La maniera emiliana in mostra al Labirinto di Masone

Una mostra che rivela un’importante scoperta della Storia dell’Arte, con opere da musei di tutta Europa e la partecipazione eccezionale del Museo del Louvre. Saranno infatti i due maestri del secondo Cinquecento Emiliano, Jacopo Zanguidi, detto il Bertoja (1544-1573) e Girolamo Mirola (1530/35-1570), i protagonisti della mostra al Labirinto della Masone che aprirà al pubblico sabato 6 aprile. Due artisti eccezionali e misteriosi che contribuirono, insieme a Correggio e Parmigianino, loro illustri predecessori, a fare del Cinquecento parmense uno dei capitoli più raffinati e significativi dell’arte di tutti i tempi.

L’esposizione, intitolata La Maniera Emiliana. Bertoja, Mirola, da Parma alle Corti d’Europa, vedrà per la prima volta riunito il nucleo pressoché completo dei lavori noti dei due artisti, circa settanta opere. Disegni, dipinti, studi per i grandi affreschi, provenienti dalle raccolte più prestigiose al mondo, quelle del Louvre, del British Museum, del Gabinetto dei Disegni degli Uffizi, dell’Albertina di Vienna, cui si aggiungono alcune celebri opere provenienti dalla Galleria Nazionale di Parma.

La mostra al Labirinto della Masone intende essere una rilettura della straordinaria civiltà pittorica che seguì il Rinascimento e che determinò una rivoluzione in fatto di iconografie, regole e consuetudini pittoriche in Emilia, nel Lazio, in Italia e nelle corti d’Europa.

I due artisti furono infatti al seguito dei Farnese: a Parma al servizio di Ottavio, per il quale affrescarono il Palazzo del Giardino (ducale) che affascinò Vasari. Bertoja poi, fu ingaggiato dal Gran Cardinale Alessandro Farnese per la stesura dei celebri affreschi a Roma e a Caprarola. Questa importante pagina dell’ultima ‘maniera’ determinò significativi intrecci con artisti e committenti anche fuori dall’Italia, in Francia e in altri paesi d’Oltralpe.

Ma è nel disegno che questi artisti, Bertoja soprattutto, esprimono al meglio il loro talento. I numerosi disegni che sfileranno nelle sale offrono uno stupefacente campionario di studi anatomici, figure sacre, profane e paesaggi: un universo sofisticato, erede del migliore Rinascimento.

La mostra è a cura di Maria Cristina Chiusa e sarà accompagnata da un sontuoso volume curato da Franco Maria Ricci, dove le immagini a piena pagina delle opere accompagneranno i contributi dei membri del comitato scientifico diretto da Pierre Rosenberg (Président d’honneur del Musée du Louvre) e composto da un nucleo internazionale dei più accreditati specialisti di settore, fra i quali Dominique Cordellier, David Ekserdjian, Marzia Faietti, Sonia Cavicchioli, Achim Gnann, Maria Grazia Bernardini.

Pierre Rosenberg, nell’introduzione al catalogo, sottolinea l’importanza della raccolta di un corpus tanto rilevante di opere del Bertoja: grande artista, grandissimo artista, grande disegnatore e grande pittore, più grande disegnatore che grande pittore? La coraggiosa mostra voluta da Franco Maria Ricci offrirà l’occasione di rispondere a queste domande. È la funzione insostituibile delle esposizioni, permettere di giudicare un artista in base all’insieme della sua opera, sino a quel momento dispersa

Numerose le sezioni dell’esposizione, a partire dal contesto parmense, che vide i due artisti impegnati per Ottavio Farnese in una pittura all’insegna dell’amore, delle delizie e della voluptas, per poi passare alle opere successive di Bertoja, con le straordinarie decorazioni dell’Oratorio del Gonfalone e di Caprarola, ispirate a temi devozionali, fantasie mitologiche e fantasmi dell’antico.

La mostra al Labirinto della Masone costituisce un percorso di riscoperta dei due grandi artisti emiliani, in un circuito formato dalla Rocca Sanvitale di Fontanellato, con la testimonianza determinante di Parmigianino, e la Rocca di San Secondo parmense, affrescata da Bertoja stesso, entrambe sedi di visite speciali e convenzionate con il Labirinto nel periodo della mostra.

L’esposizione, organizzata in stretta collaborazione con il complesso Museale della Pilotta, sarà inoltre il preludio delle iniziative culturali di Parma Capitale Italiana della Cultura 2020 e gode del patrocinio del Ministero dei Beni e delle Attività culturali, dell’Ambassade de France, della Regione Emilia-Romagna, del Comune di Parma, di Parma Capitale Italiana della Cultura 2020 e del Comune di Fontanellato.

La rilevanza delle opere provenienti dai più importanti musei d’Europa ha favorito l’incontro tra la Fondazione Franco Maria Ricci e aziende di eccellenza che sono punti di riferimento nei loro settori di appartenenza e che hanno scelto l’arte e la cultura come mezzo di comunicazione: Dalmec, Bieffedue Elettronica s.r.l., Fondazione Cariparma; e con gli sponsor tecnici Apice Trasporti e Ciaccio Arte.

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