Democrazia in clausura: “Una vale una”

Santa Chiara (Assisi, 1193 circa – Assisi, 11 agosto 1253)

Il silenzio della clausura (finalità della rubrica)

Siamo nella metà del 1200.

L’Europa è dominata da re e despoti di ogni risma e immoralità. La Chiesa è un potere spirituale e temporale assoluto. L’Inquisizione ha iniziato a bruciare le prime streghe.

Fuori la tirannia… dentro le mura dei monasteri di clausura è custodita la democrazia. Il monastero, ancora una volta, è una punta avanzata di civiltà.

Risplende tutta la clausura, in particolare l’ordine delle monache clarisse la cui regola è stata scritta da Santa Chiara nel 1253. Un disciplinare tra i più rigidi che si riconosce nella famiglia francescana… con in più la radicalità ascetica e immacolata degli ordini contemplativi femminili.

Ogni monastero delle clarisse costituisce una comunità autonoma ed è guidato da una abbadessa eletta democraticamente dalla sorelle. Nessuna imposizione divina o papale… nei monasteri delle clarisse “Una vale una”, come si direbbe oggi. La regola di Santa Chiara è manifesta a riguardo: “Le sorelle siano tenute ad obbedire sempre alle abbadesse, che succederanno mediante elezione.”

E’ un’elezione a vita per le abbadesse clarisse, a tempo determinato per altri ordini contemplativi. Ma principio della selezione democratica non cambia.

Alla sua morte si faccia l’elezione di un’altra abbadessa” continua la regola delle clarisse. Ma se l’abbadessa si rivelasse non all’altezza del ruolo, essa può essere democraticamente sfiduciata (“E se talora sembrasse alla generalità delle sorelle che la predetta non fosse idonea al servizio e alla comune utilità di esse, le dette sorelle siano tenute ad eleggerne, quanto prima possono e nel modo sopraddetto, un’altra per loro abbadessa e madre”).

“Allo scopo di conservare l’unità della scambievole carità e della pace, tutte le responsabili dell’ufficio del monastero vengano elette di comune consenso di tutte le sorelle. E nello stesso modo si eleggano almeno otto sorelle delle più assennate, del consiglio delle quali l’abbadessa è obbligata a servirsi in ciò che è richiesto dalla forma della nostra vita. Se qualche volta sembrasse utile e conveniente, le sorelle possano anche e debbano rimuovere le responsabili e le discrete ed eleggerne altre al loro posto.”

L’abbadessa sia tenuta a convocare a Capitolo le sue sorelle, almeno una volta la settimana. Ivi, tanto lei quanto le sorelle debbano accusarsi umilmente delle comuni e pubbliche mancanze e negligenze. Ivi ancora discuta con le sue sorelle circa le cose da fare per l’utilità e il bene del monastero. Spesso infatti il Signore manifesta ciò che è meglio al più piccolo.”

Parole sante.

Andrea Marsiletti


Leggi anche:

Il silenzio della clausura

lombatti_mar24