Manghi (Pd): “Se dovesse andare male in Emilia Romagna, questa sconfitta la troveremo sui libri di storia. Viceversa affermeremo un nuovo modello di centrosinistra”

“Se dovesse andare male alle elezioni regionali dell’Emilia Romagna, questa sconfitta la troveremo sui libri di storia”. E’ questa l’importanza che il sottosegretario alla presidenza della Regione Emilia Romagna, Giammaria Manghi, attribuisce all’appuntamento elettorale del 26 gennaio partecipando a un incontro pubblico organizzato da Giorgio Pagliari a Parma. “Se invece vinceremo, si affermerà un nuovo modello di centrosinistra. Ci troviamo in un crocevia”.

Anche per Pagliari queste regionali sono cruciali: “Non è tanto in gioco la prosecuzione del Governo nazionale, piuttosto la tenuta dei valori profondi della nostra democrazia.”

“Arriviamo a questa scadenza elettorale dopo nove sconfitte consecutive del centrosinistra alle regionali” continua Manghi. “Ci arriviamo con buoni risultati e un apprezzabile stile di governo. Bonaccini è stato un amministratore molto presente sul territorio, ha interpretato il suo ruolo più come ‘sindaco dell’Emilia Romagna’ che come presidente. E’ questo che ci tiene ancora in partita nonostante il vento spiri da un’altra parte. Se bastassero i fatti saremmo a posto. Ma stiamo vivendo tempi in cui il fare non basta.”

“Dobbiamo rendere le regionali il più vicine possibile alle comunali perché è in quello schema che il centrosinistra riesce a prevalere anche col vento avverso, come hanno dimostrato le ultime elezioni dei sindaci nelle quali abbiamo ribaltato un consenso maggioritario per il centrodestra alle europee” spiega Manghi. “L’impostazione della campagna elettorale mi pare evidente: da una parte c’è un Presidente di Regione competente che ha riempito Piazza Maggiore a Bologna, dall’altra Matteo Salvini. La Borgonzoni la tengono solo per le apparizioni televisive, la campagna elettorale la fa Salvini. Ma il 27 di gennaio o governerà la Borgonzoni o Bonaccini, perchè Salvini non ci sarà più. Il risultato del Pd non sarà sufficiente, neppure quello delle liste dei partiti della coalizione. Per la prima volta mettiamo in campo un’importante lista civica ‘Bonaccini Presidente’ che potrà permetterci di rappresentare la maggioranza dell’elettorato. Le piazze si sono risvegliate e ci danno una mano, ma non bastano.”

[pullquote]Bonaccini ha interpretato il suo ruolo più come ‘sindaco dell’Emilia Romagna’ che come presidente[/pullquote]

E’ quindi intervenuto il presidente della Provincia Diego Rossi: “Stiamo percependo un cambio di clima in queste settimane. Il merito è delle sardine, che hanno spostato l’attenzione dalle piazze della destra ridando coraggio al centrosinistra. In Regione non è il momento del salto del vuoto e del cambiare per cambiare.”

In sala erano presenti Matteo Daffadà, Massimo Iotti e Barbara Lori, candidati alle regionali per il Pd. “Voterò per il Pd e darò la preferenza a Massimo Iotti, perchè è stato un amministratore che ha prodotto risultati per la nostra provincia” dichiara il sindaco di Sorbolo Nicola Cesari, oggi esponente di Italia Viva.

Ci sarà la competizione per le preferenze, una competizione nella competizione. E’ anche su un presunto maggiore radicamento sul territorio dei suoi candidati che confida il centrosinistra. AM

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