In Pubblica arriva Lucas: due mani in più in caso di arresto cardiaco

L’Assistenza Pubblica di Parma si conferma all’avanguardia. Nei giorni scorsi è stato inserito nelle apparecchiature dell’automedica LUCAS, un presidio che funziona come massaggiatore automatico, durante la rianimazione cardiopolmonare.

Lo strumento, il cui acronimo LUCAS sta per Lund University Cardiac Assist System, è stato sviluppato nei paesi scandinavi alla fine degli anni ’90, con lo scopo di poter garantire un massaggio cardiaco efficace, durante tutto il percorso dal luogo dell’arresto cardiaco, sulla barella, in ambulanza, fino alla sala di emodinamica. Il primo modello è del 2003; quello attuale, validato dalla Food and Drugs Administration americana, è la terza versione, più leggera e più compatta; la macchina ha una ventosa collegata ad un dispositivo che funziona come un pistone, programmato per svolgere le compressioni a frequenza e profondità, come definito dalle più recenti linee guida scientifiche.

L’arresto cardiaco è un evento inaspettato, e gli elementi chiave per un buon esito della rianimazione sono la tempestività di intervento e di chiamata di soccorso, un massaggio cardiaco efficace e senza interruzioni, una defibrillazione precoce e, infine, un soccorso avanzato precoce. Per garantire la continuità di un massaggio cardiaco di buona qualità, è importante che non ci siano interruzioni e ci sia un’alternanza di chi effettua il massaggio, poiché si tratta di una procedura semplice da apprendere, ma faticosa. Più persone ci sono, meglio è. Esistono situazioni in cui può essere complicato garantire tutto questo, per cui sono state sviluppate negli anni delle “macchine”, come il LUCAS, che effettuano il massaggio cardiaco. Forniscono, in sostanza, un aiuto, come se fossero due mani in più.

«Il massaggiatore automatico LUCAS, come altri presidi analoghi, non vuole essere la soluzione in senso assoluto e non sostituisce un buon massaggio cardiaco fatto da un volontario o un operatore appositamente formato – sostiene Cristiana Madoni, direttore sanitario della Pubblica –, tuttavia ci sono situazioni in cui potrebbe venire meno la costanza della rianimazione o questa risultare difficile, o ancora potrebbe essere utile avere una persona in più per svolgere altri compiti. Il LUCAS, insomma, ha delle limitazioni e deve essere utilizzato con competenza, consapevoli che non esiste lo strumento ideale per tutte le situazioni e che un buon massaggio fatto da un soccorritore è ugualmente valido, ma riteniamo che possa offrire dei vantaggi. Pertanto, abbiamo pensato di dotare la nostra automedica di questo strumento che, tra l’altro, più di dieci anni fa avevamo già provato in un modello meno avanzato».

«Garantire la sicurezza dei volontari – afferma Filippo Mordacci, Comandante dei militi – e una qualità elevata del soccorso, grazie anche all’acquisizione di strumenti nuovi e validati, per svolgere al meglio il nostro servizio di emergenza-urgenza, è per noi un dovere. Effettuare un massaggio cardiaco efficace, durante il viaggio in ambulanza, non è agevole, come non è praticabile, se occorre trasportare il paziente scendendo le scale: con questo nuovo strumento, vogliamo fornire un supporto all’operato del volontario, un presidio utile durante i soccorsi. Il LUCAS è stato provato su un manichino che utilizziamo nei nostri corsi di formazione e che rileva la correttezza nell’esecuzione del massaggio cardiaco: ha superato l’esame!».

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