Italia in Comune apre al Governo di legislatura Pd-M5S. Pizzarotti dubbioso, anche sull’alleanza in regione

Italia in Comune apre ad un esecutivo di legislatura “a condizione che avvii subito un tavolo di confronto permanente con Sindaci e amministratori locali sottoscrivendo un impegno serio a rispondere alle istanze dei territori trascurate da tutti i governi che si sono succeduti negli ultimi anni”. A sostenerlo in una nota è Alessio Pascucci, coordinatore nazionale di Italia in Comune.

“Italia in Comune, nel riconoscere il primato del Parlamento nella risoluzione della attuale crisi, auspica quindi, la formazione di un Governo di Legislatura che sappia governare i processi fino alla scadenza del mandato conferendo stabilità e un progetto di sviluppo alla nostra nazione. Pretendiamo che si riparta dai contenuti, innanzitutto per promuovere l’accesso ai diritti essenziali per tutti i cittadini, diritti ancorati all’interno della nostra Costituzione, sulla quale noi Sindaci giuriamo una volta eletti. Per questo lanciamo un appello a tutti i sindaci d’Italia per sottoscrivere la richiesta di un tavolo programmatico permanente in cui si mettano all’ordine del giorno dieci punti per ripartire dai contenuti e dalle istanze dei territori”.

“E poi – conclude Pascucci – una nuova legge elettorale che sia davvero rappresentativa dei territori, che faciliti e non ostacoli la partecipazione dei partiti e delle forze politiche alle competizioni elettorali e che valuti la reintroduzione delle preferenze come strumento di scelta dei propri rappresentanti”.


Dubbioso e perplesso su questo accordo è il sindaco Federico Pizzarotti, Presidente nazionale di Italia in Comune.

Scrive Pizzarotti su Facebook: “Presidente Mattarella, suoni il gong e svegli tutti da questa crisi di governo più surreale della storia della Repubblica #Rousseau”; “Litigano e ancora non hanno trovato l’accordo sul nome del Presidente del Consiglio. Governo di legislatura?”


Il voto sulla piattaforma Rousseau sull’accordo del M5s con il Pd? Serve anche a “depotenziare” il ruolo di Giuseppe Conte. Il sindaco di Parma e presidente di Italia in Comune Federico Pizzarotti, stamattina ha parlato a Omnibus su La7.

Lo riporta l’Agenzia Dire.

“Il Pd è il partito di governo per definizione, cioe’ per stare al Governo- afferma Pizzarotti- e quindi meno di altri subisce quando va insieme ad altri”. Mentre “altri hanno molto da perdere e penso al M5s”, continua Pizzarotti.

Per i pentastellati e’ stato piu’ semplice stringere l’accordo con la Lega, perche’ “il nemico pubblico era il Pd, che governava in tutte le Regioni- e’ la riflessione di Pizzarotti- e che per anni e’ stato il partito degli arresti e dei furti, quindi oggi e’ molto piu’ imbarazzante fare un accordo con il Pd di quanto lo e’ stato con la Lega”. Questo partendo dal presupposto che il M5s “non ha una una linea e suoi valori, e’ a seconda delle persone che parlano che hanno un’opinione: se parla Roberto Fico- continua Pizzarotti- e’ piu’ centrosinistra, se parlano Luigi Di Maio o Alessandro Di Battista e’ piu’ centrodestra”.

“Penso sia abbastanza improbabile e impossibile” ha detto Pizzarotti. “Anche prima, quando governava con la Lega, il M5s ha sempre mantenuto una sua indipendenza sulle elezioni e non per un calcolo di risultato, ma per il calcolo che a livello centrale alcune dinamiche si riescono a gestire, mentre a livello periferico vorrebbero dire l’implosione totale, piu’ di quello che gia’ sta avvenendo, delle singole liste M5s”.

In Emilia-Romagna, segnala Pizzarotti, un “no” e’ gia’ arrivato da “consiglieri talebani del M5s in regione, che hanno offeso il Pd fino ieri e hanno detto ‘mai con il Pd in Regione’. E penso avverra’ anche nelle altre Regioni e nei Comuni. Un conto e’ il centro, un conto sono le periferie”.

Il sindaco ha invece elogiato Carlo Calenda che “forse e’ l’unico a far sentire la propria voce in modo chiaro”. In particolare, a Pizzarotti e’ stato chiesto un commento al post con cui Calenda ha sottolineato che la decisione di far passare dalla piattaforma Rousseau l’ipotesi di accordo M5s-Pd viene assunta da Luigi Di Maio “in spregio a ogni prassi istituzionale. Basta. Mi appello a Paolo Gentiloni e Nicola Zingaretti- ha scritto Calenda- perche’ facciano cessare questo sconcio. Dopo aver ingoiato Conte e Di Maio non possiamo continuare a umiliarci in questo modo”. E Pizzarotti afferma: “Sono perfettamente d’accordo con Calenda, anche rispetto ad altre prese di posizioni abbastanza nette. Forse e’ l’unico a far sentire la propria voce in modo chiaro”.

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