Sala gremita sabato al Link Hotel di Parma, partecipazione da grandi occasioni per la 60° assemblea annuale di A.V.I.S. Provinciale Parma.
Accanto al direttivo e ai dirigenti territoriali dell’Associazione, una nutrita rappresentanza delle maggiori Istituzioni cittadine e di Associazioni vicine, che ha voluto testimoniare una cooperazione essenziale ai fini della cura e dell’attenzione rivolta alla popolazione.
Grandi sono i numeri di questa Associazione, a partire dalle sue 47 sezioni aperte sul territorio provinciale che svolgono una fondamentale raccolta di sangue ma ancor più un’attività di sensibilizzazione e di promozione di solidarietà a favore dell’approccio al dono. A fronte di un bilancio che nel 2017 supera il milione e 200.000 euro, di un numero totale di 19.384 donatori coinvolti, si deve tuttavia registrare un progressivo calo a partire dal 2013 che ha fatto mancare in Regione, nel 2017, ben 1800 sacche di sangue conferite, di cui 1500 sono quelle di Parma.
Ci si deve interrogare pertanto – dice il presidente, Roberto Pasini – sui motivi di questa disaffezione ed impegnarsi per recuperare identità, credibilità e fidelizzazione.- Se da un lato esistono motivazioni sociali generalizzate e contingenti come – l’aumento di individualità, una crisi della società che si traduce in crisi della consapevolezza – sono le parole di Nadia Buetto, consigliere del Comune di Parma in rappresentanza del Sindaco, – l’indebolimento di molti legami di solidarietà… bisogna passare dalla valorizzazione dell’io alla valorizzazione del noi – aggiunge il dr. Massimo Fabi, direttore generale dell’AOU di Parma. – Senza i donatori A.V.I.S. non ci sarebbe una medicina moderna, la possibilità di curare i pazienti – afferma il dr. Alessandro Formentini, responsabile dei servizi trasfusionali dell’AOU di Parma. E forse sta proprio in queste parole il nocciolo della questione.
Ormai la popolazione italiana è abituata che quando occorre sangue il sangue c’è, si dà per scontato che questo importante elemento salvavita sia sempre disponibile quasi come fosse generato in una sorta di laboratorio. Ma la realtà ci dice che, almeno finora e si presume per almeno altri 20-30 anni così non sarà, per avere disponibilità di sangue e salvare vite umane, è necessario che molte persone, in modalità altruistica, con frequenza costante e regolare, si offrano di donare.
In un’assemblea strutturata, per scelta del gruppo dirigente di A.V.I.S. Provinciale, come luogo di dibattito e non solo di ascolto, sono stati lanciati alcuni importanti temi per farne oggetto di discussione. Dall’intervento del Presidente – il primo grande tema è quello di tornare alla mission originaria, tornare a fare donatori di sangue mettendo al centro il donatore – e nel successivo intervento del dr. Giancarlo Izzi, presidente di A.V.I.S. Comunale di Parma, ben si capisce cosa significhi portare al centro il donatore – occorre lavorare per tornare a promuovere un’immagine del donatore come modello sociale positivo, il suo dono è tanto importante che vogliamo renderlo il più utile ed efficace possibile, raccolto nel posto a lui più favorevole, nel momento migliore e nel modo migliore… è necessario superare le separatezze, è interesse di tutti i dirigenti dell’Associazione facilitare il donatore ovunque scelga di andare a donare e nel momento a lui più consono.-
E quello della solidarietà associativa è il secondo grande tema proposto all’assemblea dal presidente, Roberto Pasini, – La solidarietà associativa passa attraverso le singole sezioni che devono andare alla ricerca dei punti di contatto per arrivare ad accogliere i donatori superando i campanilismi, retaggio del passato. Questo favorisce anche l’efficientamento dell’intera struttura. Come Provinciale abbiamo il dovere di riportare ad efficienza la struttura organizzativa che conta 7 dipendenti e 50 operatori socio-sanitari che compongono le equipe mediche che si occupano dei prelievi. In questi ultimi anni una buona pratica risultata fondamentale allo scopo è stata quella della prenotazione della donazione. Ormai oltre il 70% delle donazioni avviene su prenotazione e questo consente al donatore di ottimizzare il suo tempo, sentendosi peraltro oggetto di grande attenzione, e alla struttura organizzativa di parametrare in modo efficiente il numero delle equipe mediche necessarie per il numero di donazioni da raccogliere. Una pratica senz’altro da implementare.
Ancora il Presidente ha presentato ai convenuti i 3 temi assembleari, di derivazione dal Nazionale, che sono stati: l’Associazione come sistema in evoluzione a fronte di una società anch’essa in rapida evoluzione, il piano plasma, questione nazionale che sta creando alcune problematiche da risolvere, ed infine la Riforma del Terzo Settore, in attesa dei piani attuativi, fonte di opportunità ma anche di grande impegno a livello burocratico.
A seguire le relazioni dei rappresentanti dell’Esecutivo Provinciale sulle singole aree d’intervento. Per l’area informatica è prevista la realizzazione, anche grazie al contributo di Fondazione Cariparma, di una app, programma gestionale funzionale al raggiungimento di tutti i singoli donatori, utilizzabile attraverso i diversi canali web. L’area organizzazione e sviluppo si pone come obiettivo il miglioramento della percentuale di donatori che praticano la prenotazione della donazione. – In tutti gli ambiti della vita sociale le attività si prenotano. La prenotazione va molto a vantaggio del donatore oltre a contribuire fortemente ad una razionalizzazione dei costi.
La parola chiave è stata –condivisione, per rendere l’Associazione più accattivante ed inclusiva verso i giovani ed i nuovi italiani. Importante è condividere le pratiche che hanno avuto successo, condividere gli spazi, condividere responsabilità e opportunità fra le sezioni per attribuire valore al donatore. Condividere le competenze, il Provinciale ha in organico figure molto efficienti e preparate che possono aiutare le singole sezioni. Questo consentirebbe loro di liberare tempo e risorse da rivolgere alla ricerca di nuovi donatori. – Per la referente dell’area scuola l’obiettivo primario riguarda la formazione dei volontari. Molti i progetti presentati alle sezioni, compresi quelli che tendono a lavorare all’interno della scuola primaria ritenuta senz’altro una risorsa in quanto ambiente formativo della futura cittadinanza attiva. Ed infine l’area comunicazione che va a chiudere un po’ il cerchio di tutto in quanto risulta di fondamentale importanza comunicare ciò che si fa per farsi conoscere, per rendicontare, per promuovere e sensibilizzare.
In chiusura una parola di ottimismo tratta dall’opuscolo riassuntivo dell’operato dell’anno: -Con ottimismo e fiducia guardiamo ai prossimi anni, perché siamo sicuri, come Associazione, di avere le capacità, i mezzi, le persone per invertire dal punto di vista sanitario la rotta negativa di questi ultimi anni…-