Il Presidente emerito della Corte Costituzionale Paolo Grossi alla tavola rotonda promossa dal Borgo e dall’Universita’ di Parma

La nostra Carta Costituzione rappresenta la “summa” del diritto inteso come “reperimento” (dal latino “invenio”), perche è frutto del lavoro dei Padri Costituenti che hanno saputo interpretare le sollecitazioni sociali ed economiche degli individui, anteponendo la persona umana allo stato.

Con queste parole è stato presentato Paolo Grossi, Presidente Emerito della Corte Costituzionale da Giuseppe Luciani, Presidente del Circolo Il Borgo alla tavola rotonda “L’invenzione del diritto. Dai diritti dell’individuo ai diritti della persona” – promossa dal Borgo in collaborazione con l’Università di Parma e patrocinata dal Comune di Parma – tenutasi oggi a Palazzo del Governatore.

Dopo i saluti del Prefetto di Parma Giuseppe Forlani e di Simona Cocconcelli, Presidente dell’Ordine degli Avvocati di Parma hanno dialogato con il Prof. Grossi, i giuristi del nostro Ateneo Giorgio Pagliari, Ordinario di Diritto Amministrativo, Antonio D’Aloia, Ordinario di Diritto Costituzionale e Luca Di Nella, Ordinario di Diritto privato e Direttore del dipartimento di Scienze Economiche e Aziendali dell’Università.

Spunto per la conversazione è stato il libro del Prof. Grossi – uno dei più affermati giuristi italiani – dal titolo “L’invenzione del diritto”, che raccoglie i preziosi saggi scritti nei suoi due anni di presidenza della Corte Costituzionale (dal febbraio 2016 al febbraio 2018) dove si evidenzia come il diritto non è imposto o “calato” dall’alto, ma si scopre (si inventa) di giorno in giorno, perché nasce dall’attività dell’interprete che ritrova il diritto vivente nella quotidianità delle dinamiche sociali. In questa prospettiva, ruolo fondamentale assumono le norme della Carta costituzione perché quando il giurista è chiamato ad individuare la normativa da applicare al caso concreto, dovrà riferirsi, in primo luogo, proprio ai principi costituzionali, che si trovano all’apice dell’ordinamento giuridico.

Antonio D’Aloia è intervenuto dichiarando: “Il lavoro del Prof. Grossi è sintesi – in questo senso è corretto che lui intitoli la prefazione ultima verba – del suo percorso come giudice e poi Presidente della Corte Costituzionale, di un protagonista di alcune tra più importanti decisioni della Corte Costituzionale degli ultimi anni. E’ un libro straordinariamente importante e vorrei dire anche una sfida concettuale per il giurista, sia teorico che pratico, perché è un invito a considerare il diritto come materia viva fluida, incessantemente esposta alle pressioni e alle esigenze della società. Nella sua lettura delle caratteristiche essenziali dei diritto Grossi mette in evidenza la centralità rivoluzionaria del linguaggio costituzionale e alcune sue riflessioni sulla Costituzione e i suoi principi sono un riferimento essenziale per analizzare le più recenti dinamiche del diritto”.

Il Prof. Giorgio Pagliari ha dichiarato: “Punto centrale del libro è quello in cui si evidenzia una netta distinzione tra la dimensione illuministica del diritto e dello stato monoclasse che vedono nella legge lo strumento di governo del popolo e la visione della Costituzione del ‘48 che si fonda, invece, sul primato della persona che preesiste alla legge e che vede la funzione del legislatore come funzione di invenzione, cioè di ricerca e di individuazione del diritto nelle dinamiche sociali”.

Luca Di Nella: “Il libro del Prof. Grossi è ricco di suggerimenti e suggestioni e ricostruisce un percorso che non può non essere condiviso. In particolare alcuni punti trovano conferma nell’attuale assetto di costituzionalismo multilivello che caratterizza l’odierno ordinamento giuridico, implementato nel suo vertice anche da fonti extra costituzionali ma attuative dei valori della nostra Costituzione. In particolare una ulteriore suggestione nel processo di ricostruzione del fenomeno giuridico giunge dalla comparazione dell’assetto assiologico della Costituzione, con le attuale società multiculturale, quindi espressiva di visioni e percezioni del mondo talvolta tra loro contrastanti”.

Paolo Grossi, uno dei più affermati giuristi italiani, partendo dal suo libro dal titolo “L’invenzione del diritto”, che raccoglie i preziosi saggi scritti nei suoi due anni di presidenza della Corte Costituzionale (dal febbraio 2016 al febbraio 2018) evidenzia come il diritto non è imposto o “calato” dall’alto ma si scopre (si inventa) di giorno in giorno, perché nasce dall’attività dell’interprete che ritrova il diritto vivente nella quotidianità delle dinamiche sociali. In questa prospettiva, ruolo fondamentale assumono le norme della Carta costituzione perché quando il giurista è chiamato ad individuare la normativa da applicare al caso concreto, dovrà riferirsi, in primo luogo, proprio ai principi costituzionali, che si trovano all’apice dell’ordinamento giuridico.

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