“Il sospetto che dietro la nuova classificazione del lisozima come coadiuvante tecnologico e non più come conservante ci sia una grande speculazione per aumentare le vendite di Grana Padano è sicuramente fondato”.
A dirlo è il Vice Presidente dell’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna ed esponente della Lega, Fabio Rainieri che, a margine del dibattito che si è svolto in Commissione assembleare politiche economiche sulla deliberazione fatta dal Consiglio superiore di Sanità lo scorso mese di maggio 2018, ha anche espresso preoccupazione per come tale decisione possa nuocere alla filiera del Parmigiano Reggiano.
“La presenza di lisozima nel Grana Padano è una delle principali caratteristiche che rendono di minore qualità quel formaggio rispetto al Parmigiano Reggiano. Volendo farlo indicare in etichetta come un normale ingrediente in quanto non lo si ritiene più conservante si confondono i consumatori non consentendogli di capire appieno perché il Parmigiano Reggiano è qualitativamente superiore, ed ha quindi un costo decisamente più elevato – ha quindi proseguito il Consigliere regionale leghista – Andrebbe invece comunicato e rimarcato che il lisozima non è un ingrediente come un altro, innanzitutto perché è un potente allergene. Del resto il dizionario Treccani lo definisce come farmaco che si unisce alla sostanza da cui si attende l’effetto principale, per completarne o aumentarne l’azione. Infatti lo si utilizza per evitare nel Grana Padano alterazioni significative sotto il profilo organolettico dovute all’alimentazione delle bovine con mangimi insilati che sono invece vietati nell’alimentazione delle bovine da latte per il Parmigiano Reggiano.
In Emilia-Romagna si producono entrambi questi formaggi DOP e l’amministrazione regionale guidata da Bonaccini è molto imbarazzata nel prendere una posizione, demandando tutto ai giudizi tecnici ed alle normative europee.
È il solito atteggiamento incerto del PD che però alla fine può provocare gravi danni. Infatti, in questa situazione si dovrebbe soprattutto tenere conto che è più importante difendere una filiera ultimamente in ripresa ma comunque fragile come quella del Parmigiano Reggiano perché prevalentemente artigianale e quindi più complessa e qualitativamente elevata, che quella del Grana Padano prevalentemente industriale. Bene invece ha fatto il Consorzio di Tutela del Parmigiano Reggiano a ricorrere al TAR contro quella decisione”.