Due anni fa, dopo la sua ennesima vittoria elettorale in condizioni disperate, scrissi l’articolo “Andrea Censi, l’Immortale”.
Già, “Immortale”.
Gli “Immortali” erano la leggendaria élite della guardia imperiale dei Re persiani composta da 10.000 uomini, né uno di più, né uno di meno, scelti tra i migliori combattenti persiani di sangue, perfettamente equipaggiati. Assunse il nome di “Immortali” perchè non diminuiva mai di numero: se un uomo veniva ucciso o non poteva più combattere il suo posto veniva immediatamente preso da un altro. In questo modo il corpo si manteneva integro.
“Immortale” è un epiteto che Censi si è meritato sul campo di battaglia, visto che nella sua carriera politica non ha mai conosciuto l’onta della sconfitta: due volte sindaco di Polesine, poi sindaco di Zibello, poi sindaco del Comune fuso Polesine Zibello. Spesso da solo contro tutti. Anche quando tutti lo davano per spacciato, è sempre riuscito a rianimarsi, a rialzarsi, a trionfare.
E’ questo il destino dei sindaci che battono palmo a palmo il loro territorio, casa per casa, che conoscono le date dei compleanni a memoria, gli orari dei ritrovi al bar o dei battesimi, matrimoni e funerali in chiesa. A questa cerchia appartengono anche Alessandro Cardinali di Tornolo, Carlo Berni di Albareto-Bedonia, Fabio Fecci di Noceto, Nicola Cesari di Sorbolo. Nel recente passato Roberto Garbi di Soragna. Sotto di loro ci sono i sindaci che sì vincono contro tutte le coalizioni ma con minore assatanata simbiosi con il territorio: Federico Pizzarotti Parma, Giordano Bricoli a Langhirano-Neviano, Emanuela Grenti a Fornovo, Luigi Lucchi a Berceto. Si potrebbe citare pure Filippo Fritelli che si è riconfermato a Salsomaggiore in un contesto di voto politico nazionale totalmente avverso.
Ma l’immortalità non esiste… o meglio, al più si è immortali per il tempo che si è al mondo.
Fu per questo che nell’articolo che scrissi prima ricordai che gli Immortali vennero uccisi da Alessandro Magno nella battaglia di Isso nel 333 a.C. A e poi domandai chi sarebbe stato colui che avrebbe sconfitto Andrea Censi.
Adesso quel nome c’è: Andrea Censi.
Dal punto di vista giudiziario è innocente fino a condanna definitiva, dal punto di vista politico è stato travolto. E’ lì, stramazzato a terra.
Dalle pagine della Gazzetta i suoi concittadini lo incitano a gran voce a rialzarsi (leggi).
No, questa volta non ci riuscirà.
Censi è morto.
Forse.
Andrea Marsiletti


