Parma 2020 e le attese degli albergatori. INTERVISTA a Emio Incerti (Federalberghi): “Noi siamo pronti, le strutture sono adeguate”

"L’aspetto positivo è che Parma, grazie al fatto di essere “Città della Cultura”, è stata scelta quale sede di grandi appuntamenti a livello congressuale. Meno positivo il fatto che nel calendario non ci sia l’evento di richiamo in senso classico o la grande mostra"

Nella foto: Emio Incerti, Presidente Federalberghi Parma

Manca poco più di un mese al 2020, anno in cui Parma sarà la “Città Italiana della Cultura” e abbiamo voluto vedere come la parte ricettiva della città si sta preparando a questo appuntamento speciale.

Partiamo dal settore alberghiero e dai numeri: sono 37 le strutture nel comune di Parma con 2.019 camere e 3.777 letti e si arriva a 68 con 2988 camere e 5617 letti se si spazia nella prima cerchia di comuni intorno alla città (Montechiarugolo, Sala, Collecchio, Fontevivo, Fontanellato, Torrile, Sorbolo e Colorno), senza contare il comparto di Salsomaggiore Terme.

I numeri sono consistenti e secondo Emio Incerti, presidente di Federalberghi Parma e vicepresidente regionale della stessa associazione, l’offerta è ampia con strutture di tutti i livelli per ospitare al meglio i turisti che dal prossimo anno dovrebbero giungere in città. Perché le aspettative da parte della categoria sono grandi.

Come si presentano gli albergatori all’appuntamento con Parma 2020?

Le strutture sono pronte, ci sono stati negli ultimi tempi ristrutturazioni importanti e adeguamenti alle nuove richieste della clientela, inoltre a Parma, l’80-90% degli alberghi sono affiliati a brand internazionali, garanzia di un elevato standard qualitativo. Per una città delle dimensioni di Parma sono numeri consistenti.

Parlava delle nuove richieste della clientela, quali sono?

Oggi le persone si aspettano molta tecnologia, più sicurezza, ampia gamma di servizi, desiderano vivere in modo diverso gli spazi comuni e chiedono sempre più spesso un certo livello di ristorazione, più orientata ai prodotti tipici che poi chiedono di acquistare.

Cosa pensa del programma di Parma 2020 Città della Cultura italiana?

L’aspetto positivo è che Parma, grazie al fatto di essere “Città della Cultura”, è stata scelta quale sede di grandi appuntamenti a livello congressuale. Faccio qualche esempio: dall’assemblea nazionale dell’Ordine degli Ingegneri a quella di Federalberghi, all’assemblea del Fai; ospiterà poi un evento sportivo di grande livello come il Campionato europeo degli Archibugieri. Sono appuntamenti che porteranno a Parma diverse centinaia di persone in momenti diversi dell’anno. Meno positivo il fatto che nel calendario non ci sia l’evento di richiamo in senso classico o la grande mostra. In altre città hanno forse sfruttato maggiormente questa occasione. Le mostre su Correggio e Parmigianino avevano fatto la differenza all’epoca, soprattutto la seconda, che prevedeva visite anche in provincia, a Fontanellato, favorendo così l’aumento dei pernottamenti.

Cosa fare per sfruttare l’occasione a livello turistico?

Noi abbiamo grandi biglietti da visita a livello internazionale quali il food e la lirica, siamo la città di Verdi. E poi ritengo che si debba sfruttare al massimo la visibilità che ci darà il 2020 per puntare a promuovere il sistema congressuale e anche per ottenere eventi sportivi di un certo valore. In questo modo le persone si fermeranno di più e si potrà superare il fenomeno del turismo mordi e fuggi. Un vantaggio non solo per gli albergatori, ma per tutto l’indotto. Una recente ricerca dice, infatti, che le spese alberghiere rappresentato solo il 30% di ciò che un turista lascia sul territorio e cioè che spende per cibo, ingressi a mostre e musei, shopping.

Che tipo di utenza alberghiera c’è in città?

Oggi il 70% è clientela business.

E in un anno senza particolari eventi in che percentuale vengono occupate le stanze?

In un anno normale arriviamo al 60% dell’occupazione delle camere degli alberghi. Poi naturalmente esiste l’extralberghiero. Per questo ritengo che l’offerta oggi sia sufficiente e mi chiedo non tanto come sarà il 2020, ma come sarà il 2021 e gli anni a seguire. E a proposito dell’extralberighiero mi sento di dire che, a fianco di tante imprese che rispettano le regole, ce ne sono troppe improvvisate e che fanno concorrenza sleale proprio perché le regole non le rispettano. L’abusivismo purtroppo è in crescita anche in questo ambito e crea problemi di vario genere, a tutto il settore ricettivo in primis, ma più in generale alla città con il centro storico che si svuota o agli studenti fuori sede che non trovano alloggi perché i proprietari preferiscono fare gli affittacamere liberi da contratti rigidi.

Per valutare se le attese saranno soddisfatte dovremo attendere ancora un po’. Intanto gli ultimi dati diffusi dal servizio statistica della Regione Emilia-Romagna sull’andamento turistico dicono che nel 2018 una delle province in cui si è registrato il più rilevante flusso è proprio Parma con incrementi degli arrivi, rispetto al 2017, attorno all’8% e delle presenze del 2% (che sono stati rispettivamente di oltre 720.000 e oltre 1.600.000). Mentre i dati da gennaio a settembre 2019 (ancora provvisori ma comunque indicativi) parlano di un calo delle presenze, sempre in provincia, del 3,8% e dei pernottamenti del 2,9 (-4,3% nell’alberghiero). Va meglio in città dove il calo delle presenze è del 2,7 e dei pernottamenti del 2,4%.

Tatiana Cogo

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