INTERVISTA – Colorno, Alberto Padovani: “Il sindaco Stocchi non può fare politica pensando di accontentare sempre tutti. Spero nella vittoria di Bonaccini”

Alberto Padovani

Intervista ad Alberto Padovani, consigliere comunale di minoranza di Colorno. Alle elezioni comunali di maggio 2019 ha guidato la lista civica ColornoLab.

Facciamo un passo indietro: con il tuo 17% ottenuto alle ultime elezioni comunali di Colorno, unico senza l’appoggio di alcun partito, ti senti il “vincitore morale” delle elezioni colornesi?

Grazie per la domanda, ma non scherziamo. Il vincitore delle elezioni comunali a Colorno è uno: il Sindaco Stocchi, con la sua lista, di centrodestra, con una componente civica. Componente che ha avuto, e lo dico positivamente, un esito prevalente negli equilibri interni, contribuendo a limitare la presenza di elementi potenzialmente molto ingombranti, come sarebbe stato De Matteis.
Ciò detto, e non ho avuto problemi a riconoscerlo, ColornoLAB ha, secondo molti cittadini e alcuni attenti osservatori politici locali, ottenuto un buon risultato, alcuni dicono più del previsto.
La domenica sera, con la Lega al 40% a Colorno, come dire, mi ero già fatto una ragione, salvo miracoli. Senza la concomitanza delle Europee, che hanno alzato il tasso politico, forse avremmo potuto puntare al 20% e a due Consiglieri. Raffaella Lommi lo avrebbe meritato, ma in generale tutti i candidati hanno ottenuto un buon numero di preferenze. Credo quindi che ColornoLAB abbia giocato un ruolo da protagonista, a livello comunicativo e di programma: da questo punto di vista, credo che abbiamo espresso il gioco migliore in campagna elettorale. La nostra operazione ha riscosso molto interesse ed empatia nella cittadinanza. Sono valori non piccoli e non trascurabili, che vogliamo portare avanti con il Comitato, ma sempre con il benessere dei colornesi in testa. Il nostro “Colorno prima di tutto” non è sovranista, ma è un atto d’amore verso il nostro paese.

Come hai deciso di interpretare il tuo ruolo di minoranza?

Nel modo che credo più corretto, sia istituzionalmente che verso i 700, anzi 701 elettori, che ci hanno scelto (lo conoscerò prima o poi quell’1) e verso tutti i concittadini. Ovvero con la volontà di contribuire al “rilancio” di Colorno. Lo abbiamo ripetuto come un mantra in campagna elettorale: che senso avrebbe dimenticarlo oggi? Credo che il ruolo di minoranza sia molto più interessante se vissuto con questo spirito costruttivo, che nulla toglie al rigore del controllo, nostra prerogativa come gruppo di opposizione.
Personalmente, dopo avere svolto in Comune a Colorno il ruolo di consigliere di maggioranza e di assessore, fino a dieci anni fa, trovo molto interessante anche questa nuova esperienza. Quindi per completare la risposta alla precedente domanda, non mi ritengo “vincitore morale”, ma altrettanto non sto soffrendo la sindrome dello sconfitto. In questo lavoro di verifica credo sia molto importante il dialogo e la collaborazione, sia con gli amministratori che con gli altri gruppi consiliari. Nelle Commissioni stiamo facendo un buon lavoro: significativo l’accordo che abbiamo trovato con gli altri gruppi per la Presidenza a turno della 1° Commissione. In questo periodo tocca a me presiederla: un incarico di responsabilità, che voglio interpretare in modo istituzionalmente corretto e utile al buon funzionamento del Comune.

Che giudizio dai dell’operato, fin qui, dell’Amministrazione locale del sindaco Christian Stocchi? Cosa ti convince e cosa no?

Credo che questa Giunta abbia iniziato il mandato con la volontà di dimostrare il cambiamento promesso in campagna elettorale in modo concreto. Christian Stocchi, che onestamente mi sembra l’unico politico di livello nella squadra (non me ne vogliano i suoi collaboratori, che si stanno impegnando molto nel concreto) ha impostato un nuovo approccio comunicativo nell’uso dei social. Tutto questo è apparso molto innovativo, rispetto alla precedente amministrazione. Mentre in altri paesi (tipo Sorbolo) sarebbe apparso normale. Di fronte al deserto comunicativo precedente, i nuovi hanno avuto gioco facile. La cosa paradossale è che in questi primi mesi la nuova Giunta ha potuto capitalizzare vari lavori impostati precedentemente e mai o poco comunicati. Cosicché tutto o quasi è sembrato farina del sacco di Stocchi. La situazione di bilancio lasciata dalla precedente Amministrazione è oggettivamente buona (e anche questo non è stato detto dagli uscenti): ciò ha agevolato i primi cento giorni, nonostante un passaggio delle consegne ridotto ai minimi termini, anche in modo piuttosto irrituale. Cinque anni però sono lunghi: consiglio in buona fede di alzare il tasso di programmazione, magari prendendo come riferimento un vecchio documento di programmazione come “Colorno 2015” (opera della Giunta Gelati) presente sul sito del Comune, almeno come metro di confronto rispetto alla situazione complessiva. Dalla campagna elettorale all’amministrazione deve crescere necessariamente il livello di tecnicità.
Cosa non mi convince?
Vedo un po’ troppa voglia di favoletta nel paese: ma un vero rilancio deve passare attraverso scelte vere. In questo senso, il Sindaco deve evitare che il suo stile dialogico sia fine a se stesso. Se si fa buona politica non si può sempre accontentare tutti. Ad ogni modo, noi siamo e saremo molto attenti nel vigilare sugli atti dell’Amministrazione. Una buona opposizione non fa sconti e non va a cercare questioni pretestuose, ma di sostanza. Spero e credo valga anche per gli altri gruppi di minoranza, con cui siamo in permanente dialogo per ottenere risultati più efficaci.

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Quali sono le necessità più impellenti per Colorno?

Più o meno le stesse di un anno fa. Finita la lunga luna di miele, i colornesi stanno ritrovando molte delle problematiche del nostro paese e territorio. Questo credo sia fisiologico, con qualsiasi amministrazione. La politica è confronto con la realtà fattuale, e in un paese di 9000 abitanti le fatiche e a volte le rogne non mancano mai. Tuttavia, ho trovato nel paese la voglia di un rilancio, che abbiamo colto anche dal punto di vista di opposizione: trovo positivo questo spirito e credo che dobbiamo saperla interpretare in modo costruttivo anche noi di ColornoLAB.
Molti Colornesi hanno apprezzato alcune iniziative condivise tra maggioranza e opposizione: non le hanno viste come voglia di inciucio, ma correttamente, come volontà di risolvere insieme i problemi principali: ovvero le strade dissestate; il ponte di Casalmaggiore, vecchio e nuovo; la sicurezza dal rischio di alluvione e quella più generale; le problematiche ambientali e sociali; infine e soprattutto il recupero e la valorizzazione del nostro patrimonio storico e culturale. Se non ci diamo una mossa, tra dieci anni a Colorno ci saranno vari vecchi edifici crollati. Questo comporta una politica urbanistica e di recupero molto seria. Occorre attrarre investimenti importanti sull’ex Ospedale Psichiatrico, sulla Venaria, sulla Torre delle Acque… e non solo su questi monumenti storici. Altrimenti si rischia di trovarci pezzi importanti di paese, pregiati dal punto di vista storico, in condizioni irrecuperabili.
Inoltre Colorno è un laboratorio di integrazione che in questi anni ha funzionato: la cittadinanza ha una rappresentanza multietnica più alta della media provinciale. Questa situazione comporta un lavoro molto impegnativo e accurato a livello educativo e sociale: la scuola in questo senso è un laboratorio di futuro. Le società sportive sono luoghi di nuova socialità. Occorre però un “progetto educativo” complessivo per orientare le nuove generazioni verso modelli positivi. La solidarietà e l’inclusione non devono mai mancare, in un quadro di regole condivise. I valori fondamentali della nostra Repubblica sono un veicolo di integrazione eccezionali anche per i nuovi cittadini colornesi.
Abbiamo dato troppo per scontato, in questi anni, che la comunità si regoli da sola: invece sono necessari momenti di confronto, di condivisione, di conoscenza reciproca.

Pensi che Bonaccini vincerà le prossime Regionali o che potrebbe esserci il cataclisma in Emilia Romagna, con la vittoria della Borgonzoni?

Non ho la sfera di cristallo. Credo che sulle Regionali abbia ragione Giorgio Pagliari: sarà una sfida tra Bonaccini e Salvini (leggi: INTERVISTA – Giorgio Pagliari: “Sarà Salvini il vero sfidante di Bonaccini. Il progetto di Italia Viva ha un senso politico”). La Borgonzoni è stata messa in ombra dalla presenza ingombrante del leader della Lega. Ma la politica è qualcosa di complesso, anche se molti (soprattutto a destra) oggi la vogliono ridurre a chiacchiere e distintivo. Gli elettori emiliani potrebbero non gradire questa invasione di campo. I motivi del mio sostegno a Bonaccini sono basati sui valori di concretezza, solidarietà sociale e innovazione, tipici della cultura emiliana.
ColornoLAB è un laboratorio civico e così vogliamo continuare ad essere, per Colorno. Ma essere civici non esclude scelte di campo: questa è chiara. Stiamo dalla parte di Colorno, paese emiliano di confine, con orgoglio. Puntiamo ad avere una concretezza quasi lombarda, ma “senza perdere la tenerezza” di una regione accogliente.

Se l’ex Sindaco Canova dovesse candidarsi alle regionali, come si legge sui giornali, a quale condizione (se esiste) la potresti votare?

Credo che l’errore più grande per chi fa politica, sia a livello locale che ad altri livelli, sia quello di farsi sopraffare dai personalismi. La maturità di un politico si misura anche dall’oggettività con cui vede le priorità e trova soluzioni utili. In questo senso, se una persona con esperienza politica consolidata, come Michela Canova, si dovesse candidare alle regionali, potrebbe essere logico darle un sostegno. Quantomeno perché potrebbe dare un supplemento di interesse al nostro paese e territorio. Tuttavia, temo che questa oggettività che mi appartiene non sia stata ricambiata, quantomeno in campagna elettorale. Più che una risorsa per l’innovazione, ho avuto l’impressione (confortata da alcune mosse palesemente sbagliate) che ColornoLAB sia stato snobbato. Più che un possibile alleato, per alcuni soggetti politici, il sottoscritto (e la nostra lista civica) è stato visto e percepito come il principale avversario. Credo, paradossalmente, che in qualche modo questa specie di ostracismo stia continuando anche oggi. Già, brutto difetto il personalismo. Fa dimenticare quello che davvero conta quando si fa politica in un paese: il bene comune. Io lo tengo ben presente, insieme agli amici collaboratori di ColornoLAB e a chiunque abbia questa idea davvero civica.

Andrea Marsiletti

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