Elezioni regionali, Lanzi (M5S): “Il quesito su Rousseau è fuorviante”

“Credo sia importante fugare ogni dubbio sulla mia posizione relativa alla votazione di oggi su Rousseau. Siamo portavoce e come portavoce abbiamo rappresentato al capo politico quanto i territori hanno espresso in merito alla partecipazione alle regionali. Esserci! E’ l’unico messaggio che abbiamo trasmesso. La domanda stessa, il dubbio se andare o non andare non avrebbe nemmeno dovuta essere posta, questa la precisazione più diffusa nei tavoli tenuti nelle province. Tra l’altro per come è posto il quesito sulla Piattaforma Rousseau può certamente trarre in inganno i votanti. Come successe inizialmente nel voto per il Governo con il PD dove si scambiò il sì con il no”.

E’ quanto afferma il Sen. Lanzi parlando della votazione odierna sulla piattaforma Rousseau per decidere se presentare la lista del Movimento alle elezioni Regionali in Emilia Romagna e in Calabria.

“Nell’ultimo incontro avuto con il capo politico ci attendavamo un via libera immediato, anche sulla base dei report prodotti per rappresentare quanto lui stesso ci aveva precedentemente chiesto. Solo come ultima ratio chiedemmo di far decidere agli iscritti sulla nostra piattaforma Rousseau precisando però di riservare la consultazione solo gli iscritti della Regione. Perché un iscritto piemontese o uno pugliese dovrebbe negare la partecipazione al voto regionale in una regione diversa dalla sua? La domanda se partecipare o meno è stata inserita al termine di un lungo post sul blogdellestelle dove è evidente l’orientamento e non è piacevole questa mancanza di neutralità ma questo non mi demoralizza, al contrario mi galvanizza e abbiamo già ottenuto l’adesione di tanti colleghi per venire in Emilia-Romagna a fare campagna elettorale. Ho imparato che si sarebbe votato oggi dalle 12:00 alle 20:00 solo ieri sera, otto ore di votazione che sono il minimo come previsto dallo statuto. Voglio anche ringraziare chi dei miei colleghi e colleghe più influenti, in Senato, ha raccolto la mia determinazione e l’ha portata al capo politico per convincerlo che non si può annullare l’impegno di chi nei territori ci sta da oltre 10 anni e non meritava di essere sacrificato sull’altare di non so che. Questa incertezza e questa carenza di decisionismo in Emilia Romagna ha portato un mio caro amico, che stimo, l’avv. Rebecchi, ad allontanarsi dal Movimento e ad accettare la proposta politica del PD. Non dovevamo permetterlo, perdiamo una risorsa validissima. E’ necessario porsi delle domande su come sia potuto succedere, senza fare dietrologia spicciola e fuori luogo su una persona che si è spesa intensamente per la nostra causa per lunghi anni.

Quindi ora è necessario riprendere il cammino con ancora più convinzione; la rappresentanza è importante. Faremo un consigliere o due in meno? Pazienza ma da qui ripartiamo. Gli stati generali ben vengano e nell’ambito di questo si riveda tutto dal vertice alla base. Un giorno noi tutti non ci saremo, ma ci dovrà essere ancora il MoVimento”.

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