Lavagetto (PER): “Pizzarotti e Bonaccini si pavoneggiano sui rifiuti e i parmigiani pagano il conto”

Sul principale quotidiano locale è apparsa una bella pubblicità a piena pagina in cui il Sindaco di Parma si fa bello con dati sulla gestione raccolta rifiuti che mostrano, come al solito, una situazione assai differente dalla realtà.

Premesso che ci farebbe piacere sapere chi ha pagato tale pubblicità e quanto è costata, sono continue ed impressionanti le segnalazioni che ci arrivano quotidianamente sulla tragica situazione che i parmigiani ogni giorno riscontro in merito a questo servizio.

Se vogliamo parlare di numeri, quindi parliamo di quelli che contano. 
Abbiamo avuto recente conferma dell’Assessore Benassi che a Parma il 50% della raccolta differenziata fatta dai cittadini finisce per bruciare nel termovalorizzatore.

A questo, aggiungo che, dati alla mano, la gestione della raccolta differenziata non ha fatto altro che aumentare i costi complessivi di raccolta dei rifiuti con seri dubbi sulla sostenibilità ambientale di tutto il processo. Nella nostra regione Il costo medio pro capite dal 2012 al 2017 è aumentato del 10% circa mentre le previsioni di raccolta differenziata porta a porta promettevano una riduzione dei costi.

Soprattutto, negli ultimi 20 anni, diversamente da quanto previsto dalle norme comunitarie, nulla è stato fatto di concreto per attivare politiche che portassero ad una riduzione nella produzione dei rifiuti, né in regione né a Parma.

La raccolta porta a porta, quindi, ha portato sicuramente risultati importanti in termini di quantità di rifiuti raccolti separatamente raggiungendo livelli di differenziazione insperati alcuni anni or sono, ma a che costi? a favore di chi?

Con la raccolta porta a porta si è spostata la maggior parte delle incombenze ai cittadini, che devono differenziare, organizzarsi ed esporre i rifiuti con le modalità imposte dai gestori.

Sarà forse un caso, ma alla fine abbiamo che per i Cittadini sono lievitati i costi economici, sociali e organizzativi, mentre per i gestori, che utilizzano la formula degli appalti dell’appalti, sono lievitati gli utili.

La raccolta porta a porta può essere sostituita con nuove modalità di raccolte differenziate con cassonetti di grande volumetria con accessi vincolati. In questo modo si manterrebbero alti livelli e qualità di raccolta differenziata, ma i cittadini sarebbero liberi di conferire quando ne hanno necessità. Con questa modalità si potrebbe trasformare un servizio manuale in un servizio industriale a bassissimo impatto ambientale, con una conseguente riduzione dei costi.

Il servizio di raccolta rifiuti è un servizio locale, la dimensione industriale non ha nessun impatto positivo sull’efficienza del servizio.

Riportare la gestione dei rifiuti a livello locale porterebbe notevoli benefici in termini occupazionali e di perseguimento degli obiettivi qualitativi.
Alcune regioni hanno già imposto un modello di gestione con un alto livello di internalizzazione dei servizi e limitando le dimensioni massimo di intervento a poche province.

Come spesso accade, quindi, ci troviamo di fronte a scelte che la politica deve fare guardando agli interessi reali dei cittadini, e non ad interessi economici-finanziari di altro tipo.

Giampaolo Lavagetto
Candidato Consiglio Regionale
Progetto Emilia Romagna- Borgonzoni Presidente

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