“Il welfare è una leva per aiutare la crescita”

12/02/2015
h.15.30

L’Emilia-Romagna deve tornare ad essere una realtà dove c’è piena occupazione. E, al tempo stesso, dove “anche l’ultimo della fila può tagliare il traguardo”. Il presidente della Regione Stefano Bonaccini è intervenuto stamani a Bologna, in Sala Borsa, in apertura del convegno organizzato dal Gruppo Unipol su “Integrare il welfare, sviluppare la white economy”. Un’occasione per riflettere e confrontarsi sul welfare inteso non solo come strumento di protezione sociale, ma anche come leva per aiutare la crescita e l’occupazione”.
“Sul tema welfare siamo una Regione che ha cose importanti da dire” ha sottolineato il presidente citando, oltre all’eccellenza della sanità, l’alto tasso di occupazione femminile (circa il 60%), dovuto anche al fatto che nei servizi zero-tre anni dell’Emilia-Romagna “siamo arrivati quasi al 34% di posti coperti rispetto al totale dei potenziali utenti”. Un risultato, questo, “raggiunto grazie al sistema di offerta integrata pubblico-privato e allo sforzo economico compiuto dalla Regione, che ci ha portato a superare l’obiettivo indicato dal Consiglio europeo di Lisbona”.
Nonostante i tagli dei trasferimenti statali al settore del sociale degli anni passati, la Regione ha continuato a investire; e quando è stato praticamente azzerato il Fondo nazionale per la non autosufficienza (2012), “la Regione invece ha stanziato quasi mezzo miliardo di euro”.
Bonaccini ha ricordato la convocazione, nei prossimi giorni, di un tavolo con le parti sociali: è la premessa per mettere nero su bianco, entro l’estate, il Patto per il lavoro.
“Vogliamo tornare ad essere una realtà dove c’è piena occupazione; nuovi posti di lavoro possono nascere anche dal welfare. Nella nostra regione vantiamo già, e non certo da ieri, diverse esperienze innovative realizzate insieme da pubblico e privato. L’impegno nostro – ha concluso il presidente – sarà erogare servizi nell’ambito di standard che dovranno essere però fissati, prestabiliti, in modo da responsabilizzare tutti. Solo in questo modo potremo rimodulare un welfare realmente di comunità e partecipato”.

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