No al nucleare in Emilia Romagna

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06/05/2010
h.15.20

“Caorso ospiterà una nuova centrale nucleare? Saranno individuate altre città in Emilia-Romagna? Il Governo faccia finalmente chiarezza”.
Questo è quanto chiedono in un’interrogazione urgente i deputati del Partito Democratico dell’Emilia-Romagna, tra i firmatari anche il capogruppo Dario Franceschini e il segretario nazionale Pier Luigi Bersani.
“Numerosi governatori – si legge nel documento – e presidenti di Regione hanno espresso una netta contrarietà ad ospitare le infrastrutture nucleari sui propri territori – prosegue – non è accettabile escludere la voce dei territori e dei cittadini da decisioni così rilevanti e che li riguardano da vicino. La località di Caorso – si specifica – in provincia di Piacenza, è considerata per le caratteristiche geografiche e fisiche particolarmente idonea a ospitare uno dei nuovi impianti, il Governo – conclude – indichi quali sono i modi e i tempi di realizzazione del piano nucleare italiano e se, riguardo i siti ove sorgeranno le centrali, Caorso sia tra questi o se altri luoghi saranno scelti nella nostra regione”.
“Dopo il decreto legislativo sul nucleare – afferma l’onorevole e responsabile Ambiente del PD Emilia-Romagna, Alessandro Bratti, tra i firmatari dell’interrogazione – gli accordi e le alleanze strette con il governo Russo per promuovere la ricerca e lo sviluppo tecnologico; le dichiarazioni del presidente Berlusconi e le iniziative in corso, pare proprio che il programma nucleare italiano che prevede la realizzazione d! i alcune centrali sia imminente. Nonostante il Partito Democratico – aggiunge – abbia chiesto che il Governo facesse chiarezza prima delle elezioni regionali ancora oggi il centro destra, e la Lega Nord, parlano di nucleare ma non indicano in quali regioni e città intendono realizzarlo.
Noi continueremo nel dire un chiaro ‘no al nucleare’ – precisa – e proponiamo idee per lo sviluppo delle energie pulite. E sosteniamo – ricorda Bratti – la Regione Emilia-Romagna quando denuncia che il Decreto del Governo sia sotto diversi profili lesivo delle competenze e delle prerogative che la Costituzione attribuisce alla Regioni; e che, oltre ad essere stato emanato in assenza del parere della Conferenza Unificata, non garantisca un adeguato coinvolgimento delle autonomie regionali e non assicuri un’intesa forte con le regioni interessate”.

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