Garanzia del venditore: guida per il consumatore

Il codice del consumo tutela i tuoi acquisti.

Per chi acquista un’automobile, un telefono o un televisore è pacifico che il prodotto sia tutelato da una garanzia. La stessa considerazione vale anche per beni di minore valore o con un ciclo di usura più rapido, quale un capo di abbigliamento o un paio di scarpe? I beni usati sono esclusi? I diritti del consumatore in caso di difetto di conformità normalmente vengono fatti valere e soddisfatti o negati dal venditore? Come contrastare le pratiche scorrette delle case produttrici e dei punti vendita che rendono difficile la riparazione/sostituzione di un prodotto per indurre il consumatore ad optare per l’acquisto di un nuovo articolo in sostituzione di quello “vecchio”? A queste e ad altre domande proveremo a rispondere in questo breve ma utile vademecum sulle garanzie post-vendita.

Che cos’è la garanzia legale di conformità – La garanzia legale di conformità prevista dal Codice del Consumo agli articoli 128 e ss. si applicano ai contratti concernenti i “beni di consumo” e tutela il consumatore in caso di acquisto di prodotti non conformi a quanto dichiarato dal venditore, all’uso al quale quel bene è generalmente destinato ovvero risulti difettoso o non presenti le qualità abituali di un bene dello stesso tipo. In ogni caso è escluso il difetto di conformità se al momento della conclusione del contratto il consumatore era a conoscenza del vizio, o quest’ultimo era facilmente riconoscibile o derivi da istruzioni o materiali forniti dal consumatore.

Quando un bene di consumo, oltre ad essere consegnato, deve anche essere installato per espressa previsione contenuta nel contratto di vendita, l’imperfetta installazione fatta dal venditore o avvenuta comunque sotto la sua responsabilità, viene considerata come un difetto di conformità del bene stesso. Il bene, quindi, sarà considerato non conforme al contratto perché installato in modo errato. Analogamente, qualora il bene è stato concepito per essere installato dal consumatore e le istruzioni sono carenti tanto da comportare un’imperfetta installazione, il bene sarà considerato non conforme al contratto.

Quale è la nozione di “bene di consumo” – Per bene di consumo deve intendersi “qualsiasi bene mobile, anche da assemblare”. Saranno quindi beni di consumo tutti i beni mobili: materiali od immateriali, finiti o da assemblare, nuovi od usati, nonché i c.d. beni mobili registrati, ossia quei beni che sono iscritti in pubblici registri, quali ad esempio, le autovetture, le navi e gli aeromobili. Sarà perciò possibile includere tra i beni di consumo, ad esempio, anche il software.

Quanto ai beni usati, la garanzia opera solo per i “difetti che non derivano dall’uso normale della cosa” e “tenuto conto del tempo del pregresso utilizzo”. Non possono invece essere considerati beni di consumo gli immobili, l’acqua ed il gas non confezionati per la vendita, l’energia elettrica e i beni oggetto di vendita forzata o comunque venduti secondo altre modalità dall’autorità giudiziaria.

Quindi anche un paio di scarpe, un abito, un portafoglio o un articolo in saldo sono ricompresi nella garanzia legale di conformità.

Accade spesso che vengano affissi avvisi sulle vetrine o all’interno dei negozi che negano la possibilità di sostituire i prodotti acquistati in periodo di saldi e di vendite promozionali, senza che tale prassi sia conforme alla legge. Tutti i beni di consumo (vestiti, elettrodomestici, scarpe, beni usati etc.) restano ugualmente soggetti alla tutela della garanzia legale anche se acquistati in periodi di promozioni, saldi ovvero liquidazioni. La garanzia legale di conformità, infatti, è inderogabile per legge e non assoggettabile a limitazioni arbitrarie da parte del venditore.

Contenuto della garanzia legale – In presenza di un vizio di conformità il consumatore ha diritto, a sua scelta, alla riparazione o sostituzione del bene difettoso da parte del venditore (c.d. rimedi primari), senza addebito di spese, salvo che il rimedio richiesto sia impossibile o eccessivamente oneroso rispetto all’altro: tale sarebbe quello che imponga al venditore spese irragionevoli, tenuto conto del valore originario del bene e dell’entità del difetto.

I rimedi primari devono essere adempiuti entro un congruo termine dalla richiesta e non devono arrecare notevoli inconvenienti al consumatore, tenuto conto della natura del bene e dello scopo per il quale è stato acquistato, pena la possibilità di chiedere la risoluzione del contratto o riduzione del prezzo.

In caso di esito negativo della tutela attuabile attraverso i rimedi della riparazione o sostituzione, l’art. 130, comma 7 del Codice del Consumo prevede che il consumatore possa richiedere, a sua scelta, una riduzione del prezzo commisurata al valore del bene o alla risoluzione del contratto (c.d. “rimedi secondari”). Questi strumenti di tutela sono attivabili anche ove il venditore non abbia provveduto alla riparazione o alla sostituzione in un congruo termine, ovvero quanto eseguito abbia arrecato notevoli inconvenienti al consumatore. Tuttavia, il diritto di richiedere la risoluzione non è esperibile se si tratta di difetto di lieve entità.
Durata della garanzia legale – La garanzia legale di conformità ha una durata di due anni decorrenti dalla consegna del bene e deve essere fatta valere dal consumatore entro due mesi dalla scoperta del difetto, salvo il caso in cui il venditore abbia riconosciuto od occultato il difetto, ove la garanzia opera automaticamente.

Ai fini della garanzia, è necessario che la denuncia al venditore della non conformità del bene sia effettuata in forma scritta, precisa e puntuale nella descrizione dei vizi riscontrati.

È consigliabile, dunque, conservare sempre la prova di acquisto del bene (ricevuta fiscale o scontrino di cui si suggerisce di farne subito una fotocopia, considerato il rapido scolorimento delle carte termiche degli scontrini).

Nel caso in cui smarrisca lo scontrino, il consumatore ha comunque la possibilità di fare reclamo, presentando altri documenti attestanti l’avvenuto acquisto, quali il tagliando dell’assegno, la cedola della carta di credito, lo scontrino del bancomat e la confezione del prodotto.
Obblighi del venditore – Attivato lo strumento di tutela, il venditore deve prendere in consegna il prodotto difettoso per verificare se il malfunzionamento dipenda o meno da un vizio di conformità.

In particolare, per i difetti che si manifestano nei primi sei mesi dalla data di consegna del prodotto, la verifica è sempre a carico del venditore in quanto si presume che esistessero al momento della consegna, successivamente, nel solo caso in cui il malfunzionamento non dipenda da un vizio di conformità, può essere chiesto al consumatore il rimborso del costo – ragionevole e preventivamente indicato – che il venditore abbia sostenuto per la verifica.

Se all’interno dei contratti o condizioni generali di contratto con i consumatori sono contenute delle clausole che limitano la durata della garanzia legale o la escludono, è buona norma verificare che le stesse non integrino ipotesi di clausole vessatorie ai sensi dell’articolo 33, comma 2, lettera b), del Codice del Consumo. Le garanzie convenzionali, gratuite o a pagamento, offerte dal produttore o dal rivenditore, non sostituiscono né limitano quella legale di conformità, rispetto alla quale possono avere invece diversa ampiezza e/o durata. Chiunque offra garanzie convenzionali deve comunque sempre specificare che si tratta di garanzie diverse e aggiuntive rispetto alla garanzia legale di conformità che tutela i consumatori nell’acquisto di beni di consumo.

I comportamenti di rivenditori o produttori che inducano in errore il consumatore sull’esistenza o sulle modalità di esercizio della garanzia legale di conformità, ovvero ne ostacolino l’esercizio stesso, possono costituire pratiche commerciali scorrette, vietate e sanzionate dal Codice del Consumo.

Dott.ssa Valentina De Simone, consulente Federconsumatori Parma

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