Dalla Regione due milioni di euro per interventi a Fontevivo

Più sicurezza per territorio di Fontevivo (Pr). Da metà luglio apriranno i cantieri per realizzare interventi contro il dissesto idrogeologico sulla Strada del Pescatore, storico argine naturale dell’Interporto della città, e lungo il fiume Taro.

Gli interventi sono finanziati dalla Regione Emilia-Romagna con due milioni di euro. Di questi, una parte (1,2 milioni) serviranno per realizzare difese sulla sponda sinistra del Taro nel Comune di Fontevivo, con la messa in sicurezza della Strada del Pescatore, mentre la restante parte, 800mila euro, servirà per il recupero morfologico ed ambientale lungo il fiume Taro, nel tratto che va dal ponte di Maria Luigia all’Autostrada A1.

I lavori saranno gestiti dal Comune di Fornovo, che è stato supportato da AIPo, Agenzia Interregionale per il fiume Po nella fase di progettazione, fino all’esecuzione della gara di appalto.

Gli interventi finanziati dalla Regione – parte del programma ‘Proteggi Italia’- rientrano in un quadro più ampio di lavori da realizzare in tutta l’Emilia-Romagna, dopo gli eventi meteo eccezionali per i quali, tra il 2017 e il 2018, è stato dichiarato lo stato di emergenza nazionale.

“Si tratta di un’opera strategica del pacchetto di oltre 700 cantieri per la sicurezza del territorio pronti ad aprire nel 2019 in Emilia-Romagna, per un investimento di 147 milioni di euro: circa 120 in provincia di Parma, per oltre 13 milioni di euro- spiega l’assessore alla difesa del suolo, Paola Gazzolo. I lavori al via a Fontevivo sono fondamentali sia ai fini della difesa del suolo e per le ricadute ambientali, perché verranno ricreate condizioni ottimali per la vita di specie faunistiche di pregio e di interesse comunitario, sia per la rilevanza che l’area in questione ricopre nel sistema di viabilità regionale”.

Gli interventi

Il tratto interessato dai lavori, che si concluderanno entro l’anno, si sviluppa per circa 5km ed è sede di infrastrutture di vitale importanza per l’economia del Paese e di sei attraversamenti fluviali – due ferroviari Tav e Direttissima Mi-Bo – due ponti autostradali (A1 e Tibre) e due statali (Via Emilia e Cispadana SS9 var).

L’intervento previsto, attuato con tecniche di ingegneria naturalistica, va quindi a migliorare la qualità morfologica dell’alveo, grazie all’aumento della larghezza e alla deviazione della corrente.

Il ripristino del ramo secondario del Taro – posto tra due siti di interesse Comunitario SIC e ZPS (Basso e Medio Taro) – contribuirà a ricreare habitat adatti per specie faunistiche di pregio.

lombatti_mar24