciando un’opa sul centrosinistra: “Lega e M5s hanno spazio di manovra e crescono perchè dall’altra parte manca un interlocutore.”

Dopo Scarpa (leggi), Pizzarotti infierisce sul Pd 🙂

Sebbene per ora siano più movimenti interni alla politica che partecipazione di popolo, continuano a crescere in tutte le regioni le adesioni al partito di Pizzarotti da parte di parlamentari, consiglieri comunali e regionali, primi cittadini.

E pensare che quando è nata in pochi scommettevano una cicca su Italia in Comune. Sembrava l’ennesimo tentativo di fare il partitino dei sindaci, il refugium peccatorum dei senza partito… l’ambizione di un sindaco, putacaso al secondo mandato, che voleva costruirsi un futuro…

Oggi Italia in Comune è l’unico nuovo partito che si affaccia sul panorama politico, a tutti gli effetti considerato tale sui giornali locali e nazionali che gli danno grandissimo rilievo e nei talk show ai quali Pizzarotti è invitato come leader nazionale emergente.

Quello che doveva essere il partito dei vassalli che portava uno “zero virgola” alla causa del centrosinistra, anche vista la crisi nera della coalizione, si sta ritagliando sempre più autonomia, si fa desiderare dal Pd e potrebbe anche tradirlo per sottrarsi dal suo abbraccio mortale. Così come è scappato da +Europa di Emma Bonino. Per Bonaccini Pizzarotti è diventato un’anguilla, più che un barboncino. Oggi il suo interlocutore sono i Verdi con i quali potrebbe presentare una lista comune alle europee sull’onda del successo degli ambientalisti in Baviera.

I democratici, che hanno incoraggiato e coccolato Pizzarotti e se lo sono tirati in casa, oggi vedono i loro spazi minacciati o occupati non più solo dal M5S e dalla Lega, ma anche da Italia in Comune. Alle prossime elezioni regionali il sindaco di Cagliari Massimo Zedda si candiderà a presidente della Sardegna per il centrosinistra sotto le insegne di Italia in Comune… ciò significa che i democratici, già deboli sull’isola, saranno azzerati. Il Pd ricorda Erisittone, personaggio della mitologia greca, che finì per divorare se stesso.

Questo posizionamento nazionale di Italia in Comune è stato possibile con la sola immagine di Pizzarotti, perchè di contenuti politici finora non se ne sono visti, se non generici appelli all’europeismo, all’accoglienza e alla saggezza del padre di famiglia o le solite critiche alla Lega. Pizzarotti gode di alta considerazione a livello nazionale, molto più che nella sua città: è riconosciuto come l’unico che prima è riuscito a sconfiggere Grillo nello sconto mediatico, e poi alle urne riducendo il M5S cittadino al 3%, da solo contro tutti, centrodestra e centrosinistra. E quello che ha mandato a casa per due volte il Pd nell’Emilia rossa. E’ passato come il buon amministratore che ha risanato una città sull’orlo del default e l’ha portata a essere Capitale italiana della Cultura. Si presenta in televisione con la faccia pulita e un po’ sbarazzina, giovane, esperto ma politicamente vergine. Tutti lo cercano, tutti lo invitano ai convegni e alle feste di partito.

Oggi quale altro politico in Italia avrebbe la forza di fondare un partito da solo? Martina, Zingaretti, Delrio, Di Maio, Speranza, Tajani, Calenda, De Magistris, Richetti, la Raggi, Bonaccini, la Boldrini, Orfini, Rosato? Dubito che questi, fuori dai loro partiti, riuscirebbero ad aprire anche solo una sezione. Lo stesso Renzi non ha più la forza per farlo (altrimenti lo farebbe subito). Salvini, ovviamente, è fuori gara, una macchina da guerra inarrivabile per consenso. Almeno per ora.

E’ Pizzarotti l’anti Salvini?

Fossi nel Pd punterei su di lui. Rispetto a loro è un gigante.

Andrea Marsiletti

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