Pizz Factor

26/02/2013
16.20

Un flash sull’esito delle elezioni nazionali: successo clamoroso del M5S (25,5%), rimonta di Berlusconi, Bersani non riesce a prendere un solo voto fuori dal recinto del PD. Era già facile dirlo qualche settimana fa (leggi) ma è bene ribadirlo: Matteo Renzi avrebbe stravinto le elezioni.
Veniamo a Parma.
Il M5S è salito dal 19% di un anno fa alle comunali di Parma al 27% di ieri alle politiche (+8%). Con questi numeri, rivotando domani per le elezioni del Sindaco, ancora una volta andrebbe al ballottaggio Pizzarotti. Poi rivincerebbe? Bella domanda. Dipende da chi si troverebbe contro.
Parma è stato l’unico Comune in Italia dove il grillismo non era solo un tweet, una condivisione su Facebook o una tappa dello Tsunami tour ma un’amministrazione comunale in carne ed ossa; non era demagogia ma politica di tagli dolorosi, sangue, tasse che ricordavano più Rigor Montis che promesse per ingraziarsi la pancia della gente; non era antipolitica ma decisioni politiche quotidiane.
D’altra parte è bene ricordare che a Parma la corrispondenza tra elezioni amministrative e politiche non c’è e non c’è mai stata negli ultimi vent’anni. I parmigiani, infatti, hanno sempre distinto le due elezioni: votavano e apprezzavano l’operato del sindaco Ubaldi che amministrava con il centrodestra ma in tutte le altre occasioni sceglievano il centrosinistra. Alle politiche, non potrebbe essere diversamente, prevale il voto d’opinione o di appartenenze, come dimostra, ad esempio, il risultato Pdl che ieri in città ha più che triplicato i voti (15%) delle comunali di una anno fa, così come è risalito il Pd al 35% (+10%). Sarebbe inverosimile attribuire queste impennate all’attività dei consiglieri di opposizione…
L’effetto Pizzarotti, dunque, se c’è stato, è quantificabile solo nella differenza tra il risultato di Parma e il 23% della media regionale molto omogenea in tutte le province dell’Emilia Romagna (nella maggioranza delle quali non c’è neppure un amministratore grillino) che chiaramente rappresenta il voto di opinione del M5S in regione e quindi il substratum di partenza. Tale differenza in città è di circa il 4%… esattamente il medesimo valore aggiunto portato da un altro sindaco, Elvio Ubaldi, che quando si presentò alle politiche del 2008 nella lista dell’Udc per il Senato raccolse il 4% in più della lista dell’Udc per la Camera nella quale era candidato Mauro Libè.
Infine, la pattuglia dei parlamentari parmigiani a Roma sarà purtroppo molto sparuta: solo due esponenti del PD, Giorgio Pagliari e Patrizia Maestri.
Pochi ma buoni.

Andrea Marsiletti

Ultimi articoli di Andrea Marsiletti – “Ma Space
Un voto per Giorgio Pagliari in Parlamento
La nomina di Bagnacani mette a rischio la credibilità di Pizzarotti
Grazie GCR
Renzi avrebbe stravinto le elezioni
L’opposizione non passerebbe l’esame di Meccanica Razionale
Consiglieri comunali straccioni
Il sole sorge quando la notte è più buia
Anche Torquemada-Pizzarotti ha le sue debolezze
M5S – Iren finisce 0 a 0. Per Iren un pareggio in trasferta che vale come una vittoria
Il ritorno del Guastafeste e della nobildonna decaduta
La vittoria di Pagliari… l’uomo meno d’apparato che ha vinto coi voti dell’apparato
Il Pd di Parma torna alla conta delle tessere…
I renziani hanno scelto le loro candidature, i bersaniani alla stretta finale
Primarie aperte per la scelta dei parlamentari, bravo Diego Rossi!

perlavalbaganza

Pizz Factor

26/02/2013
16.20

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Veniamo a Parma.
Il M5S è salito dal 19% di un anno fa alle comunali di Parma al 27% di ieri alle politiche (+8%). Con questi numeri, rivotando domani per le elezioni del Sindaco, ancora una volta andrebbe al ballottaggio Pizzarotti. Poi rivincerebbe? Bella domanda. Dipende da chi si troverebbe contro.
Parma è stato l’unico Comune in Italia dove il grillismo non era solo un tweet, una condivisione su Facebook o una tappa dello Tsunami tour ma un’amministrazione comunale in carne ed ossa; non era demagogia ma politica di tagli dolorosi, sangue, tasse che ricordavano più Rigor Montis che promesse per ingraziarsi la pancia della gente; non era antipolitica ma decisioni politiche quotidiane.
D’altra parte è bene ricordare che a Parma la corrispondenza tra elezioni amministrative e politiche non c’è e non c’è mai stata negli ultimi vent’anni. I parmigiani, infatti, hanno sempre distinto le due elezioni: votavano e apprezzavano l’operato del sindaco Ubaldi che amministrava con il centrodestra ma in tutte le altre occasioni sceglievano il centrosinistra. Alle politiche, non potrebbe essere diversamente, prevale il voto d’opinione o di appartenenze, come dimostra, ad esempio, il risultato Pdl che ieri in città ha più che triplicato i voti (15%) delle comunali di una anno fa, così come è risalito il Pd al 35% (+10%). Sarebbe inverosimile attribuire queste impennate all’attività dei consiglieri di opposizione…
L’effetto Pizzarotti, dunque, se c’è stato, è quantificabile solo nella differenza tra il risultato di Parma e il 23% della media regionale molto omogenea in tutte le province dell’Emilia Romagna (nella maggioranza delle quali non c’è neppure un amministratore grillino) che chiaramente rappresenta il voto di opinione del M5S in regione e quindi il substratum di partenza. Tale differenza in città è di circa il 4%… esattamente il medesimo valore aggiunto portato da un altro sindaco, Elvio Ubaldi, che quando si presentò alle politiche del 2008 nella lista dell’Udc per il Senato raccolse il 4% in più della lista dell’Udc per la Camera nella quale era candidato Mauro Libè.
Infine, la pattuglia dei parlamentari parmigiani a Roma sarà purtroppo molto sparuta: solo due esponenti del PD, Giorgio Pagliari e Patrizia Maestri.
Pochi ma buoni.

Andrea Marsiletti

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Primarie aperte per la scelta dei parlamentari, bravo Diego Rossi!

perlavalbaganza