“Elementi in poesia” in mostra presso l’ArtGallery LAB

04/02/2015

L’ArtGallery Gruppo Art&co Parma è lieta di invitarVi sabato 7 Febbraio 2015 dalle ore 17:00 all’inaugurazione mostra “Elementi in poesia” con opere delle pittrici Daniela Grifoni e Elisa Viotto presso la sede “L’ArtGallery LAB” in Strada Garibaldi 36 Parma.
Le poetiche evocazioni di Elisa Viotto, giovane artista di Treviso, ci trasportano in Oriente, in un universo delicato e ovattato in cui stilizzati elementi naturali danno forma a emozionanti paesaggi che nascono dall’immaginazione dell’artista. Se l’ARIA e l’ACQUA prendono vita attraverso la linea della Viotto, la materia pulsante qualifica la pittura di Daniela Grifoni, affermata artista lombarda, capace di creare magmatiche ed intense incandescenze, inedite fusioni FUOCO-TERRA-COLORE.
La mostra rimarrà in visione dal 7 febbraio 2015 al 4 marzo 2015.
Lab Strada Garibaldi, 36 Parma – tel. 0521.282175.

ORARI MOSTRA: dal Martedì al Sabato 11 – 13 e 17 – 19.30 (lunedì, giovedì e festivi su appuntamento) 

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“Quadrilegio. IdeaNatura”

Quadrilegio è un evento che si svolge nel cuore di Parma, tra nobili e antichi palazzi, un’ex chiesa sconsacrata e giardini da riscoprire, in un percorso ricco di fascino e suggestione dove l’arte contemporanea si sposa con location insolite e di norma non visitabili.
IdeaNatura, il filo conduttore scelto quest’anno, mette a fuoco la rappresentazione del mondo naturale da parte delle più attuali tendenze artistiche contemporanee, proponendo una visione sfaccettata e ricca di sfumature che riserva sorprese e interessanti accostamenti tra artisti che, con tecniche e stili diversi, si sono dedicati al mondo minerale, vegetale e animale. IdeaNatura è un progetto che coinvolge più di quaranta artisti, le cui opere sono esposte in quattro differenti sedi, punti di snodo di un concept con cui si intende coinvolgere i visitatori, offrendo la possibilità di accedere a spazi inediti che per l’occasione si trasformano in autentiche gallerie d’arte.
La Galleria Alphacentauri, diretta da Marina Burani, è da decenni all’avanguardia nella proposta di artisti contemporanei. Le numerose sale dell’appartamento all’ultimo piano – con magnifica soffitta – dello storico Palazzo Pallavicino, accoglieranno piccole esposizioni monografiche di pittura, con uno sguardo particolare alle immagini di fiori e di corpi rappresentati sia nella loro fisicità, sia nel loro lato oscuro, quello dell’ombra.
Al piano terra dello stesso Palazzo Pallavicino, presso lo studio Maura Ferrari Interior Designer – professionista che si occupa di progettazione d’interni – si è scelto di accostare le espressioni figurative contemporanee (fotografia, pittura e scultura) con botaniche antiche, proponendo un inedito binomio tra scienza e natura.
Gli spazi, ricavati da un’antica chiesa e ora adibiti ad agenzia di grafica e comunicazione, di BLL di Giulio Belletti, si popolano invece di pannelli polimaterici realizzati con materiali di recupero, sculture, cartapeste, opere create con ritagli di carta.
Il percorso si conclude presso il Palazzo di Borgo Riccio 19 dove, negli spazi di Simona Manfredi – organizzatrice di eventi – che si compongono di vari locali e di un affascinante giardino “segreto”, si può ammirare una serie di nature morte attraversate da un rettile, oltre a installazioni di metalli filati attorno alla quale ruoterà anche una performance e a creazioni elettroluminose di grande impatto.

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“Il cibo nell’arte”

29/04/2014

Fin dagli esordi della produzione artistica con la pittura murale risalente a circa trentamila anni fa, il cibo, in quel caso rappresentazione di prede animali per auspicarne la cattura, ha avuto una forte valenza simbolica. Per non parlare poi della pittura sacra, a partire dal medio Evo, dove, ad esempio, nella rappresentazione dell’ultima cena, il pane ed il vino divengono prefigurazione dell’Eucarestia. Nelle nature morte di epoca barocca, fiori, ma anche ortaggi, selvaggina e carni di macelleria, come nel caso notissimo di Annibale Carracci, per lo più, hanno avuto il significato di “vanitas”, cioè il compito di ricordarci che tutto ha un fine: “Et in Arcadia ego”.
La nostra esposizione, legata a questo tema, inizia in effetti da un dipinto di Felice Boselli (1650-1732) noto pittore di nature morte di Parma, che ha creato un centinaio di opere dove dominano stralci di vita quotidiana, cuochi al lavoro, maiali squartati, teste di bue, galline, selvaggina, pesci. A connotare di un pizzico di misteriosità le sue opere fu la firma, raffigurata da un gattino a significare “Felix”. La presenza della Natura morta di Boselli, come incipit del nostro percorso espositivo, indica d’un lato l’innegabile continuità della storia dell’arte anche se le forme che il percorso artistico ha adottato soprattutto da Marcel Duchamp in poi dimostrerebbero il contrario. Il denominatore comune, anche in totale difformità dei mezzi d’espressione, rimane sempre e comunque la necessità umana, della quale gli artisti si fanno carico, di esprimersi e identificarsi con qualcosa che superi la dimensione del materialismo della quotidianità.Per gli artisti in mostra l’ironia e l’umorismo sono spesso terreno fertile su cui innestare la loro creatività, traendo spunto e suggestioni dal cinema, dalla pubblicità e dai fumetti, ma la creatività di alcuni di loro nasce anche dalla combinazione di un’idea in una maniera tale da rappresentare il senso stesso del suo concetto nella scelta dei materiali. Rompono completamente con l’idea della rappresentatività, seppure simbolica, per attrarre la nostra attenzione giocando sulla contrapposizione tra un’apparente facile interpretazione e un realismo di lettura colta e complessa, come nel caso di Silvano De Pietri, sul paradosso colto, sul rapporto stretto di arte e scienza caratteristico di Antonella Mazzoni.
Da tempo è fondamentale la contrapposizione con il materiale pubblicitario che invade la nostra vita, mettendo in evidenza l’aspetto più irriverente e crudo della realtà come in Gianni Cella.
Dario Brevi lavora su un materiale, composto da fibre finissime di legno MDF, alternando pieni e vuoti, facendo interagire le sue stilizzazioni con lo spazio e realizzando opere tridimensionali. giocate con ironia tra pittura e scultura. La poliedricità è uno dei tratti caratteristici di Marco Lodola, notissime le sue sculture luminose oggi presenti in tutto il mondo.
Le opere di Wal risultano di assoluta leggerezza quindi anche il suo “cibo” ci fa inoltrare in un mondo rarefatto, dominato dall’immaginazione più sfrenata e dalla capacità di stupirsi e di stupirci.
Vittorio Valente è da sempre attratto dalle nuove frontiere della scienza e dalla biologia, così le sue immagini sono spesso composte da gocce ingrandite di silicone come i pixel di un’immagine digitale.
Gianni Cella designa un clima che, come scritto dal mentore del Nuovo Futurismo Renato Barilli, è nello stesso tempo popolare ma anche votato al superfluo. Per Battista Luraschi è fondamentale la leggerezza, non solo legata ai materiali usati, ma anche al connotato ludico della festa, del desiderio di uscire dalla pesantezza e banalità del quotidiano. L’opera di Sciff è animata da una sottile ironia e ricca di riferimenti letterari, trattati con tono giocoso e infantile, spesso con l’inserimento di frasi che rimettono in gioco l’immagine stessa.

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“Life and color”

08/04/2014
h.11.50

“Un lungo lavoro di ricerca che si offre alla scoperta della città”. Parla delle opere di Andrea Valenti Giuseppe Romanini, “una pittura in cui ho sempre letto il tormento e che ora in questa sua evoluzione figurativa può arrivare anche ad un pubblico più vasto”. L’assessore alla Cultura della Provincia è intervenuto ieri all’inaugurazione della mostra “Life and colors”, una personale di Valenti a Palazzo a Giordani fino al 30 aprile
“Valenti è stato una scoperta anche per me – ha detto Stefania Provinciali che ha curato l’esposizione raccontando l’incontro nello studio del pittore per la scelta delle opere da esporre – E’ una mostra complessa che va letta attraverso il segno pittorico non solo per quello che si vede”.
Intorno, sulle mura bianche del cavedio, spiccano i quadri del pittore: quelli astratti “dove il nero della trama narrativa si insinua sul bianco del supporto per dar voce alla forma” e quelli figurativi “volti ricchi e cromatici pieni di una individualità tutta da scoprire e di scelte formali frutto di un lungo e concreto impegno artistico” scrive la curatrice nella presentazione
L’artista, presente all’apertura preferisce non commentare e godersi questo momenti in cui altri raccontano, anzi interpretano, il suo lavoro.
Nato a Siena il 20 marzo 1967 Andrea Valenti si è diplomato all’Istituto D’Arte Paolo Toschi di Parma e laureato in Architettura al Politecnico di Milano. È stato finalista del “Premio Arte Mondadori 2004” e della 17esima edizione del Concorso Treccani degli Alfieri. Ha vinto il primo premio della terza edizione del concorso di live painting “Muri Liberi” e si è classificato primo ex equo alla prima edizione di “Art-libre sui Muri del Convento”.
Dal 2013 collabora con la Galleria “Mac Miradoli arte contemporanea” di Milano.
L’esposizione, che rientra nella rassegna promossa dalla Provincia “Arte a Palazzo Giordani” è a ingresso gratuito. Questi gli orari: lunedì e giovedì dalle 8 alle 18; martedì, mercoledì e venerdì dalle 8 alle 14.

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“Il Cibo Immaginario”


Venti anni di vita italiana raccontati attraverso iconografia, stili, linguaggi della pubblicità del cibo e dei riti del mangiare; un percorso espositivo che visita la modernità italiana recuperando la memoria visiva di un giacimento culturale che ha segnato l’immaginario del Paese; immagini suggestive, evocative ed emozionali, che riflettono il costume e ne anticipano le tendenze.
Dopo il successo dell’esordio al Palazzo delle Esposizioni di Roma, dove dal 3 dicembre al 6 gennaio scorsi ha registrato 33.000 visitatori, la mostra Il Cibo Immaginario. 1950 1970 Pubblicità e immagini dell’Italia a tavola, ideata e curata da Marco Panella e prodotta da Artix in collaborazione con Gruppo Cremonini e Coca-Cola Italia, grazie al patrocinio ed alla collaborazione del Comune di Parma, inizia il suo viaggio in Italia e, dal 12 aprile al 15 giugno, sarà ospitata al Palazzo del Governatore, nel cuore della città dell’eccellenza alimentare e dello stile del gusto.

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“Atmosfere veneziane”

Atmosfere veneziane
Da sabato 15 marzo 2014 a mercoledì 14 maggio 2014
Spazio Audiomedica, Via Repubblica 49 (ingresso da b.go Collegio M.Luigia)
Inaugurazione sabato 15 marzo 2014, ore 17.30. dal lunedì al venerdì, ore 9-12.30/15-19; sabato, ore 9-12.30

Le atmosfere magiche, suggestive di Francesco Lojacono raccontano una città unica al mondo: Venezia. Pittore ed incisore, Lojacono condivide con lo spettatore scorci inediti, curiosi, particolari conosciuti soltanto a chi abita e vive intimamente la città.
Colori accesi, vivaci, vibranti di luce, danno vita a paesaggi interiori, ci trasportano in una dimensione sospesa fra il sogno e la realtà in cui ritroviamo traccia dei sentimenti e degli stati d’animo del pittore. Una quiete insolita e un silenzio irreale abbracciano la Laguna, sempre animata da turisti di tutto il mondo. Lojacono con semplicità e grande delicatezza realizza un sentito omaggio d’amore alla sua città, presentandoci con intelligente taglio fotografico la Venezia di tutti i giorni, i vicoli, le stradine, i ponti. Una gradevole poetica delle piccole cose caratterizza i dipinti: un gatto passeggia su un cornicione, una gondola solitaria e malinconica abbandonata in mezzo al mare, panni stesi che si muovono al vento. Venezia per i suoi suggestivi panorami e le innumerevoli vedute ha generato un vero e proprio genere pittorico: il Vedutismo.
Il Guardi, il Canaletto, solo per citare i più famosi, con grande raffinatezza e lievità di tocco hanno realizzato preziosi documenti dello splendore delle costruzioni architettoniche della città con le sue incantate atmosfere. Lojacono si pone in linea di continuità con i famosi Vedutisti rielaborando le impressioni che hanno suscitato in lui. L’artista rinnova la tradizione riattualizzandola attraverso un linguaggio personale espressionista che dà forma attraverso colori il più delle volte esagerati, volutamente squillanti e antinaturalisti, a paesaggi ora reali, ora di fantasia creati nella sua mente. Una realtà filtrata dai suoi occhi che acquista più intensità e fascino grazie a una personale tecnica a spruzzo, omaggio dichiarato al Puntinismo di Signac e Seurat: minuscoli puntini soffiati e spruzzati sulla tela rendono più vibrante, morbida e profonda l’immagine, enfatizzando l’intrinseca luminosità della composizione. Il valore segnico delle incisioni presentate in mostra da Lojacono è particolarmente significativo.
Troviamo in esposizione prove tecniche, sperimentazioni che rasentano l’astrazione, l’immaginario; paesaggi lagunari resi attraverso efficaci espressioni grafiche dal sapore simbolico che testimoniano un passaggio importante fra il figurativo e l’astratto, un passo avanti innovativo in questa tecnica artistica. Incisioni spirituali e profondamente intime, frutto ed esito di un percorso interiore dell’artista che vanno osservate con attenzione e interpretate. Biografia Nato a Venezia, dove attualmente vive e lavora, Francesco Lojacono è pittore ed incisore.
Dopo aver frequentato l’Istituto Statale d’Arte, nel 1999 si diploma all’Accademia di Belle Arti a Venezia. Nella sua formazione ha sperimentato diverse tecniche artistiche dall’incisione alla pittura a spruzzo. Ha iniziato ad esporre giovanissimo partecipando a rassegne di rilievo nazionale, esponendo in moltissime città italiane (Padova, Reggio Emilia, Ferrara, Forlì) in mostre personali e collettive.

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“Omaggio Alle Donne”

La Biblioteca comunale “ G. D. Romagnosi “ di Salsomaggiore ha allestito, al suo interno, una interessante Mostra–documentaria con 20 ritratti di Donne che hanno segnato la Storia, la mostra sarà visitabile dall’8 marzo al 16 aprile, dal titolo

“Omaggio Alle Donne”

La ricorrenza dell’ 8 marzo e, quindi, la mostra ha offerto l’occasione per documentare il cammino delle conquiste sociali, politiche ed economiche delle donne a partire dallo sfruttamento delle donne al lavoro in fabbrica agli inizi del Novecento, il primo sciopero femminile nel settore tessile, i primi movimenti di emancipazione femminile, la rivendicazione del voto alle donne , la donna nella Costituzione Italiana e le tappe principali dei diritti delle donne in Italia.
A chiudere la prima parte una pagina della Domenica del Corriere del 4 agosto 1946 che mostra le 21 donne elette all’Assemblea Costituente L’attenzione poi è catturata dalle schede e dalle immagini delle 20 donne che hanno segnato la storia nei vari campi. Si inizia con Cleopatra, ultima regina dell’antico Egitto, Ipazia d’Alessandria , grande filosofa e scienziata del IV/V secolo d.C., l’eroina Giovanna d’Arco e a seguire la grande scienziata francese Marie Curie e la nostra Rita Levi Montalcini e “ la signora delle stelle “ Margherita Hack , il premio Nobel per la pace Madre Teresa di Calcutta, l’imprenditrice americana, creatrice di Barbie , Ruth Andler. Non potevano mancare alcune scrittrici come Grazia Deledda , Oriana Fallaci, la pedagogista Maria Montessori,, l’attrice Anna Magnani, Maria Godi ,la decana delle levatrici a Parma, la parlamentare Presidente della Camera Nilde Iotti.
Una sezione poi riunisce donne legate al nostro territorio, a partire da Maria Luigia d’Asburgo, la sovrana illuminata che ha fondato le Terme di Tabiano, la cantante lirica tabianese Dina Barberini, l’imprenditrice Adelia Pavoni che contribuì , a fine Ottocento, allo sviluppo di Salsomaggiore Terme, la poetessa salsese Maria Negri, la deputata salsese Anna Mainardi. Una sezione è dedicata a Miss Italia e Salsomaggiore Terme per la storia della bellezza e del costume italiano e alla moda femminile che cambia con i tempi. Un flash ci fa conoscere le invenzioni e i brevetti più stravaganti e impensati concepiti da donne , come il bianchetto il giubbotto antiproiettile, il reggiseno, la lavastoviglie e la lavatrice elettrica, i tergicristalli, i sacchetti di carta, i pannolini usa e getta.
A chiudere “ La Donna nell’arte” con alcune bellissime riproduzioni: “ la dama con l’ermellino”, la “ Primavera” di Botticelli, “ la ragazza con l’orecchino di perla”, il ritratto di Adele Bloch-Bauer di G. Klimt. In alcuni contenitori sono esposti libri di scrittrici Italiane e straniere, boccetti di profumi con bigiotteria, libri di fiabe scritte da donne.

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“Viaggio senza ritorno”

Da sabato 15 marzo 2014 a sabato 12 aprile 2014
Rossoamapola b.go del Correggio 48/A
martedì, mercoledì, venerdì e sabato dalle 16,30 alle 19,30

Viaggio senza ritorno
Mostra fotografica di Gianni Pezzani

Gianni Pezzani è nato a Colorno, ha iniziato la sua carriera fotografica negli anni 70 ed è diventato nel tempo fotografo di fama internazionale lavorando ed esponendo in tutto il mondo, dall’Italia al Giappone, agli Usa, alla Cina.
Lo spazio espositivo d’Arte Rossoamapola presenta alcune opere significative delle diverse tappe professionali e personali dell’artista. “Un viaggio intellettuale in boschi, in macchine americane, in pianure, in cucine nel cuore della notte quando gli occhi riescono a vedere al di là del vero, in fiumi di provincia, in alberi trasformati in carta. Pezzi di letteratura.
(Andrea Tinterri)”

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“Evanescenze”

L’associazione UCAI di Parma presenta, dal 22 marzo al 3 aprile, la mostra personale di FRANCESCA DOSI

EVANESCENZE
Inaugurazione SABATO 22 MARZO 2104 alle ore 17.30
Presso UCAI-Galleria S.Andrea – Parma

Nello spazio espositvo dell’ ex chiesa tardomedievale una serie di dipinti, dalle icone del cinema a nudi maschili e femmenili che simbolicamente rimandano ad un percorso sia artistico dell’autrice che interiore dell’essere umano, accompagnano il visitatore ad un abbandono delle sovrastrutture per ritrovare l’essenza e la fragilità della vita.
E’ un omaggio agli archetipi senza tempo di uomo e donna. Memoria trascritta sulla tela, la pittura di Francesca Dosi celebra un sogno di armonia, di grazia e di persistenza, ma lascia affluire le ferite e la fragilità di un’umanità malinconica, occultata dietro veli d’ombra, luci polverose e pigmenti liquidi, evanescenti. E’ traccia, movimento e organica trasparenza.
“Francesca Dosi è un artista generosa, energica e appassionata. Qualità che si ritrovano nella sua pittura. La sua pennellata larga, l’apertura che prende il movimento e la tecnica immemoriale dell’affresco applicata al lavoro sull’immagine fotografica e sull’astrazione pura ci riportano a una sorta di caos primordiale dove gli ocra della terra e le trasparenze acquose sono ancora confusi. Da questo magma indistinto emergono a malapena i volti sublimi delle star dell’esistenza mitica e reale insieme. Queste icone della settima arte, entrate ancora in vita nella leggenda, appaiono in questi schizzi di celluloide come delle creazioni assolutamente originali e al contempo come le vestigia di di un’età dell’oro per sempre scomparsa. L’artista soffre accanto a loro della brevità della vita e della gloria, sente della fragilità del mondo, ma assume questa tragica condizione, ridando loro la vita e facendosi scoprire una bellezza ancor più commovente per il suo destino fugace. Come se solo la condizione mortale potesse offrire al mito la propria eternità.”
Testo a cura di A.M.Baron.

Breve biografia artistica: Autodidatta, Francesca s’ispira inizialmente alle affiches di Mimmo Rotella e realizza ritratti d’ icone cinematografiche che espone al Centro Cinema Lino Ventura di Parma, all’ Espace Moselle di Bruxelles e allo storico Studio 28 di Montmartre. A Parigi prosegue in questa direzione con i cicli dedicati a Fabrizio de Andrè e a Guillaume Depardieu, attore e amico precocemente scomparso, in onore del quale ha di recente presentato un romanzo. In parallelo lavora sull’astrazione realizzando con tecniche miste schizzi e tele di grandi dimensioni che espone in una serie di “personali” all’atelier Moto 777 di Parigi. I nudi maschili esposti alla Galerie Chappe di Montmartre sono l’inizio di una ricerca in cui la ritrattistica si piega ad effetti sottili di cromatismo e ad un lavoro di progressiva erosione della materia pittorica.

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“Il vino e i suoi proverbi”

Da sabato 22 marzo 2014 a sabato 31 maggio 2014
Polivalente Pasolini di Monticelli Terme
Lunedì, Mercoledì, Giovedì e Venerdì dalle 14,30 alle 18,30; Martedì e Sabato dalle 9 alle 12,30

“Ho fotografato una delle tante feste che si tengono a settembre sulla raccolta e pigiatura dell’uva, fatta coi piedi, come avveniva una volta. La rappresentazione era rivolta ai ragazzi, che sono stati invitati a rivivere per un giorno le emozioni delle generazioni passate.”
Con queste parole Guglielmo Pessina ci spiega come sono nati gli scatti esposti al Polivalente Pasolini di Monticelli Terme nell’ambito di una personale che verrà inaugurata sabato 22 marzo alle ore 18, alla presenza dell’Autore e dell’Assessore alla Cultura Valerio Fontanesi.
Ogni fotografia viene abbinata dall’autore ad un antico proverbio sull’argomento, mettendo così in luce il ruolo dei vino nell’ambito della socializzazione, dello scambio di idee, del confronto. “Bevi il vino ma non il giudizio”, “Il troppo vino ammazza l’uomo”: nei proverbi ritroviamo tutto ciò che di positivo e salutista è legato alla buona tavola, al bere senza eccessi, ad una tradizione ed una cultura secolari che si apprendevano innanzitutto in ambito familiare. Un invito quindi al consumo consapevole e moderato di un alimento attorno al quale nel corso dei secoli si è andata costruendo una vera e propria civiltà, che con i suoi riti e ritmi permea ancora profondamente la società contemporanea.
La mostra, allestita nella sala riunioni al 1° piano del Polivalente Pasolini di Monticelli Terme, sarà visitabile fino alla fine di maggio nei seguenti orari: Lunedì, Mercoledì, Giovedì e Venerdì dalle 14,30 alle 18,30 Martedì e Sabato dalle 9 alle 12,30.
L’autore Guglielmo Pessina nasce a Parma nel 1952. Giovanissimo, entra come apprendista fotografo nello studio del famoso pittore-fotografo Libero Tosi, dove rimane sino al marzo 1971. Una scuola di fotografia, ma soprattutto di vita, molto importante: lo studio di Tosi era frequentato da intellettuali ed artisti locali, architetti ed insegnanti di storia dell’arte, dai quali il giovane apprendista coglie spunti ed insegnamenti preziosi.
L’attività professionale di commercialista lo allontana a lungo dalla fotografia attiva, ma la passione per la macchina fotografica non muore mai. Dopo tanti anni Pessina riprende a fotografare con immutato entusiasmo. Da alcuni anni il suo obiettivo va alla ricerca prevalentemente di materiali eterogenei di recupero, logorati dal tempo e dall’uso, che comunque hanno perso la loro forma statica ed oggettuale originaria, considerando la materia contemporaneamente nel suo significato di “cosa” e di “segno”.
Nel novembre 2013 la mostra personale “Metalli, colori e forme”, allestita presso la libreria UBIK di Parma, ha incontrato favorevoli critiche ed un riscontro positivo da parte dei numerosi visitatori.

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“Alberto Allegri. Scolpire in Bodoni”

La Fondazione Museo Bodoniano, unitamente a Biblioteca Palatina e Galleria Nazionale di Parma organizzano l’allestimento Alberto Allegri.
Scolpire in BODONI, a cura di Marzio Dall’Acqua. L’esposizione delle sculture, dislocate lungo lo scalone monumentale di accesso al Palazzo della Pilotta, verrà inaugurata martedì 11 marzo alle ore 16.00
Dopo i saluti di Sabina Magrini, direttore della Biblioteca Palatina e del Museo Bodoniano, e di Mariella Utili, Soprintendente per i beni storici artistici ed etnoantropologici di Parma e Piacenza, interverranno il curatore Marzio Dall’Acqua e Tommaso Trini, critico e docente di storia dell’Arte all’Accademia di Brera.
Da anni Alberto Allegri, scultore fontanellatese, lavora sulle lettere dell’alfabeto, che non a caso, per un parmense, non può avere che le forme classiche ed insieme moderne dategli da Giambattista Bodoni (1740-1813) del quale si sono appena concluse le celebrazione del secondo centenario della morte. Definito “lo scultore della lettera”, Allegri, come Bodoni (disegnatore di caratteri e fonditore, prima e forse più che tipografo), lavora sui segni dell’alfabeto, sulla loro forma, che non deve mai staccarsi da una riconoscibilità visiva, una specie di “fedeltà alla figura” nel massimo di astrazione formale.
Grande cura è posta nella scelta delle proporzioni e della materia nel quale tradurre ogni lettera, non rinunciando al gioco del dentro e fuori, del chiaro e dello scuro, della lucente levigatezza o della brunita scabrosità, per cui le lettere enormi diventano parete, angolo, sospesa e aerea movenza, segno o apertura, porta, accesso o sbarramento. A poche settimane dalla grande mostra Bodoni 1813 – 2013 Principe dei tipografi dell’Europa dei Lumi e di Napoleone, quasi a segnare una sua ideale continuazione, alcune delle lettere in metallo realizzate da Allegri a fine anni ’90 vengono riproposte e posizionate in modo che possano essere una scoperta ed una riscoperta, come avviene anche per i capolavori bodoniani. Fino al 20 marzo, tra l’altro, sarà possibile anche visitare l’esposizione La Fabbrica del libro perfetto nella Galleria Petitot della Biblioteca Palatina, sezione della mostra bodoniana prorogata (lunedì – venerdì 9.00 – 13.00).
Alberto Allegri, nativo di Parola di Fontanellato dove risiede e lavora, è insieme scultore, calligrafo, architetto, performer e disegnatore finissimo. Ha frequentato il Liceo e l’Accademia di Brera ed, ancora studente, ha iniziato ad esporre nel 1964. Molte, negli anni, le personali e le collettive in tutta l’Italia e all’estero, compresi gli Stati Uniti e il Giappone. Dal 1974 è scultore e, affiancando architetti e ingegneri, si è occupato di arredi privati e pubblici.

Alberto Allegri. Scolpire in Bodoni Parma, Palazzo della Pilotta, scalone monumentale. Dall’11 marzo al 6 giugno 2014. 
Orari di apertura: lunedì non festivi, martedì – domenica 8,30 – 19. Ingresso gratuito.

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“Campigli. Il Novecento antico”

Donne, infinite donne, elegantissime, ingioiellate, eppure prigioniere; il mistero che si cela nell’arte di Massimo Campigli viene indagato in oltre ottanta opere a documentare l’emozionante percorso dell’artista.
In concomitanza con la pubblicazione del Catalogo generale dell’artista (realizzato dagli Archivi Campigli) la mostra “Campigli. Il Novecento antico”, a cura di Stefano Roffi, presso la Villa dei Capolavori, sede della Fondazione Magnani Rocca a Mamiano di Traversetolo (Parma), dal 22 marzo al 29 giugno 2014, richiama così l’attenzione su uno dei pittori più significativi del Novecento italiano, presente nei maggiori musei del mondo ma pressoché assente dalla grande scena espositiva dopo la memorabile mostra che la Germania gli dedicò nel 2003.
Cinque le sezioni: la stupenda ritrattistica, con le effigi di personalità del mondo della cultura, ma anche amici, signore belle e famose; la città delle donne, che accosta opere che rivelano l’ossessione per un mondo che pare tutto al femminile; le figure in sé prive di identità ma caratterizzate da scene di gioco, spettacolo, lavoro; i dialoghi muti, coppie vicine spazialmente ma incapaci di comunicare, prigioniere del proprio mistero; gli idoli, presentati nell’evoluzione dalle figure idolatriche tratte da Carrà negli anni venti a quelle di ispirazione primitiva che compaiono a partire dagli anni cinquanta. Di particolare interesse l’accostamento, per la prima volta in un’esposizione, delle quattro enormi tele che Campigli teneva nel proprio atelier.

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“Fragili guerriere – Chiamata alle arti”

FRAGILI GUERRIERE – CHIAMATA ALLE ARTI
Sabato 8 marzo – ore 17.00
Collezione Civica d’ Arte Contemporanea
Sella di Lodrignano
Neviano degli Arduini PR

Si inaugura sabato 8 marzo alle ore 17.00, nella sede della Collezione Civica
d’arte contemporanea di Sella di Lodrignano (Neviano degli Arduini-Parma) la mostra
FRAGILI GUERRIERE – CHIAMATA ALLE ARTI.

La proposta espositiva promossa dal Comune di Neviano è organizzata dall’ associazione Muse e curata da Stefania Provinciali e Daniela Rossi.
Durante l’ inaugurazione Patrizia Bonini presenterà le sue Carte d’ Arte e si assisterà alla performance di Lorenza Franzoni.
Il movimento poetico/artistico “Fragili Guerriere” fondato da Daniela Rossi e Rosaria lo Russo nel 2010, è nato per valorizzare e promuovere le diverse forme d’ arte, dalla poesia all’arte visiva, dalla musica al teatro.
Verranno esposte opere di pittura, fotografia e installazioni realizzate da autrici di diversa connotazione artistica ma che hanno in comune una poetica del linguaggio e dell immaginario, autoironia, sarcasmo, coraggio e una volontà di tramandare e preservare la memoria e di testimoniare il presente.
Parlare di donne artiste può anche essere occasione per guardarsi dentro con i loro occhi attraverso un’ immagine simbolo del loro percorso.
Nella mostra di Sella le opere si muovono tra illusione e realtà (la Psiche di Marina Burani e Le Café of Changing of the Guards di Daniela Monica), tra storia (la Zarina di Francesca Mattioli) e memoria (le Case della vita di Margherita Braga e i Vestitini di Franca Rovigatti) tra ironia e performance (Sono commossa di essere qui, se lo siete anche voi prendete un fazzoletto di Lorenza Franzoni), tra artigianato che diventa arte (l’Uncinetto guerriero di Patrizia Bonini e le fragili creature di carta di Cristiana Valentini) e arte che diventa moda (A Pelle di Manuela Corti in collaborazione con la stilista Carlotta Actis Barone). Le immagini fotografiche sono un racconto variegato dove colore, bianco e
nero, luci ed ombre, movimento e fissità, sono presupposti di una narrazione; le artiste lavorano sulla luce (Caterina Orzi per filtrare i significati degli oggetti), sul bianco e nero (Linda Vukaj per sondare l’ anima di una donna, Veronica Romitelli gioca con la composizione giocosa delle immagini.
La mostra resterà aperta fino al 30 marzo il sabato e la domenica.

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“Metalli Filati”

Inaugurazione della mostra “Metalli Filati” a cura di Paolo Mezzadri in Borgo Riccio da Parma, 19 a Parma.
La mostra rimarrà aperta fino a sabato 21 marzo dal lunedì al sabato dalle 10 alle 13 o su appuntamento telefonando al 3496156474.
L’ artista è stato invitato per esporre a Milano nella prestigiosissima sede di Palazzo Isimbardi in occasione del convegno “Design uno stile di vita italiano”.

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“Donna: Singolare Femminile”

L’associazione U.C.A.I. Sezione di Parma è lieta di presentare, presso la propria sede Galleria S. Andrea in via Cavestro 6, nel centro di Parma, la SECONDA EDIZIONE della mostra

“DONNA: SINGOLARE FEMMINILE!
Dal punto di vista di 7 artiste” Annamaria Bujani, Francesca Dosi, Elisabetta Fontana, Luciana Fusari, Mirella Lanfranchi, MariaGrazia Passini, Lidia Tedoldi. INAUGURAZIONE SABATO 22 FEBBRAIO 2014 ALLE ORE 17.00

L’ intento di voler omaggiare la donna sembra essere diventato un appuntamento fisso in Galleria S. Andrea e anche quest’anno sette socie della storica associazione di Parma si sono unite per realizzare non solo una mostra ma un’iniziativa di sensibilizzazione all’arte e alla figura femminile attraverso un evento collaterale.
Giovedì 27 febbraio alle ore 16.30 si terrà in Galleria S.Andrea una tavola rotonda dal tema “La donna nella Bibbia” i cui relatori saranno: la biblista Suor Tilla Brizzolara, che analizzerà la tematica da un punto di vista teologico, mentre Rita Torti studiosa di tematiche di genere darà una chiave di lettura legata all’attualità ed infine Don Sergio Nadotti, consulente ecclesiastico dell’UCAI di Parma, ci guiderà in un’analisi iconografica nel mondo dell’arte.

Di seguito una breve “ritratto” di ognuna delle sette artiste partecipanti:

Annamaria Bujani: “…I dipinti di Anna Maria Bujan infatti di pensieri e parole, trame segniche e molti cromatismi dediti ad attribuire all’opera un significato concluso, in un rinnovarsi della ricerca pur a tratti allontanandosi dal consueto, si combinano seconde precise deduzioni visive, secondo un significato che scava nell’anima, con pudore sempre presente in una attenta interpretazione”.
Testo a cura di Stefania Provinciali.

Francesca Dosi: “Autodidatta, Francesca s’ispira inizialmente alle affiches di Mimmo Rotella e realizza ritratti d’ icone cinematografiche che espone al Centro Cinema Lino Ventura di Parma, all’Espace Moselle di Bruxelles e allo storico Studio 28 di Montmartre. (…)
Francesca Dosi celebra un sogno di armonia, di grazia e di persistenza, ma lascia affluire le ferite e la fragilità di un’umanità malinconica, occultata dietro veli d’ombra, luci polverose e pigmenti liquidi, evanescenti. E’ traccia, movimento e organica trasparenza”.
Testo a cura di Anne Marie Baron.

Elisabetta Fontana: “… si può scegliere se essere pittori nella realtà, fedeli imitatori della natura, o autentici cantori della’anima. Si tratta in ogni caso di una scelta coraggiosa, di una ricerca di profondità, di un’esigenza di spiritualità. Elisabetta ha scelto di fare della pittura la proiezione del suo cammino interiore. Nella materia informe, nel colore puro, lei è in grado di trasferire tutta la forza che sgorga dal vortice creativo, riuscendo così a dare forma alle emozioni, consistenza plastica e sostanza visibile all’incorporeo…”
Testo a cura di Daniela Pronesti.

Luciana Fusari: “… come ha lasciato scritto il maestro francese Dominique Ingres “ il disegno è anche espressione, la forma interna, il piano, il modellato . . . comprende i tre quarti e mezzo di ciò che costituisce la pittura”. Ecco: disegnare vuol dire già dipingere, cosa che Luciana Fusari fa con straordinaria abilità, eleganza e immediatezza, creando insieme l’atmosfera, lo spazio, i volumi e un’immagine che ritorna insieme diversa e continuamente ricercata, riproponendo il mutare del reale, il manifestarsi della molteplicità in forme che sintetizzano, in un certo senso, la vita stessa nelle sue manifestazioni più segrete ed archetipe.”
Testo a cura di Marzio Dall’Acqua.

Mirella Lanfranchi: “…(…) il percorso, iniziato con una surreale e solitaria scalinata, si conclude con l’atto di cancellazione di un viso ritratto come fosse di una copertina di moda e la scelta di inserire fisicamente il pennello intinto nel bianco sembra un invito per lo spettatore a diventare parte attiva in tale gesto. Forse ci sta ricordando un universale legame tra gli esseri e ci comunica una responsabilità collettiva nella necessità di ripartire da nuovi, più elevati e completi ideali di donna”.
Testo a cura di Annalisa Mombelli

Maria Grazia Passini: “… Ora lei, con quelle mani di scalatrice suona il violino, dipinge, plasma. Ogni suo atto è ricerca e ringraziamento. In ogni opera continua a salire verso il cielo e a far battere il suo, il nostro cuore, all’unisono con quello delle montagne e dell’universo. Si dice che l’arte sia medium di qualcosa, di qualcuno lassù, e che l’artista sia solo interprete e tramite del divino. Nell’opera della Passini questo ha un’evidenza sconcertante, paragonabile alla forza espressiva, comunicativa dei più grandi artisti. Perché è arte vera…”.
Testo a cura di Manuela Bartolotti.

Lidia Tedoldi: “… un’attenta introspezione emerge dalle sue tele, nei paesaggi in particolare ma anche nelle composizioni in cui, pur cogliendo dal vero, elabora momenti fantastici utilizzando una tavolozza personale e libera.” Testo a cura di Stefania Provinciali. “… Lidia incrina le apparenze del vero di natura con sottili tessiture di un colore libero e immaginativo, scoprendo così illese frontiere della fantasia”.
Testo a cura di Gianni Cavazzini.

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“L’arte di imparare in tre continenti”

In un momento in cui è vivo e dibattuto nella società il tema dell’incontro tra culture, il Museo d’Arte Cinese ed Etnografico di Parma propone una mostra dal significativo titolo:
“Culture a Confronto: L’arte di imparare in 3 Continenti”.
Con materiale originale e di estremo interesse, la mostra propone un viaggio di incontro nelle culture. Conoscersi è un prerequisito per un felice incontro! Come trasmettere i propri valori alle generazioni a venire?
Africa. La mostra illustra un originalissimo metodo d’insegnamento e apprendimento praticato anche tempi della mancanza della scrittura tra il popolo Lega della Repubblica Democratica del Congo: la corda della saggezza. Appesi ad una corda, gli oggetti più vari e vicini alla vita quotidiana di ragazzi ed adulti, scolpivano nella memoria collettiva, proverbi, detti ed aforismi coi quali far propri corretti comportamenti sociali.
America Latina. Tra i Kayapò dell’America Latina, attraverso la pittura del corpo e gli spettacolari ornamenti plumari, si rendeva a tutti palese l’ideale di vita di “popolo mereremex”, ossia popolo forte e bello.
Asia. Per la Cina, la mostra espone pannelli di storie di bambini, che venivano utilizzati nella scuola primaria, per insegnare ai bambini, attraverso racconti esemplari dell’infanzia di grandi personaggi della storia e della cultura cinesi, la diligenza, lo spirito di sacrificio, la disciplina e l’amore per l’apprendimento.

La mostra è istruttiva per tutti, ancor più per gli studenti di ogni età e grado.
La Mostra “Culture a Confronto” è aperta da Martedì a Sabato dalle h. 9.00 alle 14.00, per tutta la durata dell’anno scolastico.

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“Le perdite dimenticate”

24/02/2014
h.17.20

Ci sono luoghi di cui svanisce il significato e la memoria, ambiti di città che si svuotano di relazioni e che finiscono per essere abbandonati. Spazi o progetti mai ultimati, costretti a una lenta agonia, dimenticati da una comunità distratta che a volte dimentica anche le persone, fino a che essa stessa non matura la consapevolezza della necessità di correre ai ripari, pena la morte del proprio presente, della memoria del passato e della speranza del futuro.
A “Le perdite dimenticate: comparse e scomparse nel quotidiano di persone e luoghi” Socrem Parma, in collaborazione con la Provincia, dedica la propria riflessione attraverso la mostra di fotografie firmata da Sandro Capatti che sarà inaugurata nell’abito di una iniziativa in programma per giovedì 27 febbraio alle 16 a Palazzo Giordani, la sede dell’ente di viale Martiri della Libertà a Parma.
Un doppio appuntamento con il quale l’associazione di volontariato che promuove la cremazione vuole contribuire a diffondere la cultura della vita attraverso il rispetto di ogni cosa che la richiami,
per diffondere la consapevolezza che armonia e bellezza aggiungono valore all’esistenza umana.
L’iniziativa si aprirà alle 16 nel cavedio di palazzo Giordani con la conversazione con Jutta Bologna psicologa, psicoterapeuta presso l’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma, condotta da Rocco Caccavari presidente Socrem Parma e con le letture di Simone Baroni. A seguire alle 17,00 l’inaugurazione della mostra a cui interverrà oltre al fotoreporter Sandro Capatti, Giuseppe Romanini, assessore provinciale alla cultura.
La mostra resterà aperta fino al 23 marzo con i seguenti orari di visita:
lunedì e giovedì 8-18
martedì, mercoledì e venerdì 8-14.

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“Perché non accada mai più: Ricordiamo”

Perché non accada mai più: RICORDIAMO” inaugura nel Palazzo delle Orsoline sabato 15 febbraio alle ore 16.00 una mostra per ricordare lo sterminio delle persone disabili perpetrato dal nazismo.
Ricordare ed onorare la memoria delle vittime del programma di eutanasia delle persone disabili che avvenne durante il nazismo in Germania e non solo, a partire dal 1939, in nome della purezza della razza e del risparmio delle risorse economiche.
È questo l’obiettivo della mostra “Perchè non accada mai piu: RICORDIAMO”, che sarà allestita nell’Auditorium di Palazzo Orsoline dal 15 al 28 febbraio.
L’iniziativa, che verrà inaugurata il 15 febbraio alle ore 16.00, è organizzata dall’associazione ANFFAS onlus Emilia Romagna-Parma (Associazione di famiglie di persone con disabilità intellettiva e/o razionale), in collaborazione dell’ANMIC di Parma, (Associazione nazionale mutilati e invalidi civili), con il patrocinio della Regione Emilia Romagna.
“Il percorso della mostra è stato allestito con particolare attenzione per le scuole e risulta di facile e immediata comprensione grazie ai 31 pannelli espositivi che ripropongono materiali autentici dell’epoca: fotografie, stralci di leggi e studi scientifici (eugenetica), materiale di propaganda nonché descrizioni e spiegazioni su quegli avvenimenti spaventosi che portarono allo sterminio di 300mila bambini e adulti innocenti. L’intento dell’esposizione è quello di riportare alla memoria le incredibili mostruosità avvenute sotto il nazismo, con l’auspicio che non si ripetano mai più e nel profondo messaggio di accettazione delle diversità e di difesa della stessa in favore dei più deboli”, ha spiegato l’assessore alla Cultura Pier Luigi Zanettini.

La mostra resterà aperta dal 15 al 28 febbraio con apertura pomeridiana dalle 16.30 alle 18.30. Le scuole secondarie di primo e secondo grado avranno la possibilità di visitarla al mattino, con orario da concordare contattando lo tel. 0524 517388, oppure inviando un’e-mail a montim@comune.fidenza.pr.it. 

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“India Face Of”

Un mix di tradizioni e modernità: sono questi gli elementi che rendono l’ India un luogo così particolare, forte del suo legame con il passato ma anche proiettato verso il futuro.
“Siamo molto lieti di patrocinare una mostra fotografica dedicata ai volti dell’India, dove Alessandro Iovino ha saputo riprendere, attraverso i suoi scatti, la vera essenza del popolo indiano” ha commentato Mr. Chilka Gangadhar Direttore dell’Ufficio Nazionale del Turismo Indiano a Milano.
I ritratti di Alessandro Iovino sono il frutto di un’osservazione costante e ossessiva delle attitudini delle persone in un determinato ambiente. Qualsiasi paese e società, “modifica” le persone in ogni aspetto, esteriore e culturale, scolpendo nei loro visi i segni di un vissuto, di uno stato d’animo momentaneo o talvolta di un pensiero comune, che si traduce in quel filo conduttore che trasforma i suoi scatti nel racconto della storia di una destinazione.
“Nei ritratti indiani, il filo conduttore che mi ha guidato in tutti i miei scatti, è la pazienza di un popolo che cura minuziosamente ogni gesto compiuto durante la giornata, azioni semplici che portano una società a una crescita guidata da un credo verso la propria terra e attraverso la loro cultura” dichiara Alessandro Iovino.
Una lentezza esasperata quanto calcolata in ogni singolo gesto quotidiano. Ma sopra ogni aspetto, vi è una ricerca estetica, non intesa come bellezza esteriore ma espressione di un viso e di sguardi che trasmettono in maniera vera e palpabile, le emozioni di quel soggetto trascendendo dal fotografo e dalla sua macchina fotografica.
“L’india personalmente l’ho vissuta attraverso gli occhi di persone le quali con pazienza interpretano la loro vita, ti accolgono, ospitano e lasciano andare alla ricerca della tua strada” conclude Alessandro Iovino.
La mostra fotografica, “ INDIA FACE OF “ rimarrà aperta al pubblico tutti i giorni fino al 7 Marzo. presso il Tcafé, Palazzo della Rosa Prati a Parma, per poi continuare a Modena, Piacenza e Milano nelle settimane a seguire.

Alessandro Iovino, classe 1988 è nato a Parma, dove vive attualmente. Tra i suoi pensieri quello che ogni essere umano è nato per sognare, esplorare e scoprire ciò che realmente esiste fuori dalla scatola. Durante un viaggio on the road tra Australia, Nuova Zelanda e Asia meridionale scopre un’attrazione irresistibile per la ritrattistica e il dolore umano. Dopo questa nuova esperienza di vita, torna in Italia per poi trasferirsi a Londra per frequentare l’accademia di fotografia della London University. Una città che con la sua vivacità, i centri d’arte e mostre provenienti da tutto il mondo, ha portato Alessandro Iovino a percorrere una nuova strada dove le arti diventano il bisogno primario . Tra gli ultimi riconoscimenti a dicembre 2013 il suo inserimento tra i 23 top del National Geographic America – per l’area “look”, e recentemente la nomina a candidato per il Joop Swart Master Class by Jack Picone Photographer.

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“Case sospese”


“Case sospese” è la nuova mostra del fotografo parmigiano Ettore Moni, una raccolta di immagini realizzate lungo la pianura bagnata dal Po con la tecnica del banco ottico. L’attenzione dell’artista si è infatti concentrata sulle cosiddette “case sospese”, le abitazioni galleggianti come capanne, palafitte o roulotte, costruite da quegli uomini che hanno fatto del Grande fiume la propria casa.
L’esposizione verrà inaugurata sabato 15 febbraio in due momenti distinti: alle 17.30 è in programma l’appuntamento al Blank, il concept store di viale Tanara dedicato all’arredamento; mentre alle 18.30 si terrà la presentazione nella co-creative gallery Un_Type, in strada San Nicolò. L’originale mostra è stata infatti suddivisa nei due diversi spazi espositivi di Parma che il pubblico potrà visitare fino all’11 aprile. Il progetto artistico è stato curato da Alberto Nodolini con la collaborazione di Elisa Maestri e si avvale dei testi critici di Paolo Barbaro e Guido Conti, e il sostegno dei main partners Macro, Costruzioni Marella e Stamperia scrl.
“Case sospese” offre uno sguardo sui dettagli al confine delle città, scoperti perché è di loro che si vuole parlare, di quelle abitazioni che vivono lungo il Po. Le case sospese tra il tutto che si muove costantemente e la volontà dell’uomo di mettere radici. Tra i racconti di una storia infinita e i segni metaforici di un tempo passato non ancora dimenticato. Dentro al paesaggio creato dalla forza del fiume.
Nel suo nuovo progetto fotografico, Ettore Moni mette a confronto due elementi imprescindibili: il cosa si è deciso di fotografare e il come è stata scattata la fotografia. La scelta tematica e la scelta stilistica. Le case sospese e il banco ottico. Elementi esclusivi, capaci, ognuno con il proprio ruolo, di rendere ancora più particolare l’idea fotografica. Come se entrambi volessero sottolineare l’importanza e l’unicità del grande momento che è stato ogni volta immortalato.



LA MOSTRA
Case sospese – personale di Ettore Moni
Inaugurazione sabato 15 febbraio 2014:
ore 17.30 c/o Blank in viale Tanara, 15
ore 18.30 c/o Un_Type in strada San Nicolò, 7
fino all’11 aprile 2014
Info: 0521 206076

ETTORE MONI
Ettore Moni è un fotografo parmigiano, classe 1967. Ha vissuto e lavorato per lungo tempo a New York come fotografo di moda. La moda è stata però solo una delle grandi passioni di Moni che vanta un repertorio artistico molto ampio. Come fotografo si è dedicato al nudo, ai ritratti, agli ambienti urbani, a ricerche sul paesaggio e sulla storia italiana, scegliendo uno sguardo estremamente realista. Le sue foto sono state pubblicate su riviste nazionali ed internazionali, fra cui: D di Repubblica, Anna, Kult, Sport&Street, Sportswear International, Pig.

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“Acquerelli”


Da sabato 8 a giovedì 20 febbraio 2014 presso Galleria S. Andrea a Parma Muovere il pennello sulla carta, vedere i colori che si fondono armonicamente nel balenante movimento dell’acqua, è un’emozione che nessun’altra tecnica pittorica sa dare. Trovare la sicurezza nell’insicurezza del fare, cercare la soluzione con una macchia che riassuma l’emozione di un gesto, domare l’elastico scorrere del pigmento sul foglio di carta, tutto questo è acquerellare.
In questa esposizione sette pittori soci dell’associazione UCAI di Parma offrono un excursus di modi diversi di interpretare tale tecnica e quindi anche la possibilità di intuire, grazie alla spontaneità dell’acquarello, aspetti delle personalità di ognuno.
Dai fiori ai paesaggi, dai nudi ai ritratti a vere e proprie fantasticherie, il visitatore avrà a disposizione un ricco e stimolante repertorio artistico. Questa collettiva vorrebbe essere l’inizio di una serie di mostre presso la Galleria S.Andrea che uniscano artisti di varia estrazione e formazione attraverso il confronto di uguali tecniche d’esecuzione.
Annalisa Mombelli

DI SEGUITO UN BREVE “RITRATTO” DI CIASCUNO DEI SETTE ARTISTI:
Artemisia Bolsi: “Artemisia attraverso l’essenza veloce e svaporante dell’acquarello ci dimostra di poter cogliere la bellezza dell’istante e di saper vincere il tempo. I suoi trasparenti bouquet, nati dall’acqua e dal colore, trasmettono felicità e rappresentano il conforto di poter trovare sempre in natura la poesia e l’armonia. Artemisia con la delicatezza dell’acquarello fatta di tocco e di inebrianti macchie di colore irrorate di luce mantiene e rinnova la freschezza e l’incanto della natura”. dal Catalogo “I fiori di Artemisia”, testo a cura di Eles Iotti.
Margherita Caldanini: “… Gli acquerelli infatti virano, dalla trasparenza che li caratterizzerebbe come tecnica, alla matericità della terra via via rappresentata nei paesaggi e nei soggetti floreali che grazie al sapiente uso del colore,come soggettodi luce,diventano veicoli di grande solarità e positività. Il colore è quindi il mezzo con cui Margherita Caldanini supera la barriera del tempo e dello spazio e ci accompagna verso quel senso di infinito che scaturisce dalle sue opere permettendo al sogno di entrare in collisione con la realtà e di contaminarla”. Testo a cura di Paola Bonoretti
Giuseppe Passera: “… i suoi acquarelli spiccano per il tratto sicuro e deciso senza barocchismi, istintivo, immediato dai colori vivi e brillanti. I soggetti floreali, anche se giocati in monocromie di sfumature di blu oltremare o rossi magenta, mantengono sempre tridimensionalità e sembrano fuochi d’artificio nelle esplosioni di colore… I paesaggi hanno profondità e respiro anche dove riproduce un particolare angolo di un borgo come per un canaletto di Venezia, giocando con intense sfumature dai toni caldi…” testo a cura di Annalisa Mombelli.
Rosanna Rossi: “…e anche Rosanna Rossi dopo i pittori Inglesi, il Sala e Decimo Martelli, dipingendo questo amore per l’acqua e per il Po’ racconta umide storie di vita. “acquerugiole alla Dannunzio incessanti, che si infiltrano dappertutto, anche nelle mostre e nei cataloghi. E, se fosse poesia ?” Testo a cura di Tiziano Marcheselli. “…il suo acquerello si avvale di una pennellata forbita , aerea, che punta sulla dissolvenza, creando stupendi contrasti tonali, e rendendo a pieno le trasparenze e le velature. È la pittrice dei giardini, in cui il fiore trova la sua collocazione ideale e spiriutuale nell’eterno ritorno Nietzciano della vita.” testo a cura di Antonino De Bono, Presidente rivista ArtePiùArte Milano.
Renzo Rabboni: “Rabboni lavora con il colore, ma anche con la tela, con la geometria, ma anche con lo spazio, con il rapporto tra primo piano e sfondo, tra soggetti diversi dove la figura umana talora lascia il posto alla natura morta o al paesaggio; la luce diventa atmosfera, poesia naturalistica e il nudo rifrazione di emozioni, scomposizione di luci, che vibrano come le emozioni.” “…con il mutare delle stagioni Rabboni si rinnova, muta pelle, entra sempre più segretamente nella polpa del reale, ne scalza la scorza, inseguendo lamagia della luce che accarezza le cose, trasformandole per distillarne l’anima segreta e la sottile poesia sospesa. “ testo a cura di Marzio Dell’Acqua.
Maria Teresa Saccani: … l’acquarello è la tecnica che le permette di sperimentare le intensità dei colori con immediatezza e raffinatezza. Nei paesaggi autunnali e invernali è in grado di realizzare atmosfere sognanti e malinconiche, misteriose ed accattivanti…. Inoltre in alcune tavole i cieli sono così sfumati da sembrare realizzati con i pastelli. Raramente inserisce elementi “umani”: una barca o una piccola casa o una strada sono sempre solitari nell’immensità della natura, spesso autunnale o invernale. L’autunno è nella sua poetica un personaggio, come un’ entità vivente, forse perché l’autrice è in grado di cogliervi il mistero della ciclicità della vita…” testo a cura di Annalisa Mombelli.
Sauro Tessoni: “Nei quadri di Tessoni tutto sembra sospeso, silenzioso, in attesa. E in questa attesa ogni cosa vibra nella luce, mentre i colori si compongono in orchestrazione perfetta. E’ quest’ordine, quest’equilibrio a far credere all’incantesimo dell’immobilità, ma a ben vedere c’è sempre un assolo splendente, una deflagrazione solare, squillante. La pittura di Tessoni è il canto corale della vita in un’estate che sembra non finire mai: un inno alla gioia. Quello che sembra muto, porta in sè il soffio dell’esistenza: flebile, ma perenne. E’ il sussurro che richiama il giorno, acquattato nelle cose e nella speranza del dopo. E quest’artista invita ad ascoltarlo, opera dopo opera, in un crescendo gioioso, in un tripudio di colori. Una sinfonia. La nona?” testo a cura di Dott. Manuela Bartolotti.

Le origini della tecnica risalgono al periodo medioevale, nel quale spesso l’acquerello veniva usato in abbinamento alla tecnica della doratura da amanuensi e illustratori. Nel Rinascimento l’acquerello incominciò ad essere utilizzato in ambito di preparazione e progettazione artistica e architettonica, grazie alla sua velocità di utilizzo e alla sua efficace resa chiaroscurale. Venne inoltre impiegato in studi di tipo naturalistico.
Nel Rinascimento fu largamente impiegato per eseguire studi sulla natura e per i paesaggi (A. Durer), studi di animali (Pisanello), studi di guerrieri (Pinturicchio), scene sacre o profane (Rubens, Salvator Rosa), riproduzioni botaniche e scientifiche dato che il mezzo ne consente l’utilizzo all’aria aperta. Fu però tra il XVII ed il XVIII secolo che la tecnica trovò la sua massima fioritura con pittori olandesi, francesi e soprattutto inglesi, come il grande J. M. W. Turner. Nel 1800 la tecnica fu di nuovo impiegata in studi preparatori di opere che sarebbero state poi realizzate ad olio. Nello scorso secolo, infine, l’acquerello fu utilizzato da celebri artisti, come Paul Klee, e altri artisti illustratori come Edmund Dulac.
Bibliografia: G. Previati, La tecnica della pittura, Bergamo, 1913. Enciclopedia Treccani, Vol. 1, 1929.

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“Città”


La mostra “Città” racchiude 10 anni di lavoro di Lorenzo Dalcò sul tema delle aree urbane. La mostra rimarrà visibile da martedì 4 febbraio 2014 a venerdì 28 marzo 2014 presso la libreria Fiaccadori dalle ore 9.30/19.30 tutti i giorni. I quadri in vetrina rimaranno illuminati tutta la notte.

“..La ricerca di Lorenzo Dalcò porta le tracce, sia nella passione per la città nel suo complesso, per la veduta, che si distende ampia e panoramica, per lo skyline che rompe cieli arrossati, avvampanti o freddi di intensità boreali. Da qui è partito Dalcò, ma il suo viaggio non si è certo fermato a queste atmosfere, a queste allusioni ad una natura che diventava sempre più pittura, sempre più materia cromatica, che si accendeva di bagliori, si incupiva dando vita a monocromi con variazioni di tono su tono, ad un complesso equilibrio instabile tra la visione dell’immagine della città, le sue luci, i suoi umori distillati da alchimista e la sua trasposizione su di una carta geografica, nella magia di una rappresentazione simbolica sospesa tra l’invenzione e l’evocazione della realtà..”
Marzio Dall’acqua

“..Nelle opere di Dalcò, nelle sue tavole, troviamo immediatamente il colore della pittura. Cercavamo le ragioni della sua opera il loro senso all’interno di una retorica dell’impegno di denuncia sociale ma non é questo il senso. Dalcò parla dell’operare che compie il colore quando incontra il ‘debole disagio delle strutture architettoniche che costituiscono le facciate degli edifici quali si presentano con il canone prospettico. Queste sono sottoposte ad una ‘passione’ – espressione coloristica così sollecitante che sembra le conduca fino al punto di essere demolite o almeno oscillanti — indifese come appaiono. Le forze degli elementi della natura celeste il cielo là dove risiede (abita) la potenza coloristica mette in crisi ogni struttura architettonica. – Tempeste di colore incombono sul debole codice costruttivo. Sovente queste facciate vengono contaminate dal conflitto che avviene sopra di esse tanto che le luci e le ombre si assentano così come le persone, gli individui e nessuno percorre queste strade, solamente qualche automobile quasi inUmorita sosta in gruppi quasi a proteggersi. Talvolta le strade umide di pioggia colorata si accendono di lampi argentei. Queste opere testimoniano di una pittura che dipinge., è un conflitto in cielo che prende anche colui che dipinge..”
Fabrizio Sabini

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“Imagine: ritorno al futuro”

11/02/2014
h.11.00

L’ArtGallery di Borgo San Vitale, 3 Parma, è lieta di invitarVi allla mostra “IMAGINE: ritorno al futuro” collettiva d’arte contemporanea che raccoglie opere di tre artisti: Giorgio Armani, Paolo De Cuarto e Davide Forleo.

Gli Artisti scelti per questa mostra hanno saputo rappresentare in maniera significativa il Vintage degli anni ’60, ’70 e ’80.
La mostra sarà accompagnata da un ricco catalogo con testi critici curati da E.A.C.
Inaugurazione sabato 15 febbraio 2014 alle ore 18. Durante l’inaugurazione musica dal vivo di Ichinen duo feat Leonardo Danani.
Vintage è un attributo che definisce le qualità ed il valore di un oggetto o di un’immagine realizzata almeno vent’anni prima del momento attuale e può altresì essere riferito a secoli passati senza necessariamente essere circoscritto al XX secolo. Gli oggetti definiti vintage sono considerati oggetti di culto per differenti ragioni tra le quali le qualità superiori con cui sono stati prodotti, se confrontati ad altre produzioni precedenti o successive dello stesso manufatto, o per ragioni legate a motivi di cultura o costume.
Proprio la cultura ed il costume sono alla base del progetto de L’ArtGallery di Parma: la cultura delle immagini dove il ricordo onirico diviene materia ed uso della tecnologia nelle opere di Paolo De Cuarto e Davide Forleo ed il costume viene raccontato attraverso le opere di Giorgio Armani.
E’ una mostra trasversale nello spirito e nella volontà interdisciplinare di stupire con la delicatezza espressiva delle opere degli artisti attentamente selezionati.
Le immagini che portiamo nei nostri ricordi, che animano inconsapevolmente il nostro agire, sono in tutti i luoghi della nostra vita: nei muri delle città interpretati da Paolo De Cuarto, così come nella forza del messaggio del mondo parallelo di Davide Forleo e nella raffinatezza dei bozzetti degli abiti di Giorgio Armani.
Siamo quello che i nostri ricordi ci dicono di essere stati, IMMAGINIAMO un ritorno futuro per sentirci a casa, per assaporare con la nostalgia del ricordo chi siamo.
E.A.C. di Achille Bonito Oliva e Umberto Scrocca.

IMAGINE: ritorno al futuro dal 15 febbraio al 15 marzo 2014 – ORARI MOSTRA: dal Lunedi al Sabato 10.00 – 13.00 e 16.00 – 19.30 (giovedi e festivi su appuntamento)

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Patchwork a Traversetolo


L’Associazione “Famiglia più”, in collaborazione con il Comune di Traversetolo-Assessorato alla Cultura, promuove la prima esposizione e mostra di elaborati in Patchwork.
Si tratta degli elaborati prodotti dalle iscritte al corso di Patchwork iniziato nel 2013 e che si svolge tutti i mercoledì negli spazi messi a disposizione dell’Amministrazione Comunale.
La mostra sarà aperta dall’8 al 16 febbraio 2014 in Sala delle Colonne, al Centro Civico “Bruno Agresti” di Traversetolo.
L’esposizione osserva i seguenti orari di apertura:
-sabato e domenica: 9.00 – 13.00 e 14.30 – 19.00
-da lunedì a venerdì apertura su richiesta in biblioteca.
L’ingresso è libero.

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“Immagini dal territorio”

Mostra fotografica di Stefano Cavazzini alla libreria Mondadori, dal 3 al 28 febbraio, al centro commerciale Eurotorri a Parma, fotografie a “chilometri zero”, scattate a Parma e in provincia.
Venerdì 7 febbraio alle ore 18.30, incontro con l’autore, Stefano Cavazzini.

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“Le pergamene di Varsi”

Mostra fotografica delle pergamene di Varsi al liceo Bertolucci di Parma
Ospitare al Liceo Bertolucci la mostra delle Pergamene Longobarde di Varsi è insieme un privilegio e una sfida.
Il privilegio di poter offrire alla città il passato che riaffiora lungo le valli dell’Appennino in una alleanza fra territori finalizzata alla valorizzazione della cultura e della storia comune.
La sfida è invece legata ad uno dei tratti caratteristici del liceo Bertolucci, Scuol@2.0 che del linguaggio digitale ha fatto l’ambiente di apprendimento in cui giocare il nesso tra cultura umanistica e scientifica.
Ospitare le Pergamene di Varsi significa riconnettere i fili della storia e della cultura evidenziando come nel mutare degli strumenti, dei supporti materiali e delle condizioni storiche ciò che conta è la capacità di creare cultura. Di lasciare tracce di senso. Di formare cittadini consapevoli. E questo è il primo compito di ogni istituzione educativa.
Aluisi Tosolini – dirigente scolastico Liceo Bertolucci

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“Ricordiamo perchè non accada più”



Mostra – Perchè non accada mai più.
RICORDIAMO

Da Sabato 25 Gennaio a Domenica 9 Febbraio 2014 Reggia di
Colorno – Appartamento del Principe

Inaugurazione mostra
Sabato 25 Gennaio, ore 16
Giorni e orari di apertura:
Giorni Feriali su appuntamento dalle ore 10 alle 12
Sabato e Domenica dalle ore 10 alle 12 e dalle ore 15 alle 17

Mostra organizzata in occasione del GIORNO DELLA MEMORIA, Lunedì 27 Gennaio. PER NON DIMENTICARE.
Nel 1939 Hitler diede il via al programma di eutanasia delle persone disabili: in codice T4. In realtà fu lo sterminio di 300.000 bambini e adulti innocenti in nome della purezza della razza e del risparmio di risorse economiche. Fu una sorta di mostruosa prova generale della Shoah.
Comunale di Colorno, con il patrocinio della Regione Emilia Romagna e della Provincia di Parma, con la collaborazione dell’A.N.P.I. provinciale e locale.

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“Colori”



Collettiva UCAI dal 25 gennaio al 6 febbraio 2014 alla Galleria S. Andrea strada G.Cavestro 6, Parma
Orari di apertura al pubblico: da martedì a sabato 10-12 e 16-19 domenica 16-19 lunedì chiusura.

COLORI
INAUGURAZIONE SABATO 25 GENNAIO – ore 17.00.
iamo all’inizio dell’anno e perciò sta per iniziare un nuovo ciclo. Da un punto di vista storico e religioso il momento che caratterizza questo periodo è il carnevale che dovrebbe rappresentare un periodo di festa e allegrezza ma soprattutto di rinnovamento simbolico, durante il quale il caos sostituisce l’ordine costituito; una volta esaurito il periodo festivo, riemerge un ordine nuovo o rinnovato e garantito per un ciclo valido fino all’inizio del carnevale seguente. A Venezia, città simbolo del carnevale e ponte tra due mondi, ispirati dai riflessi della laguna che abbracciavano l’intero spettro cromatico della luce, gli artisti del Rinascimento hanno perfezionato la loro arte pittorica. Avevano compreso quanto i colori siano strumento essenziale per comunicare stati d’animo ed emozioni, per mascherare l’animo umano o esprimere una posizione sociale o intellettuale. I colori, simboleggiando la varietà e la diversità umana, sono espressione del mosaico culturale di cui ogni persona è parte.
Da qui è nata l’idea della collettiva “Colori” in cui la ventina di artisti partecipanti presentano opere, alcune inedite, di pittura e scultura liberamente ispirate ai temi carnevaleschi (maschere, scherzo, ironia, rovesciamento dell’ordine, momenti diosnisiaci, ecc…) e pertanto caratterizzate da fantasia creativa, colori, libertà di composizione.

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Le fotografie di Francesca Bocchia al Rangon

Fotografia per passione e passione per la fotografia: questo anima Francesca Bocchia, classe ’79, parmigiana del sasso, sposata e mamma di Giulio, uno splendido bimbo di tre anni.
I suoi scatti, a colori e b/n in formato 30×40 cm, rimarranno esposti al Rangon di Parma fino al prossimo 22 febbraio e riguardano immagini catturate durante i suoi viaggi: una banco di verdura a Parigi, un’ape su un girasole in Irlanda, un tipico anziano di Cuba, solo per fare alcuni esempi.
“La passione per la fotografia – spiega – è nata quando avevo circa dieci anni guardando le diapositive di mio zio che aveva fatto un bellissimo viaggio negli USA. Alcuni dei suoi scatti sono stati per me così significativi che li ricordo tutt’ora.”
“Inizio quindi a fare le prime fotografie con una piccola macchinetta a rullino regalo dei miei genitori e negli anni seguenti – prosegue – mi compro una favolosa Nikon con obiettivo Tamron: tante foto, rullini, negativi, che oggi sono scatole piene di ricordi. Nel 2009 passo definitivamente al digitale con la Nikon D3000: meno scatoloni e meno spese per chi ha la passione per la fotografia, ma il rullino ogni tanto lo rimonto per qualche passeggiata in centro a Parma”.
Francesca Bocchia lo scorso anno ha partecipato ad un corso di fotografia tenuto da Marco Bucci di Photoequipe, che l’ha anche concretamente aiutata nella scelta degli scatti da esporre – scelta ardua su 120.000 – e nel miglioramento degli stessi in post produzione.
La mostra fotografica di Francesca Bocchia all’Osteria Rangon in b.go delle Colonne 26/a a Parma è visitabile seguenti giorni e orari: dal lunedì al sabato dalle 10.00 alle 15.00 e dalle 18.00 alle 02.00. Ulteriori informazioni chiamando il numero 328 88 73 662 oppure scrivendo a: francescabocchia@yahoo.it

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Gennaio in Galleria

 

L’associazione UCAI Sezione di Parma è lieta di inaugurare il nuovo anno con una esposizione di quattro artisti di diversa provenienza che presentano un’ originale serie pittorica nello spazio espositivo dell’ex-chiesa S. Andrea nel centro di Parma.
La mostra rimarrà aperta dall’ 11 al 23 gennaio 2014 ad ingresso gratuito con i seguenti orari: da martedì a sabato 10-12 e 16-19, domenica 16-19, lunedì chiusura Francesca Cassoni, Mauro Marchini, Stefano Sorrentino e Giuseppe Vencato mostreranno un panorama coinvolgente di tele che, nelle loro diversità espressive e tecniche, rappresentano in ogni caso un’organica offerta culturale per il pubblico che saprà coglierla. Storie e formazioni diverse degli artisti ma anche analogie: Istituti d’Arte a Parma e Padova, luoghi di docenza, impulsi e contatti, che si ritrovano nelle loro produzioni artistiche, il DAMS a Bologna, frequentazioni culturali nelle storie individuali di vita e di formazione degli stessi.
Cassoni da sempre si esprime con un informale dai forti cromatismi, in pitture che, come la vita, possono essere veloci o lente, caotiche o ordinate, tristi o felici ma sempre autentiche, dirette, spontanee e lievi come le piume che a volte usa nella loro realizzazione. Un’espressione artistica che si può odiare o, al contrario, amare. Marchini adotta un linguaggio figurativo fantastico che da spazio alle percezioni dell’inconscio, alla sfera delle emozioni come chiave di lettura della realtà, al pensiero “divergente” ed irrazionale. Un lungo percorso che da anni di docenza presso il Toschi di Parma, lo porta ad una costante ricerca di modelli espressivi. Sorrentino riflette sul valore e sul significato dell’arte stessa. Le opere in mostra sono il punto di arrivo della sua più fertile stagione creativa. In questi ultimi anni tende sempre di più a rifugiarsi in una ricerca estetica di pura poesia e di “nobiltà” tutta letteraria. Da qui l’interesse dell’artista di sovrapporre al tessuto pittorico parole e scritte con significati specifici. Vencato vanta una lunga trafila accademica ed espositiva, oltre che lustri d’insegnamento d’arte. La sua arte pone interrogativi a chi, partendo dalle immagini rappresentate, voglia risalire al movente che le ha suscitate. Nelle sue forme espressive partecipano una visionarietà assolutamente originale nel panorama pittorico attuale, e nella singolarità non rispondono ad un principio di poetica che suggerisca un’interpretazione univoca.

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“Christmas Art”

L’ArtGallery di b.go San Vitale 3 è lieta di presentare presso lo Spazio Audiomedica di via Repubblica 49 a Parma, (ingresso da b.go al Collegio Maria Luigia).
“Christmas Art”, la mostra collettiva di Natale di una selezione di artisti che fanno parte della “scuderia” della Galleria.
Informale, Astrazione, Figurazione: 9 artisti, 9 stili e linguaggi molto distanti fra loro sono in scena fino al 30 gennaio 2014 allo Spazio Audiomedica con l’intento di attivare un dialogo fruttuoso e stimolante fra le diverse visioni degli artisti scelti:
Eloise Amadei, Gino Bernardini, Elisabetta Capelli, Giulio Cesare Matusali, Davide Martinazzo, Maria Pia Rizzardi, Sara Teruzzi, Francesco Zanichelli, Susi Zucchi.
Gino Bernardini, pittore e poeta dell’immaginario, ci fa entrare nel suo universo espressivo attraverso i colori ed i luoghi della sua terra: campi di grano, fiumi, canneti, sono descritti con decise pennellate che evidenziano l’essenza della natura attentamente osservata dall’artista.
Anche Sara Teruzzi, artista brianzola, esprime la sua arte per mezzo del paesaggio: le visioni di Sara ci trasportano in un’altra dimensione abitata da presenze invisibili, dal vento, dalle acque immobili, da celi cupi, dai fiumi e dai fiori.
Con intelligenza critica Eloise Amadei, giovane artista parmigiana selezionata tra i finalisti del Premio Arte Laguna di Venezia con l’opera “11”, ci mostra il suo punto di vista sulle cose, le sue riflessioni sul rapporto reale/virtuale con sguardo fresco e attuale.
Ritratti e autoritratti acquosi, intensi, carichi di una sottile e sensuale femminilità, alla ricerca di una reale identità, sono i lavori presentati da Elisabetta Capelli, giovane studentessa dell’Accademia di Brera.
L’universo femminile è al centro anche della nuova serie di opere di Maria Pia Rizzardi, in cui la pittrice, grazie a tagli intriganti e prospettive insolite, racconta a modo suo una femminilità incarnata dalle gambe sinuose e nello stesso tempo atletiche delle sue ballerine.
Susi Zucchi esibisce una declinazione lirica e simbolica della materia pittorica arricchita da tessuti e ricami riconducibili alla sua storia professionale legata alla moda e dalla conoscenza diretta della tradizione tessile di paesi quali India e Indonesia. Una grande personalità, uno spirito penetrante emerge dal grafismo originale e a tratti surreale delle chine acquerellate di Francesco Zanichelli, artista autodidatta dotato di una raffinata e intelligente ironia.
Giulio Cesare Matusali, artista di esperienza, nelle sue tele rivela intrecci e sovrapposizioni che articolano un racconto fatto di frammentari paesaggi urbani e terrestri, visioni confuse e sintetiche, suo tratto distintivo e creativo è la “maglia grafica”, un mantra manuale e gestuale.
Le realizzazioni di Davide Martinazzo, artista-designer, sono un incrocio interessante fra pittura e scultura: colore, ferro, materia si uniscono dando vita a forme originali in cui note musicali, cuori, puzzle, emergono dalla tela con l’intento di attivare la nostra immaginazione e i nostri sentimenti più intimi. Punti di vista interessanti e coinvolgenti, artisti di livello da noi selezionati per la loro specifica e ben definita individualità e, perché no?!, piccole e grandi opere, idee regalo originali ed uniche per questo Natale.  

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“Alberi”

Dicembre all’Hub Cafè di p.le Bertozzi, iniziative promosse dall’Assessorato Politiche Giovanili – Servizio Giovani e Archivio Giovani Artisti del Comune di Parma in collaborazione con Lune Nuove e Hub Cafè.
In programma mercoledì 18 dicembre dalle 19.30, l’inaugurazione della mostra personale di Andrea Bovaia dal titolo “Alberi”.
Giovane e promettente illustratore parmigiano, espone un lavoro d’illustrazione che inizia per caso nel 2012 con il ritrovamento di alcune pelli di tamburo usate, che diventano tele. Tenta di rappresentare la complessità utilizzando di unico soggetto gli Alberi appunto.
Un lavoro sul segno che è ciò che ancora non è divenuto immagine ma che spogliato dell’accezione negativa dello stereotipo, diviene significato. Andrea ha trovato nella pelle dei timpani la tela perfetta e nell’albero il suo tratto distintivo. Il suo leitmotiv: “L’albero è l’individuo, il disegno un gioco. Il segno è una dipendenza a cui obbedire”.
La mostra in esposizione fino al 19 gennaio è a ingresso libero e sarà visibile negli orari di apertura del locale.

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“Mi drogo… di musica”

Mostra di arte contemporanea, da lunedì 16 dicembre 2013 a domenica 26 gennaio 2014 alla galleria Labò in via Imbriani, 3 – Parma

Mi drogo… di musica

Dal 2008 Lorenzo Dalcò ha concentrato la sua ricerca sui Musi Canti, opere dove la forza del colore trova la massima espressione nell’incontro con l’adrenalina della musica.
Le istantanee live di cantanti e musicisti sono rese con un lungo processo di sovrapposizioni di colori: punto di partenza per Dalcò è sempre lo sfondo che nasce quasi d’istinto, con larghe colate, su cui poi costruisce con strati densi i protagonisti, colti nello sforzo e nella concentrazione della musica.
L’ambiente indefinito che accoglie i Musi Canti sembra essere la traduzione cromatica dei toni della musica, squillante, tagliente, oppure cupa, profonda, comunque sempre diffusa e resa concreta attraverso la vernice. La musica si vede, ed è una musica vitale.
Elisabetta Bernardelli

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“Nel Silenzio della Notte Santa”

La mostra Nel Silenzio della Notte Santa, curata da Mauro Lucco e Matilde Ricci, rientra nelle iniziative promosse dal Museo Uomo Ambiente e dal Gruppo Culturale Il Camino che da tempo promuovono eventi culturali finalizzati alla fruizione dell’arte nelle sue diverse espressioni organizzando esposizioni, concerti ed incontri tematici.
La mostra propone un suggestivo percorso Tra colore e bianco e nero e vanta l’esposizione della Natività di Andrea Previtali, 1530 circa, Riposo nella Fuga in Egitto, acquaforte di Simone Cantarini, il Pesarese (?) (Pesaro 1612 – Verona 1648), Fuga in Egitto, acquaforte,di Anonimo artista francese, c. 1770, La Vergine taglia la veste inconsutile di Cristo, acquatinta, di Alphonse Alexandre Leroy, c. 1870.
L’inaugurazione della mostra Nel Silenzio della Notte Santa è prevista per sabato 14 dicembre alle ore 21.00 presso il Museo Uomo Ambiente (via Borgo 2, Bazzano).
Questo importante appuntamento verrà arricchito dal Concerto itinerante del Quintetto “OTTONI MATILDICI” .
Nella stessa serata si inaugurerà BAZZANO IL PAESE DEI PRESEPI e si festeggeranno, con torta e vin brulè, i 10 anni del Museo Uomo Ambiente.
La mostra d’arte Nel Silenzio della Notte Santa, allestita presso il Museo Uomo Ambiente di Bazzano (Parma) rimarrà aperta dal 14 dicembre 2013 al 6 gennaio 2014 ogni giorno dalle 15.00 alle 18.00, il sabato e nei giorni festivi dalle 15.00 alle 20.00.

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Galleria S.Andrea: Collettiva Natalizia

In occasione delle festività natalizie l’associazione UCAI di Parma come ogni anno propone alla cittadinanza la collettiva di Natale in cui liberamente ogni socio appartenente alla sezione presenta uno o più opere realizzate nell’ultimo periodo di lavoro.
La mostra è composta in due parti: dal 7 al 19 dicembre 2013 e dal 21 dicembre al 9 gennaio 2014.
Vi saranno esposte opere dalle più svariate tecniche: pittura a olio, informale materico, acquarello, tecniche fotografiche digitali, scultura, ceramica raku… e anche commistioni di alcune di esse.
Anche i soggetti a tema libero potranno spaziare dal paesaggio realistico o più espressionista, al ritratto fotografico o pittorico, o al genere delle nature morte.

I partecipanti di entrambe i periodi sono: Angela Marruso, Claudio Guatteri, Claudio Minardi , Franca Orsi, Gigliola Belli, Lidia Tedoldi, MariaGrazia Passini, Mariangela Canforini, MariaTeresa Saccani, Marija Rupreht, Maurizio Montanari, Pierluigi Sebastiani, Sauro Tessoni, Riccardo Capra, Gaetano Barbone, Elisabetta Fontana, Francesco Vitale, Isaia Lazzari, Roberto Talignani, Arnaldo Rosi, Gian Reverberi, Stefano Magnani, Alessandra Corsi, Paolo Piva, Annamaria Bujani, Gloria Bertacchini, Paolo Bottioni, Renzo Rabboni, Cinzia Morini, Marija Ruprehet, Maria Magistroni, Anita Fava.

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Arte contemporanea a Palazzo Pallavicino

Da sabato 7 dicembre 2013 a martedì 24 dicembre 2013
in b.go Giacomo Tommasini 37 Parma

dal lunedi al venerdi 17,00-20,00
sabato e domenica 11,00-13,00 17,00-20,00
il 24 dicembre 11,00-13,00

Mostra d’arte contemporanea a Palazzo Pallavicino

Mostra di Marina Burani, Massimo Lagrotteria, Andrea Saltini a Palazzo Pallavicino a Parma

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“L a b i b l i o t e c a d e l c o l o r e”

L A B I B L I O T E C A D E L C O L O R E
Dal 7 dicembre 2013 al 18 gennaio 2014 alla Libreria Indipendente di Colorno
Sabato 7 dicembre ore 11.00 inaugurazione, Libreria Indipendente, via G.Matteotti n.8 – Colorno

Solo a Venezia, città “inverosimile tra tutte” (T.Mann), avrebbe potuto esistere un luogo come questo in cui, entrando, sembra essere di essere passati da un sogno – la città stessa – ad un altro, fatto di luce e colore assoluti. In un ambiente ampio, adiacente ad una fornace artigiana, una “libreria” copre completamente il perimetro delle stanze: sulle scansie non vi sono libri, ma lastre di vetro di infiniti colori, ordinate per numero di campionatura, che saranno tagliate per ottenere piccole tessere da mosaico. Una gioia per gli occhi, che vi entrano inebriati ed escono saziati, quasi storditi da questa moltitudine di tonalità (che mi hanno riferito essere di quadi 3.000 diversi colori) accostate con un effetto talmente straniante da chiedersi se una varietà di sfumature simile possa esistere non solo nella realtà, ma addirittura nell’immaginazione.
Erika Sereni è Architetto e vive, lavora e a volte fotografa a Colorno (PR). Ha frequentato il Liceo Classico G.D.Romagnosi di Parma, si è laureata in Architettura allo IUAV di Venezia ed ha frequentato il Master in Fotografia Avanzata presso l’Istituto Europeo di Design di Milano.
Da gennaio 2013 é presidente del gruppo fotografico Color’s Light di Colorno; fa parte dell’Archivio Giovani Artisti di Parma dal 2007, del gruppo Giovani Artisti italiani dal 2010, e Giovani Artisti Emilia-Romagna dal 2011. Ha esposto a Torino, Roma, Venezia, Milano ed è stata selezionata per rappresentare la città di Parma, nella sezione fotografia, alla XIV Biennale dei Giovani Artisti dell’Europa e del Mediterraneo, che si è tenuta a Skopje, Macedonia, nel settembre 2009.
Dopo “case che crollano” (2007), “via Roma n.16” (2008), “una giornata negli orti” (2009), “objets trouvés – oggetti smarriti” (2010-2011) e “tracce di memoria” (2012), le immagini della “biblioteca del colore” costituiscono il suo sesto progetto fotografico divenuto mostra personale.

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“Claudio Spattini. I colori del Novecento”


Da sabato 7 dicembre 2013 a mercoledì 15 gennaio 2014
L’ArtGallery, b.go San Vitale 3 – Parma
Inaugurazione sabato 7 dicembre ore 18 dal lunedì al sabato 10.00-13.00/16.00-19.30 (giovedì e festivi su appuntamento)

L’ArtGallery di b.go San Vitale 3 è lieta di ospitare dal 7 dicembre al 15 gennaio un’importante mostra di Claudio Spattini.
Modenese di origine, parmigiano d’adozione, Spattini è stato uno degli artisti più significativi del Novecento Emiliano. L’esposizione, attraverso oltre 50 opere scelte, vuole ripercorrere alcuni momenti del singolare percorso creativo dell’artista documentando le tecniche e i temi con cui si è cimentato nel corso della sua vita artistica offrendo una visione d’insieme del suo lavoro. Una ricerca pittorica, quella di Spattini, che ha metabolizzato la modernità e gli insegnamenti dei grandi maestri (da Ghiozzi a Morandi a Cézanne e Modigliani, passando per il Cubismo) rielaborandoli in modo personale senza lasciarsi troppo condizionare e mantenendo una individualità riconoscibile.
Le opere in esposizione, pur appartenendo a periodi diversi, dialogano fra di loro con accostamenti armonici e talvolta arditi, testimonianza del grande lavoro, della profondità di indagine e della coerente sperimentazione che ha animato l’artista. Composizioni, Paesaggi, Nudi i soggetti scandagliati instancabilmente per una vita si rivelano, come è stato già affermato da critici illustri, puri pretesti espressivi per una ricerca costante sulla forza significante del colore. Ritroviamo nelle opere di Spattini “I colori del Novecento”: dai colori accesi e talvolta antinaturalistici dei Fauves che dominano alcuni paesaggi, ai toni neutri e rarefatti di Morandi rievocati in alcune Composizioni; s’intravede l’intensità e la pienezza dei colori di Renato Guttuso, la violenza dei gialli e dei rossi di stampo espressionista, i bruni della pittura del “naturalismo” padano definito da Francesco Arcangeli.
Una varietà di modulazioni cromatiche interiorizzate e fatte proprie da Spattini risultano cifra stilistica unica in grado di arricchire efficacemente la sua opera attraverso un equilibrio fatto di contrasti.
L’ArtGallery nel curare la mostra personale di Claudio Spattini si fa portavoce del ricordo cercando con impegno di portare alla luce soprattutto le opere inedite del maestro, quelle opere necessarie e ricercate per incasellare dei dettagli fondamentali a corollario di un artista, di cui c’è ancora tanto da scoprire. Il prezioso Archivio, al quale la famiglia Spattini ci ha concesso di accedere, contiene opere storicamente importanti e non ancora pubblicate, ricercate a livello nazionale, dipinti che la Galleria ha il piacere di portare alla conoscenza dei suoi collezionisti e di tutti gli appassionati d’arte.

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“The Ladies”

THE LADIES
Mostra aperta al pubblico dal 7 al 21 dicembre 2013 alla galleria Rossoamapola (Borgo del Correggio 48/A)

Silvia Ugolotti da oltre 15 anni realizza reportage per le più importanti riviste di viaggio. Itinerari on the road tra costume, cultura e natura. Ha incontrato artisti, scrittori, chef, designer.
Ha sperimentato ogni forma di turismo con il desiderio di andare incontro all’ignoto e cercandone la complicità. I suoi reportage di viaggio e lifestyle sono apparsi su Dove, Io Donna, Panorama, Style, Flair, Traveller, Qui Touring, Grazia, Tu Style, Weekend e Viaggi. Cura corporate magazine e blog per diverse aziende italiane. Il mondo è il suo spazio.
La curiosità e la ricerca gli strumenti per raccontarlo. Le fotografie? Sono appunti e punti di colore colti nel cammino.

Orari
martedì, mercoledì, venerdì, sabato dalle ore 16,00 alle ore 19,00
giovedì dalle ore 10,30 alle ore 12,30

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“Ritratto – Autoritratto”

La mostra personale di Anna Visioli dal titolo “Ritratto – Autoritratto” si terrà al Circolo del Castellazzo dal 30 novembre (inaugurazione ore 16.30 con esecuzione ritratti dal vero) al 31 dicembre.

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“Non arrendiamoci”

Mostra fotografica a Sorbolo
NON ARRENDIAMOCI”

7/8/9 dicembre 2013
dalle ore 10 alle 13
inaugurazione sabato 7 ore 10

Sala del Consiglio Comunale
Piazza della Libertà – Sorbolo (PR)

Organizzato dalla classe 4C e 4D della Scuola Primaria di Sorbolo
in collaborazione con la Regione Emilia Romagna, Provincia di Parma, Comune di Sorbolo, Educ

foto di Erberto Zani riprese nei progetti Amurt

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“Portali di Luce – Sha’rei Or”


Mostra di opere della pittrice Mushk, dal 28 novembre al 5 dicembre presso la Comunità Ebraica di Parma, Vicolo Cervi, 4 – Parma, in occasione della festività ebraica di Chanukkah – Festa delle Luci.
Vernissage mercoledì 27 novembre alle ore 18.00.
La Comunità Ebraica di Parma quest’anno celebrerà Chanukkah, la cosiddetta la Festa delle Luci, in un modo speciale. Chanukkah è una festività particolarmente gioiosa che ricorda la riaffermazione dell’identità religiosa, culturale e politica di Israele ad opera dei fratelli Maccabei che nell’anno 165 a.e.v. guidarono una rivolta contro i dominatori greci che portò alla riconquista ed alla riconsacrazione del Tempio di Gerusalemme.
Questa festa è quindi particolarmente pregna di elementi simbolici che vengono ripresi in una serie di opere Mushk, pittrice e scultrice conosciuta per i suoi riferimenti cabalistici. Si tratta di 11 dipinti, caffè su tela (tecnica originale inventata dall’artista), che si confrontano con gli ambienti che le ospitano, con le loro atmosfere cariche di memoria, con i segni del tempo e della storia che vi sono impressi.
Le opere ritraggono Lettere Ebraiche celate dietro Portali di Luce, composte da materiali tra loro molto differenti, come legno, mattoni, ferro, pietra; alcune porte si celano a loro volta all’interno di altri elementi simbolici come un albero o un occhio. Singole o appaiate in dittici, queste immagini sono composte con estrema raffinatezza e cura ossessiva per il dettaglio tecnico e compositivo e alludono a un immaginario di cupa bellezza. Il “caffè su tela” si staglia su macchie rosso e cobalto ed altri vari inchiostri. E’ l’assenza di vero colore l’originalità e la bellezza di questi quadri, che risaltano come macchie quasi astratte e che nell’insieme formano figure come fossero incise su metallo.
La ricerca su ogni lettera è visibile e percepibile: ogni lettera, una porta, ogni porta un segreto.
ChayaMushka Angelica Eva Penelope De Guglielmi, alias Mushk; Chaya significa “Vita”. Mushka significa “fragranza”.
Nata a Milano nel 1985, inizia a disegnare ancor prima di imparare a camminare. A 19 anni ha già una laurea presso l’Accademia del ” Teatro alla Scala “. Inizia allora una ricerca personale di studio della Kabbalah, il misticismo Ebraico, che si concluderà tre anni dopo, con la scoperta del codice Keiìlim. Questo codice consiste in un sistema crittografico che combina matematica, geometria e Kabbalah per tradurre in forma, e quindi in sculture, le espressione ebraiche, aramaiche e yiddish. Nel 2008 ha avuto la sua seconda laurea in “Arti Visive ” presso Brera l’accademia di belle arti, a Milano dove presenta il suo codice Keiìlim nella sua prima mostra personale.
Dopo avere abbracciato il Chassidismo Chabad, tra il 2008 e il 2013 ha vissuto tra New York, Los Angeles e Milano, studiando nuove tecniche. Nel corso degli ultimi anni ha deciso di avvicinarsi al mondo della pittura dando vita, tra le altre cose, alla tecnica del caffè su tela.

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“Palestinesi – Il popolo che (non) esiste”

Sabato 9 novembre 2013 alle ore 17,30 presso lo spazio espositivo d’arte RossoAmapola, a Parma, inaugura la mostra”Palestinesi Il popolo che non esiste” con le fotografie di Alice Baroni.
Mostra aperta al pubblico dal 9 al 30 novembre 2013.

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Claudio Barabaschi e Massimo Violi


L’associazione UCAI Galleria S. Andrea è lieta di presentare: CLAUDIO BARABASCHI e MASSIMO VIOLI
Una mostra in cui i due artisti faranno dialogare pittura e scultura attraverso la materia.
INAUGURAZIONE SABATO 9 NOVEMBRE DALLE 17 presso Galleria S.Andrea, via Cavestro 6, Parma
La mostra rimane aperta al pubblico ad ingresso gratuito con i seguenti orari: dal 9 al 21 novembre 2013 dal martedì al sabato 10-12 e 16-19 domenica 16-19 lunedì chiusura

Testo critico a cura di Marzio Dall’Acqua: «Barabaschi ama la materia, la soppesa, la sceglie, la scopre, la fa partecipare alla creazione delle sue opere, senza per questo dare ad essa il posto principale, ma usandola come un richiamo, una citazione del mondo terragno, di ciò che tempi incalcolabili hanno tratto dal mare scomparso per farne arenaria che ha la tattilità e le cromie di quella delle sue colline originarie di Castell’Arquato, quell’impasto di animali fossilizzati e minerali che già aveva suggerito a Leonardo da Vinci l’idea che fossero resti di antichissimi mari prosciugati». Testo critico a cura di Tiziano Marcheselli: “Massimo Violi da anni ormai ha costruito un mondo pittorico tutto proprio, apparentemente dalle intonazioni sui grigi,ma a osservarlo e a gustarlo meglio ricco di colore e di raffinata materia, astratta ma non completamente, nei richiami a temi che si fanno sempre piu’ evidenti quando si penetra in punta di piedi in questo mondo”tonale”e di classe. Violi ama a tal punto il colore da restarne soggiogato e da usarlo addirittura come disegno, cioe’ come colonna portante del dipinto. Anche se usa altri elementi quali grumi di gesso, stoffa, rete, cartone cannettato o sacco sfilacciato, la forma delle sue figure proiettate sul fondo grigio è sempre delineata dall’amato colore, racchiuso in campiture mobili e con un’anima interna tutta propria, solitamente inserita nel carminio o nel cobalto che affiorano improvvisamente in misurate lingue di energia vitale.”

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L’arte di Giovanni Garrubba al Caffè Farini

Dopo il successo ottenuto il maggio scorso con la mostra-evento in cui ha dipinto dal vivo, nella sala interna del Caffè Farini in via Farini 64/A è stata allestita una nuova mostra di Giovanni Garrubba, pittore di origini crotonesi, ma parmigiano d’adozione.
I quadri esposti, in particolare paesaggi e ritratti olio su tela di diverse dimensioni, coprono il periodo che va dagli anni ’90 ad oggi, e mostrano l’evoluzione dello stile dell’artista, sempre più curato e attento ai dettagli.
I soggetti ricorrenti sono la natura, i paesaggi e gli scorci cittadini, ma nel tempo ha affiancato i ritratti, che esegue anche su commissione.
Fin da molto piccolo in Garrubba si manifesta la passione per il disegno e dall’età di dodici anni dipinge con colori ad olio su tela, che ha aggiunto al carboncino e alla matita.
E’ autodidatta, amante delle linee definite e della dovizia nei particolari, e si è sempre ispirato ai grandi maestri, in particolare
al Caravaggio.
I dipinti ritraggono prevalentemente Melissa, suo paese d’origine, e i suoi abitanti, ma anche visuali del centro storico di Parma e ritratti di vario genere.

La mostra è visitabile fino al 6 gennaio prossimo nei seguenti giorni e orari: Lunedì e Martedì: 6.30 – 22.30 – Mercoledì: 6.30 – 0.30 – Giovedì: 6.30 – 22.30 – Venerdì e Sabato: 6.30 – 1.30.
E’ inoltre possibile concordare una visita guidata alla mostra in presenza del pittore, contattando la curatrice Francesca Caggiati al numero 335. 150 35 80. Ulteriori informazioni sulla mostra e sulle opere sono disponibili sulla pagina Fb “Giovanni Garrubba – Pittore”.

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“Con le ali”



Da venerdì 15 novembre 2013 a giovedì 12 dicembre 2013
Spazio Audiomedica, Via Repubblica 49, Parma (ingresso da b.go Collegio M.Luigia)
Inaugurazione venerdì 15 novembre ore 19.30 dal lunedì al venerdì, ore 9-12.30/15-19; sabato, ore 9-12.30

Con le ali

In volo, con le ali spiegate, alla ricerca di cibo, leggeri, magicamente liberi nell’immensità del cielo.
Eleganti, aggraziati, buffi: sono gli uccelli ritratti con grande cura e intensità da Serena de Gier, protagonisti assoluti della nuova mostra che presentiamo allo Spazio Audiomedica di via Repubblica a Parma fino al 12 dicembre.
Serena, attrice scenografa oltre che pittrice e illustratrice, con la sua arte ci svela i segreti degli uccelli che ha imparato a conoscere dopo anni di studi e approfondimenti sulla loro vita, sulle loro abitudini, osservandoli il più possibile dal vivo con attenzione e passione. Un amore che è nato casualmente, in Francia, dopo aver visto il documentario “Il popolo migratore” di Jacques Perrin dedicato alla migrazione degli uccelli, da qui la folgorazione per la bellezza e la poetica vita degli esseri alati, in particolare per le Sule Bassane.
Creature incredibili, agli occhi di Serena, molto affascinanti: pelecaniformi simili nella corporatura a grossi gabbiani che nuotano e volano con la stessa destrezza, una vita divisa fra cielo e terra in libertà ma con una loro routine e con dei doveri, dei ruoli specifici, continuamente in viaggio, stagione dopo stagione, anno dopo anno, con lo stesso percorso da seguire.
Quello che ha colpito Serena è che allo slancio vitale, alla curiosità, alla scoperta continua delle Sule si contrappone una salda organizzazione, fondamentale per la sopravvivenza. Con taglio fotografico e inquadrature avvincenti, l’artista narra piccole grandi storie emozionanti che ci coinvolgono, istantanee di vita universali: gli uccelli sembrano quasi un pretesto per parlare di lei, di tutti noi, delle nostre paure, delle nostre esperienze e del nostro ruolo nel mondo. Emerge dalle tele un racconto intimo, molto personale in cui percepiamo lo stupore e la meraviglia provata dalla pittrice davanti allo spettacolo della natura.
Padrona dei mezzi della pittura, Serena riesce a immortalare con grande sensibilità momenti d’infinita bellezza che spesso troppo distratti non riusciamo a cogliere: Pettirossi immersi in un’esplosione di fiori, Albatros protagonisti di un’armonica danza, gabbiani fieri e curiosi che ci scrutano, e poi ancora Cinciallegre, Scriccioli, Cicogne, Aironi ritratti fra le fronde degli alberi, sospesi nel cielo, illuminati dal sole caldo. La magia di questi uccelli sospesi in un paesaggio ridotto al minimo, appena abbozzato che fa da sfondo, sta nella loro forza comunicativa, nelle suggestioni che sanno evocare, là dove la Natura è perfezione e la sfida dell’arte sta nel cercare di esaltare questa perfezione fino ad immortalarla.
Alla base dei lavori di Serena il desiderio di condividere e di far conoscere questo mondo fantastico al quale dobbiamo assoluto rispetto: portatori di grandi valori, gli uccelli ritratti in questi quadri toccano il nostro spirito, grazie a loro assaporiamo la perfezione assoluta della natura. Assieme ai dipinti la pittrice ha portato avanti una ricerca sulle poesie in cui compaiono gli uccelli e il tema del volo, un’indagine appassionante e appassionata: “Poeti, musicisti, fanno degli uccelli metafora dell’amore, di mani carezzevoli, di musiche divine, della speranza, persino della ricerca stessa della divinità e della perfezione” afferma Serena. Pensieri, parole, canzoni, attentamente scelte uscite dalla penna di Emily Brontë, John Keats, Emily Dickinson, Antonio Machado, Cesare Pavese, solo per citarne alcuni, saranno presenti la sera dell’inaugurazione contenute in un cesto a disposizione dei visitatori, un piccolo dono in ricordo dell’incontro con queste magiche creature che vivono nelle tele di Serena de Gier.

Biografia
Nata a Parma nel 1979, Serena de Gier ha frequentato la sezione di scenotecnica all’Istituto d’Arte P. Toschi di Parma, dove ha avuto come insegnante il pittore Renzo Dall’Asta. Dal 1999 al 2007 ha lavorato per il Teatro delle Briciole – Teatro Stabile di Innovazione come scenografa, attrice e tecnico, in particolare per gli spettacoli del regista Maurizio Bercini. Ha collaborato con varie produzioni teatrali di compagnie italiane e francesi, come il Theatre Jeune Public di Strasburgo. Ha partecipato alla fondazione dell’Associazione Cà Luogo d’Arte che ha già realizzato numerose produzioni teatrali molto apprezzate in Italia e Francia. Ha inoltre firmato il suo primo film come scenografa per la parigina Fidelio Production ed ha collaborato come arredatrice per un cortometraggio per la regia di Lucrezia Le Moli, prodotto da Rai Cinema. Ha collaborato come illustratrice per la rivista Slow Food. Dal 2005 trasferitasi a Cuneo, si dedica interamente alla sua attività di pittrice, anche su commissione. 

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“Gris”

GRIS
Mostra personale di Guim Tìo Zarraluki alla Loppis Galleria, via La Spezia, 90 a Parma, dal 16 novembre al 10 gennaio 2014
A cura di Elisa Maestri e Alessandro Chiodo
Inaugurazione Sabato 16 Novembre ore 17,00 Via Spezia 90, Parma
Anteprima Venerdì 15 Novembre ore 23.00 Surfer’s Den Via D’Azeglio, Parma

Le lacrime segnate sul volto sono come segni colorati di una bellezza rinata a nuova vita. È un gioco romantico Gris che non lascia indifferente. Raccoglie una malinconia di fondo dalla quale ci sentiamo attratti. Gris è grigio, è la penombra dentro la quale le emozioni non si vogliono subito svelare. Immagine forte, facce affascinanti pur nella loro solitudine obbligata. Gris di Guim Tìo afferra qualcosa dentro di noi, lo trascina in alto fino al pensiero più fine e lo trasforma in attenzione. Quei visi non passano così come se niente fosse. Dicono cose. Quelle lacrime parlano.
Come se ci fosse una musica in sottofondo leggera, tutto sembra avere senso.

Guim Tìo Zarraluki
Giovane artista spagnolo di Barcellona. La sua ricerca pittorica è concentrata sulla condizione umana attuale, resa da lui con ironia, umorismo e una buona dose di provocazione. Riflette sui modelli falsi che escono dalle immagini televisive e dai giornali. Da essi parte realizzando lavori dentro i quali è ben visibile la sua azione pittorica. Dal 2009 espone in giro per il mondo: Barcellona, Madrid, Berlino, Strasburgo, Australia, Messico e Giappone.

Loppis Galleria
Loppis Galleria presenta Gris la personale di Guim Tìo Zarraluki per la prima volta in Italia. Gris è la nuova mostra che Loppis Galleria presenta alla città. E’ una personale dell’artista spagnolo Guim Tìo Zarraluki che, per l’esclusiva presentazione italiana, ha deciso di proporre un progetto d’artista fatto su misura per lo spazio espositivo. In quindici giorni, ospitato dalla galleria, l’artista spagnolo preparerà il lavoro stando a contatto diretto con la città e con la galleria stessa. Verrà ideato un piccolo studio d’artista all’interno del quale Guim potrà creare nella massima libertà. Con questa idea, Loppis Galleria vuole cominciare a seguire i suoi artisti, rappresentandoli e proponendoli come elementi preziosi e importanti della propria filosofia espositiva.

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“Verdi proprietario e politico”

Verdi proprietario e politico
Archivio di Stato di Parma, 8 novembre 2013 – 24 aprile 2014
La mostra verrà inaugurata venerdì 8 novembre 2013, alle ore 11,00, presso la sede di via M. D’Azeglio.

La mostra storico-documentaria prende in esame un aspetto specifico della figura del grande compositore, il percorso di un artista che è finalizzato all’acquisto di terreni per realizzare la propria ambizione a una indipendenza e autonomia materiale, oltre che simbolica.
Allo stesso tempo, si evidenzia come ciò abbia contribuito a rafforzare le sue idee conservatrici, espresse in una partecipazione alla politica attiva quasi sempre condotta con scarsa attitudine per le aule parlamentari a cui, suo malgrado, fu costretto a partecipare da deputato. Questi due aspetti, fortemente legati fra loro, non sono meramente decorativi all’immagine caratteriale di Verdi, ma permettono di comprendere meglio le sue volontà artistiche e la sua necessità di intervenire sul sistema teatrale e sul mercato musicale del tempo. In sintesi, esse offrono un contributo alla comprensione della sua opera, così importante per l’identità italiana e così conosciuta ed eseguita in tutto il mondo.
La mostra è suddivisa nelle due sezioni cui fa riferimento il titolo: la prima, raccoglie documenti e mappe relativi alle proprietà verdiane, ponendole in stretta relazione con i guadagni realizzati grazie all’attività professionale. La seconda si concentra sulla ricca documentazione riferita alla sua partecipazione all’Assemblea delle Provincie Parmensi del 1859 e al suo viaggio nella delegazione che portò, per conto dell’ex ducato, la volontà di unione alla corona sabauda, offrendo una chiave di lettura originale della sua attività parlamentare e l’atteggiamento verso le vicende politiche del suo tempo.

La mostra, ideata e curata da Giuseppe Martini insieme a Valentina Bocchi, rientra nel programma nazionale delle iniziative indette per le celebrazioni del Bicentenario della nascita di Giuseppe Verdi promosso dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri si avvale dell’appoggio di Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, Prefettura di Parma, Camera di Commercio di Parma, Provincia di Parma, Comune di Parma, Federazione Provinciale Coldiretti di Parma, Musei del Cibo, Archivio di Stato di Piacenza e Istituto nazionale di studi verdiani.

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“Apocalissi”

Esposizione dipinti di battaglie dall’8 al 21 novembre 2013, tutti i giorni dalle 17 alle 20, all’Associazione culturale 99 in Via Farini 29.
Dopo parecchie esposizioni di arte contemporanea, con “Apocalissi” l’Associazione culturale 99 guarda al passato, con una raffinata testimonianza in un susseguirsi di intrecci di uomini d’armi e cavalli in mezzo a scintillii di sciabole e corazze e a sventolii di bandiere. Figurano opere di artisti di genere tra i più interessanti dell’epoca, come il parmigiano Francesco Simonini, il napoletano Marzio Masturzo e Francesco Monti detto il Brescianino.
Chicca della mostra è l’ultima opera del parmigiano Daniele De Strobel che rappresenta una sorta di battaglia (1942) vivace e movimentata al pari delle rappresentazioni molto teatrali del passato.

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“Asfodeliana”

Apre al pubblico venerdì 15 novembre alle ore 16 allo Spazio-Pasubio di Parma (via Pasubio n. 3/D) la mostra “Asfodeliana. Sopra-vedere segnali da un altro pianeta”.
Le opere degli artisti dell’atelier Asfodelo – il laboratorio espressivo organizzato e curato dal Centro di Salute Mentale Valli Taro e Ceno dell’AUSL giunto al suo quinto anno di attività – saranno esposte, grazie alla mediazione dell’artista visivo Luca Santiago Mora.
Un “viaggio alieno” di voli e sguardi, per guardare, intuire, pronti a cadere in un nuovo modo di vedere e per “sopra-vedere”, cioè adottare nuovi punti di vista e intra-vedere, per combattere le consuetudini, per non perdere di vista la meraviglia, lo stupore del fuori-campo, del fuori-regola.
“Asfodeliana” vuole essere un appuntamento fisso, un’occasione per presentare il lavoro dell’atelier, dei ragazzi e degli artisti che hanno collaborato con loro.
Sarà possibile ammirare gratuitamente le opere fino al 30 novembre, in occasione degli spettacoli serali del Teatro Lenz, due ore prima dell’ingresso.
E’ un’iniziativa realizzata nell’ambito della rassegna 2013 “La Salute della Salute Mentale”.

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“Un fiore per Nassiriya”

08/11/2013

“Un fiore per Nassiriya”: è questo il titolo della mostra, ospitata negli storici locali del Palazzo Ducale, promossa dal Comando Provinciale dei Carabinieri, con cui Parma ricorderà, dieci anni dopo, la strage di Nassiriya (12 novembre 2003). E’ una mostra fotografica di Pino Agnetti, in collaborazione con tutti i Rotary club di Parma e provincia: Rotary Club Parma, Rotary Club Parma Est, Rotary Club Parma Farnese, Rotary Club Brescello Tre Ducati e Rotary Club Salsomaggiore Terme.
“Un fiore per Nassiriya” – 55 immagini, molte delle quali inedite, scattate dall’autore durante i suoi cinque viaggi in Iraq – verrà inaugurata sabato 9 novembre a Palazzo Ducale con una cerimonia ufficiale per soli inviti e sarà aperta gratuitamente al pubblico da domenica 10 a domenica 17 novembre (orario d’ingresso 9 -12).
In accordo con l’Ufficio scolastico provinciale inoltre, sono previste anche delle visite organizzate per le classi e le scuole di Parma e provincia. Oltre a essere un doveroso omaggio a tutti i nostri caduti in Iraq, infatti, la mostra vuole essere soprattutto un invito ai giovani a non dimenticare.
Nella giornata di martedì 12 novembre, alle 17.00, verrà celebrata una SS. Messa, officiata da S.E. il Vescovo di Parma Mons. Enrico Solmi, presso la Chiesa della SS. Annunziata, in suffragio dei Caduti, con la presenza del Coro delle Voci Bianche della “Corale Verdi”, diretto dal M°. Beniamina Carretta.

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“Naturali silenzi”



Natura evocata, sognata, immaginata. La poesia e la leggerezza di una foglia al vento, il volo scomposto degli uccelli, la solitudine di una quercia nella notte buia. Immagini poetiche, profonde, sensazioni uniche che solo l’arte, oltre la natura stessa, è in grado di suscitare.
L’ArtGallery di b.go San Vitale a Parma inaugura venerdì 25 ottobre alle ore 18.30 la mostra Naturali silenzi.
Quattro sguardi e sensibilità differenti, artisti diversi per tecniche, stili e linguaggi, accomunati da un’intensa e personale relazione con il mondo naturale: Marino Iotti, Paolo Pasini, Sonia Maria Luce Possentini, Dario Rossi. Pittura, fotografia, illustrazione sono al servizio di un dialogo profondo e costante dei nostri artisti con il flusso vitale della natura. In queste opere gli elementi naturali perdono così il loro significato oggettivo e diventano un’opera d’arte che trascende la realtà, rendendo l’ordinario, straordinario.
Marino Iotti legato fortemente all’incisività del segno, alla sua energia ed efficacia, negli ultimi lavori che presentiamo, lascia traccia sensibile e netta di forme vegetali, fiori stilizzati, foglie semplici e infantili, di cieli infiniti, esplorando le potenzialità dei materiali (legno, carta, tessuti grezzi e damascati, reti) e lasciandosi trasportare dall’istinto.
Apparentemente neutrali, oggettivi e impersonali, i fiori di Paolo Pasini, fotografo parmigiano, rivelano storie e memorie di percezioni stratificate, dalle quali prendono vita e forma sentimenti e sensazioni umane. Fotografie dal sapore caravaggesco, ritratti unici, intensi, dove il confine tra pittura iperrealista e fotografia diventa impercettibile.
Sonia Maria Luce Possentini, illustratrice di fama internazionale, con grande sensibilità e sentimento poetico rappresenta e interpreta con semplicità, ma con grande forza evocativa, la sua intensa e personale relazione con il mondo della natura. Atmosfere oniriche, sospese, silenziose dove la delicatezza e la grazia del tratto restituiscono ricordi e suggestioni nate dall’incontro con la lettura dei grandi del passato insieme a momenti di vita vissuta.
Nella grumosa materia delle tele autobiografiche di Dario Rossi, artista mantovano di origine contadina, ci perdiamo nell’intenso e crudo paesaggio dal sapore vangoghiano da lui reinterpretato. Rossi, profondamente legato alla terra e al mondo naturale attraverso strati di materia e di colore compone con forza e una certa drammaticità, i campi che circondano casa sua, luoghi da lui vissuti e sentiti quotidianamente.
In occasione dell’inaugurazione assisteremo al live painting di Sonia Maria Luce Possentini accompagnata dalla musica swing anni trenta dei Radio d’epoca e la Radio band. Inoltre l’Electronic Art Cafè (EAC) a cura di Umberto Scrocca presenterà una rassegna di videoart internazionale da Warhol a Banksy e una fotorassegna della Biennale di Venezia di quest’anno realizzata da Francesca Manca di Villahermosa.

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“Le emozioni del pastello”

“Le emozioni del pastello”
Mostra Personale di Disegni di Paolo Piva
da mercoledì 16 ottobre 2013 a mercoledì 30 ottobre 2013
Tcafè – Palazzo Dalla Rosa Prati
Lunedì, Martedì, Mercoledì e Domenica 8:00-22:00
Giovedì 8:00-15:00
Venerdì e Sabato 8:00-23:00

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“Super_stitio”

Signora K in mostra da sabato 19 ottobre 2013 a sabato 30 novembre 2013. UnType. strada San Nicolò 7, Parma
Il silenzio che fa rumore è il racconto che porta lontano e fatica a trovare la parola fine. E’ un movimento continuo dentro il quale vivono i personaggi protagonisti. Donne, bambini, uomini e animali. Particolari animali. Oggetti di superstizione. Gatti, corvi, gufi. Come fossero nello stesso tempo presagi di morte e speranza di vita, celebrano quel movimento continuo.

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“Cristo, Figlio di Dio”

Dal 5 ottobre 2013 è aperta la mostra d’arte “Cristo, Figlio di Dio”, organizzata dalla Diocesi di Fidenza, con il patrocinio del Comune di Fidenza, che si svolge nella Chiesa di S. Giorgio Martire, p.zza Omati in Fidenza (Pr).
Il tema della mostra, che nasce da una idea di S.E. Il Vescovo, Carlo Mazza, è “Cristo, Figlio di Dio” – l’immagine di Cristo, il volto, il corpo, la persona come è scritto nel testo evangelico “Chi ha visto me, ha visto il Padre” (Gv. 14.9) – ; l’iniziativa vuole celebrare la grandezza di nostro Signore nell’anno 2012-2013, “Anno della Fede”, presentando l’importante tema artistico della raffigurazione del Figlio di Dio.
L’esposizione è composta da due sezioni: la prima presenta le opere di pittura e scultura degli artisti del territorio che hanno risposto al bando di selezione, la seconda propone opere artistiche del ‘900 appartenenti a pittori che hanno operato nel territorio della Diocesi e che hanno realizzato significative opere di carattere religioso.
Gli artisti selezionati sono i seguenti (in ordine alfabetico): Alfieri Mario, Avanzini Marzia, Becchi Mauro, Bellani Raffaella, Belletti Luciano, Bianchi Ivana, Craviari Claudia, Dall’Asta Guglielmo, Gatti Nadia, Ghisoni Elisabetta, Grimaldi Elena, Mantovani Gianni, Marai Evelyne, Previtali Giuseppe, Quarantelli Mery, Reverberi Gian, Sgavetta Rino, Soavi Silvana, Testa Stefano e Varani Giorgio.
Gli artisti del ‘900 “il volto di Cristo nella memoria grata del tempo” sono i seguenti (in ordine alfabetico): Bertoloni Renato, Brugliera Lucio, Gatti Iginio, Ettore Ponzi, Madoi Walter, Moroni Giuseppe e Tinelli Luciano. E’ disponibile in mostra il catalogo a cura di Marco Tombolato (curatore della mostra).

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“Confronti in scena: un percorso scenografico tra prosa, lirica e balletto”

In occasione dei preparativi per Bicentenario Verdiano e Wagneriano, nelle terre Parmensi si inaugura la mostra “Confronti in scena: un percorso scenografico tra prosa, lirica e balletto”.
Gli studenti del corso in Design delle Scenografie e Costumi del POLI.design (Consorzio del Politecnico di Milano), vi invitano a prendere parte alla loro personale visione del teatro, con i lavori realizzati durante il corso per celebrare la lirica Verdiana e Wagneriana, la prosa di Shakespeare e il balletto di Prokof’ev, un viaggio tra costumi, bozzetti di studio, maquettes e installazioni.
L’inaugurazione vivrà di musica, video e performance varie all’interno del “teatrino estivo” costruito per l’occasione dall’Arch.Marco Taccagni. L’esposizione negli spazi dell’ex convento delle madri Orsoline di Fidenza in via Berenini 136 inaugurerà al pubblico domenica 13 ottobre alle ore 17. L’ organizzazione, l’allestimento e la grafica sono a cura di Claudia Cigala e Lisa Lentini in collaborazione con il Comune di Fidenza e il POLI.design.

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“Inside/Rinascite”

21/10/2013
h.10.00

L’Associazione Culturale A.p.s. Lunatici promuove e organizza la sua prima mostra di scultura e pittura, realizzata con il Patrocinio del Comune di Parma. Alle ore 18.30, nello Spazio Pasubio (Via Pasubio 3/F – Parma), si terrà l’inaugurazione della mostra “Inside/Rinascite” con le opere (scultura/pittura) di Erjon Nazeraj, giovane scultore (laureato all’Accademia di Belle Arti di Bologna), ma non solo. Scultore: «non perché le sue opere si limitino alla sola scultura, ma perché il suo lavoro è sforzo fisico, è partecipazione emotiva, è autobiografia che non si limita al semplice nozionismo autoreferenziale, ma che racconta la Storia contemporanea. Nel 2001 dall’Albania si trasferisce in Italia: solo pochi anni prima erano iniziati gli sbarchi che destabilizzarono l’umore di un paese assolutamente impreparato ad accogliere un flusso così consistente. E questo spostamento diventa esperienza storica, che si trasforma in scrittura (scultura/disegno/performance), un modo per segnalare e narrare la propria posizione geografica in un tempo ben delimitato. La mostra Inside/Rinascite non è un semplice susseguirsi di opere, ma è un’opera unica, unità, un corpo: è il modo in cui le diverse scritture sono state “digerite” dall’artista stesso.» Andrea Tinterri
La mostra si muove scolpendo una specie di “terzo paesaggio” dell’artista: partendo da un disagio fisico, interiore, ambientale e visivo scaturisce la necessità di ritornare verso una natura più personale e rassicurante. E da lì ripartire, con una nuova forma. L’artista identifica l’interiorità, con ciò che è dentro al bozzolo e sta per uscire. Rifugiarsi, dunque, in un luogo molto primitivo, un nido, un’intimità, un corpo, uno spazio anche condiviso in cui ci si possa interrogare su se stessi e su ciò che ci circonda. Per poi sconfinare e irrompere nella realtà contemporanea.
La mostra sarà aperta al pubblico fino al 10 novembre 2013. L’ingresso è libero.
Durante il vernissage verrà effettuata una proiezione dell’installazione “Rinascita” di Erjon Nazeraj a cura di Dimitri Bertolini con una sonorizzazione digitale a cura del gruppo Lady Vallens
La mostra sarà, inoltre, accompagnata da un piccolo catalogo che, oltre a riprodurre le opere esposte, propone alcune riletture e saggi critici a cura di Andrea Tinterri e Domenico Russo.
«Come affrontare il percorso espositivo della mostra Inside/Rinascite di Erjon Nazeraj? In che modo raccontarlo? Che cosa sono in realtà le opere esposte? Di cosa fanno parte? Immaginate uno di quei manichini anatomici con gli organi che si possono staccare, con la pelle in plastica che si può sollevare per vedere cosa c’è sotto. Pensate che questo manichino sia intero, dalla punta dei piedi all’ultimo capello sulla testa e immaginate di poterlo sezionare, ma non come gli animali sotto formalina di Damien Hirst che restano chiusi nello loro teche: senza nessuna protezione, un corpo libero, un corpo tagliato in due che ancora respira e si trasforma. Ora cercate di immaginare questo corpo disponibile, generosamente concesso allo sguardo altrui, immaginatelo di una dimensione innaturale: un manichino anatomico di un gigante, quasi fosse una fiaba surreale, una porta d’accesso alla disposizione dei vari organi, all’apparato digerente, al fegato, al cuore, al cervello che sembra nascondersi e camuffarsi quasi a dimostrare la propria intelligenza. Un manichino gigante costruito a propria immagine e somiglianza e deliberatamente dimenticato in un luogo disabitato dall’uomo, in uno spazio in cui la natura possa catturarlo, confrontandosi con le sue forme, con i suo spazi vuoti, con le sue ramificazioni, e trasformarlo. Una metamorfosi che ha dato vita ad un corpo, il corpo di Erjon Nazeraj, una struttura calpestabile, all’interno della quale entrare, guardare, capire il posizionamento dei vari organi, e restarci il tempo necessario, il tempo sufficiente a capirne la storia. Ecco perché il curatore non può toccare, non può intervenire, ecco perché l’unica cosa che ci è concessa è quella di entrare all’interno del luogo espositivo, di entrare all’interno del corpo dell’artista come fosse qualcosa che si può frequentare, all’interno del quale sostare: un manichino anatomico con un nome ed una data di nascita, lasciato aperto, ma ancora respirante, in fase di lenta modificazione.» Andrea Tinterri

INSIDE/RINASCITE – ERJON NAZERAJ
Spazio Pasubio – Via Pasubio 3/F, Parma
Inaugurazione della mostra: sabato 26 ottobre 2013, ore 18.30
Apertura: dal 26 ottobre al 10 novembre 2013, da lunedì al venerdì dalle 18.30 alle 20.30, il sabato e la domenica dalle 15.00 alle 20.00
Ingresso libero
Per info: Associazione Culturale Lunatici A.p.s. – Tel. 347.4195252 – info@lunatici.net – www.lunatici.net

ERJON NAZERAJ – NOTA BIOGRAFICA
Erjon Nazeraj, nasce a Fier, Albania nel 1982. Nel 2001 si diploma in scultura al Liceo Artistico Jakov Xoxa di Fier. Nel 2007 si diploma in scultura all’Accademia di Belle Arti di Bologna. Nel 2008 interviene con l’installazione “Upstream” sulla facciata di un palazzo di Bologna. Nel 2011 partecipa alla collettiva “Drawings Wall” presso la galleria d’arte Paolo Maria Deanesi a Rovereto, alla collettiva di scultura “Eat me 2° edizione” presso la Galleria San Ludovico di Parma, alla doppia personale “Flirt” presso la sede dell’Associazione Culturale Made in Art a Parma. Nel 2012, con l’Associazione Culturale Made in Art, espone un’installazione pittorica all’evento Arte Accessibile Milano, partecipa con una performance alla seconda edizione di “Lat Love Approach Together” a Parma con l’Associazione Culturale Lunatici.

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“Dildo Paint”

19/10/2013
h.14.30

Riprendono le esposizioni degli Artisti in Vetrina all’Hub Cafè di p.le Bertozzi, promosse dall’Assessorato Politiche Giovanili – Archivio Giovani Artisti del Comune di Parma in collaborazione con Lune Nuove e Hub Cafè.
Per l’occasione mercoledì 23 ottobre dalle ore 19.30 è prevista l’inaugurazione della mostra “Dildo Paint” del gruppo artistico Dildo Society. Il gruppo nasce nel 2004, a Parma, grazie alla geniale collaborazione tra Roger e Xavier Dildo, che con occhio critico, riescono ad intravedere la sottile trama di nullità che forma la società italiana. Da qui il criptico nome, già oggetto di numerose critiche, della società del dildo: una metafora della società in cui viviamo, nella quale si ha la parvenza della azione e del protagonismo; in cui ci si illude di avere la propria vita in mano e di potersela giocare a piacimento. Ma in mano ci hanno messo un dildo, siamo stati castrati alla nascita.
Con l’intento di emulare l’espressività satirica di Banksy, il collettivo pratica atti di “disordinazione urbana” attraverso la tecnica dello stencil. Le tele parlano da sole: tra i soggetti più ricorrenti troviamo lavoratori stanchi e avvenenti figure femminili, con il volto celato da maschere antigas, quasi a presagire la minaccia di un imminente attacco batteriologico.
Ma l’iconografia della maschera antigas è anche una rappresentazione autoreferenziale del mondo dei graffiti, dove spesso gli artisti sono costretti a indossare delle mascherine, per proteggersi dalle esalazioni delle bombolette spray. E le bombolette sono presenti anche nel logo: una madre che nutre il proprio figlio a vernice; quasi a voler scongiurare il pericolo di vederlo allevato con quello che passa l’andazzo generale.
Il messaggio di Dildo Society è chiaro: siamo tutti figli di questa grande matrice, non c’è verso di scappare; possiamo avere gli strumenti per capire la grande truffa che ci sovrasta, ma abbiamo solo l’arte per provare a riscattarci. Da qui il motto: “one day I asked my mom what should I do”: non importa ciò che fai, ma “fallo” con stile. www.dildosociety.net
La mostra a ingresso libero sarà visibile negli orari di apertura del locale.

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“Istinti”

“Istinti”, la mostra personale di pittura di Morena Negri sarà visitabile da sabato 12 ottobre a giovedì 24 ottobre 2013 presso la Galleria S.Andrea  in via Cavestro n.6 a Parma-
 
orari galleria:
da martedì a sabato 10-12  16-19  
domenica 16-19
lunedì chiuso
Ingresso libero. Inaugurazione sabato 12 ottobre 2013 ore 17.00

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“Orizzonti di Toscana”

La Mostra Fotografica “Orizzonti di Toscana” sarà esposta nei locali della Libreria Mondadori all’Euro Torri di Parma per tutto il mese di Ottobre 2013.
Le fotografie esposte fanno parte del mio ultimo lavoro dedicato alla Toscana.
La mostra composta da una raccolta di 21 fotografie tra le migliori fatte da me in 5 anni di viaggi “su e giu’ per la Toscana”.
Insieme alla mostra, è stato pubblicato un catalogo contenente le foto della mostra. Disponibile per il Pubblico.
L’inaugurazione è fissata il VENERDI 4 OTTOBRE 2013 ORE 18.00…, come contorno (per dare più Valore, e un Tono più Completo alle atmosfere delle Fotografie) è stato scelto e trovato un Attore di teatro ANDREA GATTI reciterà Dante, Carducci, Poliziano e altri poeti Toscani ,…. una musicista FRANCESCA FERRARI Suonerà due strumenti antichi LIUTO e TIORBA e accompagnerà le letture con musiche antiche dell’Epoca.
La stessa Unione Fotografie/Musica/Poesie e stata da me proposta nella mostra precedentemente esposta a Palazzo Bentivoglio a Gualtieri (RE) con Grande sorpresa e molti apprezzamenti del pubblico presente all’inaugurazione.

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“Verdi tra le nebbie”

DAL 6 OTTOBRE AL 24 NOVEMBRE 2013
Sabato e domenica 10,00 -13,00 15,00 – 18,00
Feriali su prenotazione
Inaugurazione domenica 6 Ottobre ore 11,00
Ingresso libero

mostra fotografica

VERDI TRA LE NEBBIE
Personale di GIGI MONTALI

La mostra è organizzata dal Comune di Colorno in collaborazione con Antea, G.F. Color’s Light Colorno e con il patrocinio e della Provincia di Parma.
La memoria è uno strumento fondamentale per l’attivazione del pensiero, la comprensione degli eventi e della Storia.
Nelle Basse Terre parmensi il ricordo di Giuseppe Verdi resta vivo e sempre accompagnato da aneddoti. Ogni angolo di queste zone rievoca qualche parte del percorso umano del Maestro.
In occasione del bicentenario verdiano dalla nascita, esce questo progetto volto a far conoscere Verdi anche come uomo della terra e come possidente agricolo oltre che come grande compositore.
Gigi Montali attraverso le sue fotografie ci permette di vedere da un punto di vista nuovo ed inedito la figura del musicista, che aveva uno stretto rapporto con la sua pianura nebbiosa che si espande lungo le rive del fiume Po tra filari di pioppi e vegetazione.
Gigi Montali rivisita i luoghi verdiani con un filtro quasi onirico e ci racconta, attraverso la macchina fotografica, come sono diventati e da chi sono abitati oggi, in un viaggio emozionante tra chiese, terreni, scuole, palazzi, dove l’uomo Giuseppe Verdi è passato lasciando la sua influenza, vivendo nella propria storia, nel proprio tempo.
Il progetto è una puntuale ripresa dell‘’attualità dei luoghi che oggi sono chiamati Verdiani e che un tempo erano solo le basse terre padane nelle quali il Maestro camminava, lavorava e viveva.
Merika Rossetti

Gigi Montali
Fotografo di Reportage e paesaggista freelance, cofondatore del Color’s Light Colorno.parmigiano di nascita e cittadino del mondo, ha occhi mobili e mano ferma. Viaggiando in lungo e in largo le aree più problematiche del “terzo mondo” ha allenato il suo sguardo a paesaggi maestosi e incontaminati, in cui l’uomo non è che una particella di polvere nella vita che scorre, umile e silenzioso davanti al mondo. Ma oltre alle magie delle luci, dei tramonti e dei paesaggi, immortalati con tecnica impeccabile e con la pazienza di uno sguardo lento e mai frenetico, nei viaggi che hanno riempito una grande percentuale della sua carriera di fotografo Montali ha imparato a guardare da vicino il mondo, osservandolo dal fianco per raccogliere i segnali che parlano dell’uomo. Da inguaribile ottimista qual è, Gigi Montali sa catturare i valori che costruiscono le comunità, i gesti e le storie che costruiscono la vita dell’uomo, le similitudini molto più delle differenze che rendono il suo soggetto d’elezione – l’uomo, nelle sue varie attività quotidiane – se non un eroe un assoluto protagonista. Lo trasmette in immagini chiare, intrinsecamente narrative pur distanziandosi tanto dal classico reportage quanto dalla fotografia di viaggio. Montali è, infatti, un fotografo innamorato dell’umanità, della semplicità dello stare al mondo nonostante le situazioni durissime che registra nei suoi scatti: racconta gli antieroi di ogni giorno e di ogni latitudine, dal Mali alla Pianura Padana, dalle miniere di carbone ai caseifici del parmense. Resistendo alla tentazione del pietismo e della drammaticità – che pure alcune situazioni permetterebbero – Montali registra la verità senza indugiare in patetismo, ma anzi esaltando la semplicità come arma di sopravvivenza. Tanto nelle fotografie di paesi lontani, che non sono nella sua ripresa né lontani né “esotici”, quanto nei progetti sull’Emilia e le terre del Po, Montali si rivela essere un fotografo di viaggio interessato alle tradizioni, consapevole che il viaggio della vita richiede uno sguardo sincero e un animo puro.

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“Verdi, Wagner e il disco”

La Casa della Musica ritorna alla grande kermesse fieristica con una mostra dedicata alla discografia storica di Verdi e Wagner. 5 – 13 ottobre, Fiere di Parma.
“Verdi, Wagner e il disco nel bicentenario della nascita dei due compositori” è il titolo della mostra con la quale la Casa della Musica ritorna quest’anno a Mercante in Fiera. Dopo il successo arriso a “Toscaniniana” nel 2006, infatti, gli organizzatori della grande kermesse fieristica parmigiana, una delle più importanti a livello internazionale nel suo settore, hanno nuovamente chiesto all’Istituzione di Palazzo Cusani di arricchire l’offerta presentata alle decine di migliaia di visitatori di Mercante in Fiera con una mostra, realizzata con la collaborazione dello CNIT, che testimoniasse la ricchezza del patrimonio documentario storico che la Casa della Musica conserva, preserva e valorizza: una mostra che non poteva che essere legata a questo 2013 bicentenario della nascita di due giganti della musica quali Giuseppe Verdi e Richard Wagner, cui la Casa della Musica da tempo dedica una importante serie di iniziative culturali culminanti proprio quest’anno con un articolato programma di mostre, convegni, edizioni discografiche. Tra queste iniziative, sicuramente di particolare interesse è la mostra “Verdi, Wagner e il disco nel bicentenario della nascita dei due compositori”, che dal 5 al 13 ottobre offrirà uno spaccato per molti versi inedito della storia della fruizione di questi due grandi compositori, facendo una storia dell’interpretazione delle loro opere nei dischi a 78 giri lungo un lasso di tempo che va dai primi del ‘900 fino a metà del secolo scorso.
Già nei primissimi anni del Novecento, infatti, i più grandi cantanti lirici dell’epoca cominciarono a lasciare testimonianza della loro arte interpretativa in quella che era la grande novità del momento: i cilindri e i dischi a 78 giri che stavano entrando, letteralmente, nelle case di un pubblico sempre più vasto come una vera e propria rivoluzione, quella del suono riprodotto. Da allora le interpretazioni verdiane e wagneriane presenti sul mercato discografico si sono moltiplicate, ed è da questa messe davvero imponente che nasce questa significativa selezione di registrazioni storiche: testimonianze preziose che provengono dalle collezioni della Casa della Musica, il cui patrimonio discografico – anche grazie alle generosità e lungimiranza di tanti donatori – conta oggi quasi 25.000 esemplari.
In questa esposizione incisioni di voci leggendarie, quelle di interpreti già famosi quando Verdi era ancora vivo e operante, da Francesco Tamagno a Mattia Battistini ad Alessandro Bonci, o di celeberrime cantanti quali Amelita Galli-Curci, Mercedes Capsir, Rosa Ponselle, per citarne solo alcune, o di quelli che, come Maria Caniglia, Aureliano Pertile, Francisco Viñas e direttori come Arturo Toscanini o Tullio Serafin, hanno contribuito nei primi decenni del Novecento a costruire una tradizione interpretativa wagneriana in Italia. Da questi dischi preziosi, alcuni estremamente significativi anche nella veste grafica, l’incanto di voci lontane entrate ormai nella storia. 

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Sull’ali dorate

da sabato 5 ottobre 2013 a lunedì 6 gennaio 2014
Museo Nazionale Giuseppe Verdi, Busseto

Dal 05 ottobre al 31 ottobre 2013, Martedì – Domenica : 10,00 – 18,30 – Lunedì chiuso.
Dal 01 novembre fino al 06 gennaio 2014, Martedì – Domenica : 10,00 – 17,30. Lunedì chiuso.

Nell’anno della cultura ungherese in Italia e della cultura italiana in Ungheria si è attivato uno scambio e insieme un sodalizio artistico che ha come fulcro Busseto e il magnifico Museo Nazionale Verdi. Nelle celebrazioni del Bicentenario di Giuseppe Verdi s’inserisce la mostra dello scultore ungherese Istvàn Madarassy. Per tre mesi (5 ottobre al 6 gennaio) i visitatori del Museo e gli ospiti del Festival Verdi di Busseto potranno anche ammirare le originali opere in rame di Madarassy ispirate ai melodrammi verdiani.
Cosi, nelle Sale di Villa Pallavicino, con gli sfondi scenografici di Pier Luigi Pizzi, si articolano, stanza dopo stanza, le evoluzioni sonore e visive, i cangiantismi incantati su rame di quest’artista che lavora la materia con il calore della fiamma ossidrica, trasfigurandola e cavandone, in modo quasi magico, l’essenza di luce, le sfumature iridescenti delle emozioni. Per ogni stanza troviamo una figura, un protagonista dell’opera verdiana e le pittosculture (quadri dipinti con la fiamma e arricchiti da rilievi sempre di rame).
Le diverse arti si mescolano, s’esaltano reciprocamente creando un’atmosfera evocativa, struggente che pervade tutti i sensi. Con la musica di sottofondo, con scene e personaggi che sorgono come da quinte teatrali, ci s’immerge totalmente nell’universo verdiano. Lo scultore ungherese interpreta magistralmente la musica, modulando colori e passioni, rendendo il docile rame materia preziosa che quasi si fa aria, respiro, melodia. Il pensiero allora va, vola… sull’ali dorate.

Istvan Madarassy
Nato il 16 luglio 1948 a Budapest, ha frequentato l’Istituto di arti applicate e figurative ed è stato restauratore presso il Museo Nazionale Ungherese. Dal 1973 è membro degli Artisti ungheresi e le sue opere sono state esposte in prestigiose mostre personali e collettive sia in patria che all’estero. E’ membro della Società artistica DunapArt e della Europaische Akademie der Wissenschaften und Künste (ASAE, Salisburgo) Nel 1994 la sua opera “La porta dell’Inferno”, ha ricevuto la medaglia d’oro alla Mostra Biennale Internazionale di Dante a Ravenna. Nel 2000 il Presidente della Repubblica Ferenc Màdl ha fatto omaggio a Papa Giovanni Paolo II, in Vaticano, delle statue di S. Stefano e Santa Gisella. Nel 2004 ha ricevuto la medaglia al merito dal Presidente della Repubblica Ferenc Màdl e nel 2010 il Premio Gunder. Nel 2008 ha esposto alla Rocca Sanvitale di Fontanellato con la mostra “Alchimie di rame”. Nel 2011 ha tenuto al Museo Casa di Dante a Firenze la mostra sull’Inferno dantesco che si rinnova quest’anno (8 ottobre) con le opere ispirate ai Canti del Purgatorio.

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“InHUMAN”

“Art In Progress” nasce dalla volontà di dare nuove opportunità ai giovani artigiani del settore artistico e moda, artisti emergenti, scultori, fotografi e creativi. Il progetto offre la possibilità di esporre le proprie opere all’interno degli spazi della sede provinciale CNA: una vetrina per tutti coloro che molto spesso non hanno la possibilità di esporre in maniera visibile al pubblico.
“InHUMAN” è il nuovo progetto artistico dell’artista parmense Luca Soncini, classe 1980. Nel 1999 si diploma all’Istituto artistico “Paolo Toschi” di Parma con l’indirizzo di grafica pubblicitaria. Ne conseguirà la laurea nel 2004 all’Accademia Delle Belle Arti di Brera (Milano). Dal 1996 espone in diverse città italiane quali Parma, Milano, Lecce, Treviso, Bologna, Torino, Roma e Napoli. Da segnalare l’assegnazione del primo premio conferitagli nel concorso “Helios Arts Award” bandito dalla “BP Italia” nel 2003 presso il “Museo della scienza e della Tecnica” di Milano e la partecipazione ad una esposizione calcografica presso il Palazzo Bodoniano della Pilotta di Parma per la rassegna dedicata al Parmigianino.
L’inaugurazione di “InHUMAN” si terrà giovedì 3 ottobre alle ore 18 presso gli spazi espositivi della sede provinciale di CNA Parma, in via La Spezia 52/A.

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“Hands and Madness”

Puzzle Puzzle S.r.l. e l’associazione A.C.D. musica punto a capo, con il patrocinio del Comune di Parma, hanno il piacere di presentare la mostra d’arte contemporanea Hands and Madness
Hands and Madness sono, Montecristo (Alessandro Andrei) pittore e Luk Baro (Luca Barolli) scultore, l’unione di due giovani e promettenti artisti dalla quale scaturisce genio, follia e sperimentazione: dalla pittura alla fotografia, dalla poesia del recupero alla scultura, dall’utilizzo delle mani e la loro espressività per la lettura dell’animo all’esplorazione primitiva, fino ad arrivare alla visione di mondi lontani.
Quadri, sculture e installazioni conditi da una venue industrial che li ospita e la creazione dal vivo di opere: la nuova frontiera artistica da oltrepassare, il Metal Food! “Portate” tipicamente culinarie servite con flessibile e saldatrice, tutto rigorosamente live.
La mostra, ad ingresso libero e gratuito, si terrà dall’11 ottobre al 27 ottobre e sarà visitabile tutti i giorni dalle ore 14:00 alle ore 21:00. HANDS AND MADNESS è molto di più, all’interno della mostra avrete occasione di incontrare e conoscere gli artisti e partecipare a diversi eventi organizzati per tutta la durata della manifestazione:
– Inaugurazione con gli artisti venerdì 11 ottobre dalle ore 18:00 con aperitivo e djset by Noolak
– Incontro con gli artisti sabato 12 ottobre dalle ore 18:00 con aperitivo e djset by ChrisDj Falleri
– Incontro con gli artisti venerdì 18 ottobre dalle ore 18:00 con aperitivo e djset by Marco Pipitone
– Incontro con gli artisti sabato 26 ottobre dalle ore 18:00 con aperitivo e djset by ChrisDj Falleri
– Festa di chiusura e aperitivo con gli artisti domenica 27 ottobre dalle ore 18:00 con aperitivo e djset

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“I maestri del ‘900 da De Chirico a Pistoletto”

 
Nel “salotto” dell’Artgallery i Maestri dell’arte del ’900 raccontati dalla storica dell’arte Eles Iotti.

Da venerdì 20 settembre 2013 a mercoledì 16 ottobre 2013
L’artgallery, B.go S. Vitale 3 – Parma
Inaugurazione venerdì 20 – ore 17.00. Dal lunedì al sabato, ore 10-13/16-19.30 (chiuso il giovedì pomeriggio e domenica)
IN ESPOSIZIONE ALCUNI CAPOLAVORI DEI MAESTRI DELL’ARTE DEL XX SECOLO (ARMAN, BAY, CASCELLA, CASTELLANI, CHIA, CLEMENTE, CRIPPA, DE CHIRICO, FONTANA, MIRO’, PALADINO, PISTOLETTO,TURCATO, ROTELLA,WARHOL)
Presenti in Galleria fino al 16 ottobre 2013

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Personale di Maria Grazia Passini

 
Mostra personale di Maria Grazia Passini
Dal 21 settembre al 31 ottobre, Chiostri di San Giovanni Evangelista, Parma

Non sono semplici montagne quelle dipinte da Maria Grazia Passini. Si crede di salire sul tetto del mondo, invece si scende nelle profondità dello spirito.
Quelle creste innevate, quelle cuspidi affilate sono rilievi di una cartografia interiore, mentre i colori del cielo, i riflessi che inondano le pareti rocciose sono un corpo vibrante emozioni. Le vette sono vive e parlano a noi e di noi, di ferite drammatiche e resurrezioni inevitabili.
Il piede può cadere in fallo, ma la mano, quella stessa che si congiunge in preghiera, afferra cieli e speranze, invisibili salvezze per chi sa alzare la testa e spingersi in salita, nonostante tutto. La pittura della Passini è sorta tardi e dopo un evento traumatico, come capita a tutte le vocazioni a lungo celate, ma destinate prima o poi a manifestarsi vulcanicamente.
Più restano soffocate, più erompono con forza. Questo spiega la vertigine e il senso di un sussulto interiore che si prova davanti alle sue tele, lo stupore davanti alla spessa matericità tridimensionale seppur talvolta resa con un’ essenzialità estrema di tratti e di tinte. Stesso discorso vale per le sculture, in creta simil bronzo e ora anche in bronzo autentico.
Il busto di Verdi è percorso dal fremito della musica, dalla furia creativa, mentre quello dedicato a Kurt racconta sulla pelle rugosa avventure di ghiaccio e d’alta quota, occhi resi trasparenti dalla memoria dell’infinito. Poi ci sono ali e mani, non più quelle protese nello sforzo fisico dell’arrampicata, ma giunte e protese nella tensione spirituale della preghiera. Quando una mano è sola, l’altra è quella di Dio. Ora lei, con quelle mani di scalatrice suona il violino, dipinge, plasma. Ogni suo atto è ricerca e ringraziamento. In ogni opera continua a salire verso il cielo e a far battere il suo, il nostro cuore, all’unisono con quello delle montagne e dell’universo.
Si dice che l’arte sia medium di qualcosa, di qualcuno lassù, e che l’artista sia solo interprete e tramite del divino. Nell’opera della Passini questo ha un’evidenza sconcertante, paragonabile alla forza espressiva, comunicativa dei più grandi artisti. Perché è arte vera. Non descrive soltanto, ma incide, non parla ma canta. Ci fa percepire l’anima dell’uomo e del mondo. E il mistero, come il vento che spira sulle cime. Non arriveremo forse mai alla fine, alla soluzione. Pensiamo allo spirito romantico del tedesco Caspar Friedrich. Lei va oltre. In una vastità e solitudine che sgomenta. Ma piena d’amore. Così, la paura provocata dall’imponenza della natura si risolve in contemplazione e in un abbraccio infinito.
Quella terra roccia scoscesa, aspra, a volte ostile, è anche la mano aperta del Creatore, la culla per il corpo, per il cuore. Per vedere bisogna credere, salire. Per vedere bisogna aprire altri occhi oltre a quelli fisici. Abbandonarsi infine. Lassù si respira l’estremità della vita. La verità. Ecco dove conduce Maria Grazia Passini. In alto. In fondo. Come l’acuto incanto del violino. Alla fine è questo il miracolo dell’arte: portarci via. Oltre. Questa è la scalata più alta, il più alto volo. Fino a Dio.
Manuela Bartolotti

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“Acrobatiche sensazioni”

 
“Acrobatiche sensazioni”
Spazio Audiomedica via Repubblica, dal 20 settembre al 22 ottobre.
Inaugurazione venerdì 20 settembre, ore 19.30

Sospesi nel nulla, leggeri, sinuosi… da dove arrivano? Dove vanno? Lui e Lei in un incastro di corpi, un intreccio di mani, di sensazioni individuali e condivise con chi li guarda: l’occhio del fotografo si avvicina, curioso ma rispettoso viene coinvolto in questo ballo sensuale, profondamente intimo. Alessandro Romani, fotografo parmigiano, mette in scena allo Spazio Audiomedica con sensibilità ed eleganza, attraverso un gioco di linee e di spazio attentamente studiati, un’emozionante ed intensa danza acrobatica. Con questi scatti ci trasporta in una dimensione “altra”, nella quale valgono regole diverse, un mondo in cui le conosciute leggi della fisica non esistono più, come se vi fosse un tacito accordo con il pubblico.
Il bianco e nero, voluto, accentua questa atmosfera onirica, indefinita, fuori dal tempo e dallo spazio, ma comunque ancorata al dato reale grazie agli elementi architettonici presenti. Con grande immaginazione visiva e abilità compositiva, Romani fa affiorare dal nulla i personaggi del suo racconto come sospesi in una instabile provvisorietà e li fa lievitare sullo straniante sfondo sfumato della Reggia di Colorno, stimolando in chi osserva libere interpretazioni; indirizza il nostro sguardo con calibrate diagonali e tagli misurati servendosi delle finestre e dei cornicioni.
Sono immagini magnetiche che catturano lo sguardo, tengono con il fiato sospeso, quasi si assistesse in diretta allo spettacolo, alla fusione del corpo con il tessuto, a un dialogo intenso fra i protagonisti. Forza e delicatezza insieme danno vita ai movimenti dai quali non trapela lo sforzo, la sofferenza e la fatica, ma risalta la tensione dei muscoli, la modulazione del tessuto ora avvolto serpentino al corpo, ora teso e del quale non si vedono né il principio né la fine. Fotografo delle piccole cose, riflessivo e introspettivo, Alessandro Romani restituisce atmosfere dal sapore felliniano lasciando libera l’immaginazione e suscitando forti e nello stesso tempo delicate emozioni, vere protagoniste di questi scatti.

Alessandro Romani nasce nel 1969 a Taranto, ma vive a Parma dal 1982. Dopo aver frequentato il Liceo scientifico “G.Marconi” di Parma, si è laureato in giurisprudenza presso l’Università ducale. La sua passione fotografica nasce quasi per caso durante un viaggio in Sicilia ispirato dalla bellezza dei paesaggi del sud. E’ iniziato così il viaggio in un grande universo di immagini che gli hanno permesso e gli permettono di guardare il mondo dal suo punto di vista. Crepe nei muri, porte e finestre antiche, case in lontananza, acrobati, tutto questo per molti ha un sapore solo di realtà quotidiana, ma la fotografia creativa di Alessandro le ha rivisitate donando loro una nuova vita, cogliendo in esse alternative prospettive. La passione è ora per lui una spinta propulsiva a sperimentare nuove tecniche e ad esprimere le sue sensazioni ed emozioni.
Dal 2011 in Parma entra a far parte di Boulevart e si iscrive all’associazione culturale Oldmanagency molto attiva in città, e non solo, nell’ambito della fotografia sportiva (essendo inoltre partner della federazione italiana di baseball e softball). Partecipa in maniera attiva alla manifestazione patrocinata dal comune di Parma e dal Coni “Parma città europea dello sport 2011” a cui fa seguito la pubblicazione di un libro. Ha partecipato a diverse mostre personali e collettive: “Piccoli spazi nel tempo” ( Parma 2011, Galleria del libro), “Oltre” (Parma 2011, Libreria Mondadori euro torri), “Fratture nei pensieri statici” (Parma 2012, Galleria del libro); Boulevart (Parma 2011-2012-2013). Collettive con Oldmanagency: “Una miniera di diamanti – 2° convention fotografi baseball e softball” (Parma 2012, Casa della Musica); “Passione e Professione” (Parma 2012, Palazzetto Eucherio Sanvitale); Collettiva nell’ambito di Colorno photolife.

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“Lost in the supermarket”

 
“Lost in the supermarket” costituisce il progetto fotografico di cinque fotografi dell’Associazione ReFoto: Stefano Bartoli, Claudio Dall’Aglio, Concetta Galetta, Alessio Giacomini e Emilia Moser.
I cinque fotografi si sono addentrati e “persi” (lost) nei supermercati, scattando foto con una macchina fotografica appoggiata dentro il carrello della spesa: un punto di osservazione originale e privilegiato sul mondo del consumo, i suoi ritmi e le sue dinamiche.
Per l’esposizione delle opere gli autori hanno scelto una modalità ormai inconsueta: tutti gli scatti, realizzati in bianco e nero con macchine fotografiche analogiche, sono stati stampati dagli stessi autori in camera oscura, con la collaborazione del fotografo reggiano Cesare Di Liborio.
La mostra verrà inaugurata sabato 7 settembre alle ore 18 presso il Palazzo Civico di Montechiarugolo e sarà aperta fino al 6 ottobre con il seguente orario:
• sabato ore 15-18
• domenica ore 10-12,30 e 15-18

La mostra fotografica “Lost in Supermarket” chiude idealmente la stagione espositiva del Palazzo Civico di Montechiarugolo – dichiara l’Assessore alla cultura Valerio Fontanesi -.
La stagione, inaugurata con la raffinata fotografia di Luca Gilli, è proseguita con il colorato astrattismo di Giampaolo Aschieri ed ha avuto il suo apice con la personale di Nani Tedeschi, artista affermato che ha portato a Montechiarugolo tantissimi visitatori. Il successo di tutte le proposte conferma un evidente interesse per le arti figurative, in tutte le loro diverse declinazioni. La mostra è realizzata con il contributo di Terme di Monticelli Spa.

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“Con gli occhi e con il cuore”

 
Mostra personale dell’artista Ester Aimi dal 14 al 26 settembre alla Galleria Sant’Andrea, via Cavestro, 6 a Parma.
Orari da martedì a sabato dalle ore 10.00 alle ore 12.00 e dalle ore 16.00 alle ore 19.00, domenica dalle ore 16.00 alle ore 19.00, lunedì chiusura.

dal testo critico di Lorenza Pellegrini: Donne. Donne nella pienezza della vita, qualsiasi età abbiano. Donne che lavorano, pensano, sentono. Donne di luoghi lontani. Donne senza tempo. Donne che sanno andare incontro al proprio destino. Donne che amano. Donne. (…)

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Bodoni. Principe dei tipografi nell’Europa dei Lumi…



Sarà Pierluigi Pizzi ad allestire la grande mostra su “Bodoni Principe dei tipografi nell’Europa dei Lumi e di Napoleone” che, nel bicentenario della morte, si potrà ammirare a Parma dal 5 ottobre 2013 al 12 gennaio 2014 alla Biblioteca Palatina e alla Galleria Nazionale, contigua al Teatro Farnese.
È una mostra che nasce da lontano, da un progetto ideato da Andrea De Pasquale, direttore tra il 2008 e i primi del 2012 della Biblioteca Palatina e del Museo Bodoniano, e poi continuato in piena sinergia con l’attuale direttore della Biblioteca e del Museo, Sabina Magrini e con il Soprintendente per i Beni Artisti e Storici di Parma Mariella Utili.L’intera iniziativa è stata resa possibile grazie al contributo di Fondazione Cariparma.
Accanto alla Biblioteca Palatina e alla Galleria Nazionale che ospitano l’esposizione negli spazi prestigiosi deel complesso monumentale della Pilotta dove, tra l’altro, Bodni visse ed operò,, hanno collaborato alla co-organizzazione della manifestazione la Fondazione Museo Bodoniano e la stessa Fondazione Cariparma: istituti di natura diversa che contribuiscono, ciascuno secondo le proprie funzioni, all’impresa di illustrare ad un pubblico più ampio possibile l’importanza dell’artista che ha reso grande la storia della tipografia italiana nel mondo.
La Fondazione Cariparma con la generosità consueta nei confronti delle iniziative di grande rilevanza ospitate in città, ha curato, inoltre, gli aspetti gestionali del progetto. Dal canto loro, il Museo, la Biblioteca e la Galleria hanno lavorato fianco a fianco, nell’ambito della diverse competenze di ciascuno, con l’intento comune di rendere al meglio – in un contesto spettacolare quale la Galleria Petitot e i Saloni Neoclassici della Galleria Nazionale – l’atmosfera degli anni in cui Bodoni fu attivo, gli interlocutori eccellenti a cui fu legato, le edizioni straordinarie che seppe concepire e commercializzare.
In spazi, che da soli giustificano una visita, saranno esposti i raffinati volumi bodoniani e le testimonianze dell’intero processo di realizzazione e di commercializzazione di capolavori che, per contenuto come per qualità di stampa, erano contesi da corti, accademie, biblioteche e intellettuali dell’Europa a cavallo tra Sette e Ottocento. Accanto alle meraviglie uscite dai torchi di Giambattista Bodoni, a rivivere in mostra è il mondo culturale, economico e istituzionale, sono le corti italiane ed europee appunto, che in Bodoni trovarono l’artigiano-artista in grado di dar forma di libro alle loro istanze, idee ed ideali.
Ed è proprio a “Bodoni, gli ambienti culturali e le corti” che è riservata una delle due sezioni della esposizione. Nella scenografia suggestiva di ambienti meno noti del Teatro Farnese rivivranno i suoi primi passi nella tipografia paterna della natia Saluzzo, quindi il trasferimento a Roma e il lavoro alla stamperia di Propaganda Fide.
Successivamente l’approdo alla corte di Parma, tra le più “illuminate” ed internazionali nell’Italia frammentata dell’epoca.
E da questo momento tutto muta: non è più lui a proporsi alle diverse corti europee ma sono re, papi e principi a recarsi a Parma, nella sua “Stamperia” per commissionargli o assicurarsi le sue ambite edizioni.
Da Napoli vengono o gli inviano propri emissari prima i Borbone e poi Murat, altrettanto fanno i Borbone di Spagna e l’Imperatore, ovvero Napoleone in persona. Così come, da Milano, Eugenio Beauharnais ViceRe d’Italia e, con lui, l’ambiente culturale che aveva in Brera il suo epicentro. Bodoni divenne anche riferimento per il mondo culturale ed intellettuale, di scrittori, pensatori, storici: Parini, Monti, De Azara, Alfieri, Pindemonte, Foscolo, Benjamin Franklin, Madame de Staël, Stendhal con tanti altri. Alle loro idee seppe dare non solo forma fisica, trasponendole in libri di grande eleganza e rigore, ma anche ampia diffusione.
Questo magnifico “affresco di un’epoca” della storia italiana ed europea, con le sue luci e le sue inevitabili ombre, vive in mostra, all’interno della Galleria Nazionale, grazie alle vedute e ai ritratti dei personaggi che animarono la vita politica ed economica dell’epoca realizzati da grandi artisti, Goya innanzitutto, ma anche, Anton Raphael Mengs, Angelica Kauffmann, Francois Gerard e i molti altri già presenti nelle collezioni ducali tra cui Andrea Appiani, Antonio Canova, Bernardo Bellotto, Robert Hubert.
Alla “Fabbrica del libro perfetto” è riservata l’altra grande sezione della mostra; nel suggestivo spazio della Galleria Petitot della Biblioteca Palatina sono esposti dapprima i capolavori che raccontano la storia del libro a stampa: dalla Bibbia di Gutenberg della metà del XV secolo, alle più importanti edizioni della tipografia europea. Poi Bodoni e la sua rivoluzione del gusto e della tecnica. Qui, gli strumenti per la fusione dei caratteri in piombo e la composizione dei testi, le prime edizioni ma soprattutto gli esemplari più belli usciti dai torchi bodoniani, evidenziano, ricorrendo anche all’utilizzo intelligente di strumenti multimediali, quanto radicale sia stata la sua “rivoluzione” nella storia dell’arte tipografica. Una rivoluzione frutto, come la mostra ben documenta, di una maniacale attenzione per ogni fase del lavoro, sempre con obiettivi di qualità e eleganza elevatissimi. Dalla scelta, e ideazione, del carattere tipografico (ancora oggi il “Bodoni” ispirato ai caratteri da lui creati è tra i più utilizzati), alla composizione grafica, al perfezionamento delle tecniche di stampa su carte naturalmente selezionatissime, ma anche supporti speciali come seta e pergamena. E, ancora, l’attenzione alle incisioni; veri capolavori d’arte. Infine la stampa a colori e le legature di sobria, perfetta eleganza.
«Quanto più un libro è classico tanto più sta bene che la bellezza de’ caratteri vi si mostri sola», affermava Bodoni. Di qui non solo l’attenzione ai caratteri, che lui stesso disegnava, ma anche a quella che oggi definiremmo come impaginazione, in un perfetto equilibrio pieno – vuoto, tra scrittura e spazi bianchi. Con Bodoni si può parlare di una vera e propria rivoluzione nell’arte della stampa, ruolo di cui lui stesso era consapevole, tanto da affermare orgogliosamente che le sue edizioni avevano «introdotto una nuova armonia nella semplice e maestosa formazione de’ frontespizi, ed una migliore e più vaga proporzione nelle pagine adattate alle varie qualità delle carte e de’ formati».
In mostra i suoi volumi, esposti in originale, potranno anche essere virtualmente sfogliati grazie ai supporti multimediali a disposizione dei visitatori.
Ma il genio bodoniano si rivela anche in quello che oggi definiremo come marketing delle sue preziose edizioni. E’ celebre la sua orgogliosa affermazione “Io non voglio che cose magnifiche e non lavoro per la volgarità dei lettori”. Tuttavia egli era perfettamente consapevole che il libro, per quanto perfetto come oggetto, trovava – allora come oggi – la sua vera vita solo tra le mani dei lettori. E la sua fortuna conferma come sapesse bene convincerli all’acquisto.

Bodoni
Principe dei tipografi nell’Europa dei Lumi e di Napoleone

Parma, Biblioteca Palatina, Teatro Farnese e Galleria Nazionale
Palazzo della Pilotta, Strada alla Pilotta, 3
5 ottobre 2013 – 12 gennaio 2014
Inaugurazione 4 ottobre 2013

Orari:
Dal martedì alla domenica 9,00 – 18,00
Domenica ultimo ingresso dalla Biblioteca Palatina ore 16,30
Chiuso il lunedì

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“Nicola Liberatore il sacro, l’uomo, l’arte”



NICOLA LIBERATORE il sacro, l’uomo, l’arte a cura di Guido Pensato VILLA SORAGNA, COLLECCHIO (Parma)
14 settembre – 5 ottobre 2013
Inaugurazione sabato 14 settembre 2013 ore 11.00
Sarà inaugurata sabato 14 settembre 2013 alle ore 11.00 presso VILLA SORAGNA di COLLECCHIO (PARMA), dal Sindaco Paolo Bianchi e dall’Assessore alla Cultura Maristella Galli, la mostra personale “Nicola Liberatore il sacro, l’uomo, l’arte” a cura di Guido Pensato.
Scrive in catalogo Guido Pensato: Il divino e l’umano; il celeste, lo spirituale e il terreno: visti e rappresentati non come opposti.
Accade anche in Nicola Liberatore che l’arte venga individuata e mostrata come il luogo della loro contiguità indissolubile e ineludibile; lo strumento che rende praticabile l’impresa di sottrarre all’oblio, alla smemoratezza, al degrado e alla morte i luoghi, i simboli, i segni, i linguaggi, che testimoniano di quell’incontro. E’ l’artista a porsi come l’artefice di quel salvataggio: sotto forma di un “recupero”, di una “appropriazione”: scoperta metafora di una più complessiva “salvezza”, che mostra, contemporaneamente e contestualmente, la (certa) precarietà e la (possibile) grandezza delle azioni dell’uomo.
E’ esplicita in Nicola Liberatore la contiguità tra la corposa – talora sommersa e magmatica, ma sempre affiorante – materialità dell’umano e una interiorità, una spiritualità misteriose, recondite e inaccessibili agli occhi dell’uomo, ma presenti, proprio attraverso le forme che egli stesso – costruttore e artista – ha cercato di dare loro e di darsi. Una vicinanza che enuncia la labilità e l’arbitrarietà dei confini e delle lontananze che pretendono di separare quello che non può essere separato. E’ possibile infatti – e Liberatore ce lo segnala e mostra concretamente – che l’arte svolga un’azione a favore di tutto quello che rischia di perdersi dell’umano: memoria e cose tangibili, ricordi, tracce e opere. ritualità e della cultura materiale…
Tutto l’universo di segni, gesti, idee, suggestioni, insomma, che sono il patrimonio interiore ma visibile di Liberatore: quello (quasi-) genetico legato al suo paese d’origine e al Gargano e quello della memoria e della cultura etnoantropologica e artistica, oggetti e frutto di riflessioni, ricerche e pratiche assidue di rielaborazione. Un patrimonio ricco e composito che l’artista ha assimilato ed elaborato, ma non “sistematizzato” come un ventaglio di aree disciplinari separate e distinte; avendole, viceversa, introiettate come coscienza profonda e creatività libera, capace di sintesi ora sontuose ora essenziali.
E’ di qui che origina, infatti, un complesso processo ideativo e realizzativo capace di trasformare quel magma di sacro e profano, religiosità, quotidianità e festosità laica in opere in grado di definirlo, raccontarlo e rappresentarlo in una ricca gamma di declinazioni e “traduzioni”: tele e non-tele come preziosi brani di exultet o di codici; morbidi altorilievi e soavi edicole votive, polittici monocromi, pale d’altare sontuose e pagine di libri d’artista; ex voto che sembrano confezionati da mani angeliche a celebrazione della creatività umana; sculture di stoffa a tutto tondo, che sono – come statue o più complesse installazioni – …
Buffet aperitivo del Gargano: “Forno Sammarco” – S. Marco in Lamis e “Selezione Michele Sabatino” – Apricena / Presidio Slow Food Vacca podolica e Capra garganica.

Nicola Liberatore nasce a S. Marco in Lamis nel 1949, sul Gargano, dove trascorre la sua infanzia e parte dell’adolescenza. Proprio sul Gargano ha le sue prime esperienze da insegnante. Vive a Foggia. Negli anni’70 ha frequentato l’Accademia di Belle Arti, si abilita in Disegno e Storia dell’Arte, inizia ad esporre in spazi pubblici e privati. Dall’84’ è tra gli artisti del Laboratorio Artivisive di Foggia. Collabora alle iniziative di Spazio 55-arte contemporanea, Foggia.
Nelle sue opere, ottenute per interazione, per stratificazione, per strappo di materiali antichi (carte, stoffe, merletti, pigmenti) “…concentra in immagini permeate di una non comune finezza intellettuale l’elaborazione forte di una tematica culturale di intensa tensione antropologica…”. Nel 2004 i critici L. Caramel, T. Carpentieri, P. Marino, gli conferiscono il Premio Paolo VI nell’ambito della Terza Triennale d’Arte Sacra di Lecce. Nello stesso anno, è invitato dal critico G. Di Genova nella mostra Luce, vero sole dell’arte, presso il Museo d’Arte delle Generazioni Italiane del’900 “ G. Bargellini”, Pieve di Cento-Bologna ed è presente nelle Collezioni Permanenti del Museo e nel volume “Storia dell’Arte Italiana del ’900-Generazione anni quaranta”, Edizioni Bora- Bologna 2009, autore lo stesso critico.
È invitato nella Rassegna promossa da Padiglione Italia, 54ª Biennale di Venezia, Palazzo delle Esposizioni – Sala Nervi – Torino ed è presente nel relativo volume “ Lo Stato dell’Arte” a cura di Vittorio Sgarbi. È tra gli artisti premiati alla XII Biennale dell’acquarello di Albignasego (Padova).
È invitato nella Rassegna Paleocontemporanea, 2013, Napoli.

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“Raw Translation”

Centina, Sayaka Ganz, Monica Manganelli. Dal 14 settembre al 14 novembre in mostra alla Galleria Loppis, via La Spezia, 90 a Parma.
Raw Translation è un incontro distante. Nasce veloce perché l’esigenza è comune. Raccontare una storia fatta a mano. Una storia diversa. Semplice, grezza, cruda, vera, di qualità. L’oggetto quotidiano non è più lo stesso, prende vita e si trasforma accogliendo su di sé il richiamo di un futuro differente. La plastica diventa vita e gioia per gli occhi, il legno si fa opera d’arte. Il reale è tradotto in qualcosa di immaginario.
E’ un altro punto di vista ciò che conta qui, immaginare ciò che sarà provando a capire che è possibile dare alle cose una nuova possibilità.

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“Filippo de Pisis en voyage”



La mostra intende presentare alcuni capolavori del maestro (circa ottanta tra dipinti e opere su carta), provenienti da musei nazionali e da collezioni private, che rispecchiano i suoi interessi principali: i luoghi innanzitutto, i volti e le persone che li abitano, la natura che li attraversa.
Curata da Paolo Campiglio, per iniziativa della Fondazione Magnani Rocca presieduta da Giancarlo Forestieri, in collaborazione con l’Associazione per Filippo de Pisis, col coordinamento di Stefano Roffi, la mostra, dal titolo “Filippo de Pisis en voyage. Roma, Parigi, Londra, Milano, Venezia” è visitabile dal 13 settembre all’8 dicembre 2013 nella Villa dei Capolavori di Mamiano di Traversetolo (Parma), la raffinata dimora, ora sede della Fondazione Magnani Rocca, che fu di Luigi Magnani, amico e collezionista di de Pisis.
La mostra si avvale del sostegno di Fondazione Cariparma e di Cariparma Crédit Agricole.
Il carattere cosmopolita dell’artista e il suo incessante viaggiare per l’Europa degli anni Trenta-Quaranta pone de Pisis in una luce moderna e attuale, quella di un intellettuale senza frontiere che in un periodo di rafforzamento delle nazioni e di crisi internazionale sceglie le principali capitali come sedi più proprie alla personale declinazione espressiva.
La mostra intende ampliare il discorso avviato con la storica esposizione curata a suo tempo da Giuliano Briganti e incentrata sugli anni di Parigi (1925-1939). Gli anni parigini, fecondi di scoperte e maturazioni pittoriche, sono qui preceduti dagli anni di Roma (1920-1924), in cui all’artista si rivela la pittura come mezzo più consono; sono intervallati dai due soggiorni a Londra (1935 e 1938), importanti ai fini della precisazione del segno e della messa a punto di una personale tavolozza cromatica; sono seguiti dal periodo di trasferimento a Milano (1940-1943) e infine preludono alla grande opera di Venezia (1943-1949), il momento più felice della pittura depisisiana.
I lunghi soggiorni nelle capitali europee e nelle principali città d’arte italiane sono inframmezzati dalle consuete pause estive a Cortina d’Ampezzo, dove de Pisis cerca un rapporto autentico con gli elementi naturali e le persone del luogo. L’artista è viaggiatore instancabile, fin dalla giovane età: nei panni di botanico naturalista e collezionista di farfalle egli compie lunghissime peregrinazioni attorno alla nativa Ferrara, spostandosi sia lungo l’Adriatico che verso l’Appennino tosco-emiliano.
Ferrara è la Città dalle cento Meraviglie, una realtà urbana vissuta nel giovanile incanto metafisico e filtrata prevalentemente attraverso la letteratura, vena dominante nell’artista fino alla metà degli anni Venti. Tuttavia essa permane nell’immaginario pittorico depisisiano quasi come un modello, esportato in ogni differente contesto europeo, in una sorta di aura che permea il suo sguardo sulle cose.
Ogni periodo di soggiorno in una città costituisce inoltre per de Pisis un’occasione di confronto con il museo – i grandi musei delle capitali europee – dove egli ritrova i maestri internazionali, da Chardin a Lorrain alle luci di Corot, rivede la pittura italiana, la scuola veneta da Giorgione a Tiziano a Tintoretto. Le capitali europee permettono a de Pisis un’avventura nuova nella città, nel suo pullulare e nell’intrinseca vitalità dei parchi, degli angoli scelti dal pittore en plein air, in un rapporto diretto con la varia umanità con cui l’artista viene di volta in volta in contatto. La lezione impressionista è quindi seguita alla lettera dal pittore, benché gli angoli e gli scorci prediletti, gli interni delle chiese, riportino una visione alquanto differente dalle prospettive aeree ottocentesche.
Nelle vedute urbane del pittore traspare sovente l’ambiguità, pur nella sontuosa vitalità della pittura, di una vena malinconica: i tratti veloci e sintetici, la pittura sbavata, la semplicità scarna di alcune composizioni rivelano quell’esuberante felicità che nasconde un costante dolore esistenziale.
La mostra si concentra su alcuni capi d’opera relativi ai periodi di soggiorno in una città europea nei generi del paesaggio urbano, del ritratto e del nudo maschile, della natura morta, che costituiscono i principali ambiti di ricerca del pittore, temi fissi in cui egli esprime le proprie inquietudini e il proprio aristocratico distacco dal mondo.
Del periodo romano (1920-1924) spicca la Natura morta con le uova (1924) della Collezione Jesi (Pinacoteca di Brera, Milano) appositamente restaurata per l’occasione, opera “metafisica” che rivela i contatti del giovane artista con alcuni modelli contemporanei, tra cui Giorgio Morandi conosciuto a Bologna negli anni dell’Università.
Tra i capolavori della mostra, nel periodo parigino, sono i paesaggi urbani come il tormentato Quai de la Tournelle (1938) o il limpido Marinaio francese (1930) un ritratto di giovane dipinto in quell’atelier denominato scherzosamente il suo “grenier”, che allude metaforicamente all’instabilità dell’esistenza, tra partenze e approdi reali o solo immaginati.
Al periodo londinese appartiene il dittico de La strada di Londra e La casa di Newton (1935), immagini emblematiche dell’atmosfera abbassata e cupa che l’artista percepiva nel cielo di Londra.
Per la prima volta è inoltre ricostruita, in parte, la donazione che l’artista fece nel 1941 alla Galleria Nazionale d’arte Moderna di Roma, un nucleo di dodici dipinti che dovevano rappresentare la sua arte, con opere emblematiche della ricerca in atto, tra paesaggi urbani, nature morte e ritratti.
L’esposizione si articola in cinque sezioni principali:
· Gli anni di Roma (1920-1924)
· Parigi (1925-1939)
· Londra (1933, 1935, 1938)
· Milano (1940-1943)
· Venezia (1943-1949)
La mostra è corredata da un ricco catalogo che, oltre a riprodurre le opere esposte, è concepito come uno strumento di analisi storico-artistica sull’opera del pittore alla luce delle fonti documentarie (edite e inedite) emerse dalla ricerca. Comprende saggi del curatore, di Elisa Camesasca, di Marilena Pasquali, di Stefano Roffi, di Andrea Sisti, di Maddalena Tibertelli de Pisis.

FILIPPO DE PISIS EN VOYAGE
Roma, Parigi, Londra, Milano, Venezia
Mostra a cura di Paolo Campiglio. Catalogo Silvana Editoriale con saggi del curatore, di Elisa Camesasca, di Marilena Pasquali, di Stefano Roffi, di Andrea Sisti, di Maddalena Tibertelli de Pisis.
Fondazione Magnani Rocca, via Fondazione Magnani Rocca 4, Mamiano di Traversetolo (Parma).
Dal 13 settembre all’8 dicembre 2013. Aperto anche tutti i festivi.
Orario: dal martedì al venerdì continuato 10-18 (la biglietteria chiude alle 17) – sabato, domenica e festivi continuato 10-19 (la biglietteria chiude alle 18). Lunedì chiuso.
Ingresso: € 9,00 valido anche per le raccolte permanenti – € 5,00 per le scuole.
Il martedì ore 15.30 viene organizzata una visita alla mostra con guida specializzata; non occorre prenotare, basta presentarsi alla biglietteria; costo € 12,00 (ingresso e guida).
Ristorante nella corte del museo tel. 0521 848135

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“Dimensioni terrestri”

 
‘Viaggi con la mente, col cuore, con la fantasia’. Mostra fotografica collettiva di Enrico Dalcò, Emidio Dosi e Corinne Masetti. A settembre, Libreria Mondadori, Eurotorri, Parma.

Scheda pratica
Quando da mercoledì 4 settembre 2013 a lunedì 30 settembre 2013
Parma
lunedì: 14.00 – 20.30
martedì – sabato: 9.00 – 20.30
domenica: 14.30 – 20.00
venerdì 13 settembre, presenza degli autori dalle 18.30

La Casa del Tibet di Votigno di Canossa, vista da Enrico Dalcò, la Natura vista da Emidio Dosi, gli Elementi visti da Corinne Masetti.
Un viaggio che ci porta a celebrare la percezione umana dell’unione tra gli elementi della Terra, della Natura ed una forza direttrice non tangibile. La vita tra movimento ed eternità, particolari ed infinito. Ritratti di quello che ci circonda come parte integrante di noi stessi. La forma ed il senso, il percepire e l’interagire attraverso le proprie multiple dimensioni interiori.
Una Terra con cui dialogare toccando la propria essenza fisica e spirituale dove l’immaginazione è creatrice di realtà.

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“La Realtà è un pretesto per essere – Momenti”

 
Storia di una ricerca interiore, ma non soltanto.
Mostra fotografica di Paola Maggiorelli dal 14 settembre al 5 novembre all’Avis Cristo di Parma, presso la sede di via Benedetta, 49.
Le fotografie esprimono un percorso interiore dell’Autrice che si è sviluppato in un periodo di circa un anno, tra i molteplici e difformi avvenimenti.
Gli scatti accompagnano gli stati d’animo, ed il filo conduttore che lega le fotografie va ricercato proprio nelle molteplicità che talora sconfina nella disarmonicità: scatti talora astratti, talora realistici; scatti in taluni casi statici, in altri dinamici.
Ad esempio, ad una prima interpretazione, (nella sua astrattezza) l’ombra dei lampioni (ed in particolare di quelli “autunnali”) può essere vista come presenza di un’assenza – immagine di qualcosa che non c’è o che non viene direttamente rappresentato, o, meglio, come una semplice forma nuda; all’opposto, invece, il verde scomposto del cactus della Puglia, restituisce un’immagine più concreta e aderente alla realtà, visivamente percepibile.

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“L’essenziale è invisibile agli occhi”

Dipinti di Arianna Ricatto in mostra dal 7 al 21 settembre allo Spazio Espositivo Rossoamapola, B.go Correggio 48/A a Parma.
Aperto martedì, mercoledì, venerdì e sabato dalle ore 16.30 alle 19.30 e giovedì dalle ore 10.30 alle ore 12.30
Le tele di Arianna Ricatto sono espressione della sua ricerca sul senso della vita.
Un approccio sostenuto e approfondito attraverso alcune opere letterarie che ne costituiscono il background culturale: Il Piccolo Principe di Antoine de Saint-Exupéry, poetica opera letteraria per ragazzi che affronta temi quali il senso della vita e il significato dell’amore e dell’amicizia; Il Libro Rosso di Carl Gustav Jung, che segnò un punto di svolta negli studi sulla psicologia analitica e che stimola la pittrice verso un primo interesse sull’anima.
La ricerca di Arianna si sposta attraverso questi passaggi di “educazione sentimentale” ad un’indagine più approfondita sull’ “anima” delle donne, alla scoperta degli archetipi femminili, la sacralità della donna e le sue rappresentazioni nella cultura degli indiani d’America così profondamente legata alla natura, agli animali e alla Madre Terra (Pachamama).
Le tele che raffigurano animali appartengono a questa fase di ricerca. Le “immagini facili” (a tartaruga, l’uccello, l’ariete) racchiudono questi significati insieme antichi ed attuali, come spiega la pittrice, citando le opere della scrittrice e psicanalista statunitense Clarissa Pinkola Estés (“Donne che corrono coi lupi”, “La danza delle grandi Madri”) e lo scrittore peruviano Prof. Hernàn Huarache Mamani, profondo conoscitore della tradizione spirituale Inca, che da diversi anni insegna a donne e uomini in tutta Italia a riscoprire “il potere della donna”, l’essenza del femminile come forza creatrice e spinta evolutiva dell’umanità.

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“Astratto ma allegro”

Domenica 15 settembre dalle ore 17, nel Castello Pallavicino di Varano de’ Melegari si terrà l’inaugurazione della mostra di Giampaolo Aschieri, organizzata da Silvana Erasmi e Lasse Coop, con il patrocinio del Comune di Varano de’ Melegari.
I visitatori verranno accolti dalle letture dell’attore parmigiano Umberto Fabi, che li accompagnerà lungo il percorso artistico con il dinamismo e l’allegra follia dei testi futuristi.
Un circuito di parole ed immagini attraverserà il Castello, la cui forza attrattiva è esaltata dalla vocazione ad essere contenitore d’arte varia, viva e vitale come è nelle corde del territorio, votato non solo al dinamismo dei motori ma anche della cultura.
Giampaolo Aschieri, è un artista autodidatta che si muove nell’ambito dell’astrattismo geometrico con rimando futurista.
Le ceramiche costituiscono una novità assoluta: per la prima volta il pubblico avrà modo di ammirare vasi, piatti, basi per lampade decorati a mano dall’artista, che ripropone sui manufatti lo stesso stile utilizzato per le tele. Le ceramiche sono un esempio, quasi unico in Italia, di astrattismo applicato alla ceramica.
Le Forme geometriche, non sono rigide o statiche, ma dinamiche, dotate di vita propria. Il movimento ė alla base di queste opere, il colore guizza da una forma all’altra facendo giocare lo spettatore che rincorre un colore, un triangolo, un quadrato, un cerchio, lo insegue fino a perdersi nello stesso, e ritrovarsi inglobato nella tela.
Nelle opere si percepisce come una lieve malinconia per i giochi che si facevano da bambini disegnando forme geometriche oppure colorando i disegni senza lasciare uno spazio bianco, vuoto. Aschieri preferisce il pieno di colore, il movimento e l’allegria, nel ricercare l’infanzia felice perduta che vive però ancora dentro di noi, in un angolo remoto dell’anima.
I miei colori cercano da un tumulto espansivo di dare gioia e felicità.
Se è vero che esiste la felicità.
(Atanasio Soldati)
L’evento si svolge in contemporanea a: FUTURISMI MATERIALI e WOMAN IN PAPER COLLAGES, le due mostre estive che hanno già riscosso un buon successo di pubblico.
Tutti gli appuntamenti sono parte del programma “Appuntamenti a Corte”.
Le lampade esposte sono di LUfER.

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“Il mondo in tasca”

S’intitola “Il mondo in tasca. La storia delle radio portatili dagli anni ’20 agli anni ’50” ed è la prima delle iniziative che la Casa della Musica propone per i prossimi mesi con un calendario ricco di convegni di studio, mostre, edizioni discografiche, rassegne musicali e cinematografiche.
“Il mondo in tasca”: facile dirlo per noi oggi, quando con un semplice telefono ci si può collegare al resto del mondo. Molto più sorprendente, una magia quasi, doveva esserlo per i nostri nonni o per i loro padri quando, grazie all’apparire delle prime radio portatili, è ormai passato quasi un secolo, si potevano sentire, in casa o fuori, suoni, musiche, parole, provenienti dai paesi più lontani.
E “Il mondo in tasca” è il titolo di una bella esposizione che è ora a disposizione del pubblico di appassionati e curiosi presso la Casa del Suono, dove sarà possibile visitarla in un confronto appassionante con gli altri apparecchi, le “macchine parlanti” che ne costituiscono il ricco percorso espositivo, insieme a quel Lampadario sonoro e alla Sala Bianca che con le loro modernissime tecnologie di elaborazione e riproduzione sonora sono invece un vero e proprio ponte verso il futuro del suono.
Gli apparecchi esposti in questa mostra provengono dalla collezione raccolta da don Giovanni Patanè, per decenni parroco di Gaione, che dal 2008 è esposta alla Casa del Suono in un’accurata selezione.
Poiché solo una parte della collezione che don Patanè donò allo CNIT (Consorzio Nazionale Interuniversitario per le Telecomunicazioni) di Parma, e oggi conservata presso la Casa della Musica, è attualmente visibile, questa mostra offre inoltre ai visitatori la possibilità di scoprirne altri pezzi, molti dei quali esposti per la prima volta.
Si parte dai primi modelli di ricevitori portatili a valvole degli anni ’20 – ancora evocanti le radio a galena sia nelle forme che nell’uso della cuffia per l’ascolto – per seguire poi il filone della “musica in tasca” con rari esemplari come la RCA Radiola 26, linee e forme eleganti studiate per una clientela d’élite, Radiomarelli (con il suo storico modello Fido II in bachelite), Marconiphone (con la radio-valigetta T36AB) e Watt Radio con il suo modello “Cucciolo”, di chiaro riferimento disneyano. Non manca un piccolo omaggio alla storia locale con un ricevitore a quattro valvole realizzato dal “Radio Laboratorio Parmense”.
A concludere la visita, un esemplare di autoradio Motorola utilizzato dalla americana DeSoto nel 1949 e infine, piccola curiosità, un modello per motocicli dei primi anni ’50 realizzato dalla tedesca Apparate-Werk Bayern.

L’esposizione è allestita presso la Casa del Suono, che dal primo settembre riprende il consueto orario invernale che va dal mercoledì al venerdì dalle 10 alle 14 (pomeriggio su prenotazione), sabato dalle 10 alle 18 e domenica dalle 14 alle 18 (lunedì e martedì chiuso).

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“Morfologie di un principio”

Arte, musica, eventi e laboratori creativi. Passa dalla contaminazione di diversi generi artistici “Morfologie di un principio”, la quarta mostra realizzata dai ragazzi dell’associazione fidentina “Jamais Vu”, allestita nei locali del Palazzo delle Orsoline dall’8 al 15 settembre.
L’evento, patrocinato dal Comune – assessorato alle Politche giovanili – è stato presentato questa mattina in Municipio, in una conferenza stampa in cui erano presenti l’assessore Daniele Aiello, la responsabile del Servizio Cultura del Comune, Barbara Usberti e i rappresentanti delle associazioni culturali coinvolte nel progetto.
“Siamo soddisfatti, come Amministrazione, di aver potuto dare un sostegno non solo economico, ma anche morale, ad un progetto fatto dai giovani della nostra città. L’associazione culturale Jamais Vu ha infatti presentato attraverso il tavolo della consulta giovanile, in via di costituzione definitiva, un progetto ambizioso, che stimola ad una riflessione su temi di grande spessore culturale, come suggerisce il titolo stesso. L’evento vede coinvolte anche altre associazioni giovanili del territorio, come Quelli che il D’Annunzio e Busseto Video Contest”, ha spiegato l’assessore alle Politiche giovanili Daniele Aiello.
“Il progetto, che si svolgerà nei locali del Palazzo delle Orsoline, è stato finanziato grazie ad un contributo della Provincia di Parma che, ripartendo un fondo regionale messo a disposizione per le Politiche giovanili di circa 15 mila euro, ne ha assegnati 7 mila al nostro Comune”, ha detto la responsabile del Servizio Cultura del Comune, Barbara Usberti.
Gli obiettivi e il programma della manifestazione sono stati illustrati dai rappresentanti delle associazioni coinvolte: Carlo Guareschi, Eugenia Savino ed Emanuele Baistrocchi di “Jamais Vu” e Simone Riccardi di “Quelli che il D’Annunzio”.
“L’obiettivo del progetto, giunto al suo quarto anno, è quello di sviluppare un percorso di indagine sull’argomento, in modo da raggiungere un confronto dialettico e collettivo, valorizzando le espressioni artistiche di ogni partecipante”, ha commentato Guareschi.
“Dal 9 al 15 settembre saranno attivati anche due workshops per imparare alcune tecniche di pittura e la realizzazione di video,a cui è già possibile iscriversi. I laboratori di pittura e di videomaker sono curati rispettivamente da Pol Testi e dalla nostra associazione e nascono dalla voglia di condividere con altri giovani quello che già abbiamo imparato”, ha spiegato Savino.

IL PROGRAMMA:
Domenica 8 settembre, ore 18.00 – 24.00: Vernissage e Concert (performance canore):
Lunedì 9 settembre, ore 20.20 – 22.00: L’accademia dei Rumal, incontro con I collaboratori de l’Asino che ride;
Mercoledì 11 settembre, ore 21.00 – 22.30: Spazioluce, In assenza della Patafisica;
Giovedì 12 settembre, 20.30 – 24.00: Theatre & Video in cortile, piéce teatrali e cortometraggi.
Venerdì 13 settembre, dalle 20.30 – 24.00: Morphic Sounds, Pop X, A’ Rebours, Margareth&… segue Secret Party;
Domenica 15 settembre, 18.00 – 24.00: Happening di chiusura.

Per informazioni e l’iscrizione ai corsi è possibile contattatare “Jamais Vu” ai seguenti contatti: e-mail: jamais-vu@hotmail.it; sito: www.morfologiediunprincipio.com; tel. 3202761309.

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“Biglietti di sola andata da Teheran”

Villa Soragna, Parco Nevicati, Collecchio 23 agosto – 7 settembre
Le vignette dall’esilio dei disegnatori iraniani Mana Neyestani e Kianoush Ramezani e gli echi di rivolta dai tetti di Teheran nelle fotografie di Pietro Masturzo.

BIGLIETTI DI SOLA ANDATA DA TEHERAN
Echi di rivolta, voci dall’esilio Fotografie di Pietro Masturzo Vignette di Mana Neyestani e Kianoush Ramezani
Documenti video di Martina Castigliani e Francesco Alesi

Villa Soragna – Parco Nevicati, Collecchio (PR) 23 agosto- 7 settembre 2013 Inaugurazione venerdì 23 agosto, ore 19.00 con Martina Castigliani (Il Fatto Quotidiano), Mostafa Khosravi (giornalista e attivista iraniano), Emanuele Castelli (Fondazione Kessler Trento), Lorenzo Zambernardi (Università di Bologna)
CON IL PATROCINIO E CONTRIBUTO: Regione Emilia Romagna, Provincia di Parma, Comune di Collecchio
IDEAZIONE E ALLESTIMENTO Bomba di Riso

LA MOSTRA
UN BIGLIETTO DI SOLA ANDATA

C’è una forma estrema di viaggio, che per sua natura non prevede il ritorno ma che, per sua natura, si nutre del desiderio di ritornare. L’esilio è un viaggio che si compie una sola volta e in un’unica direzione ma che non smette mai di tornare con il pensiero, l’immaginazione, la parola, la rabbia sui propri passi. L’Iran è tra i paesi che più di tutti hanno spinto la propria migliore gioventù a intraprendere questo viaggio: è successo la prima volta nel 1979, quando la Rivoluzione iraniana ha divorato molti dei suoi stessi figli, costringendoli all’esilio; accade nuovamente oggi con gli esponenti del Movimento Verde e con tutti coloro che si battono per una svolta democratica del regime degli Ayatollah.
Il Collecchio Video Film Festival, che nel suo decennale si interroga sul senso del viaggio, dedica l’evento speciale ai volti, alle voci e alle opere di alcuni di coloro che hanno compiuto questo viaggio di sola andata.

ECHI DI RIVOLTA: GLI SCATTI DI PIETRO MASTURZO
Nel giugno 2009, quando scoppia la protesta per i brogli elettorali che hanno confermato alla presidenza Mahmoud Ahmadinejad, Pietro Masturzo è tra i pochi testimoni occidentali a Teheran: “Ho cominciato a sentire voci provenienti dai tetti. Qualcuno mi ha spiegato cosa stava succedendo: gridavano Allah è grande, una protesta che riprendeva quella della rivoluzione islamica del 1979, quando il popolo faceva la stessa cosa sui tetti come forma di dissenso contro lo scià. Così ho cominciato a salire anch’io e ho iniziato a scattare”. Le foto di Masturzo hanno fatto il giro del mondo, vincendo il World Press Photo e diventando l’emblema delle rivolta: Teheran Echoes, urla nella notte come richiami alla coscienza del mondo.

VOCI DALL’ESILIO: LE VIGNETTE DI MANA NEYESTANI e KIANOUSH RAMEZANI
Villa Soragna ospita per la prima volta in Italia una selezione originale delle vignette di Mana Neyestani e Kianoush Ramezani, due tra i più celebrati autori satirici iraniani, oppositori del regime degli ayatollah, perseguitati in patria e costretti a riparare nell’esilio europeo, da dove continuano con le loro vignette fulminanti e amare a far sentire la loro voce, in un dialogo ininterrotto con la patria perduta: come una nuova eco al richiamo di rivolta lanciato dai tetti di Teheran.

DUE GENERAZIONI IN VIAGGIO: REVOLUTION ON THE CARPET
Le testimonianze di Mana Neyestani, Kianoush Ramezani e quelle di molti altri esuli come loro, figli della rivoluzione tradita del 1979 e giovani rifugiati del Movimento Verde: le speranze, gli errori, le disillusioni di due generazioni di iraniani a confronto, negli estratti in anteprima dal documentario in lavorazione Revolution on the carpet di Martina Castigliani e Francesco Alesi.

I LUOGHI
Villa Soragna, opera del primo ‘800 è sede dell’omonimo Centro Culturale di Collecchio. Gli spazi ai piani superiori della Villa sono adibiti a mostre, conferenze, incontri, esposizioni. Sette sale espositive in grado di accogliere oltre cinquanta opere. La Villa è immersa nel Parco Nevicati, un rigoglioso parco all’italiana con cedri secolari e piante ad alto fusto, popolato da una folta colonia di conigli, di provenienza ignota, che nelle sere d’estate ricopre, come un manto di pelo, l’erba dei prati.

ORARI
Da martedì a venerdì 10-12.30 e 15.30-18.30; sabato 10.30-12.30 e 15.30-18; lunedì chiuso; Apertura straordinaria durante il Collecchio Video Film Festival: venerdì 23 agosto dalle 19 alle 21; sabato 24 e domenica 25 dalle 10.30 alle 12.30 e dalle 15.30 alle 21
Ingresso libero

CREDITS
Pietro Masturzo

E’ uno dei più interessanti esponenti dell’ultima generazione di fotogiornalisti italiani. Nato a Napoli nel 1980, dopo la laurea in Relazioni Internazionali, si trasferisce a Roma per approfondire lo studio della fotografia. Dal 2007 è fotografo professionista e collabora con diverse agenzie di fotogiornalismo, pubblicando i suoi scatti sulle principali testate giornalistiche italiane e internazionali. Nel 2009 è tra i fondatori di Kairos Factory, un collettivo italiano di fotografi documentaristi. Nel 2010 trionfa al World Press Photo, il più prestigioso premio fotogiornalistico internazionale: un suo scatto della protesta sui tetti di Teheran contro il regime degli ayatollah è premiato come Foto dell’anno e l’intero reportage ottiene il primo premio nella categoria Protagonisti dell’attualità. Nel 2011 entra a far parte dell’agenzia fotografica italiana OnOff. I reportage di Masturzo sono prevalentemente focalizzati sui temi politici e sociali, ma lo sguardo è rivolto soprattutto alla vicenda umana delle storie, anche nel racconto dei grandi eventi dell’attualità.
Mana Neyestani
Nato nel 1973 a Teheran è fumettista e illustratore. E’ particolarmente noto per il suo lavoro per il giornale Zan e per la testata iraniana in esilio Radio Zamaneh. Nel 2012 ha pubblicato in Italia per Coconino Press Una metamorfosi iraniana. E’ diventato un attivista politico per caso. Un giorno ha disegnato una vignetta con uno scarafaggio e un bambino che gli chiedeva: come possiamo sconfiggere gli scarafaggi? Era una vignetta per bambini, una di quelle che non dovrebbero fare del male a nessuno. Ma una minoranza etnica si è sentita rappresentata e ha preso quella vignetta come un incitamento alla rivolta: gli armeni sono scesi nelle strade a protestare e Mana è diventato uno dei simboli della protesta. “Se fossi stato in Iran, probabilmente non ci sarei andato in piazza nel giugno del 2009, non sono un tipo da proteste”. Poi la fuga e ora non ha più scelta. Vive in un piccolo monolocale con la moglie, che lo segue da tre anni in viaggio per il mondo.
Kianoush Ramezani
Nato nel 1973 a Rasht è un fumettista e attivista per i diritti umani. Vive in Francia dal dicembre 2009 come rifugiato politico. Porta il cappello e ha sempre occhiaie profondissime, le notti le passa a pensare. Passeggia ai bordi della Senna, dove ogni pomeriggio va a disegnare le sue vignette. Lo faceva quando era in Iran, e continua a farlo ora, dopo che i fatti del 2009 lo hanno costretto a partire: disegna e utilizza la sua penna per raccontare l’attualità. È membro di “Cartooning for Peace” e nella sua camera ha tutti i vestiti ammassati come se fosse sempre in procinto di partire o appena arrivato da un lungo trasloco. Francesco Alesi Nato a Roma nel 1975, dove tuttora vive. Dopo un’esperienza di tre anni e mezzo come poliziotto si dimette per iscriversi all’Università La Sapienza dove si laurea in Filosofia. Nel 2007 si trasferisce in Irlanda, lavorando come corrispondente per un quotidiano italiano. Nel 2008 consegue a Londra un Master in Photojournalism all’Università di Westminster. Nel 2009 torna a Roma, dove inizia la sua carriera di fotoreporter. I suoi reportage sono stati pubblicati in Italia e all’estero. Collabora con ONG come Greenpeace, Save the Children, Amnesty International, ActionAid. Nel 2010 vince il Premio Anello Debole (primo premio e premio della giuria) del Festival di Capodarco con il documentario Campania d’Africa. Nel 2010 è laureato del premio ANI Visa Pour L’image con il fotoreportage Campania d’Africa. Martina Castigliani Nata a Guastalla (Re) nel 1987, vive a Bologna. Nel 2012 si laurea in sociologia politica del Medio Oriente all’Ecole des Hautes Etudes en Sciences Sociales a Parigi in sociologia politica del Medio Oriente. Giornalista pubblicista, dal 2006 al 2010 lavora come collaboratrice presso la Gazzetta di Reggio (gruppo l’Espresso). Attualmente lavora per Il Fatto Quotidiano. Nel 2010 vince il primo premio all’International Journalism Festival a Perugia, nel concorso “Una storia ancora da raccontare: Maria Grazia Cutuli”. Nel 2010 vince il concorso “Young Reporters against poverty” organizzato dall’European Journalism Festival. Nel 2012 vince il secondo premio al Premio Ischia di giornalismo (Il Manifesto, VeDrò) per “Blog-Notes”.
Bomba di Riso
L’associazione di promozione sociale Bomba di Riso, nasce ufficialmente nel febbraio 2007 dall’unione di diverse individualità al fine di creare spazi per la libera espressione artistica e di parola, realizzando eventi culturali all’interno dei quali sia anche possibile promuovere i giovani artisti. L’attività che più impegna Bomba di Riso è il Collecchio Video Film Festival www.collecchiovideofilm.it , festival del cortometraggio e del documentario antropologico e sociale. Bomba di Riso vanta tra i suoi soci onorari Don Andrea Gallo, la Fondazione Mario Tommasini, Elvira Mujcic, Paolo Nori e Francesco Tullio Altan, Marco Chiarini, Gipi.

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Mostra personale di Fabio Natale

Dopo il successo della mostra “Le immagini del cinema”, il Museo delle Mura a Borgo Val di Taro riapre per una nuova esposizione d’arte. Protagonista sarà Fabio Natale: Fabio Natale è un pittore per passione, che sperimenta continuamente nuove teniche.
Originario di Francavilla al Mare, si divide ora fra Parma e la Val Noveglia, dove crea le sue opere ispirandosi al paesaggio circostante. Al Museo delle Mura porta la sua prima esposizione personale, con pitture al olio, acquerelli, pirografie e bastoni di legno intagliati.
Molti riconosceranno i soggetti dei paesaggi ritratti nei quadri di Natale, dal passo Santa Donna, alle vette innevate degli appennini, agli assolati scorci del sud.
La mostra sarà aperta dal 23 al 31 agosto, il sabato, domenica, mercoledi e venerdì dalle 17 alle 19, lunedi dalle 10 alle 12.
Inaugurazione venerdì 23 agosto alle ore 17.

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“Voi siete qui…”

Voi siete qui… così si intitola la mostra che espone più di 50 tavole a olio che rappresentano vedute di Calestano, è questa la caratteristica della mostra che ispira anche il titolo. La personale è allestita nella Sala borri della Ex casa del popolo di Calestano.
Attraverso un computer inoltre verranno tramesse immagini di architettura rurale sella zona di Calestano. Interessante la proposta dell’autore delle opere, Paolo Sacchi che, nei giorni infrasettimanali di apertura della mostra organizza anche un corso di disegno di 8 lezioni.
Paolo è un artista calestanese, diplomato all’istituto d’arte, che ha sempre lavorato in campo artistico; oltre a dipingere è conosciuto come scultore e ha realizzato fra l’altro alcune opere esposte in comuni della provincia di Parma.
La mostra sarà aperta fino al 18 agosto.

orari apertura:
martedì 20.30/23.00
corso disegno mercoledì 10.00/12.30
giovedì 20.30/23.00
sabato 10.30/12.00 – 17.00/19.30 – 21.30/23.00
domenica 10.30/12.30 – 17.00/19.30

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“Mozzano che fù”

Foto del secolo scorso
Collezione privata gentilmente offerta da Fabrizio Pedrona

Corte Boselli
Via Case Bodini, 13 loc. Mozzano di Neviano degli Arduini (PR)

Inaugurazione 3 agosto ore 17.00

Dal 3 all’11 agosto 2013 ore 16,30/19
Ingresso libero

Organizzato da AMURT Italia onlus, Ass. Turistico Sportiva Dilettantistica Mozzanese.
Col Patrocinio del Comune di Neviano degli Arduini

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Tre tavolozze in “Val Ceno”

Dal 1 agosto al 1 settembre mostra di Claudio Guatteri, Bruno Daffini e Elio Roberti all’auditorium della Chiesa di San Francesco, piazzetta Susanno Cavalli a Bardi

Tre tavolozze in “Val Ceno”
orario galleria: dalle ore 10.00 – alle ore 12.30 e dalle ore 15.00 alle ore 19.00 tutti i giorni.

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“Anima a colori”

Dal 9 al 18 agosto in concomitanza con la manifestazione “Fiera d’Agosto” sarà allestita in Sala Civica “R. Amoretti” a Felino la mostra personale di Marcella Pintori, artista sarda di impronta astrattista. L’esposizione “Anima a colori” sarà pubblicamente inaugurata venerdì 9 agosto alle ore 18 ed è patrocinata dall’Assessorato alla cultura del Comune di Felino.
“Abbiamo con piacere invitato la Pintori a esporre le sue opere a Felino perché siamo convinti che sia molto importante valorizzare la produzione artistica locale. L’ Assessorato alla Cultura del Comune di Felino cerca ogni anno di inserire nella programmazione culturale le proposte che vengono direttamente dal territorio e che sono sempre molto numerose, sia nel campo artistico che in quello dello spettacolo e dell’intrattenimento. Ricordo ad esempio le mostre più recenti, quella di Mauro Corradi, gli artisti Namiro e David Barbaro, Francesco Vidic, Luciano Belletti e Renzo Rabboni L’occasione offerta dalle manifestazioni e dalle fiere locali, come ad esempio la Notte Bianca o la Fiera d’Agosto, è molto importante: gli artisti infatti possono presentarsi ad un pubblico più ampio perché durante queste feste sono molti i visitatori che arrivano anche da fuori Felino”, spiega l’Assessore alla Cultura, Fabrizio Leccabue.
Marcella Pintori ha manifestato il proprio interesse per il disegno già a partire dall’adolescenza quando ha scelto una formazione tecnica alla quale è poi seguita però una laurea in biologia.
Nonostante il percorso professionale di tipo scientifico, l’artista è approdata alla pittura proprio grazie al suo lavoro. “Ho cominciato a dare sfogo alla fantasia ed esaltare i miei sentimenti attraverso forme, linee e colori in grado di suscitare emozioni interiori grazie alla capacità dei colori di trasmettere delle sensazioni” spiega l’artista.
Nasce così nella Pintori una tendenza verso l’arte astratta che la porterà a comporre quadri assolutamente indecifrabili, non titolabili, che non mirano a imitare un modello fisico ma piuttosto a stimolare psicologicamente lo spettatore. “Un dipinto non va guardato ma sentito a livello emozionale. Il caos che può essere presente nei miei quadri è una rappresentazione della realtà forse più vera di quella che ci propone la razionalità umana” sottolinea la pittrice.
Le opere in mostra in Sala Civica, realizzate tra il 2006 e il 2013, saranno in tutto una ventina La mostra sarà aperta al pubblico dal martedì al venerdì dalle 18 alle 20 mentre il sabato e la domenica gli orari di apertura saranno dalle 10 alle 12 e dalle 18 alle 20.
L’ingresso è gratuito.

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“Le immagini del cinema”



“Le immagini del cinema” a Borgotaro in mostra le locandine originali che hanno fatto la storia.

Borgo val di Taro – Museo delle Mura (via Battisti)
Dal 19 luglio al 4 agosto
Ingresso libero

Apertura: venerdì – ore 16:00-19:00
Sabato, Domenica e Lunedì – ore 10:00-12:30 e 16:00 -19:00.

È la storia del cinema. È la storia di un cinema di paese, anzi due. È la storia di una cittadina dell’appennino parmense, all’angolo fra Liguria e Toscana. È la storia di una famiglia, i Tonelli, che trapiantata da Genova ha regalato a Borgotaro un’inesauribile macchina dei sogni: il cinema.
Si tratta di un’esposizione di immagini del cinema che ripercorre questa storia e rende omaggio alla tradizione cinematografica che Borgo Val di Taro possiede grazie alla presenza della famiglia Tonelli.
La Mostra, dal Titolo “Le immagini del Cinema”, si terrà Borgotaro presso il Museo delle Mura dal 19 Luglio al 04 Agosto, con inaugurazione Venerdi’ 19 Luglio alle ore 18.00.
All’interno dei locali, che sono l’unica parte rimasta dell’antico castello di Borgotaro, verranno esposte le locandine del Cinema dagli anni ’40 al ’69, per un totale di circa 80 manifesti. Le locandine esposte sono state in parte realizzate dai più famosi disegnatori dell’epoca ed in parte sono composizioni fotografiche realizzate da importanti case tipografiche . Tutte le locandine provengono dall’archivio della Famiglia Tonelli, che da sempre gestisce i cinema a Borgotaro, costituendo un elemento di grande importanza culturale per il paese e per tutta la valle del Taro.
Da “Ben Hur a al Gattopardo, agli implacabili, tutta una serie di locandine originali, in un viaggio negli anni d’oro delle produzioni cinematografiche d’autore. All’interno del museo verranno allestiti spazi di proiezione e messi in mostra storici arredi del cinema e vecchie bobine. Una collezione di grandissimo valore, parte di un archivio copioso, che esiste solo grazie alla continuità generazionale con cui la famiglia Tonelli ha tramandato la gestione dei cinema e la passione per questo lavoro , dagli anni ‘40 fino ad oggi, andando a costituire una collezione privata quasi unica di nel suo genere.
Nata da un’idea dell’Arch. Marcella Brugnoli, con l’obiettivo di far conoscere alla comunità questo prezioso patrimonio culturale, la mostra è frutto della collaborazione tra Marcella Brugnoli e Giovanni Tonelli, che insieme hanno curato la mostra, selezionando le locandine e soprattutto facendo un lavoro di ricerca per ognuna di esse al fine di risalire all’anno e al disegnatore di ciascuna. Partner dell’esposizione sono l’Amministrazione comunale di Borgo val di Taro ed il Pio Istituto Manara.

Ingresso libero, per orari info e prenotazioni Ufficio Informazioni turistiche Borgotaro. Tel 0525-96796 Mail uit@comune.borgo-val-di-taro.pr.it

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Nani Tedeschi a Montechiarugolo

Dal 5 luglio all’11 agosto le sale del Palazzo Civico di Montechiarugolo ospitano il mondo fantastico di Nani Tedeschi con una mostra articolata in tre diversi segmenti: L’Apocalisse, il Cantico dei Cantici e Rigoletto.
Al loro ingresso nel Palazzo Civico, presso la Sala Matrimoni al pianterreno, i visitatori saranno accolti dal segmento dell’esposizione dedicato a Rigoletto, tributo a Giuseppe Verdi in occasione del bicentenario della nascita. In mostra una ventina di disegni su carta che raffigurano i protagonisti di una delle più popolari opere del Cigno di Busseto.
Completano l’esposizione due ritratti di Giuseppe Verdi realizzati da Nani Tedeschi. Nella saletta al primo piano sono esposte le 14 tavole del Cantico dei Cantici, un canto nuziale che narra in versi l’amore tra uomo e donna in tutte le sue dimensioni. La Sala del Consiglio ospita il vero “cuore” della mostra: in anteprima assoluta a livello nazionale il pubblico avrà modo di ammirare le 32 tavole dell’Apocalisse (o Libro della Rivelazione), l’ultimo libro del Nuovo Testamento.
Le opere sono accompagnate da testi del filosofo Piero Viotto e, proprio in virtù di questa eccezionale anteprima, il catalogo della mostra è interamente dedicato all’Apocalisse. Le opere esposte sono eseguite con tecniche miste: inchiostro, collage, acquarello. Nani Tedeschi ha appositamente dipinto la tavola da cui è tratta la locandina della mostra, in cui compaiono tre farfalle, simbolo di fugace e momentanea bellezza, molto caro all’artista e ricorrente nelle sue opere.
“Siamo particolarmente felici di poter ospitare a Montechiarugolo questa mostra di Nani Tedeschi che racchiude al suo interno una ideale trilogia: Rigoletto, Il Cantico dei Cantici, l’Apocalisse. Siamo grati a Nani Tedeschi per aver scelto Montechiarugolo per l’anteprima nazionale della sua Apocalisse – dichiara Valerio Fontanesi, Assessore alla Cultura del Comune di Montechiarugolo. Ci auguriamo che questa collaborazione con Tedeschi possa proseguire nel tempo: stiamo già pensando ad un progetto dedicato a Pinocchio. Un ringraziamento particolare alla signora Manuela Tedeschi, che ha avuto un ruolo determinante nell’allestimento della mostra”.
La mostra di Nani Tedeschi sarà inaugurata venerdì 5 luglio alle ore 18,30.
La mostra sarà aperta fino all’11 agosto con i seguenti orari:
– sabato dalle 15 alle 18
– domenica dalle 10 alle 12 e dalle 15 alle 18
– In occasione della manifestazione “Dall’Alabastro allo Zenzero” venerdì 5, 12,19 e 29 luglio dalle 20 alle 24

La mostra è organizzata dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Montechiarugolo con il patrocinio della Provincia di Parma e con il contributo di Coop Consumatori Nordest, Terme di Monticelli spa e CAMST.
Domenico (Nani) Tedeschi nasce nel 1938 in provincia di Reggio Emilia, dove vive tuttora con la moglie Manuela, sua insostituibile collaboratrice. Inizia a disegnare giovanissimo, anche se la famiglia non appoggia la sua naturale inclinazione e lo spinge verso gli studi di medicina. Esercita la professione di medico legale fino agli anni 80, quando abbraccia completamente l’attività artistica. Inizia una intensa attività di illustratore per quotidiani come Il Corriere della Sera, Il Sole 24 ore, Il Giornale Nuovo.
Ama tradurre i libri in immagini, raccontare attraverso i suoi disegni le emozioni che prova leggendo: da Il Signore delle mosche all’Orlando Furioso, L’Amante di Lady Chatterly, l’Eneide, Don Chisciotte, Pinocchio… Prettamente autodidatta, studia incisione a Urbino; ama sperimentare tecniche miste, inchiostro su carta, acquerello, collage, incisione su linoleum, acrilico. Ha esposto in tutta Europa, New York, Tokio e San Paolo del Brasile. Ultimamente sta lavorando all’illustrazione di un volume su Don Dossetti, con testi a cura di Clementina Santi.

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Anna B. e Patrizia Lottici a confronto

ANNA B. E PATRIZIA LOTTICI: DUE ARTISTE A CONFRONTO
Sabato 15 giugno 2013 alle ore 17.00 presso il Ristorante Romanini di Parola di Noceto (PR), si aprirà la nuova stagione dedicata all’arte, con due protagoniste d’eccezione: Anna B. e Patrizia Lottici.
Le due artiste insieme, esporranno le loro opere per un mese, facendo convivere i fiori fantasiosi di Anna B. con i paesaggi dai colori naturali ed i ritratti in bianco e nero di Patrizia Lottici.
Anna B. prosegue il proprio cammino, iniziato ormai da alcuni anni, verso la creazione di fiori con l’anima, estremamente materici, dove la sensazione è quella di trovarsi di fronte ad un’arte in continuo divenire. Le sue opere mescolano i colori tenui con quelli forti, che paiono schiudersi sotto gli occhi dell’osservatore.
Patrizia Lottici apre il suo mondo di piccole e grandi emozioni, fatto di particolari che solo l’occhio attento dell’artista riesce a cogliere. I suoi soggetti spaziano dai paesaggi di montagna, all’assolata scalinata fiorita, al ciclista della bassa padana, per poi meravigliare con “Amore materno”: uno stile impressionista che in alcune opere si presta al fantastico. Ne risultano immagini quasi cinematografiche, tratte dalla tradizione del cinema francese della “Nouvelle Vague”, il cui scopo era quello di catturare “lo splendore del vero”.
Due grandi artiste a confronto Anna B. e Patrizia Lottici, che si differenziano completamente sul piano espositivo, l’una regina dei colori e della materia, l’altra sovrana del bianco e nero. Sono entrambe accomunate dalla grande passione per l’arte del dipingere, rappresentano due facce della stessa medaglia che tendono a fondersi nelle loro tele.

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“Linguaggi a confronto”

Art & Co e l’Art Gallery di Simone Viola hanno il piacere di invitarvi alla mostra d’arte contemporanea “Linguaggi a confronto” che si inaugurerà venerdì 28 giugno 2013 alle ore 18.30 presso la Galleria L’Art Gallery di Parma in Borgo San Vitale 3.

DAL 28 giugno AL 27 luglio 2013
Artisti presenti:
MR WANY
ENRICO ROBUSTI
PAOLA BONI
ROBERTA DI GREGORIO
NICOLETTA GAMBA
MARGARETA LILLIESKOLD
ANTONIO MONTEDURO
OSCAR PIOVOSI

“8 artisti, 8 linguaggi differenti si confrontano in questa mostra che vuole proporre e testimoniare la multiforme varietà dell’arte di oggi. Street art, Espressionismo, Astrazione, Figurazione, Iperrealismo, correnti appartenenti storicamente a periodi diversi, universi artistici molto distanti fra loro e spesso perfino contrapposti, sono i protagonisti di questa esposizione realizzata dall’Art Gallery di Parma con l’intento di attivare un dialogo fruttuoso e stimolante fra le diverse visioni degli artisti selezionati.”
Camilla Mineo

ORARI MOSTRA:
DAL LUNEDI AL SABATO
DALLE 10. ALLE 13.30 e DALLE 15 ALLE 19.30
DOMENICA SU APPUNTAMENTO.
INGRESSO LIBERO.

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Collettiva d’arte estiva

COLLETTIVA D’ARTE ESTIVA
Galleria d’arte UCAI, via Cavestro, 6, presenta

Dal 22 Giugno al 4 luglio 2013

INAUGURAZIONE 22 GIUGNO ore 17

espongono
ANITA FAVA
ANNAMARIA BUJANI
ARNALDO ROSI
CLAUDIO MINARDI
ESTER AIMI
FABIO GATTI
FRANCA ORSI
FRANCA PELLEGRINI
GAETANO BARBONE
GIANNINA BARILLI
GIGLIOLA BELLI
LUCIANA FUSARI
LUCIANO RIPASARTI
LUIGI SEBASTIANI
MARGHERITA CALDANINI
MARIA GRAZIA PASSINI
MARIANGELA CANFORINI
MARIA TERESA SACCANI
MAURIZIO MONTANARI
MIRELLA LANFRANCHI
RICCARDO CAPRA
ROSANNA ROSSI
SAURO TESSONI

con opere di scultura pittura ad olio e mista acquerello.

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L’Arte di Cuba a Fontanellato

Linee e colori, erotismo e sensualità, ritmo e movimento. Grazia e calligrafia corporea. Pittura, poesia, fotografia e arte cubana in mostra in Rocca Sanvitale a Fontanellato (PR): da domenica 23 giugno a domenica 14 luglio 2013 nuove opere dei promotori delle principali tendenze contemporanee riconosciute a Cuba sono esposte nella pinacoteca del Castello.
L’Associazione Comitato Gemellaggi, in collaborazione con il Comune di Fontanellato, organizza e patrocina una nuova mostra dedicata all’artista cubano Alex Castro e al piacentino Giulio Gioia professore all’Academia Nacional de Bellas Artes San Alejandro della Città de l’Havana, con una ampia sezione di opere di parecchi diversi esponenti dell’arte cubana. Per la prima volta in Europa i migliori pittori contemporanei cubani si ritrovernanno insieme ad una mostra.
Troverete le “visioni” di Angel Ramirez incisore e restauratore di arte pittorici; il frutto del lavoro artistico estetico di Ernesto Garcia Pena, punto di riferimento in tema di pittura, danza e ritmo a Cuba per la sua capacità di “coniugare con grande maestria una particolare arte poetica del nudo umano e dei suoi stretti legami con la sensualità delle piante e delle libellule” come riporta il portale Cubarte “Ernesto García Peña è stato in grado di plasmare il proprio linguaggio attraverso quattro decenni di lavoro incessante, anche come docente presso l’Accademia di San Alejandro e la Nazionale Scuola d’Arte. Egli ha fatto incursioni in incisione, vetro colorato, e la pittura su ceramica. Le sue mostre personali negli Stati Uniti, Messico, Svizzera, Spagna, Costa Rica, e Giappone caratteristica tra i suoi molteplici contatti con l’arte in diversi paesi”. Ci saranno una serie di tele dedicate alla fotografa e illustratrice Marila Sarduy Salati, attenta ad arte e moda. E trovano spazio le opere di Ileana Mulet che si caratterizza per il suo linguaggio aperto, spontaneo, di forte impatto espressivo, attenta anche ai temi storici.
Ma soprattutto tornano a Fontanellato Alex Castro Soto del Valle e Giulio Gioia già ospiti nel 2012. Il primo, fotografo apprezzato a livello internazionale come Alex Castro, figlio del leader maximo Fidel Castro. Presenterà domenica 30 giugno alle 17, oltre alle sue immagini, l’Antología fotográfica de Fidel, un libro che raccoglie 100 instantanee dedicate al Leader della Rivoluzione dal 1955 al 2012 scattate dagli artisti Osvaldo Salas, Liborio Noval, Roberto Salas, Pablo Caballero ed il figlio Alex Castro. Il secondo, Giulio Gioia, artista piacentino di nascita, residente tra Cuba e il nostro appennino che insegna all’Academia Nacional de Bellas Artes San Alejandro della Città dell’Havana. Ha esposto negli anni sue opere alla Galerie Pierre Renoir Uniuon Francesa de Cuba, alla Cuba Art Galery a Torino, all’Istituto Don Milani-Depero a Rovereto, alla Quadreria di Arte Contemporanea a Milano – è noto anche perchè una sua scultura di quattro tonnellate si trova nel mare della Magna Grecia, in Sicilia, esattamente a Calampiso, San Vito Lo Capo, alla profondita’ di 45 metri.
L’esposizione è possibile grazie ad una sinergia di partner pubblici e privati. Oltre ai già citati Associazione Comitato Gemellaggi e Comune di Fontanellato, hanno sponsorizzato l’evento anche Unipol Assicurazioni, Assicoop Nordemilia, Coop, consorzio Zenith, Centro Medico Spallanzani.
“Cuba è, attualmente, uno dei più importanti Paesi mondiali produttori di cultura. Purtroppo in Europa questo aspetto viene offuscato da altro, più immediato e di più larga diffusione. Gli investimenti che Cuba ha fatto e fa in cultura ed istruzione, pur in una situazione economica critica, sono un interessante aspetto da conoscere, approfondire e dibattere anche all’interno del nostro sistema economico. Per la prima volta in Europa il Paese centro americano mette in mostra il meglio della sua arte contemporanea all’interno di un contenitore prestigioso come la Rocca Sanvitale a Fontanellato” ha spiegato il Vice Sindaco Francesco Trivelloni.

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“Iperrealismo e non”

La passione per l’arte, la voglia di migliorarsi e di crescere artisticamente sono gli elementi che accomunano i partecipanti al corso di pittura tenuto da Giuseppe Mallia presso l’Università Popolare di Parma.
Con questa mostra

Iperrealismo e non
si vogliono presentare i risultati degli sforzi degli allievi, 50 in tutto, esito del corso dell’Anno Accademico 2012/2013.

Il Maestro Mallia, un grande esponente dell’Iperrealismo italiano, è al servizio degli allievi, con professionalità ed esperienza cerca di trasmettere loro i suoi segreti e un metodo di lavoro ben preciso, basato sulla dedizione, l’impegno e la precisione minuziosa.
Agli allievi è lasciata una totale libertà creativa sia nella scelta del soggetto che nel modo di realizzarlo; base comune di partenza è la fotografia, imparziale ed oggettiva, strumento indispensabile per cercare di rendere il dipinto “più vero del vero”, obiettivo del più puro Iperrealismo americano.
Diventa quasi una sfida fra l’artista e il mezzo fotografico: non più, quindi, studio dal vero degli oggetti e riproduzione sulla tela di quello che si vede, ma utilizzo della fotografia che grazie ai suoi dettagli e alla sua altissima risoluzione tecnica si rivela supporto indispensabile per riprodurre la realtà. Grazie ad essa si rimane, secondo il pensiero del Maestro Mallia, legati alla contemporaneità e l’Iperrealismo per questo è da considerarsi fra le arti del nostro tempo, una di quelle più attuali. Gli allievi, alcuni al primo anno di corso, altri con più esperienza e con diversi anni di lavoro ed esercizio alle spalle, sono spronati a raggiungere l’apice della precisione attraverso lo studio attento dei dettagli.

Espongono:
Agostinelli Ines, Agostini Rossella, Alessandrini Alessandra, Andreozzi Marco, Arcozzi Tiziana, Barantani Milena, Baratta Stefania, Basso Giusy, Bertozzi Paola, Bianchi Valeria, Bilzi Patrizia, Bosi Ines, Brianti Claudia, Buja Lella, , Crecchi Paola, Dallara Maria Paola, De Pau Vittorio, Del Grano Paolo, Douglas Lynne, Fornari Mina, Garimberti Laura, Gattei Sylvie, Gatti Gabriella, Ghinelli Tiziana, Giovanardi Deanna, Gonzales Pino, Karen, Leigheb Simona, Magri Giancarlo, Marsico Mauro, Mazzieri Natalia, Menardi Adriana, Merighi Tiziana, Montani Gabriella, Nicola Roberto, Orlandi Maria Cristina, Paini Roberta, Pavarani Monica, Pesci Silvana, Raimondi Maria Luisa, Rastelli Francesca, Reggiani Orietta, Riccò Mauro, Ringozzi Lidia, Rizzini Erminia, Chantal Roche, Saba Luca, Saccani Maria Teresa, Spagnolo Maria Giovanna, Spagnolo Rosaria, Stocchi Nicoletta, Tassi Stefania

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Mostra fotografica di Giovanni Greci

Mostra fotografica di Giovanni Greci

“L’arte non riproduce ciò che è visibile ma rende visibile ciò che non sempre lo è” (Paul Klee).

Questo pensiero introduce in modo assai appropriato le bellissime e affascinanti immagini di Giovanni Greci, esposte a Rossoamapola fino al 31 Agosto.
L’artista parmigiano è conosciuto ormai ben oltre i confini del nostro paese per l’originalità, la concisione e precisione dei suoi scatti che evocano attraverso immagini indefinibili nello spazio e nel tempo, paesaggi dell’anima.
La mostra si può visitare su prenotazione scrivendo a info@rosssoamapola.com o telefonando a 333 3647622.

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“Camminamento firmamento”

Opere di Nino Piazza dal 13 giugno al 13 luglio a Palazzo Giordani, Parma
Inaugurazione giovedì 13 giugno, ore 17.30

Una strada nella mente che guarda verso il cielo. Tutt’intorno i prati, i fiumi, la terra di un tempo perduto o, forse, solo quella che l’artista vorrebbe vedere attorno sé.
In realtà il mondo di Nino Piazza si apre, come le finestre del suo studio, sulla storia e sulla leggenda, sulla poesia e sulla grande epica. Incastonate tra le mura del castello di Torrechiara, quelle pareti che contengono opere e pensiero non possono che rimandare a storia e memoria anche se la contemporaneità è ben presente nel proseguo di una cultura viva.
Così, monti, fiumi, castelli, vie tracciate dall’uomo e dalla mente, si fanno immagine concreta, fra gli ori, i blu, i verdi intensi di una pittura che abbina il colore ai materiali, le grandi campiture cromatiche ai rilievi della materia. Forme che nulla hanno a che vedere con gli stilemi della figurazione ma che trasformano l’idea in figura e forma così da avvolgere il pensiero fino a renderlo reale, fino a renderlo partecipe della materia pittorica affinchè <…nel lento gioco del tempo> diventi solida arte. Una fuga verso una bellezza del pensiero che vorrebbe prendere il volo e cantare pur rimanendo ancorata alle proprie radici. Come il pettirosso sull’albero.
Stefania Provinciali

Nino Piazza vive e lavora nel borgo del castello di Torrechiara, Parma. Ha realizzato opere scultoree per rappresentazioni teatrali (Tra pareti il tempo 1993; Per terre senili 1994).
Ha tenuto mostre personali tra cui nel 2000, Zefiro, al Centro Culturale di Langhirano e, nel 2007, Visitazione, al Palazzo Civico di Montechiarugolo e partecipato a collettive a partire dal 1993. Ha realizzato installazioni per Ermo Colle, Tizzano Val Parma.

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“Ave”

Da sabato 15 giugno 2013 a domenica 21 luglio 2013

Un_Type Strada San Nicolò, 7 Parma
ore 18.30
Ave è il pugno nello stomaco che da senso a tutto. Colpisce e lascia senza fiato.
non è lo potevo fare anche io.
Ave è arte allo stato puro. Ave è James Kalinda. Il fumetto nero c’è, è la firma che non tradisce.
L’opera è completa, non manca nulla disegni, fotografie, installazioni e disegni su tela. Il silenzio accompagna lo sguardo.
C’è un’unica parola importante. Ave: è tutto racchiuso lì dentro.

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Personale di Giuseppe Bigliardi

La Galleria Maison Olivier di Via Bodoni 1/d Parma, ha il piacere di invitarVi alla personale di Giuseppe Bigliardi.

Inaugurazione Venerdi 31 Maggio 2013 – ore 18.30
In mostra dal 31 Maggio al 28 Giugno 2013

Curatore della mostra:
Duilio Lucio Benazzi
Laura Olivieri

Orari mostra:
martedi – sabato 10.30 18.30

Ingresso gratuito

Giuseppe Bigliardi inizia a fotografare come tanti giovanissimi amatori della seconda metà del Novecento, scattando su pellicola, poi sviluppando e stampando per conto suo. Ad un certo punto decide di essere fotografo anche per professione: si iscrive all’ Istituto Europeo di Design, nel 1987 avvia collaborazioni importanti con aziende locali e internazionali. La formazione, il continuo aggiornamento, i tempi sempre più rapidi imposti dal mercato delle immagini, lo portano ad usare le tecnologie digitali, a comprendere e sfruttarne le possibilità, verso un’ immagine sempre più immateriale, proteiforme, staccata dalla fisicità delle cose.
Ma presto qualcosa cambia, forse la nostalgia della materia, del tempo lento di un’ immagine diversa: l’ interesse per il materiale di recupero, trovato, la cui grana dialoga con l’ immaterialità dell’ immagine digitale. Costruisce i supporti, spesso con trucioli intrecciati per trame che suggeriscono prospettive o griglie ortogonali, vi riporta la stampa a getto d’ inchiostro con un complesso lavoro di adattamento della macchina alla superficie irregolare, poi lavora “a togliere” riportando a galla la materia del supporto, fino a che l’ equilibrio tra illusione fotografica e evidenza della materia corrisponde all’ intenzione dell’ autore, o ne rivela un aspetto inatteso. In queste opere la fotografia come immagine trapassa in fotografia come oggetto, propone una terza storia pensando la materia delle sue figure.

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“Mindscapes”

Mostra fotografica di Francesco Baldi, Caffè del Prato – Parma.
8 giugno – 6 luglio

MINDSCAPES
Da una parte la natura, le nuvole e le montagne che dominano le menti, alcune come antichi re immortali, altre enormi giganti che attraversano il cielo, anche se solo per pochi attimi.
Dall’altra parte troviamo la mente umana, con le sue certezze geometriche, il suo bisogno di costruire e sentirsi carpentiere. L’intelligenza romantica entra in contatto con l’intelligenza classica senza mai riuscire a fondersi veramente, ecco allora il dualismo dello spettatore.
Fotografie di istanti e di eterno, prima che in un batter di ciglia non siano più gli stessi. Il fotografo si misura con il cambiamento, documenta le trasformazioni qualunque esse siano: ambientali e sociali, razionali o irrazionali.

“All’intelligenza classica interessano i principi che determinano la separazione e l’interrelazione dei mucchi. L’intelligenza romantica si rivolge alla manciata di sabbia ancora intatta. Sono entrambi modi validi di considerare il mondo, ma sono inconciliabili.”
[Lo zen e l’arte della manutenzione della motocicletta Robert M. Pirsig]

Francesco Baldi è uno studente universitario, fotografo per passione da diversi anni , molto attivo sul panorama emiliano, con all’attivo diverse mostre tra cui la partecipazione all’edizione 2012 di Antwork a Reggio Emilia.

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“Arte in Poesia”

INAUGURAZIONE SABATO 8 GIUGNO 2013 ALLE ORE 17.30, Galleria S. Andrea, strada Cavestro, 6 Parma

Arte in Poesia
Mostra dedicata a Lawerence Ferlinghetti

Attraverso la direzione sempre presente e stimolante dell’insegnante Milena Ceparano, quest’anno il gruppo, per continuare il proprio percorso di crescita espressiva, si è associato alle emozioni poetiche di Lawrence Ferlinghetti esprimendo colori e immagini personalizzate, naturali, costruite con impegno e sensibilità.

Durante l’esposizione SABATO 15 GIUGNO 2013 alle ore 17.00 si terrà l’incontro con il grafico ARMANDO MILANI, che presenterà il volume “50 poesie di Lawrence Ferlinghetti, 50 immagini di Armando Milani”, Gam Ed.

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“Verdi, il volto musicale dell’Italia”

Verdi, il volto musicale dell’Italia
Inaugurata alla Casa della Musica la mostra dedicata ai ritratti di Verdi

Si è inaugurata sabato scorso alla Casa della Musica “Verdi, il volto musicale dell’Italia”, la mostra organizzata dalla Casa della Musica di Parma e dal CIRPeM (Centro Internazionale di Ricerca sui Periodici Musicali) e inserita nel programma ufficiale nazionale delle celebrazioni per il bicentenario della nascita di Giuseppe Verdi.
Una sessantina di ritratti, quasi tutti copertine di riviste italiane e straniere che vanno dal 1846, quando la notorietà di Verdi cominciò a uscire dai confini italiani, fino al 2001, anno delle celebrazioni del centenario della morte, racconta una storia eloquente e significativa, ma anche nuova: la trasformazione della rappresentazione del volto di Verdi in quella di un personaggio simbolico. Una storia che parte da quella di un “semplice” musicista per diventare l’immagine della “Italian Music”, vera e propria “gloria vivente d’Italia”, “ultimo rappresentante dell’italianità e di un secolo di idealismi, di dolori, di battaglie” e, infine, “collegamento fra l’Italia del re e l’Italia del popolo”: in una parola, “Il volto musicale dell’Italia».
La mostra, che è a ingresso gratuito, rimarrà aperta per tutto l’anno, con un orario molto allargato: fino al 30 giugno e dal 2 settembre in poi, da lunedì a giovedì 9-13 e 14.30-18, venerdì 9-13, sabato 10-18 e domenica 14-18; dal 1 luglio al 3 agosto e dal 19 agosto all’1 settembre, da lunedì a giovedì 9-13 e 14.30-18, venerdì 9-13, sabato 10-14 e domenica chiuso; chiusura estiva dal 4 al 18 agosto.

La mostra è corredata da un catalogo edito da Grafiche Step Editrice a cura di Marco Capra e Raffaella Carluccio in vendita al costo di € 5.

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“Il fantastico differente”

Da sabato 1 a venerdì 21 giugno all’Art Gallery in Borgo San Vitale, 3 a Parma
espogono nella mostra

IL FANTASTICO DIFFERENTE
KARIN ANDERSEN (fotografia)
CRISTIANO BAGGIO (scultura)
ERNESTO MORALES (Pittura)
BARBARA NATI (fotografia)

“Gli artisti presenti in questa mostra, ognuno a modo proprio, ci propongono in maniera anti convenzionale e originale la loro realtà’- sogno provocando così i nostri sensi e riponendo la speranza di un futuro sul potere dell’immaginario e del fantastico. Tutti dediti a questa fede misteriosa, si raccontano a noi con l’impegno di far emergere dall’oscurità della materia grezza, il miracolo segreto della forma.” Laura Olivieri

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“Tutti abbiamo una storia da raccontare”


La mostra organizzata dall’Istituto Superiore “Zappa-Fermi” con la collaborazione degli artisti locali e il contributo artistico dell’Atelier Asfodelo e del Centro Diurno Socio Riabilitativo di Brunelli, verrà inaugurata sabato 25 maggio 2013 alle ore 17,30 al Museo delle Mura di Borgo Val di Taro, con la partecipazione dell’ Istituto Professionale dei Servizi per l’Enogastronomia e l’Ospitalità alberghiera di Bedonia, i cui alunni, guidati dai loro insegnanti, allestiranno un Buffet per l’apertura della mostra.
La mostra sarà aperta dal 25 maggio al 16 giugno 2013, nei giorni di venerdì, sabato e domenica dalle ore 18,00 alle ore 20,00. Hanno contribuito all’ organizzazione dell’ evento l’ufficio Scolastico Territoriale di Parma, il Comune di Borgo Val di Taro e la Banca Popolare dell’Emilia Romagna.

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“Racconti fotografici”

La Biblioteca Internazionale Ilaria Alpi ospita nei propri locali gli scatti di Arianna Colaiacovo, un progetto fotografico sviluppato nel campo estivo di volontariato nell’anno 2010 presso il Mthunzi Centre di Lusaka, Zambia.

«Sono istanti catturati fotograficamente nell’arco di giornate passate fra attività di gioco, passeggiate e bagni in piscina.
Sguardi complici di chi sedendosi al loro fianco, sulla terra polverosa di campi da calcio o ai margini di quotidiani giochi di gruppo, di danze tribali, spettacoli teatrali, ha “accorciato” in gergo tecnico tutte le distanze, aprendosi all’incontro.
Dietro ai loro volti c’è una storia. Una storia unica.
Sono i sorrisi di Noah, Cinthia, Pearsons, Amanuel, Jackie e molti altri…
E’ tutta la gioia dei ragazzi del Mthunzi. »

La mostra sarà visitabile per tutto il mese di giugno durante i normali orari di apertura della biblioteca.

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“L’amore”

da sabato 25 maggio 2013 a domenica 2 giugno 2013
Chiostri di San Giovanni Evangelista
Mattino 9.00 – 12.00 Pomeriggio 15.00 – 18.00

L’amore – Mostra Colletiva d’arte

Si potranno ammirare le opere di 50 artisti, 15 scultori e 20 piccoli artisti che rappresenteranno nell’arte il tema dell’amore. La varietà di stili e tecniche rende la mostra molto interessante. Inaugurazione il 25 maggio ore 10.30 Presentazione a cura di Manuela Bartolotti

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“Blank”

BLANK cioè “vuoto”, “in bianco”.
Il titolo della mostra ci introduce già all’atmosfera che permea le fotografie di Luca Gilli, esposte nelle sale del Palazzo Civico di Montechiarugolo dal 25 maggio al 30 giugno 2013.
Il fotografo di Cavriago, le cui opere sono esposte in diversi musei italiani e stranieri, propone a Montechiarugolo 15-20 immagini della serie, la maggior parte in formato 60×90 cm ed alcune con dimensioni 100×150 cm. Luca Gilli ricorre alla sovraesposizione: un lieve eccesso di luce sufficiente a stravolgere profondamente la percezione dello spazio e dei luoghi.
Protagonisti delle fotografie di Gilli sono spazi interni in costruzione, cantieri; luoghi senza grazia, da attraversare velocemente e furtivamente, luoghi dall’identità ancora incerta, vergini, che si prestano a giochi di luce. Ogni scatto rivela uno spazio la cui percezione è sconvolta da un eccesso di luce capace di compiere una metamorfosi di volumi e materiali: muri senza fine e senza angoli, spazi privi di profondità, scale che sembrano condurre nel nulla, pavimenti liquidi…
Lo spettatore, abbagliato dalla luce, smarrisce i suoi punti di riferimento abituali e le immagini, prive di ombre, disegnano spazi insoliti, addirittura impossibili. Il bianco, tutt’altro che un “non-colore”, si carica di infinite sfumature (l’opaco, il brillante, il liscio, il granuloso …) e diviene lo scenario ideale per lampi di colore: strumenti e utensili da cantiere, apparentemente avulsi dal contesto, assumono i contorni di collages fantastici.
L’intero progetto fotografico è raccolto nel pregevole catalogo che accompagna la mostra.
L’illuminante prefazione di Quentin Bajac (neodirettore del dipartimento di fotografia del MoMA di New York, già responsabile della fotografia al Museo Nazionale d’arte moderna – Centre Pompidou di Parigi) ci guida con mano sicura alla scoperta dell’opera di Luca Gilli. La mostra è organizzata dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Montechiarugolo.

Ingresso libero.
Catalogo in vendita a 30,00 Euro
Orari Da sabato 25 maggio a Domenica 30 giugno 2013
Inaugurazione sabato 25 maggio alle ore 18
Apertura: Sabato dalle 15 alle 18; Domenica dalle 10 alle 12,30 e dalle 15 alle 18.

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“Sospesi in un giorno qualunque”



Dal 24 maggio al 2 giugno, ore 18.30-22.00, alla Rocca di Noceto mostra di pittura

SOSPESI IN UN GIORNO QUALUNQUE
Mostra Personale di Gianluca Aimi e Federico Marcoaldi.

Inaugurazione venerdì 24 maggio presso la Sala “Milli” nella Rocca di Noceto,
con DJ set by MastreMax
aperitivo by RISTOPUB 19.28

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“Dal punto di vista della farfalla”

Dal 3 al 31 maggio Galleria del Libro a Parma la mostra “Dal punto di vista della farfalla“.

Un dialogo fotografico sulla fugacità del presente ed il modo di percepirla tra Natura ed Oggetti.
La farfalla che nasce nel processo di metamorfosi, simbolo e metafora del cambiamento, del processo di trasformazione e di rinascita, ci invita a concepire che d’un tratto possiamo liberarci ed acquisire una visione più ampia…
Porre l’azione giusta del cambiamento, anche nell’oggetto quotidiano.
Per Enrico Dalcò. L’urgenza di accogliere e rispettare, come parte di noi la natura che sembra ribellarsi. Per Emidio Dosi. Riconoscere l’unità del vivente, attraverso gli Elementi.
Per Corinne Masetti. Un richiamo alla meditazione poetica e all’incantesimo. Per Alma Schianchi, che ritrae fiori.
Enrico Dalcò che attraverso il digitale sperimenta nuovi modi di proporre un’ immagine, ed Emidio Dosi, fotografo naturalista e ritrattista sono entrambi menbri del circolo fotografico Renato Brozzi, di Traversetolo(PR).
Assieme a Corinne Masetti, fotografa francese free-lance, ispirata dagli elementi partecipano a diverse mostre dal 2008.
Per Alma Schianchi, che ha 15 anni, la fotografia è una nuova passione scoperta grazie ad un corso scolastico.

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“Metropoli”

L’ArtGallery ospita dal 13 al 29 maggio 2013 Andrea Terenziani con la mostra personale dal titolo

METROPOLI
Inaugurazione venerdì 17 maggio alle ore 18.30 presso la galleria di B.Go S.Vitale 3 a Parma.

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“6 Colori”



Circolo Culturale Artistico “BOTTEGA D’ARTE” di Giovanni Melegari
SPAZIO AUDIOMEDICA (via Repubblica) dal 17 maggio fino al 12 giugno.

Questa mostra è una sfida, una scommessa, è la proposta di una visione nuova e complessa dell’arte, delle tecniche pittoriche e delle possibilità infinite di una disciplina che è in continua evoluzione grazie agli innumerevoli mezzi che ha a disposizione.
Fotografia, elaborazione al computer, tavolozza ridotta ai 6 colori complementari (celeste-arancio, rosso-verde, giallo-viola), libertà creativa, imprevedibilità della pennellata e del risultato finale, sono gli elementi alla base di questa collettiva solo apparentemente casuale.
In mostra gli allievi del Circolo Culturale Artistico “La bottega d’Arte” istituito da Giovanni Melegari 22 anni fa.
L’intento di questa Scuola è avvicinare all’arte, attraverso corsi di disegno e pittura, tutti gli appassionati e coloro che non hanno potuto dedicarsi all’apprendimento delle tecniche pittoriche attraverso scuole specializzate o Accademie. Il vero percorso intrapreso e seguito dai corsisti è un metodo “scientifico” ben preciso proposto dal Maestro e sperimentato negli anni da lui e dagli allievi che si sono succeduti nella Scuola che consiste nell’uso pratico ed esclusivo dei colori complementari più il bianco e il nero (una sorta di non-colori che servono solamente per schiarire o scurire).
L’obiettivo è imparare ad utilizzare al meglio questi colori, ottenere ombre e scale cromatiche, gamme armoniche di colori, padroneggiare e gestire le tonalità con una certa consapevolezza attraverso la combinazione di tinte lontanissime fra loro.

Espongono: Argellati Christian, Bertini Ivo, Bonacini Elisa, Bonelli Patrizia, Boni Ilaria, Boniburi Monia, Bontardelli Marila, Cantoni Franca, Cagnolati Lauretta, Corazza Maria Cristina, Di Gregorio Roberta, Giambiasi Francesca, Guatelli Cristina, Lai Patrizia, Masini Rossella, Minari Elisa, Melegari Jacopo, Melegari Monica, Nevi Cecilia, Orsi Maria Adele, Pagliarini Alessandra, Pasini Danila, Viglioli Alessandro.

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“I Luoghi dell’Oblio”



Fotografie di Filippo Reviati
Sabato 18 maggio 2013 Inaugurazione, conferenza, buffet in collaborazione con Circolo Fotografico “Renato Brozzi” Traversetolo

da sabato 18 maggio 2013 a domenica 2 giugno 2013
sabato e domenica 9,30- 13,00 / 16,00- 20,00
Centro Civico a Traversetolo

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“Acqua nell’aria Aria nell’acqua”

Dal 4 al 25 maggio in mostra, in b.go del Correggio a Parma, i dipinti su seta di Annick Brest

Acqua nell’aria Aria nell’acqua

Certi artisti – o poeti o filosofi – sollevandosi sulla pesantezza del mondo si danno la libertà di volare verso visioni più lievi e luminose. Ed è proprio quello che ci propone questa nuova esposizione, attirandoci in impressioni oniriche ed eteree della leggerezza: la trasparenza delle nuvole, il cielo rispecchiantesi nell’acqua, le nubi-isole celesti che, come tappeti volanti, trasportano i nostri sogni di serenità.
Quando la bellezza della natura ci affascina, noi scivoliamo nel piacere della meditazione. Ed è una visione contemplativa e pulviscolare del mondo che ci aiuta a vivere in questo periodo così inquieto e confuso. Nata ad Annecy, dove tutt’ora risiede, Annick Brest conclude i suoi studi in arti plastiche a Lione ed espone i suoi dipinti dal 1979.
Nel 1980 scopre la pittura su seta a cui si accosta attraverso un apprendistato da autodidatta. Per una quindicina d’anni ricerca e crea pitture esclusivamente su supporti di seta. Numerose esposizioni personali la conducono in Francia e all’estero, a Parma (Italia), a Ginevra (Svizzera), ad Atlanta ( Stati Uniti). Inoltre realizza opere di grande formato e creazioni monumentali in seta. Nel 1988 riceve il Gran Premio di Francia delle Arti Plastiche. Poi si orienta verso altre tecniche pittoriche. Nel 2003 riprende i suoi rotoli di seta e partecipa a numerose esposizioni internazionali. Nel 2007 crea « Envolées », una quindicina d’opere, acriliche su tela, che presenta a Europ’Art, la fiera internazionale d’arte contemporanea a Ginevra.
Parallelamente concorre, vince ed ottiene il titolo di « Meilleur Ouvrier de France en peinture sur soie » e viene ricevuta dal Presidente della Repubblica Francese. Questa nuova esposizione 2013 a Parma presenta un lavoro su seta arricchito da tecniche acriliche.

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“L’arte del rugby”

Sabato 4 maggio 2013 alle ore 17,30 presso verrà inaugurata la mostra

L’arte del rugby
con il patrocinio della Federazione Italiana Rugby

Protagonista dell’evento è il gioco del rugby, con gli importanti e caratterizzanti valori che da sempre lo accompagnano e lo contraddistinguono; uno sport antico, nobile e unico per completezza del gesto atletico in sintonia con la dedizione, la fatica e l’equilibrio tra mente e corpo: una straordinaria armonia tra quantità e qualità.
L’evento espositivo, curato da Alberto Mattia Martini, raccoglie circa una trentina di opere che gli artisti – Guido Airoldi, Thomas Bee, Corrado Bonomi, Dario Brevi, Gianni Cella, Filippo Centenari, Francesco De Molfetta, Silvano De Pietri, Roger Dildo (Federico Tosi), Stefania Fabrizi, Fidia Falaschetti, Stefano Fedolfi, Claudio Filippini, Enzo Forese, Andrea Francolino, Mimmo Iacopino, Marco Lodola, Antonella Mazzoni, Davide Nido, Carlo Pasini, Fabrizio Pozzoli, Simone Racheli, Aldo Spoldi, Marco Sudati, Wainer Vaccari, Vittorio Valente, Wal (Walter Guidobaldi) hanno dedicato al rapporto arte-sport, arte e rugby.
La mostra L’arte del rugby nasce dal desiderio di realizzare un evento che indaghi uno degli sport più impegnativi e duri, nel quale è richiesta grande resistenza fisica, ma è certamente anche lo sport di squadra formativo per eccellenza.
Il rugby insegna e tramanda da sempre concetti morali basilari della socialità come il rispetto delle regole e dell’avversario, basandosi su canoni di etica e di comportamento senza eguali in campo sportivo e in campo umano, regole scritte con l’anima. Sono stati quindi coinvolti alcuni importanti artisti del panorama contemporaneo, chiedendo loro di realizzare un’’opera, esprimendosi attraverso la propria tecnica e sensibilità e facendosi ispirare dallo “spirito del rugby”.
Per sottolineare l’importante avvenimento culturale è stato pubblicato dalla Galleria Centro Steccata un volume a cura di Alberto Mattia Martini dove saranno pubblicate tutte le opere.

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“Frammenti e Ricordi”



La mostra collettiva “Frammenti e Ricordi” si presenta come un’occasione di incontro per tre artisti di origini salernitane: Luigi Avino, Antonio Pesce e Francesco Vitale, che da tempo collaborano e solo ora dopo tanti anni tornano ad esporre insieme le proprie opere.
L’esposizione si caratterizza per la varietà delle opere sia dal punto di vista tecnico con sculture, ceramiche, dipinti a olio e acquarello, sia dal punto di vista del soggetto e dei materiali scelti. La mostra è pertanto un momento molto significativo nel percorso dei tre artisti che espongono opere di grande originalità in cui emerge la continua sperimentazione e ricerca maturata nel corso del tempo.
Antonio Pesce è stato l’insegnante di arte di L. Avino e F. Vitale e li ha seguiti successivamente nell’evoluzione artistica. Tra di loro è nato un rapporto di stima reciproca ed amicizia.
Antonio Pesce si forma all’Accademia di Belle Arti di Napoli nei primi anni cinquanta, in un periodo di grande fermento creativo, sotto la guida del maestro di pittura Emilio Notte, iniziando ad operare in un’area della figurazione post-cubista. Inoltre inizia anche ad interessarsi all’acquaforte, tecnica in cui si rivela tra i più dotati e significativi interpreti a Napoli in quegli anni.
Dal testo critico di Marco Alfano si evince che negli anni sessanta la ricerca di A. Pesce “si configura quale estensione di un’indagine antropologica ed organica, ma non orientata come per i nucleari all’interiorità della conformazione organica, bensì verso l’esterno, aprendosi alla considerazione delle apparenze visibili (…). Si andrà delineando una ricerca di spazio naturale, interpretato come luogo, o meglio superficie dove imporre la densità formale di un colore che si fa espressivo, irruente; (…).” E ancora “… il carattere che accompagnerà negli anni seguenti il percorso artistico di Pesce è la capacità di fondere emozione ed equilibrio. Una possibilità che si verifica essenzialmente nel registro del colore, ove l’attenta cultura pittorica segnata fortemente da esperienze informali, affiora con intensità. (…)”.
Ha sempre continuato a dipingere, caratterizzandosi per l’estraneità alle sperimentazioni extramediali degli anni 70/80, senza avere cedimenti tecnici né poetici, ma realizzando nuove connotazioni sperimentali nei lavori dell’ultimo decennio, in parte esposti alla mostra personale a Palazzo Genovese a Salerno nel 2004, in cui “prevale uno spessore antropologico scandito da archetipi di forme elementari (clessidra, uovo, portali,…) quale allusione al ciclo nascita-morte, denotate in ricorrenze iconico simboliche” interrogandosi sulle radici dell’inquietudine esistenziale.

Bibliografia:
Monografia “Antonio Pesce” di M.Alfano, DEA edizioni, Baronissi 2009 Francesco Vitale “Dai primi esordi realistici quasi subito abbandonati, fino agli esiti informali di questi ultimi anni, quei paesaggi mediterranei continuano a essere la sua fonte di ispirazione per una ricerca in cui la forma si fonde col colore, esprimendosi attraverso tecniche diversificate: pittura ad olio, acquarello, acrilico e ceramica…” Maria Adelaide Donzelli “dipinge remote visioni di mondi arcaici, sensazioni sopite, pulsioni senza tempo, recuperando linguaggi primordiali.”
Giorgio Balistrocchi Luigi Avino esporrà sculture e ceramiche che hanno come soggetto principale la figura femminile. Inoltre è uno storico dell’arte con pubblicazioni significative alle spalle ed è stato Ispettore onorario del Ministero per i Beni e le Attività Culturali dal 1984 al 2004.

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“Di segni in Terra”



Da sabato 27 aprile a domenica 12 maggio 2013
Palazzo Politi, Strada Farini 29, 43121 Parma

Di segni in Terra

Si vede che è ora di tornare con una mostra a Parma: Franco Galanti ha iniziato a modellare l’argilla quasi per scherzo a diciott’anni. Fu grazie a un amico, e non ha ancora smesso di modellare. Torna 27 anni dopo una mostra tenuta in ‘S.Tiburzio’, esponendo alcune sculture insieme ad alcuni disegni preparatori.
Inaugurazione sabato 27 aprile ore 17.30 tutti i giorni 18-20.

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“La mia anima oltre i pixel”



“La mia anima oltre i pixel” è il pregnante titolo della mostra di Patrizia Lai, pittrice di origine sarda, laureata in Medicina e Chirurgia all’Università di Bologna e specializzata in Igiene e Medicina Preventiva a Parma.
I numerosissimi oli ed acquerelli che compongono la mostra rimarranno esposti nella Sala della Musica del Caffè del Prato a Parma, in piazzale S. Francesco 1, dal 26 aprile al 26 maggio 2013 dalle ore 7,00 alle ore 19,00.
L’autrice ha sempre coltivato il suo interesse per le arti pittoriche, diplomandosi presso il liceo Artistico di Cagliari, sezione Accademia, nel 1982.
Nel 1983 partecipa alla sua prima mostra collettiva intitolata “Gesturi e la Giara”.
Dal 2009, presso la Bottega d’arte del Maestro Giovanni Melegari, viene indirizzata verso la sperimentazione dell’utilizzo del colore prima su tele di piccole dimensioni e successivamente più grandi. L’esperienza pittorica prosegue con lo studio della figura umana, scomposta in pixel e megapixel, con l’acquisizione delle tonalità scomposta e ricomposta.
Patrizia Lai è alla continua ricerca di una espressività che volga a riappropriarsi, attraverso i simboli, di un nuovo linguaggio significativo in grado di manifestare emozioni, idee e comportamenti, attraverso l’uso delle parole nella poesia e delle immagini nella pittura, con l’utilizzo di una creatività istintiva ed immediata.
Nel 2010 partecipa nuovamente ad una mostra collettiva dal titolo “Omaggio a Fellini”, mentre nel 2012 inizia un percorso “iperrealista”, di realismo radicale, rappresentando la realtà partendo da un’immagine e riproponendola come disegno, cercando di andare, con l’immagine, oltre la normale percezione: “Labbra e ciliegia” e “Labbra con chicco di caffè” sono, infatti, tele costruite scomponendole prima in quadrati per poi dipingerli nuovamente e singolarmente.
Questa fase è stata breve per la pittrice: la pittura minuziosa, tesa ad evocare immagini fotografiche, viene sospesa per un ritorno ai contrasti di luci e ombre, ai colori forti, vividi, graffianti, fino a farsi portare alle composizioni correnti, in cui gli elementi rappresentati si sciolgono in impalpabili vortici di colore ed i gesti si tramutano in abbracci pittorici.
Tra i suoi maestri di Patrizia Lai annovera Foioso Fois, Pinuccio Sciola, Primo Pantoli, Marchisio, Gianni Ibba e Giovanni Melegari.

L’ inaugurazione della mostra avrà luogo, presso la stessa sede, venerdì 26 aprile alle ore 18.00.

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“10 Volti per la Liberazione”



Giovedì 24 aprile, alle ore 17 in piazza Garibaldi verrà inaugurata, con visita guidata, la mostra 10 Volti per la Liberazione. La Resistenza nelle strade della città, curata dal Centro studi movimenti in collaborazione con l’Anpi e la Fondazione Matteo Bagnaresi, nell’ambito delle celebrazioni per la festa della Liberazione di Comune e Provincia.
Si tratta di un percorso diffuso nelle strade e piazze di Parma costruito con le immagini di alcuni protagonisti della lotta di Liberazione in città, la cui esperienza biografica è stata scelta come punto prospettico per ripensare quell’esperienza collettiva.
Dislocate all’aperto su sagome a grandezza naturale e in luoghi significativi per la loro storia personale, queste dieci figure narrano uno dei periodi più bui della storia recente, quella tra l’8 settembre 1943 e l’aprile 1945, i mesi dell’occupazione nazista e del collaborazionismo fascista della Repubblica di Salò, ma anche i mesi in cui alcuni uomini e donne seppero alzare la testa, organizzarsi in un movimento di Resistenza e costruire un paese più libero e giusto.
Un periodo nel quale la storia personale di ognuno si è intrecciata inevitabilmente con la storia generale, ma soprattutto nel quale ciascuno – uomo o donna che fosse, giovane o anziano, al di là dei propri orientamenti religiosi o politici e delle proprie condizioni sociali – dovette fare i conti con se stesso e scegliere da che parte stare in quella guerra totale. Una guerra che divideva il mondo tra dittatura e democrazia, tra cieca obbedienza e cultura critica, tra gerarchia delle razze e convivenza tra i popoli, tra l’orrore di Auschwitz e la lotta contro quell’orrore.
In quella difficilissima situazione, dunque, ciascuno fece la propria scelta e ciascuno dei dieci volti descritti racconta un diverso modo di opporsi a quel potere, e lo esprime attraverso percorsi di vita tra i tanti possibili, ognuno fatto di amori e affetti, speranze e ideali, difficoltà e gioie. Racconti di vita che non vogliono essere fredda retorica, celebrazione ufficiale di martiri ed eroi o “monumento” al passato che fu – come molte volte è stato fatto – ma stimolo per ripensare le vite partigiane come vite di uomini e donne comuni che si sono gettati nella storia.
Nei giorni successivi all’inaugurazione – il 27 aprile e il 4 maggio – alle 11 del mattino, sempre partendo dalla piazza, verranno fatte altre visite guidate rivolte alle scuole e alla cittadinanza.
Giovedì 9 maggio alle 18, infine, in occasione dell’anniversario della sfilata delle brigate partigiane che, il 9 maggio 1945, celebrò in città la fine della seconda guerra mondiale, a Palazzo del Governatore si terrà una conversazione sul tema della Resistenza in città col professor Santo Peli dell’Università di Padova, uno dei massimi esperti di storia della Resistenza in Italia.

I 10 volti
ARTA Giacomo Ferrari
FULVIO Bruno Longhi
GIANNI Eugenio Copelli
LIDIA Nera Perla
LIVIA Maria Zaccarini
MIRKA Laura Polizzi
MIRKO Giordano Cavestro
NULLO Domenico Tomasicchio
PABLO Giacomo Crollalanza
STELVIO Don Giuseppe Cavalli

I 10 Luoghi
Via B. Longhi
Piazzale San Francesco
Piazza della Pace
Piazza Ghiaia
Via G. Cavestro
Via Cavestro-Via Mazzini
Piazzale F. Corridoni
Piazzale Inzani
Piazzale Rondani
Vicolo Santa Maria

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Hub Cafè – Doppio appuntamento con l’arte

Prosegue la programmazione di esposizioni ed installazioni presso Hub Cafè di P.le Bertozzi, il caffè che ospita periodicamente l’espressione creativa ed artistica di giovani della città e del territorio. Per l’occasione di Sabato 4 maggio dalle 19.30 si inaugurano l’esposizione “SUPERREGNO – antropomorfismi postmoderni” con le opere suggestive di Antonello Sportillo e l’installazione “GROZNI” con gli originali oggetti di design di Matteo “grozni” Salsi, entrambe a cura dell’Archivio Giovani Artisti – Assessorato Politiche Giovanili del Comune di Parma e Lune Nuove, in collaborazione con Hub Cafè.
Il giovane architetto e pittore Antonello Sportillo cerca con le sue opere, realizzate con tecnica mista, di offrire spunti per un neo-Rinascimento dove l’oggetto è il rapporto uomo-natura e il soggetto è l’uomo in cerca dell’armonia con l’universo.
Figure disarmoniche, nuovi esseri umani che vorrebbero fondersi con la natura ma ancora non riescono: troppo grande il distacco e troppo rancore e diffidenza trovano nella controparte. Assistiamo in ogni singolo quadro alla rappresentazione dello scontro con una natura che si impossessa delle figure umane, rendendole quasi una propria ombra, ma un’ombra incapace di autonomia e che richiama con forza l’elemento istintuale proprio dell’uomo-animale.
Il SUPERREGNO è per l’artista una visione ottimistica verso l’armonia e l’amore tra le parti, il superamento della superbia, del tentativo di addomesticamento da parte dell’umanità nei confronti della natura e di tutto ciò che la compone.
Di altro genere artistico ma con il simile messaggio di rispetto verso la natura e l’ambiente, è l’installazione del giovane architetto, artigiano e illustratore Matteo “grozni” Salsi. Si tratta di oggetti e arredi di design realizzati a mano con materiale riciclato (ferro, legno, plastica etc.), realizzati con costi contenuti attraverso processi progettuali e produttivi partecipati. Il percorso artigianale di Matteo si basa sulla consapevolezza dei materiali che si utilizzano, sulla preservazione e innovazione della cultura artigianale, sull’importanza sociale del lavoro e su una progettazione integrata, aperta ad altre discipline.
Questo metodo e se vogliamo disciplina artigianale, la riscontriamo in tutte le sue esperienze, tra queste la partecipazione ai progetti di Octopus Lab Project: una piovra a otto tentacoli e una sola testa, molteplice e unica allo stesso tempo, che vede la partecipazione di diversi giovani artisti accomunati dagli stessi obiettivi creativi: rispetto per l’ambiente, consapevolezza sociale, difesa dell’immaginazione.
Entrambe le esposizioni ad ingresso libero, sono in allestimento fino al 13 giugno 2013.

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“Presenza/Assenza”

Fotografie di Sara Antolotti, Alessia Contini, Pinuccia Domina, Francesca Gaburro, Lara Gandini, Roberto Meli, Paola Sacilotto, Michela Spocchi, Paola Vignali, Oreste Zinelli.

Mostra a cura di Claudia Cattani

Riflettendo sui concetti astratti di presenza e assenza la mostra di Officina Fotografica propone un percorso di contrapposizioni visive tra il pieno e il vuoto, declinate nelle interpretazioni di dieci personalità diverse e autonome. Partendo dall’interrogativo sul come possa la fotografia rappresentare una mancanza, e spinti da motivazioni del tutto personali, i fotografi hanno affrontato i temi della memoria, della storia, della ricchezza e della mancanza, della solitudine e della moltitudine, toccando il non-sense e sottolineando spesso quell’elemento straniante che alberga in ogni immagine fotografica. Non si tratta necessariamente di visioni che contrappongono il positivo al negativo, ma anche di compresenze inscindibili che coesistono nella vita di ogni giorno, semplicemente osservate da punti di vista differenti. Le presenze e le assenze si esplicitano in un percorso di immagini che dialogano tra loro sotto forma di dittico. La mostra rappresenta la conclusione di una sfida che Officina Fotografica ha voluto iniziare da alcuni mesi, e per la prima volta i dieci fotografi si presentano con la serie degli “autoritratti” che completa l’esposizione.

La mostra si svolge nella sede dell’Associazione culturale Arte Viva 99, via Farini 29, Parma.
Inaugurazione: Sabato 6 aprile ore 18
Orari: da lunedi a venerdi 13-14,30 e 17-20
Sabato e Domenica: 11-13 e 17-20

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“venti5aprile. Panoramica Resistenza”

“venti5aprile” è la presentazione fotografica di 14 luoghi nella provincia di Parma nei quali sorgono cippi e lapidi che ricordano giovani che persero la vita per la libertà dell’Italia.
Autore dei 14 scatti è Ettore Moni, gli interventi grafici sono di Roberto Pia, la mostra è prodotta dal SoFringe Festival e da Associazione Fuorifuoco ed è visibile in 75 plance dislocate in vari luoghi della città di Parma.
Si tratta di una mostra a cielo aperto, che si articola in differenti spazi urbani. Le immagini – che appaiono come panorami o diorami del paesaggio della Resistenza storica – sono moltiplicate e collocate in spazi di grande frequentazione. Il risultato è una proposta di incontri apparentemente casuali ma destinati a trasformarsi (come del resto avviene per i messaggi pubblicitari) in frequentazione abituale e incisiva.
L’iniziativa si pone certo nel solco di una tradizione, quella delle celebrazioni abitualmente progettate e fino ad oggi puntualmente offerte dalle pubbliche amministrazioni, ma si differenzia per il fatto che parte da un gruppo di cittadini, soggetti legati da una storia comune di partecipazione e impegno civile che, avvertendo il rischio di un affievolirsi dell’attenzione e con il preciso intento di tutelare una fondamentale memoria locale oltre che nazionale, decidono di progettare per la propria città una celebrazione del 25 Aprile in forma rinnovata.
Il 25 aprile è una ricorrenza, l’anniversario della Liberazione dall’occupazione nazifascista ma ancor più l’inizio di una fase nuova della storia del paese, la rifondazione di una società su basi culturali e valori differenti. La ‘ricorrenza’ è ripetizione cadenzata di una memoria, replica finalizzata a riconfermare valori che appartengono ad un territorio ulteriore rispetto alla storia concreta. E’ tensione alla costruzione di un’immagine, certificata da una tradizione, leggendaria, alla fine astratta e distante dall’ “originale” storico, dal Paese, dalle persone e dai luoghi dell’oggi. L’immaginario della Resistenza ha in questi decenni assunto tutte le caratteristiche dell’epopea, racconto fatto di vicende, volti, azioni, mediato da parole inevitabilmente e giustamente declinate al passato. La mostra intende attualizzare quel sistema di racconto rovesciandone il contesto, spostando la riflessione in ambiti normalmente considerati esterni a quella specifica tradizione.
Da qui la scelta di mostrare, innanzitutto, i luoghi della forzata clandestinità e delle coraggiose lotte non come spazi mitici e distanti ma come luoghi concreti ed attuali, con tutte le visibili contraddizioni dell’oggi: il consumo del territorio, lo sfregio ambientale, la speculazione incombente, elementi che sono anche in evidente contraddizione con i valori di responsabilità, altruismo, coraggio e senso del bene comune che appartengono a pieno titolo al patrimonio di insegnamento delle lotte partigiane.
Lo strumento visivo scelto è quello di una fotografia del paesaggio avvertita: Ettore Moni, che ha all’attivo diverse ricerche effettuate sul territorio, di urbanistica e di architettura, paesaggistiche e analitiche, realizza fotografie in bianco e nero in grande formato; gli interventi grafici di Roberto Pia riconducono queste immagini ad una dimensione che rimanda alla comunicazione pubblicitaria, in questo modo allontanandosi – provocatoriamente – dalle tradizioni del realismo normalmente percorse da questo tipo di narrazioni ed ottenendo effetti di straniamento prossimi alle installazioni di Public Art e Site Specific.

Ettore Moni è nato a Parma nel 1967. Ha vissuto e lavorato a lungo a New York come fotografo di moda, realizzando contemporaneamente ricerche sul nudo e sul ritratto. Le sue immagini, sorrette da una sapiente tecnica, sono state pubblicate su riviste nazionali ed internazionali tra le quali: D di Repubblica, Anna, Kult, Sport&Street, Sportswear International, Pig.
Moni si è in seguito dedicato alla veduta urbana con alcuni lavori in bianco e nero sulle metropoli e soprattutto con un ampio tributo a New York, città da lui molto amata. Una costante riflessione e un’impegnata, anche dal punto di vista politico, consapevolezza ha sempre accompagnato il lavoro di Moni conferendogli spessore ed efficacia. In anni più recenti, assecondando un crescente interesse verso il realismo, e dunque verso l’esclusione progressiva di teatralità, finzione e interventi di abbellimento – l’autore è approdato a ricerche sul paesaggio del suo territorio di origine (ricognizione sulla Val Taro – provincia di Parma) e sulla storia del nostro Paese (lavoro sui monumenti ai caduti, fino al recente lavoro sui cippi partigiani).

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“Tempi In-Visibili”

La Galleria Maison Olivier
Vi invita alla bi-personale di pittura degli artisti

NICLA FERRARI e MARINO IOTTI
TEMPI IN-VISIBILI

inaugurazione
Sabato 6 Aprile 2013
Ore 18.00

Dal 6 al 27 aprile
“Tempi in-visibili” è il titolo della mostra, curata da Laura Olivieri con un testo di Camilla Mineo. Due racconti intimi, privati, raffinati, due testimonianze che scavano nel profondo, palpitanti di significati che sta all’osservatore cogliere e decifrare.

La pittura trasforma lo spazio in tempo, la musica il tempo in spazio.
Hugo Von Hofmannsthal, Il libro degli amici, 1922

Tutto insegna, maturando, il tempo.
Eschilo, Prometeo incatenato, ca. 465 a.e.c.

Tempi in-visibili
affiorano dalla tela, prendono vita e forma attraverso il sovrapporsi della materia plasmata da Marino Iotti. Segno, gesto, graffiti, geometrie, sprigionano trame evocative, impulsi emotivi, diffondono un ritmo vibrante nella composizione. L’energia e il dinamismo dell’universo ricreato dall’artista riempiono i nostri occhi e il nostro spirito grazie ad accordi armonici di astratte e velate sonorità dai colori intensi.
Tempi visibili latenti, sospesi nei volti imperfetti di Nicla Ferrari in cui si intravede il ricordo di una manieristica e fanciullesca bellezza ormai lacerata e corrosa dallo scorrere del tempo, dall’usura e dal deterioramento della materia. Emozionanti crisalidi in trasformazione e in transizione, volti che emergono dal buio, dall’ombra del presente, palesemente inquieti e decadenti,
in rovina come affreschi scrostati che hanno bisogno di aiuto.
(Camilla Mineo)

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“Materica”

Dal 6 al 20 Aprile in mostra a Rossoamapola, in bg.go del Correggio 48/A a Parma, le tele di Simona Marchiani

MATERICA

Simona Marchiani è nata a Parma nel 1973.
La sua inclinazione artistica si esprime pienamente nella pittura materica: malta e colore danno nuova vita sulle tele a fiori, farfalle, paesaggi, elementi della natura cui l’artista si sente intimamente legata.
Nei suoi quadri materici la natura è un soggetto ricorrente, sicuramente privilegiato, sperimentato sia nei colori caldi e forti (gialli, rossi) che in quelli tenui e delicati, dal bianco al lilla e infine al verde, il colore più amato.
Dipinge anche composizioni astratte, solitamente su tele di maggiori dimensioni, che ben si prestano all’incontro armonioso di forme e colori. Materica è la sua prima mostra in uno spazio espositivo d’arte.

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Luce divina

Espressioni artistiche, Decima Biennale d’Arte Sacra alla Galleria S. Andrea in strada G. Cavestro, 6 – Parma.
Dal 30 marzo al 25 aprile alla Galleria Sant’Andrea, inaugurazione sabato 30 marzo 2013 ore 17.00
Introduzione di Don Sergio Nadotti consulente ecclesiastico UCAI sezione di Parma: “E Dio disse: sia luce! E la luce fu! E con essa, si potè contemplare tutto un mondo creato, nella fantasmagorica ricchezza dei suoi colori. L’eterno Adamo ha potuto e può, sempre, meravigliarsi e contemplare questa luce: chi dipinge crea sempre nella Luce; solo la Luce dà il contrasto con l’ombra e genera dimensioni e profondità: contempla e, nella luce, crea anche lui ciò che il suo spirito ha rivissuto e filtrato. La luce crea e rende creatori! Coraggio ed Auguri!”
La mostra è una collettiva a tema sacro con 35 artisti partecipanti che proporranno opere di pittura e scultura inerenti al tema “Luce divina” omaggiando così anche Beato Angelico,pittore attivo nella prima metà del 1400, nominato da Papa Giovanni Paolo II nel 1982 Patrono degli artisti. Il frate domenicano cercò di saldare i nuovi principi rinascimentali come la costruzione prospettica e l’attenzione alla figura umana, con i vecchi valori medievali, quali la funzione didattica dell’arte e il valore mistico della luce.
Da una riflessione dello storico dell’arte G.C.Argan: “La luce che pervade le pitture dell’Angelico è una luce metafisica: “Del resto, se (come diceva il Brunelleschi) lo spazio è forma geometrica e la luce divina (come diceva San Tommaso D’Aquino) riempie lo spazio, come negare che la forma geometrica sia la forma della luce?”
Inoltre mercoledi 24 aprile alle ore 17.00 l’Ucai ospiterà un concerto lirico dell’Ensemble “Singolare Femminile” a ingresso gratuito.

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“Infinity”

Fino al 30 aprile al Caffè del Prato, Casa della Musica, Parma è visitabile la personale dell’artista parmigiana Cinzia Morini

Infinity

“Un’Odissea nello spazio con le musiche di Verdi. Cinzia Morini è un’artista che non teme la gravità: si sposta nella nostra galassia avvicinandosi ai pianeti e ai loro satelliti. Li scruta attentamente ad occhio nudo per poi ricrearli sulla tela. E se è la luce a dare colore alle cose, è la luce di Cinzia a tingere le forme sferiche quasi onnipresenti nei suoi dipinti.
Il suo incedere nello spazio dell’altrove, attraverso la pittura, non le fa dimenticare tuttavia la Terra e i suoi piaceri, come quello dell’ascolto musicale: il Maestro Verdi è celebrato in una serie di lavori che coniugano i vivaci cromatismi degli acrilici alle locandine di Traviata, Aida, Oberto e Luisa Miller. Note di colore e note strumentali si accostano così a simboli, maschere, calici ed architetture.
Meditazioni tutt’altro che piatte: le superfici dei suoi dipinti sono verosimilmente incrostate, ispessite dai materiali extrapittorici che suole utilizzare. Nel suo fare creativo l’impasto di sabbie, malta, sassi, acrilici e idee, ha un che di magico, evocato nei due recenti lavori “La fata della luna” e “La signora degli inferi”, con presenze dell’immaginario fantasy. Sfere di pianeti con sfere di cristallo sono dunque in Cinzia Morini le forme perfette ed emblematiche di un linguaggio in evoluzione, in divenire”.
(Arianna Torelli)

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“Atlante”

“Il vero viaggio di scoperta non consiste nel cercare nuove terre, ma nell’avere nuovi occhi”
Marcel Proust

Un Atlante colto e pregno di significati, di sfumature intelligenti e sottili è il nuovo progetto creativo che Bruno Barani presenta allo Spazio Audiomedica di via della Repubblica a Parma.
Passione e curiosità hanno spinto l’artista a “salvare” vecchie carte geografiche scolastiche e a recuperare un vecchio atlante di famiglia. Carte perfettamente conservate, altre un po’ rovinate e ingiallite con annotazioni originali a matita, raffiguranti Italia, Francia, Giappone, Russia, Stati Uniti, Nuova Zelanda, Germania e Gran Bretagna, sono le protagoniste di questo ricco percorso.
Attraverso segni grafici, collage raffinati, sovrapposizioni di materiali, Bruno Barani è intervenuto su di esse richiamando significati storici, simboli diventati universali, suggestioni stimolanti e curiose che ogni paese ha ispirato in lui.
Dopo lunghe riflessioni, l’artista ha deciso di arricchire il suo Atlante immaginario, affiancando ogni stato con meditati ritratti di personaggi di spicco dell’arte, della società e della cultura del paese di riferimento (Caravaggio, Lucio Fontana, L. F. Cèline, Simenon, Andy Wharol, The Beatles).
Piccoli scrigni racchiudono ritagli di diverse dimensioni di carte e cartoncino colorati, fotografie, foglie d’oro, collage, tecniche miste a lui care combinate con grande stile e rigore. La maggior parte di essi sono lavori precedentemente esposti come i Piccoli Ritratti (2010) che in questo contesto acquistano differenti e più forti significati: è il passato che ritorna inconsciamente e si manifesta attraverso nuovi rimandi, accostamenti ed espressioni.
Segni, colori, corrispondenze meticolosamente e delicatamente composte rendono il racconto delle carte più completo e prezioso. Con pochi e semplici tratti, ma densi di contenuti, Barani omaggia in modo unico e brillante alcuni fra i suoi punti di riferimento culturali, ridando loro vita, mettendo a fuoco con gusto e originalità, con uno studio attento dei particolari, elementi sottili della loro opera oltre che della loro vita.
Bruno Barani ci propone un vero viaggio attraverso paesi e culture, un percorso di grande creatività, sensibilità e ricchezza di contenuti, un viaggio molto personale ed evocativo, contraddistinto dalla consueta eleganza e raffinatezza della composizione, alla ricerca di un equilibrio estetico che si rivela poetica armonia interiore.
Bruno Barani (1952), è architetto e insegnante, dal 1982 si occupa di progettazione grafica. Inizia nel 1995 la produzione artistica di opere esponendole in prestigiosi spazi pubblici e privati. Dal 2000 al 2009 è stato Assessore alla Cultura del Comune di Montechiarugolo (PR). Tra le personali si ricordano Via Crucis, Libreria San Carlo, Milano (2013); Ombre, Casa Cavezzi, Montecchio Emilia (2012); Segni Celesti, Galleria Ateliertrentaquattro, Parma (2011); Castelli, Palazzo Civico, Montechiarugolo (2010); Piccoli Ritratti, Galleria A+ 10 architettura, Parma (2010); I colori degli haiku, Museo della Musica, Bologna (2008); L’oro il nero, Galleria San Ludovico, Parma (2004); Le città d’oro, Palazzo Civico, Montechiarugolo (1999). Ha pubblicato ed illustrato, in edizioni fuori commercio (Edizioni Bruno e Manuela Barani) opere di poeti, scrittori, saggisti e artisti, tra gli altri Primo Levi, L. F. Cèline, Folgore da S. Gimignano ed Eugenio Montale. Le sue opere sono conservate in collezioni pubbliche e private.
Allestimento e grafica Maddalena Barani.

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“Parma inattesa”

Parma inattesa è il titolo del progetto architettonico di Renato Rizzi, in mostra dal 21 Marzo al 2 Giugno 2013 presso la Galleria San Ludovico di Parma.
Il progetto, nato da un invito del Festival dell’Architettura, è destinato alla città di Parma, e qui compie un’operazione inaspettata: quella di una rigenerazione urbana che comincia proprio dalla riprogettazione dello sguardo, una delle maggiori urgenze del nostro tempo.
In questo senso la mostra porta in superficie tutte quelle immagini che sono latenti o represse nelle pieghe, non solo geografico-storiche ma anche iconografiche, di Parma e del suo territorio.
Dal corrugato appenninico emiliano, alle segnature idrografiche, al reticolo della centuriazione, alle forme della città murata, sino alle strutture formali di straordinari monumenti urbani quali il Battistero e la Pilotta, attraverso una narrazione di grande fascino estetico e capacità propedeutica rivolta sia agli amanti dell’arte e dell’architettura urbana, sia al pubblico dei più giovani e curiosi visitatori.
La messa in mostra dell’opera prevede, secondo il disegno del progetto allestitivo redatto da Rizzi, una disposizione in orizzontale dei calchi, posati su tavolati 100×200 appoggiati su cavalletti disposti al centro dell’asse longitudinale dell’ ex-chiesa di San Ludovico.
Nei vani delle cappelle laterali vengono posizionate le grandi immagini fotografiche su supporti in carpenteria lignea.
I quarantaquattro modelli in gesso e le grandi immagini fotografiche esposti mettono in evidenza come la rappresentazione delle immagini invisibili richieda non solo il peso e lo spessore della materia, ma anche lo scarto che viene da uno sguardo che non si ferma al dato sensibile e che non procede in modo cronologico-lineare, ma in modo atemporale-circolare.
Le componenti rappresentate trasmettono il senso dei valori formali fondativi che contraddistinguono il territorio e la città di Parma, sollecitando altresì una riflessione critica rivolta all’oggi su un uso, spesso non consapevole, dell’architettura della trasformazione urbana intesa quale materia avulsa dal carattere di una città che dovrebbe invece essere intesa come opera d’arte peculiare ed unitaria nel suo pur articolato complesso.
La mostra è accompagnata dalla pubblicazione di un volume, disponibile in tutte le librerie di Parma e d’Italia a partire da aprile 2013, dedicato al progetto, edito dalla Casa Editrice MUP, principale realtà editoriale della città, fondata nel 2002 da Fondazione Monte di Parma e Università degli Studi di Parma.
Il libro restituisce il progetto e i suoi materiali preparatori e di indagine scientifica con scritti di Renato Rizzi, Franco Farinelli, Carlo Quintelli, Andrea Tagliapietra, Lamberto Amistadi, Susanna Pisciella.
Il materiale in mostra resterà a Parma poiché donato dall’autore alla collezione artistica della Fondazione Monte Parma che promuove la mostra insieme al Comune di Parma, con il patrocinio dell’Istituto Universitario di Architettura di Venezia e il Dipartimento di Ingegneria Civile, dell’Ambiente, del Territorio e dell’Architettura dell’Università degli Studi di Parma, in collaborazione con il Festival dell’Architettura.
Renato Rizzi (Rovereto 1951) è docente di composizione architettonica e urbana presso lo IUAV, Venezia. E’ autore di numerose pubblicazioni sui temi della teoria della progettazione tra cui Mistico nulla, Milano 1996, Le voci dell’ozio, Venezia 1999, Il divino del paesaggio, Venezia 2008, La muraglia ebraica. L’impero eisenmaniano, Milano 2009. Ha collaborato a lungo con Peter Eisenman e ha curato il volume Tecnica e Architettura una raccolta di saggi del filosofo Emanuele Severino.
Attualmente è impegnato in Polonia per la realizzazione del Teatro Elisabettiano di Danzica.

INFO MOSTRA:
Luogo: Galleria San Ludovico (Borgo del Parmigianino, 2) Inaugurazione: 21 marzo ore 18, preceduta da una lezione del Prof. Arch. Renato Rizzi, alle ore 16,30 a Palazzo Sanvitale (Parma, Piazzale Jacopo Sanvitale 1 – Salone delle Feste)
Periodo: 21 marzo – 2 giugno 2013
Orari di apertura: dal mercoledì alla domenica dalle 10 alle 19. Tutti i giovedì apertura serale fino alle 22.00
Chiusa il lunedì e martedì con le seguenti eccezioni: – Lunedì 1 aprile (Pasqua) Aperta- Mercoledì 1 maggio Chiusa
Ingresso Gratuito

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“Specula Dantis”

Mostra di Leonardo Denoda Bassorelli alla Galleria Il Sipario, dal 16 al 28 marzo 2013 d.C. inaugurazione dalle ore 16.00

SPECULA DANTIS
le porte della tentazione

Portati dal naufragio oltre lo colonne d’ombra dove le tentazioni eran labirinti e commedie di un inverso immobile, ci si trovò nella lingua di terra dei luminari andanti.
Sastaràs fu nomato lo stretto fra musiche dipinte in danze d’altro passo… Deriva di un sogno antico che traghetta in un viaggio oltremondano, tra il velame de li versi strani e gli spettri della Commedia, Specula Dantis nasce come coagulo di ricerche e riscritture della cosmogonia dantesca, volto a dissotterrarne le fonti ed a captarne i riflessi nei secoli.
L’evento HYPNOTERATRA, dopo le prime edizioni presentate in Gallerie d’Arte, Teatri e Festival tra Genova, Atene e Canea (Creta), patrocinato nell’arco delle precedenti edizioni dall’Istituto Italiano di Cultura e la Società Dante Alighieri, trova ora un’inedita messa in pintura ospitata a Parma dalla Galleria il Sipario in cui Leonardo Denoda e Will_be ritrovano la Divina Commedia attraverso le porte della tentazione, nuova chiave con cui Dante rilegge l’icona di Sant’Antonio Abate nel polittico deserto delle Tentazioni ed altri frammenti di deserti popolati da nuovi esodi, arcaici, prossimi, presenti.
HYPNOTÉRATRA è un terreno di incontro tra artisti e curatori indipendenti provenienti da diversi continenti.
I collaboratori contribuiscono con il loro vissuto personale e professionale alla crescita del progetto nato sotto un segno internazionale e aperto a diverse discipline.
Entro i confini di Hypnotératra sono stati avvistati: L.Denoda (pittore – Uruguay), J.S.Giacchino (attore – Ge), L.A.Praussello (musicista fonetico – Ge), Will_be (pittore – Brasile), V.Messa (pianista – Udine), Adriano Engelbrecht (attore – parma), C.Estrada (video – Ecuador), A.Marzocchi (Giornalista – Parma), Carmine Onorati (fononauta – Napoli), E.Theodosis (video – Grecia), Chiara Enrico (danzatrice – Genova), Federica Sofia (addetto stampa – Genova), M.Pandora (musicista).
Questo artista parte alla fine di aprile per New York e Messico.

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“Animali Nascosti”

“Animali Nascosti” è una mostra collettiva in cui l’animale è inteso come entità trasversale alla società in cui vive e in cui, con esso, viviamo. Come divinità ctonie dimenticate, le bestie abitano uno spazio parallelo al nostro e ci circondano professando una liturgia di silenzi per noi ormai sconosciuta. All’interno di questo sistema ruvido e muschioso, Azzali, Giordani e Aikman assorbono la magica realtà e si appropriano dei rituali antichi e puramente istintivi degli animali. Poi, quasi in preda ad una trance sciamanica, offrono sulle tele nuove visioni post-umane. In questa mostra i diversi interrogativi sul presente e sul vuoto che ci illudiamo di riempire, verranno esplorati con insoliti graffi. “Animali Nascosti” è una collettiva d’arte contemporanea che ha in sé la forza primigenia di qualcosa di dimenticato e feroce. E’ la possibilità di osservarci con occhi diversi.
Con la speciale collaborazione di: Caterina Forni, Orsola Monici, Elisa Barili, Michele Belmessieri, Rita Rozzi.
Parte dell’incasso della vendita delle opere andrà in beneficenza all’ENPA (Ente Nazionale Protezione Animali).

Espongono:
AIKMAN__, FABRIZIO AZZALI, ALESSANDRO GIORDANI
Tcafè – Palazzo della Rosa Prati, Strada Duomo 7 – Parma
16 marzo – 31 marzo 2013 http://www.temporarypalazzo.it/

INAUGURAZIONE sabato 16 marzo ore 17,30
Orari di apertura: tutti i giorni dalle 8.00 alle 20.00 (21.00 al venerdì e al sabato) tranne giovedì e domenica dalle 8.00 alle 15.00
Ingresso libero http://www.lunatici.net/

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“Le mie creazioni”

L’artista Anna B., sotto la neve dell’inverno, ha voluto regalarvi “la sua Primavera”, un omaggio a chi l’ha sempre seguita in tutti questi anni, un invito per chi volesse conoscerla meglio.

Le mie creazioni
sala Rossa, Locande del Sale
via San Michele Cavana, 5 Langhirano
dal 2 marzo al 31 luglio 2013

Grazie allo spazio artistico dedicato da Francesca e Giampi all’Arte con la A maiuscola, nella stupenda Sala Rossa scaldata dal tepore di un magnifico camino, all’interno della Locanda del Sale, si schiudono e sbocciano i fiori di Anna B. le sue creazioni, in cui ancora una volta l’artista ha profuso il proprio animo, la propria vivacità e spirito d’inventiva.
Il viaggio di Anna B. porta il visitatore in un mondo altro, la natura entra nell’immaginario collettivo e lo culla, lo vizia senza mai stravolgerlo. Lasciando un messaggio di serenità, un senso di appagamento dal quale diventa difficile staccarsi.
Un consiglio, se vi recherete in codesto luogo, prenotate il tavolo nella Sala Rossa, uno stupendo modo di appagare i vostri sensi, la cucina e l’ambiente vi accoglieranno in un caldo abbraccio.

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“I Colori della Materia”

I COLORI DELLA MATERIA
Valter Bernabucci- PRIMAVERA 2013
Alla Maison Olivier: Venerdi 1 Marzo, ore 18.00

Presenta: ELES IOTTI
“Comme de long échos qui de loin se confondent dans une ténébreuse et profonde unité, vaste comme la nuit et comme la clarté, les pafums, les couleurs et les sons se répondent.”
C. Baudelaire

Quello che noi percepiamo non è dato solo dall’insieme delle informazioni che i nostri sensi ci trasmettono ma è qualcosa di piu’ che noi completiamo con la nostra memoria storica dove i colori per esempio hanno per noi significati differenti per ogni loro sfumatura. Cosi’ noi vediamo cio’ che scegliamo di vedere. Cosi che i nostri pensieri cercano una corrispondenza sulla tela e lì vengono fissati. Il pensiero che diventa colore che diventa materia. Il pensiero tangibile. Il pensiero che da quella stessa materia ritorna pensiero.
In quale universo ci muoviamo? In quale tempo? Cosa importa, il pensiero è il presente qui ora e sempre. Siamo dove vogliamo essere. Davanti a quei colori i confini si spostano, i suoni ci attraversano e ci sembra di tornare ad essere fatti della stessa materia di cui sono fatti i sogni.
laura olivieri

dal 1/03/2013 al 24/03/2013
orari: lunedi – sabato 9.30-13.00/16.00-19.00
Chiuso il lunedi e giovedi pomeriggio. Domenica chiuso.

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“Delle Cose Sulla Carta”

Da sabato 9 marzo 2013 a venerdì 5 aprile 2013, mostra personale di Daniele Miradoli a Un_Type, Strada San Nicolò 7, Parma
ore 18.00

Delle Cose Sulla Carta

Sulla carta mescolando cose. Tradizione e innovazione. Tecnica digitale e belle arti. Sembra, ma non è. Domina il lavoro digitale. La grafica editoriale incontra la grafica d’arte. E’ la sperimentazione di Daniele Miradoli.

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Hub Cafè – Doppio appuntamento con l’arte

Si inaugurano Sabato 16 Marzo dalle 19.30 presso Hub Cafè di P.le Bertozzi – Parma, la personale fotografica Showsdemavie di Filippo Feel Cavalca e l’installazione Un fiore in più nel mio giardino di Cristina Martinelli, entrambe a cura dell’Archivio Giovani Artisti – Assessorato Politiche Giovanili del Comune di Parma e Lune Nuove, in collaborazione con Hub Cafè.
Gli scatti proposti da Filippo Feel Cavalca, giovanissimo ma già attivo da anni nell’ambiente artistico nazionale ed internazionale, sono tratti dal recente progetto fotografico What I see. “La ragione per cui ho intrapreso questo mestiere” afferma l’autore “è la ricerca di Cose Spettacolari e di Mondi Possibili, ciò che va spingendo costantemente il mio sguardo verso l’esterno con curiosità, tentazione e ironia.
Filippo Feel Cavalca è un regista cinematografico e fotografo. Ha realizzato cortometraggi d’autore tra cui Falstaff (2004) e La Passeggiata dello Scettico (2005) con Alessandro Haber, che gli hanno premesso di imporsi nel 2007 nell’ambito della manifestazione “Syracuse Film Festival” di NY. Assistente di Mario Monicelli e sul set di “Squadra Antimafia – Palermo oggi “(2009), si è avvicinato parallelamente al mondo della Fotografia d’Arte improntando la propria ricerca su un ritratto grottesco del reale, perverso e delicato allo stesso tempo. Nel 2012 è stato autore di spot e videoclip musicali ed ha firmato la regia del programma tv di Rai 5, “Rotte del Mediterraneo”, docu-fiction dedicata al mare e alla barca a vela, premiata col Pelagos d’Argento al Festival internazionale “Sea Heritage Awards 2013”. Ha firmato il progetto fotografico What I See ed è fondatore dell’ FFC Film Studio (www.ffcfilmstudio.com), officina artistica e cinematografica a pochi passi dai Musei Vaticani. Vive e lavora a Roma.
Altra espressione creativa quella di Cristina Martinelli che ha da sempre una passione per l’artigianato artistico: disegna accessori per l’abbigliamento unendo fantasia e creatività ad una manualità straordinaria. Nel corso degli anni gli accessori realizzati (sciarpe, collane, spille) hanno lasciato spazio alla sperimentazione di altri tipi di oggetti, materiali in plastica che abitualmente finiscono nella raccolta differenziata (bottiglie, borsine, sacchetti) e con la medesima passione si trasformano in prodotti completamente diversi, connotati da forme e colori sapientemente calibrati. Laureata in Architettura, lavora nella nostra città e all’estero; si è occupata di ristrutturazione di complessi residenziali, di progettazione di spazi lavorativi e di interior design. Nel dicembre 2009 partecipa in qualità di fashion designer all’evento Let’s Party presso il negozio Marella-Max Mara di Milano, presentando una serie inedita di accessori in stoffa.
All’Hub Cafè l’artista propone in collaborazione con SQUIBANZIE (gruppo di giovani creative) un’installazione inedita: un rigoglioso giardino del riuso fatto di elementi di plastica riciclata, frammenti di cartone e fili di lana che prendono forme e colori delle rose, delle primule, dei “non ti scordar di me”.
Entrambe le esposizioni ad ingresso libero, sono in allestimento fino al 30 Aprile 2013.

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“Donna: Singolare Femminile”

In occasione della Festa della Donna, 7 artiste socie della storica associazione UCAI di Parma omaggiano tramite diverse tecniche pittoriche (pittura a olio, acquarello, disegno, collage fotografico e materico… ) e scultoree (raku, maiolica, bucchero) i molteplici aspetti e particolarità dell’essere donna da diversi punti di vista: ironico, intimista, materno, contemplativo, energico e vitale…

da sabato 2 marzo 2013 a giovedì 14 marzo 2013
Galleria S.Andrea, strada G.Cavestro 6, Parma

DONNA: SINGOLARE FEMMINILE
Orari di apertura al pubblico: da martedì a sabato 10.00-12.00 e 16.00-19.00 domenica 16.00-19.00, lunedì chiusura.

Espongono:
Annamaria Bujani
“…le dimensioni del suo universo pittorico sono eteree, certamente psichiche… Sono i colori ed i segni della vita e dello spirito, quelli che Anna Maria Bujani riesce spesso a trasporre nella sua luminosa dimensione pittorica…”. F. Moisè

Margherita Caldanini “…acquerelli e sculture sono accomunati da continui ed evidenti rimandi al fascino del mondo naturale, all’anima e alla meraviglia di questa terra…”. P. Bonoretti

Elisabetta Fontana “…La sua arte è un tipo di arte istintiva in cui a parlare è il gesto. Un’artista informale che da nuova vita alla materia: essa si reincarna e va ad esplorare quei luoghi dell’Io nascosti nei meandri della memoria…”. S. Russo

Luciana Fusari “…disegnare vuol dire già dipingere, cosa che l’artista emiliana ha fatto con straordinaria abilità, eleganza e immediatezza, creando insieme l’atmosfera, lo spazio, i volumi e un’immagine che ritorna insieme sempre diversa e continuamente ricercata…”. M. Dall’Acqua

Mirella Lanfranchi “…Le donne della Lanfranchi incarnano dunque il mistero stesso della vita, quello che si carpisce nell’istante dell’emozione o resta fremente a sipario vuoto,… avanza però la luce su pareti finte, teatrali, come finto è il fondo di pomice di questi quadri a simulare l’affresco.Non è una luce incisiva, ma ovattata, di caldo ocra;…” M.Bartolotti

Angela Marruso “…il grande amore di quest’artista per la natura, per la bellezza di paesaggi capaci di produrre emozioni profonde e sempre rasserenanti… Nel suo linguaggio pittorico le caratteristiche tradizionali della pittura si combinano con i codici della rappresentazione fotografica, come il taglio prospettico o la saturazione della luce…”

Franca Orsi “…riesce ad imprimere al suo tratto quell’armonia di colori e di forme che solo la profonda conoscenza della tecnica a pastello e sanguigna possono trasmettere. Accoglie l’osservatore in un proprio mondo interiore che si palesa tramite una pacatezza ed una dolcezza…” F. Moisè

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“Argentina on the Road”

Luca Filippini nasce nel 1980 a Reggio Emilia e cresce nella bassa reggiana, una terra che ritroviamo spesso immortalata nelle opere di questo giovane artista. Autodidatta, si avvicina alla fotografia una decina di anni fa. Inizialmente fotografo per passione, partecipa negli anni a varie esposizioni e concorsi di carattere locale.
Nel 2011 fonda un’associazione fotografica nel paese in cui vive, con lo scopo di permettere a giovani appassionati come lui di condividere esperienze e opinioni. Negli ultimi anni si è occupato anche di reportage di eventi, matrimoni e gare sportive.
La sua è una fotografia limpida, lineare, pulita e al tempo stesso fortemente suggestiva. I suoi scatti spaziano dai ritratti alle istantanee di vita quotidiana, ma i soggetti che predilige rimangono forse i paesaggi ad ampio respiro, quelli malinconici e uggiosi propri della sua terra di origine e, soprattutto, quelli lontani e spettacolari che ha incontrato nei numerosi viaggi.
Da venerdì 1 marzo il suo ultimo lavoro, Argentina On The Road, risultato del recente viaggio attraverso la Patagonia argentina, sarà in mostra presso Ruta40- Argentina RestoWine in Via Ferdinando Maestri 15 a Parma.

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“Delvaux e il Surrealismo”

Tele dominate da baluginanti nudità, da scheletri implicati in scene religiose. Le mostre di Paul Delvaux hanno destato scandalo, come la retrospettiva di Ostenda del 1962, che consacrerà definitivamente l’artista sul piano internazionale, vietata ai minori di diciotto anni. Oppure la Biennale di Venezia del 1954, nella quale il patriarca, futuro papa Giovanni XXIII, proibì ai preti l’eccesso di una pittura che avrebbe potuto turbarli.
Affabulatore dell’inconscio, intrigante stratega di atmosfere da sogno, Delvaux trova fonte d’ispirazione in quelli che lui considera i suoi due mentori, Giorgio De Chirico, il metafisico “faro” per i surrealisti, e René Magritte, insieme a Delvaux il più grande pittore belga del XX secolo: “Cercavo negli altri l’alimento che mi permettesse di scoprire me stesso. Perciò ho fatto pittura espressionista. Ho fatto pittura come quella di Ensor. C’era qualcos’altro che volevo trovare: fu allora che scoprii Giorgio de Chirico, e fu lui, d’un tratto, a mettermi sulla strada giusta”.
Si presenta con queste parole Delvaux, protagonista della stagione del Surrealismo, il movimento d’avanguardia nato nel 1924 col Manifesto di André Breton, che eleva il sonno a stato di coscienza e realtà, con Sigmund Freud inconsapevole profeta: “Automatismo psichico puro con il quale ci si propone di esprimere il funzionamento reale del pensiero, in assenza di qualsiasi controllo esercitato dalla ragione, al di fuori di ogni preoccupazione estetica o morale.”
Questa dimensione artistica viene indagata dalla nuova mostra della Fondazione Magnani Rocca dal titolo “Delvaux e il Surrealismo” dal 23 marzo al 30 giugno 2013, a cura di Stefano Roffi insieme al Musée d’Ixelles-Bruxelles, dove l’enigma, perfettamente surreale, sull’adesione o meno dell’artista al dettato del movimento surrealista (egli la negava, contraddicendo una apparente evidenza, definendosi un “realista poetico”) costituisce il tema della mostra stessa che, con circa 80 opere scandite tematicamente (Il paesaggio, L’enigma della ferrovia, Il mistero femminino, Le coppie, La classicità, Gli scheletri) offre anche il confronto con i lavori di accertati surrealisti quali lo stesso Magritte, Max Ernst, Man Ray, oltre al grande De Chirico; con loro Delvaux partecipa a “L’Exposition Internationale du Surréalisme” nel 1938 a Parigi, in un incontro artistico fra i più sorprendenti del Novecento, dopo essere rimasto molto colpito dalle opere che aveva visto alla mostra “Minotaure”, tenutasi al Palais des Beaux-Arts di Bruxelles nel 1934.
Nella “Villa dei Capolavori”, sede a Mamiano di Traversetolo (Parma) della Fondazione Magnani Rocca, presieduta da Giancarlo Forestieri, accanto alle celebri opere di Dürer, Rubens, Van Dyck, Goya, Canova, Monet, Renoir, Morandi e molti altri, i lavori di Delvaux trovano dialoghi di raffinata suggestione.
La mostra, che si avvale del sostegno di Fondazione Cariparma e Cariparma Crédit Agricole, è corredata da un ricco catalogo, contenente saggi di Arturo Carlo Quintavalle, Stefano Roffi, Laura Neve, Mauro Carrera, Elisa Barili, Pierre Ghêne.
A partire dal 1934, dopo un periodo improntato a interessanti riprese impressioniste ed espressioniste in paesaggi e figure umane, l’artista conferisce alla sua arte una fisionomia definitiva, costruendo una dimensione onirica perfettamente plasmata, esito della fusione dello spazio metafisico di De Chirico coi brani di spaesamento propri di Magritte.
La risultante emblematica che si impone nelle sue tele è un’immagine femminile dal corpo infuso di mistero, diafano e spettrale nella sua nudità quasi fosforescente, talora coinvolto in sorprendenti metamorfosi e collocato in luoghi irreali, sospesi in una dimensione di scardinamento della logica temporale, dove architetture dell’antichità classica convivono con reperti della modernità, come treni e stazioni.
Donne che diventano creature arcane, vestali di uno sconfinamento tra il sogno e la mitologia, icone immote dai grandi occhi sgranati sul vuoto, che ricordano i nudi dal cupo sguardo introflesso di Modigliani; una sorta di sensualità “congelata” le rende simili ad automi-femmina creati e programmati da un misterioso demiurgo per destini non rivelati. Tra gli altri temi cari all’artista quello dello scheletro è presente nelle sue opere dall’inizio degli anni Trenta, acquisendo lo “status” di personaggio e divenendo il protagonista – assolutamente partecipe del mondo dei vivi – di scene religiose quali crocifissioni o sepolture, di danze e duelli.
“Il vuoto è lo specchio che mi guarda”, afferma il cavaliere Antonius Block, sfidando a scacchi il signor Morte in una partita dagli evidenti contenuti simbolici; è una celebre scena de Il settimo sigillo, il film di Ingmar Bergman dall’atmosfera affine alle opere di Delvaux, dove l’annullamento identitario rappresenta la cifra di una pittura all’insegna della sospensione, dell’enigma poetico.

Paul Delvaux (Antheit les Huy, 1897 – Furnes, 1994), dopo studi di architettura e pittura a Bruxelles, dagli anni del raggiungimento della sua maturità d’artista pratica una specie di paradossale surrealismo classico. Non ci sono, nelle sue opere, quelle deformazioni “mostruose” prodotte dagli incubi propri di tanta pittura surrealista, non vi è traccia di quel proliferare di anatomie stravolte, derivate alla lontana dall’eredità di un Medio Evo fantastico, che popolano i quadri di Bosch, l’antenato fiammingo. Il surrealismo, per Delvaux, si manifesta piuttosto col tono di una fiaba, con un senso di placida normalità che riguarda corpi, spazi, prospettiva.
Si avverte però qualche incongruità, qualche falla nel tessuto logico del visibile; un vento lieve di follia si alza ad agitare questo mondo e tutto diventa strano e straniante, irraggiungibilmente estraneo. Quella che a prima vista poteva sembrare una realtà riconoscibile si trasforma in un pacato enigma, senza punizioni terribili per chi non lo risolverà; resta l’impossibilità di comprendere il senso autentico delle messe in scena dell’artista, ma anche di capirne il nonsenso, distinguere il punto in cui la narrazione si fa prima ambigua e poi incontrollabile. Forse, il senso – o il nonsenso – del mondo di Delvaux si rivela proprio nell’incrinatura stridente che si apre tra una lettura “realistica” delle sue figure e una lettura invece abbandonata alla meravigliosa discrezione delle sue invenzioni.
Come se lo spettatore si trovasse al cospetto di una serie di oscure allegorie sprovvisto del codice per decifrarle, come se una scena di normalità si trasformasse nell’allegoria di un significato perduto.
Il quadro si pone così come intercapedine fra noi e un mondo sconosciuto; la sua funzione non sembra essere quella di stabilire una comunicazione con quel mondo, piuttosto quella di manifestare un’impossibilità di comunicazione. La visione di ogni quadro di Delvaux lascia il senso di una mancanza, quasi una piccola nostalgia, senza ansia, una specie di distratta serenità; come se questa visione giungesse a confermare una conoscenza rimossa. Le donne imperversano nei dipinti di Delvaux, quasi sempre portatrici caste (?) di nudità; narrano mute le storie di un mondo al femminile, l’inazione tornisce le loro forme di lucente levigatezza, che mostrano con noncurante consapevolezza.
Un codice di posture manierate rende astratta la loro presenza, sospesa in un rigoroso linguaggio di sottrazione, in una condotta di verità simbolica, criptogrammi di una vita vagamente metafisica, certamente proiezioni dell’impegnativa figura materna. Il luogo è l’altrove, il tempo è il futuro anteriore. Il riferimento certo è De Chirico; tutto il Surrealismo, del resto, gli deve tanto: con i suoi quadri dei primi anni Dieci, egli non inventa soltanto un modo di dipingere, inventa un modo di immaginare che prima non esisteva. I più famosi pittori surrealisti, da Tanguy a Magritte a Ernst allo stesso Delvaux, hanno ammesso che i quadri di De Chirico sono stati per loro una vera rivelazione.
Delvaux deve a De Chirico la “classicità” del suo personale surrealismo; la presenza costante di edifici classici e rinascimentali, di archi e colonne testimonia questo debito. Ancor più importante è la derivazione da De Chirico della sua poetica dell’incongruo, dello straniamento, secondo la quale nel dipinto tutto appare normalizzato, ma l’esame attento delle relazioni tra i personaggi e le cose smaschera una realtà diversa, la traccia di un enigma che resterà tale, per dare corpo a un teorema di insensatezza, a un sogno sostitutivo. Un paradosso, ma forse per Delvaux l’unica via di fuga da verità inconfessabili, alle quali preferì il mistero.

DELVAUX E IL SURREALISMO
Un enigma tra De Chirico, Magritte, Ernst, Man Ray
Mostra a cura di Stefano Roffi insieme al Musée d’Ixelles-Bruxelles, col patrocinio dell’Ambasciata Belga in Italia.
Catalogo a cura di Stefano Roffi con saggi di Arturo Carlo Quintavalle, Stefano Roffi, Laura Neve, Mauro Carrera, Elisa Barili, Pierre Ghêne (Silvana Editoriale).
Fondazione Magnani Rocca, via Fondazione Magnani Rocca 4, Mamiano di Traversetolo (Parma).
Dal 23 marzo al 30 giugno 2013. Aperto anche tutti i festivi.
Orario: dal martedì al venerdì continuato 10-18 (la biglietteria chiude alle 17) –
sabato, domenica e festivi continuato 10-19 (la biglietteria chiude alle 18). Lunedì chiuso, aperto il lunedì di Pasqua.
Ingresso: euro 9,00 valido anche per le raccolte permanenti – euro 5,00 per le scuole.
Informazioni e prenotazioni gruppi: tel. 0521 848327 / 848148 Fax 0521 848337 info@magnanirocca.it www.magnanirocca.it
Il martedì ore 15.30 viene organizzata una visita alla mostra con guida specializzata; non occorre prenotare, basta presentarsi alla biglietteria; costo euro 12,00 (ingresso e guida). Ristorante nella corte del museo tel. 0521 848135

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“Urbanesimo”

Dal 2 marzo al 27 aprile, mostra personale di Lorenzo Dalcò al Centro Immagini Contemporanee presso l’International Line di Basilicanova, inaugurazione della mostra

URBANESIMO
sabato 2 marzo, ore 17.00, con sound producer Fausto Tinello

L’arte parte da un’idea passando dalla realizzazione. Il percorso è sempre una sorpresa, così come l’arrivo ma anche, stavolta, la partenza. La partenza è una violenza di destinazione, un’aberrazione di genere. (Primo tempo) La materia che costituisce il colore crea, deve creare, legami e biunivoche corrispondenze con il suo doppio d’elezione: la pittura ha il muro, l’olio ha la tela, l’acquerello ha il foglio, lo smalto ha l’automobile. Ecco, lo smalto.
Uno smalto steso su una tavola rompe il legame di basilare affinità chimica per il quale entrambe le cose sono nate, penetra verso l’interno e si diffonde all’esterno in superficie, rapido e incontrollabile a cercare la sua lamiera, il suo ferro elettivo. In questo momento inizia il lavoro di violenza, di contenimento e di controllo su ciò che si dibatte; lo smalto, ancora vivo, si contorce distonico e ti lascia pochi minuti per dargli una direzione e un senso prima che una prima morte lo cristallizzi, lucentissimo e cangiante, in una nube astratta. (Intervallo) Asciughiamoci, aiutiamoci coi catalizzatori anche. Ci sta una sigaretta e quella sensazione di pericolo.
(Secondo tempo) Poi arrivano i colori istituzionali. Acrilici ad esempio, quelli fatti per la tavola. Gli acrilici si stendono a costruire forme e sagome convenzionali, strade palazzi luci cantieri forme persone, reali in rappresentazione reale. Ma anche l’acrilico tituba sulla sfondo astratto, uno sfondo non suo, uno sfondo non tavola. Fuori luogo ancora una volta. Combattono, i colori. Combattono in rappresentazione, astratto contro figurativo. Combattono in territorio, l’acrilico cerca la tavola e lo smalto la rifugge interponendosi. Combattono in chimica: dove l’acrilico si stende lo smalto si solleva, soffia e sbuffa, si contorce per chimica e per sdegno; si fanno in là i colori, ora per rispetto e ora per aprire il cerchio alla rissa. Poi il tempo acquieta, la chimica si porta all’equilibrio e i colori si acquartierano definitivamente sulle loro posizioni di eterna trincea.
Sul campo di battaglia restano paesaggi e scorci e persone e strade, vividi reali del reale, su uno sfondo acido di una Morte Grata.

P A L L I
Vedute coloristiche L’urbano, Io spazio urbano composto da edifici vecchi e insieme nuovi di vicoli, strade, piazze, è stato oggetto di attenzione e rappresentazione iconografica, pittorica fin dal medioevo, transitando nella pittura trecentesca perviene allo sguardo prospettico, poi ai vedutisti al cubismo, futurismo, metafisica.
L’apparire successivamente dell’analisi e della critica sociale, culturale, lo studio da parte degli urbanisti anche rispetto all’emarginazione all’isolamento e degrado delle periferie urbane viene sottolineato dalla cinematografia impegnata, dalla fotografia e dal video documentaristico. Tali molteplici aspetti sono per Dalcò oggetto di riflessione e di suggestione ed egli implicitamente vi si commisura. Nella sua modalità operativa, il dato estetico, il sentire emotivo, la percezione degli spazi segnali, contrassegnati da eventi naturali sono oggetto di grande attenzione e sensibilità. Questi sono spesso registrati, colti fotograficamente e come tali considerati traccia, memoria — stimolo creativo. Gli illustri predecessori di Lorenzo Dalcò hanno spesso trovato nell’urbano, nel suo manifestarsi, la fonte di turbamenti, angosce e inquietudine: i luoghi dove si svolgevano scontri, agitazioni movimenti di moltitudini e violenza, sono stati più volte colti con similarità partecipazione quanto melodrammaticità_ Nella nostra società tardo capitalistica appare nel linguaggio il concetto di perturbante, per indicare la dimensione urbana esemplificata in film come True Stories, l’ultimo spettacolo, Rade Runner o Arancia Meccanica. Qui in Dalcò nelle sue opere, nelle sue tavole, non troviamo questa estetica ma troviamo immediatamente il colore della pittura.
Cercavamo le ragioni della sua opera il loro senso all’interno di una retorica dell’impegno di denuncia sociale ma non é questo il senso.
Dalcò parla dell’operare che compie il colore quando incontra il ‘debole disagio delle strutture architettoniche che costituiscono le facciate degli edifici quali si presentano con il canone prospettico. Queste sono sottoposte ad una ‘passione’ – espressione coloristica così sollecitante che sembra le conduca fino al punto di essere demolite o almeno oscillanti — indifese come appaiono. Le forze degli elementi della natura celeste il cielo là dove risiede (abita) la potenza coloristica mette in crisi ogni struttura architettonica – Tempeste di colore incombono sul debole codice costruttivo. Sovente queste facciate vengono contaminate dal conflitto che avviene sopra di esse tanto che le luci e le ombre si assentano così come le persone, gli individui e nessuno percorre queste strade, solamente qualche automobile quasi inUmorita sosta in gruppi quasi a proteggersi. Talvolta le strade umide di pioggia colorata si accendono di lampi argentei. Queste opere testimoniano di una pittura che dipinge., è un conflitto in cielo che prende anche colui che dipinge. Dalcò è preso e sorpreso nel e dal colore che lo fa dipingere, entrando in dialogo con le cose prepotentemente. Vedute coloristiche urbane è il senso di queste cose pittoriche.
Dalcò non poteva placare tale prepotenza dopo le esperienze trascorse con esso. Qui egli ha tentato di addomesticarla, ma essa si mostra indomita. Questa è la caratteristica migliore che contraddistingue tale pittura; la coscienza di ciò significa porre le condizioni per una proficua creatività.

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“Mondo dell’Immagine e l’immagine del Mondo”

Alfiya Galiullina e Olga Ugova esporranno le loro opere dal 16 al 28 febbraio 2013 presso i locali di EOS laboratorio delle arti, Via Gramsci, 5, int.6, Parma, inaugurazione sabato 16 febbraio, ore 17.00
Alfiya, pittrice eclettica che si misura con diverse tecniche pittoriche, presenterà i suoi acquerelli; Olga fotografa proporra i suoi scatti pregni di parole non dette.
Il titolo della mostra “Mondo dell’Immagine e l’immagine del Mondo” gioca come uno specchio, sul concetto di immagine, ora creata sulla tela, ora rubata al mondo con occhi che sanno cogliere, in entrambi i casi, un momento, un concetto, una sensazione uno strappo di vita.
Osservando le loro opere, balza agli occhi un’armonia di luci e forme sorprendente, gli eterei acquerelli di Alfiya sbattono contro le facciate forti e potenti di Olga, quasi una lotta , una danza …un abbraccio che va a completare una visione del mondo che ne contiene sia i lati leggiadri che le sfumature più fumose.

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“Trame d’Arte”

Eroi ed eroine della letteratura, ambientazioni fantastiche, terrene, personaggi negativi usciti dalla penna di alcuni dei più importanti e significativi scrittori della letteratura mondiale, sono i protagonisti della nuova mostra della Scuola d’Arte Canforini che presentiamo all’Audiomedica di via della Repubblica a Parma.
L’esposizione, dal titolo “Trame d’arte”, è l’esito di un percorso, durato diversi mesi, intrapreso dalle allieve della Scuola sotto la guida artistica di Mariangela Canforini e Francesca Ferrari.
Le “ragazze” sono state invitate a rileggere, a riflettere e a interpretare in modo autonomo e personale uno fra i capolavori della letteratura di tutti i tempi proposti dalle maestre: I Malavoglia (G. Verga), Il dottor Zivago (B.L.Pasternak), Le nevi del Kilimangiaro (E. Hemingway), I promessi sposi (A. Manzoni), Il piacere (G. D’Annunzio), Alla ricerca del tempo perduto (M. Proust), Il Gattopardo (G. Tomasi di Lampedusa), Sogno di una notte di mezza estate (W. Shakespeare), La casa degli spiriti (I. Allende).
Pittura, scultura, grafica, le discipline abbracciate e promosse dalla Scuola, variegate le tecniche scelte per meglio rendere il significato e il messaggio che le alunne volevano trasmettere con le loro opere: dall’acrilico al pastello, all’olio, alla terracotta, alla matita, una sfida impegnativa che ha coinvolto ed appassionato le allieve.
I risultati artistici sono interessanti e molto diversi fra loro. Alcune allieve hanno scelto di rappresentare quasi “letteralmente” scene tratte dai romanzi, altre hanno realizzato opere evocative, simboliche, reinterpretazioni personali dei personaggi letterari, soprattutto femminili, che le hanno affascinate, altre ancora hanno scelto di ricreare le atmosfere e gli scenari, le suggestioni che i testi proposti hanno trasmesso loro.
Si tratta di opere realizzate con impegno e grande volontà, nell’ambito di una Scuola d’arte molto attiva e dinamica, scuola intesa come luogo d’incontro, di svago intelligente, di confronto, capace di stimolare, di avvicinare alle discipline artistiche e contribuire a creare “trame d’arte” interessanti e appassionate.

Espongono:
Paola Agnetti, Laura Briganti, Graziella Bonini, Carlotta Bonora, Renée Bormioli, Patrizia Bulloni Serra, Mara Carrescia, Primarosa Catellani, Cecilia Maria Chiari, Stefania Dallavalle, Cristina Ferrari, Rosanna Grasselli, Gabriella Guatelli, Raimonda Guida, Maria Grazia Martini, Maria Paola Mason, Silvia Mazzacurati, Analia Menapace, Daniela Meregalli, Daniela Monica, Morena Negri, Antonietta Parmeggiano, Elena Rastelli, Bettina Savani, Silvia Tanara, Nenè Vezzani, Anna Visser, Roberta Zucchi, Anna Zuccoli.

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Favole a Corte

Dall’11 Maggio al 28 Luglio 2013, l’Antica Corte Pallavicina di Polesine Parmense (PR), complesso trecentesco restaurato sulle rive del Po e regno dei fratelli Luciano e Massimo Spigaroli, ospiterà nelle sue sale affrescate una quindicina di dipinti del pittore Antonio Saliola. L’Artista, che è nato a Bologna nel 1939, espone dal 1972 in numerose mostre in Italia e all’estero.
I suoi temi prediletti sono da sempre i giardini e gli orti esoterici sospesi nel tempo e incantati, ma anche i grandi interni ricchi di misteriose biblioteche o profumate cucine e, infine, una fascinosa rielaborazione del mondo delle Fiabe con i suoi mille messaggi. Le opere sono in perfetta armonia con lo spirito della Corte e fanno sorgere il sospetto che questi quadri abitino da sempre in queste stanze. Ne è ulteriore riprova un’anticipatrice tela dipinta da Saliola nel 1973 che raffigura una visita al Maestro Giuseppe Verdi intitolata: “Da le visite di zio Beniamino: visita al Maestro” che verrà esposta nell’ambito della mostra.
L’esposizione si terrà nelle sale affrescate del castello, mentre nella Sala delle Botti – che accoglierà un dipinto di grandi dimensioni ispirato a “Cappuccetto Rosso” e riproduzioni dedicate ad altrettante Fiabe da “Alice nel Paese delle Meraviglie” a “Peter Pan” – sarà sviluppato il tema del Fantastico e saranno organizzate animazioni pensate per i bambini.
Dalla cantina alla cucina Massimo Spigaroli, chef stellato, prendendo spunto dai dipinti di Saliola, creerà un menù sulla cui copertina sarà riprodotto il “Trionfo di Babette”, in mostra nelle sale del Castello e ispirato al racconto di Karen Blixen che celebra il potere della cucina elevata ad espressione artistica.
Durante l’esposizione saranno organizzate varie iniziative – dalle presentazioni di libri sul giardino a quelli sulla cucina e sul Po – e sarà a disposizione una ricca monografia dell’Artista dal titolo “Saliola, il paziente pellegrino del sogno” edita da Umberto Allemandi.
La mostra sarà visitabile tutti i giorni dalle 10 alle 19. E’ gradita la prenotazione, ingresso a pagamento.

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“Colori e Linee dal Mondo”

Da venerdì 25 gennaio 2013 a venerdì 15 febbraio 2013
TCafè presso Palazzo Dalla Rosa Prati – Parma
08.00 – 20.00 – Inaugurazione mostra 25.01.2013 ore 18.30 -22.00

Colori e Linee dal Mondo
Personale fotografica di Benedetto de Sanctis

Diversi soggetti si susseguono rincorrendosi negli scatti immortalati dalla macchina fotografica dell’autore: il fiume Mekong, i volti dei bambini dell’Indocina, le testimonianze della presenza Maya, i mercati colmi di colore, le estreme altitudini delle Ande e non solo, questi sono le immagini che il suo sguardo ha immortalato senza fretta, osservando e indagando con discrezione quel groviglio di vite sconosciute che gli si presentavano davanti agli occhi.
E così che dopo anni di girovagare e di appunti presi sulla sua Moleskine, Benedetto de Sanctis ha lasciato sedimentare queste emozioni attraverso gli scatti più significativi, o come lui stesso definisce attraverso un “viaggio visivo”.
Entusiasta fotografo amatore. Vive a Parma, ha vissuto a Londra per 10 anni. Viaggiato nei 5 Continenti.
Con queste immagini, ha privilegiato i colori e le inquadrature curiose di luoghi e situazioni quotidiane, tentando di trasmettere a colui che vede le foto l’idea di un “viaggio visivo” venendo trasportato lungo le aspre rive del fiume Mekong, o nei mercati colmi di colore sulle estreme altitudini andine e non solo.
– Partecipato al “The Travel Photographer of the Year”, portfolio presentato quotato tra i primi 100.
– Partecipato 2005 ad un evento di beneficenza per il Comune di Parma con la mostra personale “Crescere nel Mondo”, patrocinata dall’assessorato al Infanzia.
– Pubblicato foto sul libro fotografico “Bambini, attimi di umanità” – in collaborazione con circa 50 fotografi da tutto il mondo.
– Collaborato con la rivista mensile “Solo Italia”, redatta in Stoccolma

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“Gocce di Vita”

Nell’ambito delle iniziative legate alla festa di don Bosco, dal 30 gennaio al 17 febbraio, presso l’Istituto Salesiano San Benedetto di Parma (Piazzale San Benedetto 5), è visitabile la mostra fotografica personale del giovane ex-allievo della scuola media della medesima Opera Salesiana Alessandro Calzetti (nome d’arte Alexcapoponte).
La mostra, dal significativo titolo: “Gocce di Vita” è dedicata alla bellezza della vita, che secondo l’esperienza di don Bosco va vissuta con entusiasmo e ottimismo nella donazione totale di se stessi.
Si tratta di un appuntamento culturale realizzato da chi, nonostante la giovane età, ha saputo valorizzare le proprie capacità e doti personali come era desiderio di don Bosco: che ciascuno dei giovani che incontrava potessero realizzare i propri sogni e mettere a buon frutto le doti personali. La visione delle immagini fissate nelle foto è in grado di far riflettere sulla vita con una straordinaria capacità di coinvolgimento del visitatore. Un’occasione importante, dunque, per rendere la mostra un utile momento di approfondimento e di partecipazione.

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“50 sfumature di Pepe”

50 SFUMATURE DI PEPE_personale di MARCO Pepe FERRARINI
a cura di Camilla Mineo, Spazio Audiomedica in Via Repubblica, inaugurazione 18 febbraio ore 19.30. La mostra resterà aperta da venerdì 18 gennaio a venerdì 15 febbraio.

“Un artista è una persona che produce cose di cui la gente non ha bisogno, ma che lui, per qualche ragione, pensa sia buona idea dar loro”. Andy Wharol Marco Pepe Ferrarini ci porta nel suo mondo ironico, surreale, divertente, fatto di colori, di giochi. Pepe, ricollegandosi idealmente alla Pop Art (in generale) e ad Andy Wharol (in particolare), riflette su quello che vede intorno a lui, trae ispirazione dalla nostra società, dai suoi marchi cult, dalle immagini dei mass-media, dalle icone del nostro presente. Il titolo della mostra, “50 sfumature di Pepe”, che presentiamo allo Spazio Audiomedica di Via Repubblica a Parma, è in questo senso significativo poiché allude con sarcasmo all’erotica trilogia di romanzi che tanto fa parlare di sé in questo periodo.
25 le opere selezionate, nate dall’estro e dalla particolare ingegnosità e inventiva del giovane creativo, tante le sfumature della sua arte che spazia dal disegno, ai dipinti su tela, alle installazioni, al design. Pepe interpreta a modo suo gli oggetti della quotidianità e dà loro una nuova vita realizzando sculture imponenti e installazioni con materiali interamente di recupero, riciclando ogni cosa. Assi da stiro che diventano colorate tavole da surf e poi banconi di un bar, mobiletti rovinati degli anni ’60 convertiti in televisori vintage con vere antenne telescopiche, lampioni da giardino trasformati in Chupa Chups che richiamano il pop-gigantismo di Oldemburg.
Arte come gioco, come partecipazione attiva e libera del fruitore che interagisce con l’opera d’arte che può lui stesso contribuire a creare combinando, per esempio, alcune scatole di compensato (riciclate) che ripropongono fedelmente nei colori e nelle forme, i mattoncini della versione n° 2 del Tetris, il mitico gioco del Game Boy. Il fine ultimo è una libreria, ma i più fantasiosi si possono divertire in ogni modo, così come con il domino gigante si possono ricavare serpentine lunghissime e partite infinite. Diverse fasi hanno caratterizzato il percorso artistico di Pepe e abbiamo cercato di presentare le più significative ed espressive.
Il suo linguaggio è in continua evoluzione, alla ricerca di uno stile più personale e identitario nel quale rispecchiarsi completamente. In questa direzione gli ultimi lavori dove l’artista dà prova della sua grande tecnica di abilissimo disegnatore: con pochi tratti definisce un’immagine, creando personaggi bizzarri che affiorano dalla sua mente e che prendono vita istintivamente dalla matita come nel simpatico trittico “People are strange”, così come dalla fantasia è nata Anna in Wonderland, ritratto della moglie reinterpretato in chiave fiabesca. Un’altra interessante figura entrata a far parte da poco del mondo di Pepe è Eveline. Eveline non sa di chiamarsi Eveline, non sa neanche di essere stata immortalata dall’obiettivo fotografico dell’artista parmigiano, nè di essere stata poi fedelmente riprodotta di spalle su una tela mentre osserva un quadro al Moma di New York, ignara, anche, forse, di essere appena uscita da un film di Tim Burton.
Maniaco assoluto dei dettagli, preciso fino all’estremo, ci fa sorridere riproponendo a modi revival prodotti e ricordi che hanno popolato le vite di tutti noi, ci mostra il dorso dei “Ciddì” che ascoltava da giovane riprodotti perfettamente e sedie sulle quali è intervenuto in chiave punk-rock. Fa arrestare un terrorizzato Topolino, ci presenta le cover di versioni giapponesi di famose riviste di moda, crea Morositas che escono dalla tela, Brooklyn in legno per tutti i gusti, grandi rondelle di liquirizia.
Citando Andy Wharol “la pop art è un modo di amare le cose”, nei suoi lavori Pepe omaggia la realtà, piccoli pezzi di memoria consumistica condivisa, dimostrando con una grande intelligenza creativa la sua voglia di comunicare trasmettendoci positività, al confine tra verità e finzione. Marco Pepe Ferrarini è un giovane creativo di 32 anni, dal 2006 inizia a dipingere utilizzando la tecnica dell’acrilico su tela, decide in seguito di esplorare nuovi territori artistici come sculture, installazioni visive, oggettistica.

Ha all’attivo diverse personali e collettive: POP PEPE @ View (Studio VIEW, Parma, aprile 2011); “SENSORIA” mostra collettiva polisensoriale (Parma, maggio 2011, con il patrocinio del Comune di Parma Assessorato al Benessere e alla Creatività giovanile); AW3- attaccare arrendersi resistere (Spazio Gerra, Reggio Emilia, lug-ago 2011); Vogue & Co – Mostra personale presso Mood Café (Parma, dicembre 2010); EAT me – con Parmacotto un quadro d’autore per la città (Palazzo Pigorini, Parma apr-mag 2010); MUG_SHOT PROJECT in collaborazione con l’Archivio Giovani Artisti di Parma (maggio 2009).

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“Dario Rossi un poeta selvaggio”

Dario Rossi un poeta selvaggio in mostra alla Maison Olivier dal 26 gennaio al 17 febbraio 2013

Dario Rossi oscilla tra terra e cielo, tra voragini fameliche di sangue, di sofferenza e squarci celesti, orizzonti di cui non si sa la fine. La materia cromatica, le pennellate spessissime sono gravide di cose, pensieri che scaturiscono e riempiono solitudini vaste e inevitabili a chi vuole ascoltare le voci che transitano nel silenzio afoso o nebbioso della pianura.
Sono gridi e preghiere, stridenti come le ali nere di corvi o i tracciati obliqui del dolore. Paesi Bassi e Pianura Padana: entrambi sono luoghi orizzontali, dove il cielo schiaccia e la terra accoglie come un palmo disteso. Dario Rossi – e qui quasi con ironia lo dichiara – è davvero molto vicino a Van Gogh.
Entrambi così eccessivi, insoddisfatti, condotti da un insaziabile amore per la pittura e per la vita. Ma è pur vero che c’è una dannazione in tutto questo, perché chi crea vende l’anima ogni volta. E non sa mai a chi.
L’arte di Dario Rossi è travolgente perché disseziona non solo la luce, ma le ombre. E così scopriamo che esse sono più pesanti dei corpi, forse ancora più reali. Ecco la rivoluzione, la vera rivoluzione di questo pittore, la sua unicità che non riuscivamo a comprendere, pur avvertendola. Questo è ciò che prima mancava e che ce lo fa amare: lo spessore eloquente, variegato dell’ombra. E’quindi in quell’impasto furibondo di colore e materia che dobbiamo trovare non solo lui, ma noi.
(Manuela Bartolotti)

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Doppio appuntamento con l’arte all’Hub Cafè

Doppio appuntamento Sabato 26 Gennaio dalle 19.30 presso Hub Cafè di P.le Bertozzi, con le inaugurazioni di due esposizioni: “Late night highlights”, grafiche di Paolo Giovanni Antolini e “C’è sempre qualcosa sotto”, installazione artistica realizzata dallo StudioAfa, entrambe a cura dell’Archivio Giovani Artisti – Assessorato Politiche Giovanili del Comune di Parma e Lune Nuove.
Paolo Giovanni Antolini presenta alcuni fra i più recenti lavori nel campo della grafica, opere inizialmente finalizzate alla promozione di eventi musicali e rielaborate in questa occasione con opportuni interventi, senza alterarne la composizione. Forti contrasti cromatici, colori fluo, illustrazioni, caratterizzano le opere in mostra, otto proposte di uguale formato, ognuna con un’anima particolare. Grandi proboscidi di elefante che si specchiano e formano un macro-disegno; intrecci improbabili di mani, occhi e volti, ma anche busti immobili al cospetto di una tavola imbandita di un’unica mela, quasi un ricordo metafisico. In “Late night highlights” Antolini assembla e colora servendosi della fotografia, della pittura, della grafica e del fumetto. Il ricorso all’equilibrio, all’aspetto razionale dell’immagine, l’importanza dei vuoti e dei pieni, sono determinati dagli studi presso la Facoltà di Architettura. Prendono forma composizioni originali, con un proprio ritmo e valore comunicativo: non a caso l’autore ha un’altra grande passione per la musica elettronica, che rappresenta un valore aggiunto nel campo della sua espressione artistica: “questi lavori mi offrono la possibilità di miscelare le passioni per il suono, la musica e la grafica, coinvolgendo quanto più possibile i fruitori attraverso differenti campi di comunicazione” afferma l’autore, e di volta in volta potremmo aggiungere, conducono alla danza, all’immaginazione, alla serenità, al movimento, all’ironia. Paolo Giovanni Antolini vive e lavora a Parma. Lavora nel campo della grafica e della progettazione architettonica. Fa parte del gruppo Jungle Radio, progetto musicale che unisce strumenti diversi e sonorità tech-house.
L’installazione artistica “C’è sempre qualcosa sotto” è realizzata dagli architetti Umberto Guareschi, Luigi Pizzuti, Sonia Valente, e dagli ingegneri Roberto Bruni e Roberto Curzio, fondatori dello StudioAfa di Parma, specializzato in progettazioni ed interventi architettonici pubblici e privati. L’allestimento è stato studiato e predisposto appositamente per Hub Cafè, così come abbiamo osservato in occasione di altre performance artistiche. I materiali e i soggetti più congegnali sono spesso figure umane realizzate in cartapesta nelle posture più naturali e proprio per questo “spiazzanti”: le abbiamo incontrare “appollaiate” su muri di cinta o immerse nella natura, antistanti l’ingresso di un luogo espositivo o all’interno di Gallerie. Interagiscono con i fruitori e talvolta con ulteriori elementi (un albero, volatili che librano nell’aria, una bicicletta) innescando curiosità e piacevole sorpresa. Lo stupore lascia aperta tuttavia l’immaginazione e la riflessione, considerando che le installazioni sono sempre accompagnate da testi e titoli significativi “Albero disagiato, non riesce a metter radici in nessun luogo”, e ancora “Esperimento di clonazione capitale”, solo per citarne alcuni. L’opera d’arte si evolve, si trasforma, non si ferma al momento della creazione, ma è parte attiva dell’ambiente e dell’uomo. StudioAfa viene fondato nell’aprile 2009 a Parma, ed e’ costituito ad oggi dagli architetti Umberto Guareschi, Luigi Pizzuti, Sonia Valente, e dagli ingegneri Roberto Bruni e Roberto Curzio. Attivi nella progettazione architettonica a varie scale, dal design d’interni alla riqualificazione urbana, contano realizzazioni in ambito sia pubblico che privato.
Entrambe le esposizioni ad ingresso libero, sono in allestimento fino al 13 Marzo 2013 durante l’apertura di Hub Cafè: dal lunedì al venerdì h. 8.00-23.00, la domenica h.8.00-13.00 /18.00-23.00.

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“Le Stanze dell’Oblio”

Fotografie riprese in spazi diversi. Italia, Europa, Stati Uniti.
Migliaia di chilometri dividono lo stesso destino che accomuna opere di alto valore stilistico che vengono dimenticate ed abbandonate da chi non si rispecchia più nei concetti e nelle filosofie che avevano guidato i creatori di quei gioielli nati per sfidare il tempo ma che dal tempo sono stati sconfitti.
Una ricerca che sottintende una critica sociale e che travalica gli ostacoli linguistici utilizzando il solo metro dell’evidenza, sostenuta dalla tecnica fotografica, per porre al giudizio dell’osservatore la triste realtà dell’oggi che si scontra con la facilmente intuibile fastosità di un tempo.
Le immagini nascono dalla moderna tecnica digitale, ma non hanno subito modifiche e si presentano all’osservatore nella loro essenza. La stampa di alta qualità sottolinea senza forzature la realtà del soggetto rappresentato.
L’iniziativa si inserisce nel progetto di rivalutazione del centro storico troppo spesso preda dell’indifferenza e dell’incuria che rischia di trasformare delle aree di primaria importanza in spazi per la delinquenza e il disagio.
Raccontare nel modo più diretto -per immagini- come, in modo anche molto rapido, si possano trasformare i luoghi e le condizioni di vita di chi li abita, può portare alla maturazione di concetti utili alla ricerca di un recupero degli spazi e delle cose che un tempo ci erano compagni di vita ed oggi risultano solo vuote memorie di un passato che fingiamo di non conoscere.

Alex Vetri è nato a Parma nel 1988. Dopo aver conseguito il Diploma presso l’Istituto d’arte Paolo Toschi di Parma, si è appassionato di fotografia e ne ha fatto il suo miglior mezzo espressivo.
La sua arte è messaggera di inquietudine, quell’inquietudine che per lui trova la sua espressione nella ricerca di luoghi abbandonati, che molto hanno da dire e ancora di più da lasciare immaginare. Così, manicomi lasciati vuoti dalla Legge Basaglia ripetono l’eco di antiche grida che hanno ben poco di umano, vecchie fabbriche mostrano pericolosi abissi di quotidianità, castelli disabitati vivono di fantasmi inquieti.
E le emozioni si fanno immagini per coinvolgere lo spettatore in un provocatorio “atto unico” in cui vanno in scena le parti più oscure di ognuno di noi.

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“A midsummer (K)night’s dream”

Pugliese di nascita e parmigiano dagli anni ’60, Antonio Giovanni Mellone non poteva ripresentarsi sulla scena dell’arte, dopo alcuni anni d’assenza, se non nella sua città di adozione: a Parma, il pittore, nonché giornalista professionista, torna ad esporre con una personale, organizzata dalla Provincia nella sua sede a Palazzo Giordani, in viale Martiri della Libertà 15, dal 13 dicembre al 13 gennaio.
“A midsummer (K)night’s dream”, ovvero “Sogno di un cavaliere di mezza estate”, è il titolo della rassegna in cui si potranno vedere una ventina di opere che l’autore ha dedicato a cavalieri, dame e figure mitologiche. «La mia vuole essere una parafrasi del celebre dramma di Shakespeare», spiega Antonio Giovanni Mellone, «In questi quadri, ho fatto una rilettura degli antichi miti greci e della cavalleria del Medio Evo. Centauri, fauni e altri personaggi simili rappresentano per me la saggezza e la libertà, mentre i cavalieri, quelli dell’immaginario collettivo, sono da sempre il simbolo della lealtà, della generosità e della protezione dei deboli. A Palazzo Giordani, porto anche i “lati oscuri” della donna che fanno parte del mito: non solo Dulcinea di Don Chisciotte o Medusa, ma le donne-mostro che esprimono l’aggressività e la negazione della femminilità».
A questi temi “intensi” e a un suo stile “essenziale”, veicolati soprattutto da grandi tele lavorate con colori acrilici e tecniche miste e opere su carta, l’artista è arrivato gradatamente negli anni, come racconta: «Autodidatta, mi sono formato studiando maestri come Matisse, Van Gogh e Picasso. Molto devo al disegno che ho praticato per molti giornali e che ha influenzato certamente la mia pittura. Nel tempo il mio stile ha subito delle varianti poiché, nei primi periodi della mia vita artistica, sono partito dal figurativo assoluto, di stampo impressionista, per passare poi a una visione espressionista del colore e del segno. A questo proposito, ritengo che se si è padroni del segno lo si è anche del colore che può non essere un colore bensì una serie di sfumature di grigio, esattamente come avviene nella vita».
In passato, Mellone, che ha svolto l’attività giornalistica soprattutto al quotidiano “Il Giorno”, è stato apprezzato da pubblico e critica per i suoi quadri a olio di grande spessore e i disegni a chin, e ha allestito alcune mostre importanti, come quella a Milano in via Sant’Andrea. Numerosi anche i riconoscimenti ricevuti dall’artista che tuttavia ha sempre manifestato una naturale ritrosia ad esporre. Oggi, nella piena maturità, l’autore si “mette allo scoperto” e, volentieri, fa partecipe la gente del suo mondo pittorico, oltre che di quello interiore: «Non a caso ho preso come soggetto dei miei quadri i cavalieri», confida l’interessato, «Le loro virtù, nei nostri giorni difficili, diventano sempre più rare, se non improbabili, per cui, diffidando della realtà, mi rifugio nel sogno. Insomma, come via di salvezza, ho scelto l’utopia!».
Quella dell’autore pugliese è un’identità artistica “forte”, accesa dai colori vividi e contraddistinta da tratti sicuri e pregnanti. Attualmente Mellone fa molto ricorso ai toni caldi, usando in prevalenza i colori acrilici, senza quasi mai mescolarli, ma sovrapponendoli con la tecnica del pennello a secco e definendo figure e sfondi con il nero. Infatti, dopo l’olio, il giornalista-pittore si è convertito all’acrilico, per la sua particolare versatilità e per la brillantezza delle tinte di questo materiale, ma non disdegna acquerelli, pastelli (che fissa secondo un metodo inventato personalmente), collage, tecniche miste e inchiostro. L’artista predilige i grandi formati (fino a 120X150) perché si esprime meglio su queste dimensioni. I materiali adoperati comprendono una varietà di supporti, qualche volta creati da lui stesso, per cui usa tele, cartoni telati, carta-cotone speciale tirata a mano e carta per olio e acrilico, masonite trattata, e altro, che saranno in visione a Parma, a Palazzo Giordani.
Per l’inaugurazione della mostra di Antonio Giovanni Mellone, giovedì 13 dicembre 2012, alle ore 17, è previsto un evento nell’evento: nella sala-esposizioni, Bruno Gambacorta, giornalista di RAI 2 e amico dell’artista, presenterà il suo libro “Eat Parade”, tratto dalla trasmissione televisiva.
Invece il cavalier Dante Renzini, sponsor della mostra, organizzerà il brindisi con i suoi prodotti d’alta gastronomia umbra e i vini della sua Cantina-Museo Albea di Alberobello. Media-partner della manifestazione è il giornale online InformaCibo, diretto dal parmigiano Donato Troiano.
La mostra sarà visitabile solo nei giorni feriali, dal lunedì al giovedì dalle ore 8.30 alle 18.30, il venerdì dalle ore 8.30 alle 17.

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“Successioni Numeriche”

Domenica 2 dicembre 2012 si inaugura la mostra “Successioni Numeriche” di Edoardo Fornaciari all’Antica Corte Pallavicina di Polesine Parmense (PR).
L’infinito dell’universo e il finito della quotidianità, sembrano legarsi tra loro attraverso i numeri. Un’invenzione umana che rappresenta in modo scientifico ciò che l’uomo non riuscirebbe diversamente a razionalizzare, e se ci si pensa la quotidianità è un ripetersi di diverse “Successioni numeriche”.
Per la rassegna Il Letterario Po – mostre, incontri, lezioni, cibi e persone – semestre di eventi che trasformano l’Antica Corte Pallavicina di Polesine Parmense (PR) in un vero e proprio centro di promozione culturale e di valorizzazione del territorio – inaugura il 2 dicembre 2012, alle 17.30, “Successioni Numeriche” la mostra di Edoardo Fornaciari che include 20 immagini la cui scelta è concepita in funzione della ripetitività del soggetto fotografato, sia esso inerente alla sfera del cibo, del mondo animale, delle arti e dei mestieri o, ancora, dei mezzi di trasporto e dell’architettura. Le fotografie esposte, firmate, numerate e datate, sono in vendita a euro 250 cadauna.
Nato a Parma nel 1952, Edoardo Fornaciari è fotogiornalista che ha spaziato dalla cronaca sportiva al terrorismo, firmando, tra le altre, la copertina del settimanale americano Time in occasione delle esequie di Tito a Belgrado e del francese Paris Match in occasione della strage di Fiumicino. Tornato a Parma, realizza servizi fotografici “corporate”, promozionali e pubblicitari per aziende in massima parte “alimentari” alternando questa attività sedentaria a più entusiasmanti reportage geografici e culturali nel mondo (Panorama Travel).Particolarmente fortunata è stata una sua recente serie di ritratti di rappresentanti dei mestieri e della società civile. Sull’onda delle nuove tendenze della fotografia, propone immagini destinate al collezionismo e all’arredamento di interni.

La mostra rimarrà aperta fino al 31 dicembre e sarà visitabile il sabato e la domenica dalle 10 alle 19, gli altri giorni dalle 16 alle 19. Sempre su prenotazione.

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“Autoritratti”

“Autoritratti” è un racconto intimo, profondo, privato.
È il tassello fondamentale di un percorso individuale che Caterina Orzi, donna, artista, intellettuale ha intrapreso e portato avanti attraverso le sue fotografie dal 2011.
Vita e arte, un binomio imprescindibile per l’artista che mette in scena le sue riflessioni sulla donna, su se stessa e sul corpo femminile. Protagonista sfocato di questi scatti un corpo volutamente indefinito, difficile da mettere a fuoco, disegnato e accarezzato dalla luce, elemento primario delle fotografie. La prima tappa del racconto è la più forte, la più intensa. Si tratta di un progetto, ideato in occasione della “Giornata internazionale contro la violenza alle donne” (realizzato con il sostegno della Provincia di Parma e il patrocinio della Regione Emilia Romagna) dal titolo “Cronaca”.
In questa serie la violenza è registrata dall’obiettivo fotografico un attimo dopo che è stata compiuta: una goccia di sangue sul ventre teso, un bicchiere rotto che sembra conficcato nella pelle viva, una forchetta crudele e aggressiva penetra il corpo nudo alludendo sottilmente a offese e violazioni quotidiane, domestiche.
Sono immagini dense di significati, emblema della sofferenza arrecata a molte donne. Dalla negatività totale e dalla brutalità, è necessario rialzarsi, riprendere possesso del proprio corpo, riacquistare consapevolezza di sé, tentare di ritrovarsi.
Questo delicato e difficile processo è rappresentato nel progetto “Sulla mia pelle”, una narrazione per immagini e parole esposta nell’ottobre 2011 presso lo spazio Stefano Saccani (patrocinata dall’assessorato al Welfare e alle Pari opportunità del Comune di Parma). Caterina presenta, ancora una volta sul suo ventre, set esclusivo di tutte le fotografie, il dialogo, che è contatto fisico e intimo fra il corpo femminile e alcuni elementi naturali “incontrati” casualmente e che hanno catturato la sua attenzione rievocando in lei particolari sensazioni.
La dolcezza e la delicatezza di un petalo, di una piuma, il concetto di rinascita suggerito da un bocciolo di rosa, la voglia di libertà e leggerezza dei soffioni che solleticano la pelle, la sottile ironia di un tacco sul fianco, l’idea di maternità associata al melagrana, il rosso carnale di un succoso pomodoro maturo. Questo lavoro è stato presentato ed esposto al Convegno “La violenza contro le donne non è un punto di vista” promosso dalla Commissione per la promozione di condizioni di piena parità tra donne e uomini dell’Assemblea Legislativa Regione Emilia-Romagna (Bologna, 23 novembre 2012). Sono fotografie molto eleganti e raffinate, misteriose, dove l’astrazione del corpo sfocato è accentuata dalle ombre, dai giochi di luce e dai riflessi che danno vita e movimento all’immagine.
Intime intuizioni, piccoli sussulti interiori dell’artista stimolano in chi le osserva pensieri nuovi, lasciando spazio a una personale interpretazione. Emerge da questi “autoritratti” una ricerca di stabilità della composizione che riflette un desiderio di equilibrio interiore ricercato in agenti esterni, ora sospesi ora appoggiati, simboli di esperienze e di una nuova apertura al mondo. Con il calendario ENPA 2013 della sezione provinciale di Parma, che qui presentiamo, Caterina Orzi fa un ulteriore passo avanti nella sua personale ricerca. 12 mesi, 13 scatti con la copertina, in cui senza alcuna malizia né ambiguità, si racconta un gioco delicato e spontaneo fra il corpo femminile e gli animali.
L’obiettivo fotografico e la sensibilità di Caterina riescono a catturare sottili e ironiche sfumature e a mostrare la bellezza di questo incontro che si compie davanti ai suoi occhi: mistero, perplessità, divertimento, armonia, protezione, curiosità, attesa, tenerezza, coraggio, attenzione, sintonia. Ogni scatto è mosso dalla volontà dell’artista di rappresentare con assoluta autenticità e naturalezza l’arricchimento reciproco che deriva da questo dialogo, da questa semplice vicinanza. Caterina rivela in quest’ultimo progetto una nuova evoluzione della donna che ritrova se stessa e la sua serenità attraverso una rinnovata affettività e un dolce contatto con l’altro.
Durante la mostra sarà possibile acquistare il “Calendario ENPA 2013”. Tutto il ricavato sarà interamente devoluto a ENPA PARMA per la tutela e la cura degli animali ospiti.
Caterina Orzi allestisce con successo mostre in Italia e all’estero, collaborando con Enti pubblici e privati. Il suo linguaggio è in continua evoluzione: acquerello, olio, acrilico, performance fotografiche, fotografia, sono solo mezzi espressivi dei quali si è servita negli anni per comunicare se stessa e la sua arte. I cataloghi delle numerose mostre dell’artista sono sfogliabili sul sito http://issuu.com/caterinaorzi

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“Les Maudits”

Saranno Luca Zanichelli e Andrea Savazzi ad esporre le proprie opere negli spazi di Punto Arte di Confartigianato Imprese Apla dal 13 dicembre al 31 gennaio. Un percorso espositivo dialogato, fatto di personaggi e situazioni, dall’evocativo titolo ‘Les Maudits’, cioè ‘I Maledetti’: sono gli scrittori, gli artisti e i cantanti ritratti in bianco e nero da Zanichelli, ma anche, in senso più grossolano del termine, i personaggi delle situazioni grottesche, dipinte da Savazzi nella serie ‘Zapping’. Oltre a essere amici e colleghi di lavoro, sono nati entrambi nel 1974, a Parma il primo e a Casalmaggiore il secondo. Sono accomunati dalla passione per una pittura figurativa manierista ma con un occhio aperto anche alla sperimentazione e già nel 2010 hanno esposto insieme nella mostra ‘Top secret’ ospitata alla galleria civica ‘MuVi’ di Viadana.

Luca Zanichelli nel giugno 2004 rimane folgorato dalle tre pale del Caravaggio, nella chiesa S. Luigi dei Francesi a Roma. Poco dopo decide di dedicarsi all’arte, da autodidatta. Libero da ogni vincolo di espressione, predilige il ritratto ad olio in bianco e nero perché a suo parere «ciò che trattiene l’assente, come d’incanto può diventare il volto, soffiato via dal tempo. Egualmente nel tempo. Lo sguardo resta testimonianza di tutto quanto è stato». Nella serie dei paesaggi non c’è più il volto, ma gli occhi sono della natura e «un battito di ciglia che scolpisce la luce nello spazio; quasi a voler fotografare quell’immensità abitata dall’uomo, dalle sue paure, dai suoi sogni passati. Un’apertura dell’anima che provoca continue metamorfosi».

Andrea Savazzi si diploma all’Istituto d’arte Toschi di Parma e il suo curriculum è già ricco di molte esposizioni personali e collettive. La sua pittura non si sofferma mai più del dovuto su uno stile o su un soggetto perché non gli interessa diventare riconoscibile, riproducendo dipinti simili tra di loro fino alla nausea, come le mode e il mercato vorrebbero; preferisce essere libero di fare quello che gli detta l’istinto, cercando sempre di migliorarsi. A Punto Arte verranno esposti i dipinti della serie ‘Zapping’, che puntano il dito sui problemi sociali e politici del nostro tempo e la serie ‘presenze’, caratterizzate dalle tecniche miste e dagli affreschi che denunciano il degrado ambientale, dove appaiono animali rappresentati come fantasmi fatui in boschi tetri o dai colori acidi che sembrano sciogliersi.

Le opere in mostra saranno visibili negli orari di apertura dell’Associazione, dal lunedì al venerdì dalle ore 8.00 alle ore 13.00 e dalle ore 14.30 alle ore 17.00 in Viale Mentana 139/a.

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“La luna e la neve, una notte in appennino”

Caffe’ del Prato, Casa della Musica, mostra fotografica, dal 1 al 31 dicembre, dalle ore 9.00 alle ore 18.30 – chiuso la domenica

La luna e la neve, una notte in appennino
foto di Marco Ghillani
introduzione di Luca Sommi

Una serie di scatti inediti in una notte di luna piena dalle cime imbiancate del nostro appennino, Monte Caio e dintorni, le prospettive di un ambiente suggestivo ed irreale corrispondenti all’esatta’ realta’ vissuta dallo Sci-Escursionista-Fotografo Marco Ghillani e dai suoi Amici.
Quindici scatti straordinari ci riportano a contatto con un ambiente amato e vicino ai luoghi cari a molti parmigiani. 15 scatti notturni per un inziativa benefica a favore dell’U.O.C. di Gastroenterologia ed endoscopia del nostro Ospedale. 

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“Tra forma e colore”

Presso i locali di EOS-laboratorio delle arti, via Gramsci, 5 int. 6, a Parma è in allestimento dal 1 al 31 dicembre la mostra collettiva “Tra forma e colore” interessate mostra per la varietà di stili, tecniche e l’originalità delle opere.
Artisti presenti: Eugenia Giusti, Stefano Magnani, Nicola Romualdi, Elena Avanzini, Patrizia Giovanetti, Alfiya Galiullina, Tommaso Lia, Loredana Orlandini, Marco Papagni, Elisabetta Corbelli, Guglielmo Sirigu, Mariapia Libertini, Beppe Madoi

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“Liberi Tutti!”

LIBERI TUTTI!
10 scrittori, 10 illustratori, 10 favole moderne
Il 9 dicembre approda nella stagione del Teatro delle Briciole di Parma
la mostra itinerante che racconta i diritti dei bambini

Domenica 9 dicembre, alle ore 15.30, nel foyer del Teatro al Parco di Parma verrà inaugurata la V tappa della mostra “Liberi Tutti”.
Durante il vernissage interverranno Alberto Cacciani, Amministratore Delegato di Gesta spa, l’azienda reggiana del Gruppo CCPL operante nel campo del Facility Management che ha promosso l’iniziativa, Alessandra Belledi, direttrice del Teatro delle Briciole, che ospita la tappa parmigiana dell’esposizione, e l’illustratore Giuseppe Palumbo che si farà portavoce anche di Piero Colaprico con un intervento scritto appositamente per l’occasione.
La mostra, aperta fino al 19 dicembre, è visitabile negli orari di programmazione degli spettacoli del teatro, consultabili sul sito www.solaresdellearti.it/teatrodellebriciole.
La mostra, a cura di Daniele Brolli e Francesca Guerra di Comma 22, progetto grafico e allestimento di Alessandro Monti, è immaginata come un labirinto di pannelli a incastro ad altezza di bambino ed è diventata anche un libro, con prefazione di Antonio Faeti, che raccoglie quelle dieci favole illustrate.
Progetto pensato con un carattere itinerante, “Liberi tutti!” ha già fatto tappa nella Biblioteca Salaborsa di Bologna, nella sede dell’Assemblea Legislativa della Regione Emilia Romagna, nel Centro culturale “Il Granaio” di Fusignano e al Festival del libro illustrato per bambini “Libritutti”.
La tappa a Parma è realizzata in occasione dello spettacolo Con la bambola in tasca che fa parte della rassegna “Weekend al Parco” realizzata dal Teatro delle Briciole. La prossima fermata del “tour” di “Liberi tutti!” sarà Reggio Emilia, dal 24 gennaio 2013.
«La nostra attività di Impresa ci porta quotidianamente ad occuparci del benessere dei luoghi in cui i bambini vivono la loro socialità: scuole, impianti sportivi, giardini e, purtroppo, ospedali. Saremmo miopi se pensassimo che questo bastasse. Noi vorremmo vedere nei loro occhi felicità e fiducia nel futuro», queste le parole di Alberto Cacciani, Amministratore Delegato di Gesta. Questa volontà ha preso corpo e sostanza in una mostra che gode del patrocinio dell’Unicef e che vuole celebrare la Convenzione ONU sui diritti dei bambini, che ha recentemente compiuto 20 anni, raccontandola attraverso dieci storie. Dieci storie per dieci principi fondanti che sono lo spunto per le narrazioni dei più importanti autori italiani contemporanei che hanno messo la penna al servizio di questo progetto, dieci illustratori ne accompagnano il viaggio attraverso le tavole appositamente create partendo dalle storie.
«Accogliamo con piacere la mostra “Liberi Tutti” nell’ambito della nostra rassegna teatrale “Weekend al Parco”» afferma Alessandra Belledi, direttrice del Teatro delle Briciole.«La presenza nel foyer di un’esposizione come questa è del resto in piena sintonia con la nostra visione inclusiva del fare teatro. Il confronto con altri linguaggi arricchisce infatti da tempo lo spazio teatrale facendone un luogo di condivisione culturale in un senso che vuole essere sempre più ampio».

Tra gli scrittori incontriamo Niccolò Ammaniti, Silvia Avallone, Andrea Bajani, Alessandro Bergonzoni, Piero Colaprico, Luigi Garlando, Sandro Veronesi, Valeria Parrella e Paolo Nori, mentre Francesca Bazzurro, Mara Cerri, Giovanni Da Re, Sara Dattola, Deco, Dem, Massimo Giacon, Marina Girardi, Giovanni Palumbo e Giovanni Schilla sono gli ideatori delle immagini.

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“Il Teatro dei Sogni”

Sabato 1 dicembre alle ore 20.00 inaugura allo Shakespeare Live Restaurant Cafè in via Goito 1 a Parma la mostra

“Il Teatro dei Sogni”
di Sandro Capatti

Capatti, fotografo professionista e fotoreporter, vanta al suo attivo diverse personali e collettive in Italia e all’estero, oltre ad importanti riconoscimenti come il Premio “miglior fotografo del Giubileo” nella sezione b/n nel 2000 e “miglior fotografo dell’anno” sempre nella sezione b/n nel 2001.
Le immagini esposte, tutte in bianco e nero ed in diversi formati, ritraggono le forme teatrali più svariate: dalla rappresentazione in strada durante il Carnevale di Venezia, ai burattini in azione, passando dal palcoscenico tradizionale di performances teatrali italiane e straniere. Un fotografo è un artista se riesce a suscitare emozioni forti e a proporre immagini che “spaccano”, o meglio che oltrepassano la carta fotografica su cui sono stampate e guardandole entrano dentro chi le osserva.
Non è un caso che nel 2003 Capatti riceve una menzione speciale nella sezione pittura del “Premio Nicolini” di Ferrara, per una fotografia considerata come immagine d’arte di grande spessore qualitativo e creativo. La fotografia è un’Arte e Sandro Capatti dimostra una sensibilità e uno spessore umano che gli hanno permesso di immortalare magistralmente i diversi palcoscenici della vita proponendo una nuova chiave di lettura dell’opera fotografica.
La mostra avrà un sottofondo diverso ogni sera: dalle performance jazz ai concerti di pianoforte passando per i djset, grazie al ricco programma musicale curato da Barbara Barbieri, già apprezzata nel panorama artistico italiano per la sua voce straordinaria.
E sarà proprio BB ad esibirsi dal vivo accompagnata alla chitarra da Gabriele Cesari dopo l’inaugurazione della mostra fotografica. Un nuovo modo di fruire l’arte fuori dai luoghi classici, in cui si assaporano assieme ad un cocktail o ad un piatto di pasta fresca, immagini e buona musica. E’ un modo per avvicinare più persone, in particolare i giovani, a forme artistiche diverse, che diventano anche lo spunto per una condivisione delle proprie valutazioni e lo sviluppo del senso critico.

La mostra, ad ingresso gratuito, è visitabile fino al 31 dicembre dal lunedì al sabato dalle 12.00 alle 14.30, martedì – mercoledì – giovedì dalle 19.00 alle 24.00, il venerdì ed il sabato dalle 19.00 alle 01.00.

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“HOPE, tredici storie di speranza”

In mostra allo Spazio espositivo d’Arte Rossoamapola, b.go del Correggio 48/A a Parma, dal 1 al 22 dicembre 2012 e dal 14 gennaio al 19 gennaio 2013.

HOPE, tredici storie di speranza

La speranza è dentro di noi, si insinua in tutte le manifestazioni dell’uomo. La speranza in un domani migliore, in una vita più giusta, in un’esistenza positiva e felice. Ma alcune persone nutrono una speranza più concreta, reale, che il domani sia davvero più generoso.
I bambini di Addis Abeba vorrebbero solo una famiglia con la quale crescere. I ribelli di Bengasi dopo guerra e sangue sognano una Libia finalmente stabile e indipendente. I giovani della Striscia di Gaza sperano di uscire prima o poi da un paese che è una prigione a cielo aperto.
I senzatetto disperati di Las Vegas, schiavi dei propri vizi, desiderano solo una casa normale e un lavoro dignitoso. HOPE racconta in tredici immagini altrettante storie di speranza.
Perché la materia di cui sono fatti i sogni – diceva il filosofo Ernst Bloch – è proprio la speranza.

L’AUTORE
Nato a Parma nel 1970, Alessandro Gandolfi è socio fondatore dell’agenzia fotografica Parallelozero. Laureato in filosofia, ha frequentato la Scuola di Giornalismo di Urbino (IFG) e ha poi lavorato come cronista per La Repubblica. Nel 2001 ha iniziato a dedicarsi al reportage fotogiornalistico e da allora i suoi lavori sono apparsi regolarmente su pubblicazioni italiane e straniere.
Le sue immagini sono state esposte in mostre personali e collettive: fra queste ultime, “Etiopia, ritorno al futuro” a Foiano Fotografia (Foiano, Arezzo, 2012), “Le Printemps Arabe” al Centre Méditerranéen de la Photographie ad Ajaccio (France, 2012), “Freedom to Create” a Cape Town (South Africa, 2011), “Provocation” al New York Photo Festival (USA, 2011), “Unpublished-Unknown” al MACRO Testaccio di Roma (2010) e le ultime quattro della National Geographic (dal 2009 al 2012) a Palazzo delle Esposizioni a Roma. Ha vinto fra l’altro due Best Edit Award della National Geographic per reportage pubblicati sull’edizione italiana nel 2010 e nel 2011. Nel 2012 è membro della giuria del concorso National Geographic Italia.

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“Occhi Oltretorrente” & “+ vita x oggetti – noti”



Sabato 8 dicembre dalle ore 19.30 inaugurazione di due nuove esposizioni al caffè della creatività giovanile di P.le Bertozzi. Per tutto il mese e fino al 15 gennaio prossimo, Hub Cafè ospiterà due personali di diverso genere artistico e creativo, promosse dall’Assessorato Politiche Giovanili del Comune di Parma, Archivio Giovani Artisti in collaborazione con Hub Cafè e Lune Nuove.
Dalla vetrina del caffè saremo osservati da Occhi Oltretorrente il progetto fotografico realizzato per Hub Cafè da Altrovelab project alias Roberto Contini. Originario di Luino e affezionatissimo alla nostra città, lo possiamo definire un “creativo dell’arte dell’immagine a 360° gradi”; i suoi lavori di fotografia, video, film risultano multimediali a tutti gli effetti: sono completi di immagini, suoni, colori, storie e messaggi sociali. Con la mostra fotografica Occhi Oltretorrente, Contini esprime un concetto attualissimo di integrazione per la nostra città e il quartiere dell’Oltretorrente: un luogo che è caratterizzato da forti tradizioni locali, caratteri territoriali e ambientali specifici; un luogo nel quale si è giocata una parte della storia della città; un luogo che ha fatto posto ad altro, a qualcosa di nuovo e insieme antico. Come ci insegna la storia, gli ambiti urbani sono il “porto di entrata” dei migranti, che normalmente preferiscono concentrarsi in alcune aree e in alcuni quartieri. La mostra Occhi Oltretorrente  è realizzata basandosi su queste riflessioni e, se il concetto di oltre torrente può valere per qualsiasi luogo di qualunque parte del mondo che viva questi fenomeni, ripercorrendo la storia recente dell’Oltretorrente di Parma, trova in questa parte della città una delle sue perfette collocazioni. La mostra esprime un duplice concetto: occhi che devono spingersi oltre un simbolico torrente (mare, oceano, terra) per tentare di trovare vita migliore, e occhi che si trovano a vivere in un Oltretorrente per denominazione insieme ad altri occhi ancora che in quell’ambito ci vivono da sempre perchè lì si trovano le loro antiche radici.
Parallelamente ad Occhi, Hub Cafè affiancherà al proprio arredamento l’esposizione + vita x oggetti – noti, opere e prototipi di design più recenti realizzati dai carboniAttivi, sinonimo che la coppia Caterina Carboni e Giovanni Diana, preferiscono utilizzare quando si parla della loro attività, sintesi di una filosofia di vita e di lavoro: la passione per la ricerca degli oggetti più anonimi, di uso comune, nascosti magari fra depositi cantieristici o cantine polverose che, attraverso un corretto processo, assumono una nuova forma.
“+ vita x oggetti – noti” è un’operazione quasi aritmetica che sta alla base del loro operare, in quanto la purezza, la semplicità, la scevra perfezione della forma, rappresentano il terreno fertile da cui traggono ispirazione per creare nuovi significati. La materia prima di cui sono composti gli oggetti presentati in questa sede – vetro, filo spinato, cartone -, viene estrapolata e poi ri-assemblata, mediante un appassionato lavoro di addizione, sottrazione, moltiplicazione o divisione. Ciò che si ottiene è una forma che evoca altro, che rimanda a sensazioni, impressioni che superano il confine puramente materico stabilendo un nuovo contatto tra l’oggetto e il suo fruitore. Si può parlare di design quando gli oggetti diventano strumento autentico del rito della vita. In mostra oggetti ed installazioni inediti, realizzati in sintonia con il luogo: lampade ricavate dalla sommatoria vaso + bottiglione in vetro + filo spinato ( i curiosi “cactus”), oltre ad un esempio della “cultura che sostiene” ( il tavolo ottenuto da lastre di vetro sostenute da riviste assemblate tramite barre filettate), e ancora un’opera a sospensione costituita da lampadine sormontate da dischetti, la piccola luce “ufo”. Altri oggetti già esposti in altre occasioni completano il panorama progettuale dei carboniAttivi. Caterina Carboni e Giovanni Diana, compagni di lavoro e di vita, hanno partecipato ad importanti eventi espositivi e fieristici, quali il Salone Satellite di Milano, raccogliendo numerosi consensi.

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“Alberi”



Sabato 24 novembre si inaugura, presso l’Atelier34 di Barbara Lodi, borgo Felino, 34 Parma, la personale “ALBERI” di Luca Compiani che viene a quasi due anni di distanza dall’ultima esposizione. Il pittore parmense presenterà la serie dedicata appunto al tema degli alberi che caratterizza la sua produzione più recente.
Gli alberi di Luca Compiani, come si legge dalla presentazione della prof.ssa Laura Schianchi, non sono resi realisticamente ma sono elementi che contribuiscono a creare “visioni liriche di un paesaggio naturale che è solo un pretesto per la creazione di un paesaggio dell’anima in cui la concezione del reale, del dato fisico, oggettivo, si trasforma appunto in rappresentazione di un paesaggio interiore.”

Dove: galleria Atelier34, borgo Felino, 34 – 43121 Parma
Quando: SABATO 24 NOVEMBRE, ORE 17 (inaugurazione)
Apertura: dal 24 novembre al 29 dicembre 2012
Orari: martedì – giovedì – venerdì – sabato dalle 16
chiuso domenica, lunedì, mercoledì

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“Segni nel tempo”



Galleria S.Croce via Gramsci n.5 Parma sabato 24 novembre ore 18.30 inaugurazione mostra di pittura e scultura “Segni nel tempo”.
Realizzazioni artistiche di: Elena Avanzini Lia Fabrizio Marco Papagni.

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Riccomini, fotografie in mostra



Torna a esporre a Parma uno dei maestri della fotografia cittadina. Corrado Riccomini. Da anni impegnato in un complesso progetto di nature morte fotografiche, fortemente ispirate alla cultura pittorica del sei e settecento europeo.
Le sue ultime 20 creazioni, frutto di ricercati studi di composizione, saranno in mostra allo Spazio Associazione Culturale 99 in via Farini a Parma, con innaugurazione venerdì 23 novembre alle ore 17,30.

Lo stesso Corrado Riccomini ci ha introdotto al suo lavoro e alla sua visione creativa. “Durante la ricerca per sviluppare il mio nuovo progetto sulla natura morta di vegetali, notai un quadretto di Manet: “Une botte d’asperges”, un mazzo di asparagi. Un’immagine di una semplicità estrema. Quasi fosse un’illustrazione botanica, ma con una qualità pittorica e interpretativa da lasciare emozionati. Una delicata poesia piena di tenerezza e incanto per la natura. Esattamente ciò che sentivo e che cercavo di esprimere con le mie immagini.
Ora é assolutamente chiaro, credo, che la mia formazione culturale é legata e impregnata dallo studio di pittori che amo profondamente quali Jean-Baptiste-Siméon Chardin, Willem Kalf e altri, che molto prima di me si cimentarono nell’esercizio di ritrarre oggetti e cibarie ben disposte sui tavoli dei loro atelier. Molti miei amici e soprattutto fotografi mi chiedono di svelare il mio metodo di ripresa e in modo particolare se sono “analogico” o “digitale”.
Come se si trattasse di partiti politici. A questo proposito ricordo la risposta che diede Chardin a un pittore dell’Accademia che gli chiedeva quali alchimie usasse nel fare i colori con cui dipingere. Questa fu la sua risposta: “Chi ti ha detto che si dipinge con i colori? Si fa uso dei colori, ma si dipinge con le emozioni.” Scusate se parlo sempre di dipingere, ma questo mi sembra di fare quando fotografo.
E mio fratello, noto studioso d’arte antica, in una presentazione alle mie foto scrisse: Queste immagini non sono infatti destinate agli specialisti della fotografia; attirano invece, con tutto il loro fascino, gli amanti della pittura. Certo, questi fogli troveranno forse la loro via in un’esposizione d’arte fotografica, com’è giusto; ma i patiti del bel dipingere, che di fotografia in genere non s’intendono, rivolgeranno loro lo sguardo attento e indagatore di chi assapora il piacere d’una pittura…
Infine, tornando al quadretto del mazzo di asparagi di Manet, possiamo notare come a quei tempi, ci fosse, fra gli artisti, un concetto di onestà e rigore direi imbarazzante, confrontato con i nostri tempi. Infatti Manet, vendendo il quadro a Charles Ephrussi, facoltoso collezionista russo, chiese 800 franchi. Ephrussi rispose che non avrebbe comprato un quadro come quello a meno di 1.000 franchi. Nonostante le insistenze di Manet per avere solo la cifra richiesta, alla fine Ephrussi lo convinse ad accettare i mille franchi.
Dopo alcune settimane Ephrussi si vide recapitare un altro quadretto di Manet raffigurante un solo asparago con un biglietto che diceva: “Nel vostro mazzo ne mancava uno
”.

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“I colori del silenzio”



L’associazione Ucai presenta la mostra personale di dipinti a olio e acquarelli dell’artista parmigiano Sauro Tessoni

I colori del silenzio
Inaugurazione sabato 24 novembre 2012 alle ore 17.00
Interverrà Marzio Dall’Acqua, Presidente dell’Accademia Nazionale di Belle Arti di Parma.

Estratto dal testo critico di Marzio Dall’Acqua: “molte cose mi hanno detto tutto. Non solo m’hanno toccato o le ha toccate la mia mano, ma hanno accompagnato in modo tale la mia esistenza che con me sono esistite e sono state per me tanto esistenti che hanno vissuto con me mezza vita e moriranno con me mezza morte. Pablo Neruda, Oda a las cosas “Dietro un’aria di vetro, silenti, le cose ed i paesaggi di Sauro Tessoni sono accarezzati da una luce che li blocca accendendone i colori con freddezza, in un offrirsi quieto e smemorato, fuori dal tempo, in una eterna brillantezza, un eccesso di bellezza e di perfezione, che sembra tanto più totale quanto più l’uomo è assente e lontano: un abbandono che è insieme offerta ed attesa. (…).
Perché le “nature morte” di Tessoni appartengono ad un genere particolare, che dal seicento all’epoca moderna, ha avuto una particolare tradizione ed evoluzione: si tratta di quella iconografia che viene definita de “le tavole imbandite” che in Spagna danno addirittura la denominazione del genere “bodegones”, cioè colazioni, interni di cucina o di osteria. Sono dipinti che al di là dell’apparenza della composizione di oggetti generalmente costituiti da cibo hanno in sé un criptico riferimento religioso, che alla fine della stagione barocca si arricchisce, si complica…(…).
Il colore costruito con la luce, in Tessoni, lega forme diverse e da loro quel senso di intangibilità, di interna perfezione e di ordine compositivo tra equilibri diversi, tra tensioni ben compensate di forme centripete e centrifughe, per le quali normalmente colori freddi intensi diventano centro di una gravità anch’essa differita nei suoi esiti. E’ come se Tessoni ci dicesse che la vita delle cose senza uomini è una vita a metà e che solo il nostro occhio, accarezzandole può ridare loro un brivido esistenziale, altrimenti nessun soffio di vento, nessun movimento d’aria potrà mai animarle.”

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“Fiori… dialogo privato”



Mostra collettiva di pittura, fotografia e scultura

“Fiori… dialogo privato”
Centro Culturale Villa Soragna-Parco Nevicati 11 novembre – 7 dicembre 2012

Domenica 11 novembre, alle ore 11:00, si inaugura a Villa Soragna presso il Parco Nevicati a Collecchio (Parma) la mostra

“Fiori… dialogo privato”
a cura di Mauro Buzzi, con l’organizzazione dell’Insieme culturale l’Albero – Parma.

Sabato 1 dicembre, ore 17:00
azione poetica di Adriano Engelbrecht
TI(IN)SEGNO(IN) UNA POESIA, azione n°4

Promossa dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Collecchio, l’esposizione è una collettiva composta da opere di pittura, fotografia, scultura e installazioni, che si sviluppa intorno al tema del Fiore, non come semplice rappresentazione ma tramite una visione diversa che vuole coinvolgere necessariamente gli autori in una visione più “sentita” e simbolica di ciò che il fiore rappresenta ovvero della sua rappresentazione visuale.
Come scrive Fabrizio Sabini, nel testo in premessa del catalogo, l’artista guarda alla natura con occhi “immaginari” i quali vedono provenire da una strana infinita distanza gli echi di un’unità. Può l’artista oggi, l’arte stessa, coltivare nel proprio terreno il fiore delle analogie, delle metafore, delle relazioni, dei rimandi interrotti? Può ricucire nel suo prato lacerato dalla temporalità della realtà artificiale, dal linguaggio funzionale, dalla riduzione della realtà ad efficacia, la verità al Tutto? Può ricostruire un dialogo di cui siamo stati privati?
La mostra è idealmente dedicata al Comune di Gualtieri (Reggio Emilia), dove la mostra doveva essere allestita, nel mese di settembre, presso il Salone dei Giganti di Palazzo Bentivoglio. Ciò non è stato possibile a causa dei danni causati dal recente terremoto.

Gli autori presenti: Bruno Barani, Francesca Bersani, Franco Bia, Giuseppe Braghiroli, Mauro Buzzi, Mariangela Canforini, Elisabetta Casazza, Danilo Cassano, Claudio Cesari, Claudio Colli, Mauro Cutrona, Patrizio Dall’Argine, Adriano Engelbrecht, Riccardo Fainardi, Candida Ferrari, Claudio Granaroli, Iller Incerti, Mirella Lanfranchi, Alessandro G. Montel, Clelia Mori, Amos Nattini, Mario Nuzzi, Giovanni Ortolani, Marco Pelosi, Donnino Pozzi, Paola Pradella, Silvana Randazzo, Dario Rossi, Lucio Rossi, Fabrizio Sabini, Giovanni Sala, Giovanna Scapinelli, Silvana Scardova, Maria Giulia Ubaldi, Vincenzo Vernizzi.

Orari di apertura:
da martedì a venerdì 10:00 – 12:30; 15:00 – 18:00
sabato 10:00 – 13:00; 15:00 – 18:00
domenica 15:00 – 18:00
lunedì chiuso

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“Boschi, legni e zattere”



Boschi, legni, zattere: l’artista Giovanni Bardini espone a Fontanellato in Rocca Sanvitale dall’11 al 25 novembre 2012
Mostra a cura di Alessandro Azzoni – Fondazione D’Ars Oscar Signorini onlus

Dopo il successo riscosso dagli artisti Filippo Soddu con le sue essenziali tele informali e dal maestro Vincenzo Vanin con i suoi coloratissimi mosaici, la Pinacoteca Comunale della storica Rocca Sanvitale di Fontanellato (19 km da Parma) ospita da domenica 11 al 25 novembre 2012 una nuova personale espositiva: le opere in materiali poveri e legni di riuso di Giovanni Bardini, artista visivo e musicista che propone al pubblico immagini archetipiche e quasi sacre, zattere di salvezza e di approdo.
A pochi passi dalla sala affrescata dal Parmigianino – a pochi metri dal bosco dipinto nel 1523 dal giovane Francesco Mazzola, in cui la dea Diana viene sorpresa nuda alla fonte dal cacciatore Atteone – i visitatori potranno esplorare i “boschi” personali di Bardini, apprezzato pittore di Cortemaggiore. A metà fra pittura e scultura, realizzati sfruttando legno di recupero e materiale naturale sapientemente lavorato, “essi fanno da ponte verso i più recenti progetti installativi, che portano questo gusto per il materiale e le composizioni di grande impatto ad una nuova dimensione” come ha spiegato il critico d’arte Alessandro Azzoni, curatore del catalogo e della mostra di Bardini per Fondazione D’Ars Oscar Signorini onlus.
La mostra aperta il venerdì dalle 15 alle 18.30, il sabato ed i festivi dalle 10.30 alle 12.30 e dalle 15 alle 18.30 è realizzata da Fondazione D’Ars – Oscar Signorini onlus e dal Comune di Fontanellato con il patrocinio di Regione Emilia Romagna, Provincia di Parma, Associazione Castelli del Ducato Parma e Piacenza, mim Museum in Motion, A.T.I. Socioculturale Coop. Soc. onlus, Cooperativa Parmigianino, CoopCulture e Ge.S.In. Coop.
“Connotato da uno sperimentare incessante e dalla costante attenzione ai materiali di recupero il lavoro dell’artista Giovanni Bardini chiude la rassegna di mostre d’arte contemporanea ospitate nel 2012 in Rocca Sanvitale grazie alla collaborazione tra il Comune e la Fondazione D’Ars Oscar Signorini onlus di Milano – ha sottolineato l’Assessore alla Cultura Cristiano Aimi –. Crediamo di aver “disegnato” simbolicamente un percorso artistico interessante, teso alla ricerca del “nuovo” tra slanci verso il futuro e recupero della tradizione e della storia. Coniugando contemporaneità e passato, indagando nuovi linguaggi, proponendo la sfida tra la materia e lo spazio, puntiamo a rendere il Castello di Fontanellato luogo vitale in grado di intercettare e proporre fermenti artistici. L’arte che invia segnali oggi è foriera di messaggi importanti per affrontare i difficili tempi di crisi in cui non dobbiamo scordare quanto e come l’Italia sia ricca di cultura, storia e “bellezza”: per questo ritengo più che necessario, socialmente indispensabile, consegnare al mondo artistico l’occasione di esprimersi”.

Vernissage
L’inaugurazione è prevista domenica 11 novembre alle 11 alla presenza dell’artista, classe 1969: la ricerca artistica lo ha portato ad un’ampia produzione pittorica e di sperimentazione con i materiali, fino a concepire installazioni di grandi dimensioni, forza visiva e concettuale. Tra le sue recenti esposizioni si annoverano: a marzo 2011 la mostra personale Racconto di un naufrago allo Spazio Blu della Galleria Rosso Tiziano di Piacenza; la partecipazione al Premio Celeste 2011 e ad alcune scelte mostre collettive. Da segnalare la mostra Jean Cocteau a Vigoleno dans le château de Max Ernst, nell’Oratorio della Madonna delle Grazie di Vigoleno, a seguito della quale la sua opera Sudario entra a far parte della Collezione Uroburo, presso l‘Archivio di Stato di Parma.

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“Inchiostro sedizioso”



Sabato 10 novembre 2012 alle ore 18,00 lo spazio espositivo Rossoamapola, in borgo del Correggio n. 48/A, presenterà la mostra “Inchiostro sedizioso. L’arte del fumetto nei manifesti della nuova sinistra”.
organizzata dal Centro studi movimenti di Parma. La mostra, curata da William Gambetta e Mauro Dazzi, presenta una selezione di manifesti originali prodotti dalla nuova sinistra negli anni Sessanta e Settanta, un periodo di vera e propria “rinascita” del manifesto quale strumento della comunicazione politica.
Rinascita che, dalla Rivoluzione culturale cinese al Maggio parigino, dai movimenti underground statunitensi ai fermenti artistici cubani, si mostrò con caratteri inediti rispetto ai decenni precedenti.
Molti furono i grafici, i pittori, gli illustratori e i fumettisti che sostennero col loro talento le battaglie dei movimenti del 68. Tra questi, nella mostra si potranno vedere manifesti di artisti come Guido Crepax, Alfredo Chiappori, Milo Manara e di altri meno noti ma non meno importanti grafici militanti della nuova sinistra.
La mostra, che sarà presentata da William Gambetta, resterà aperta fino al 21 novembre durante gli orari di apertura dello spazio espositivo (martedì, mercoledì, venerdì e sabato dalle ore 16,00 alle ore 19,00, giovedì dalle ore 10,30 alle ore 12,30). Chiuso i festivi e il lunedì.

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“Flows” allo Spazio Pasubio



FLOWS è un flusso, un’energia invisibile fra due elementi, un dialogo, uno scambio particolare ed intimo.
La mostra pone al centro la questione del ruolo che il modello ricopre nella creazione artistica attraverso il lavoro di quattro giovani pittori in cui è forte il coinvolgimento con l’oggetto da rappresentare.
Fra artista e modello in alcuni casi si instaura un rapporto unico di “silenziosa collaborazione” per cui l’opera sembra “prendere vita”.
Mani, corpi, sguardi, suggestioni naturali, memorie di esperienze vissute vanno a comporre l’universo per immagini della mostra: l’artista si fa materia reagente, la creazione diviene l’atto di dare forma a ciò che si è ricevuto.
FLOWS oltre che tradizionale occasione espositiva diviene esperienza, coinvolgendo il visitatore attraverso stimoli plurisensoriali. La musica di LADY VALLENS, di Milkane e gli interventi sonori e performativi di MURDER amplificano le suggestioni visive.
Il pubblico è invitato con leggerezza a lasciarsi trasportare. Espongono:
ANDREA CANTAGALLO, LUCIA CONVERSI, MILENA SERGI, LA ZOLO

SPAZIO PASUBIO , via Pasubio 3/F – Parma
24 novembre – 08 dicembre 2012
Orari di apertura: 16,00 – 19,00
Dal 01 dicembre al 09 dicembre 16,00 – 23,30
Chiusura: lunedì e martedì
Ingresso libero

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“Di viva bellezza”



Mostra personale di LUCIANA FUSARI
SABATO 10 NOVEMBRE 2012, apre, alle ore 17.00
presso la Galleria S. Andrea in Strada Cavestro 6 a Parma
La mostra resterà aperta da sabato 10 a giovedì 22 novembre

L’associazione UCAI- Galleria S. Andrea è lieta di presentare gli ultimi disegni e dipinti dell’artista parmigiana Luciana Fusari.
Ha compiuto gli studi all’istituto d’arte Toschi e all’accademia di belle arti di Bologna. Ha insegnato all’istituto d’arte P. Toschi e al liceo artistico B. Cassinari di Piacenza.
Estratto dal testo critico a cura di Marzio Dall’Acqua: “I particolari sono piccoli presuntuosi che devono stare al loro posto”, straordinaria frase di Jean-Auguste-Dominique Ingres, insieme divertente e divertita,(…) dovendo scrivere della maestria disegnativa di Luciana Fusari è avvenuto che quasi contemporaneamente dovessi occuparmi di Ingres e delle sue teorie sul disegno, mescolando le due suggestioni, le emozioni e le riflessioni che suggeriscono ed insieme seducono.
La prima ragione per cui due mondi apparentemente così lontani come quello della contemporanea Fusari e del grande maestro francese (1780-1867) in realtà si incontrano e almeno idealmente si sovrappongono deriva dal fatto che nei pensieri sull’arte, ed in particolare sul disegno, di Ingres troviamo lo stesso amore, la stessa appassionata attenzione e calibrata sapienza, desunta dall’esperienza concreta, dal lungo e diuturno esercizio, che caratterizzano le immagini della pittrice parmigiana. (…) Luciana Fusari si muove all’interno di una lunga tradizione, non tanto figurativa, della sua iconografia si dirà poi, quanto linguistica, per cui citare alcuni passi di un grandissimo maestro del disegno come Ingres, che poneva la grafica come preliminare per ogni azione di pittura e come, alla fine del quadro, complementare, vuol dire semplicemente capire fino in fondo il modo di operare della nostra artista.
Premettiamo così che, come ha lasciato scritto il maestro francese “Disegnare non significa semplicemente riprodurre dei contorni: il disegno non consiste semplicemente nel tratto: il disegno è anche l’espressione, la forma interna, il piano, il modellato… comprende i tre quarti e mezzo di ciò che costituisce la pittura”. Ecco: disegnare vuol dire già dipingere, cosa che Fusari fa con straordinaria abilità, eleganza e immediatezza, creando insieme l’atmosfera, lo spazio, i volumi e un’immagine che ritorna insieme sempre diversa e continuamente ricercata, riproponendo il mutare del reale, il manifestarsi della molteplicità in forme che sintetizzano, in un certo senso, la vita stessa nelle sue manifestazioni più segrete ed archetipiche. (…) Il mondo della Fusari è questo sospeso tra nascere, dischiudersi e mostrarsi, tra segretezza che genera e matura e esplodere all’esterno che è bellezza e seduzione. La frutta emerge da una forma chiusa, raccolta su se stessa, da una pelle o scorza che proviene con le sue rugosità da un Nuovo Mondo, che è estranea alla nostra tradizione simbolica e immaginaria, ma proprio per questo sembra la più adatta per raccogliere come un utero, come un grembo presenze famigliari che vengono mostrate, nel loro affiorare, come meravigliose, sorprendenti, piene di vita ma anche di allusioni (…) L’uso della biro, strumento della nostra quotidianità di scrittura o meglio, ormai, di appunto per cogliere l’essenza dei messaggi e gli appunti che ci incalzano. La biro fornisce colore ai disegni, ma anche la scorrevolezza del segno che diventa complesso, sottile, intenso nel tratteggio, amorale nell’addensarsi e disteso nel sciogliersi, in una armonia che è ottica ma anche intensamente musicale.”

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“Cellular”



Le fotografie di Elisabetta Cavazza in mostra alla Casa della Musica, in piazzale San Francesco, 1 a Parma.
La mostra resterà aperta da sabato 27 ottobre a venerdì 30 novembre 2012, orario di apertura, dal lunedì al sabato, dalle ore 8.00 alle ore 18.00.

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“Cessate il fuoco. Descrivere la guerra, sognare la pace”

Venerdì 23 novembre, ore 17.00 al Palazzo Municipale di Langhirano verrà inaugurata la mostra Cessate il fuoco. Descrivere la guerra, sognare la pace, allestimento di manifesti pacifisti e antimilitaristi prodotti in Italia nell’arco di un sessantennio – dagli anni dell’immediato dopoguerra a quelli più recenti – e curato dal Centro studi movimenti di Parma nell’ambito delle celebrazioni del centenario dell’eccidio del 1911 promosse dal Comune di Langhirano.
Nel corso del Novecento, come altri movimenti di protesta, anche quello pacifista ha utilizzato abbondantemente il manifesto come mezzo di diffusione delle proprie idee per cui, tra la vasta produzione iconografica prodotta contro la guerra, i curatori della mostra – Margherita Becchetti, William Gambetta e Ilaria La Fata – hanno scelto di privilegiare il linguaggio dei manifesti stessi, vale a dire la loro capacità di sintesi tra testo e immagine, tra slogan e rappresentazioni figurative, tra parole d’ordine e segni grafici. L’ordine dell’allestimento, dunque, non è cronologico, né rispetto alla documentazione selezionata né rispetto ai conflitti cui essa si riferisce, bensì tiene conto dei differenti registri grafici con cui i movimenti pacifisti hanno raccontato e contrastato la guerra.
Al di là dei caratteri specifici e dei contesti di ciascuna mobilitazione, infatti, il linguaggio di molti manifesti sembra il medesimo. Un linguaggio che affonda le proprie radici tanto in simboli e immagini della cultura religiosa, e particolarmente di quella giudaico-cristiana, quanto nelle forme espressive di alcune delle più importanti correnti artistiche che segnarono il Novecento.
Emergono in tal modo alcuni registri ricorrenti con i quali, negli anni, si è combattuta l’idea di conflitto armato: la guerra come incubo di cui liberarsi, i volti disperati delle sue vittime, la necessità di organizzare lotte per fermarla, le visioni serene di un mondo finalmente pacificato e i simboli di quella pace, segni di un altro mondo possibile.
La mostra è visitabile fino al 23 dicembre 2012.
Orari di apertura: mattino da lunedì a venerdì 8.00-13.00; pomeriggio lunedì e mercoledì 15.00-18.00; apertura straordinaria per gruppi il sabato mattina su prenotazione.

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