Gli immigrati possono essere d’aiuto

26/02/2015
h.20.00

La presentazione del Dossier Statistico Immigrazione 2014. Rapporto UNAR, ha posto in evidenza la necessità di partire dai dati per superare i luoghi comuni per riuscire a percepire le caratteristiche sempre più strutturali assunte dal fenomeno migratorio.
Il presidente del Consiglio Comunale Marco Vagnozzi ha portato il suo saluto ad apertura del convegno, introdotto da Andrea Lasagni (Università di Parma – Dipartimento di Economia): “l’Amministrazione Comunale – ha detto Vagnozzi – è estremamente sensibile all’argomento che trattiamo oggi e sta facendo molti passi, come la traduzione dello Statuto Comunale, per dimostrarlo fattivamente”.
E’ stato poi presentato il rapporto, attraverso la proiezione di un video realizzato dalla RAI sul Dossier Statistico Immigrazione 2014 e l’intervento di Franco Pittau, Presidente Centro Studi e Ricerche IDOS/Immigrazione Dossier Statistico.
Sono poi intervenuti Bruno Ciancio, Università di Modena e Reggio Emilia – Master Interculturale “Intercultural Cities Expert”, su “La competenza culturale nella società multiculturale nel fenomeno migratorio”, Claudio Paravati, Direttore della rivista ecumenica “Confronti”, su “Le diversità religiose e lo spazio pubblico”, Radwan Khawatmi, Imprenditore – Presidente HIRUX International riguardo “L’apporto degli imprenditori allo sviluppo dell’Italia”, Loretta Losi, Responsabile sede Parma Legacoop Emilia Ovest in merito a “Il lavoro in cooperativa, una prospettiva in sviluppo”, Fulvia Baroni, IN&CO-Responsabile del Servizio “Informastranieri” del Comune di Parma “Informastranieri, un Servizio per la cittadinanza” e infine Ndreu Shpendi, Imprenditore – Presidente Associazione “Scanderbeg” e Farid Mansouri, Presidente Comunità Islamica di Parma.
Le conclusioni sono state affidate all’assessore al Welfare del Comune di Parma Laura Rossi: “la presentazione del dossier è importante perché bisogna partire dai dati per costruire serie politiche territoriali.
A Parma ci sono servizi strutturali organici, anche se la crisi economica e il numero di profughi accolti in così poco tempo fa percepire un senso di continua emergenza.
I dati ci dicono che gli immigrati sono una grande risorsa per lo sviluppo economico di questo paese, bisogna lavorare sull’inclusione e riuscire a rafforzare gli aspetti più positivi del fenomeno immigratorio”.
Nel 2013 gli immigrati sono 4.922.085 in Italia (archivio dei residenti dell’Istat, che ha registrato un aumento annuo di 164.170 unità, molto più contenuto rispetto a quello degli anni precedenti), 34 milioni nell’Unione Europea (pari, secondo Eurostat, al 6,8% della popolazione complessiva) e 232 milioni nel mondo secondo il Dipartimento demografico delle Nazioni Unite (di cui 175 milioni di lavoratori, pari al 5% della forza lavoro mondiale). Ad alimentare la pressione migratoria è innanzi tutto l’ineguale ripartizione della ricchezza, ma influiscono anche le guerre e le persecuzioni di vario genere. Peraltro in Italia, se si stimano tutte le presenze regolari, si perviene a una presenza di 5.364.000, tra le più alte riscontrabili in Europa dopo la Germania.
Tra gli immigrati in Italia, concentrati specialmente nelle regioni del Centro-Nord (in Lombardia oltre 1 milione), le donne sono il 52,7%, i minori oltre 1 milione (925.569 soltanto quelli con cittadinanza non comunitaria) e 802.785 gli iscritti a scuola nell’a.s. 2013/2014 (il 9,0% di tutti gli iscritti, ma ben il 20% a Piacenza e a Prato).
L’incidenza dei residenti stranieri sulla popolazione totale ha raggiunto l’8,1% (1 ogni 12 abitanti) e in 27 province supera il 10%, con la punta massima del 31% a Barandate (Milano). Attualmente a determinare la crescita della popolazione straniera sono soprattutto gli ingressi per ricongiungimento familiare (76.164 visti) e le nuove nascite (77.705 a fronte di 5.870 decessi).
Secondo l’indagine Istat sulle forze lavoro, sono 2,4 milioni gli occupati stranieri, oltre un decimo del totale (l’incidenza era solo del 3,2% nel 2001) e di essi l’87,1% svolge un lavoro dipendente, in prevalenza nei servizi (63,6%). Sono circa 500 mila le imprese gestite dagli immigrati e portate avanti anche in questa fase di crisi.
Nonostante il policentrismo delle provenienze (196 nazionalità rappresentate), circa la metà degli immigrati (51,1%) proviene da soli cinque paesi (Romania, Albania, Marocco, Cina e Ucraina) e circa i due terzi (64%) dai soli primi dieci. I cristiani sono oltre la metà del totale e i musulmani circa un terzo.
I cittadini italiani per acquisizione, che erano 285.782 nel 2001, sono saliti a 671.394 al Censimento del 2011 (+135%), cui si aggiungono 65.383 acquisizioni nel 2012 e 100.712 nel 2013.
Si è ridotto, invece, il numero degli stranieri rintracciati in posizione irregolare (30.011, meno di un quarto rispetto a quelli rintracciati nel 2006), ma è sempre alto il numero di persone nei Centri di identificazione e di espulsione (6.016 trattenimenti nel 2013) e, soprattutto, il loro costo (in media, 55 milioni di euro l’anno), mentre risulta scarsamente soddisfacente il loro funzionamento secondo la Commissione del Senato per i diritti umani.
Le persone sbarcate sono state 43mila nel 2013 e oltre 130mila nei primi 9 mesi del 2014 (con almeno 3mila persone morte alla stessa data durante la traversata, nonostante l’operazione “Mare Nostrum” ne abbia salvate almeno 127.000 fino al 15 settembre 2014). In Italia nel 2013 sono state 26.620 le richieste d’asilo a fronte delle oltre 127mila ricevute dalla Germania.
I casi di discriminazione segnalati all’UNAR nel 2013 sono stati 1.142, dei quali il 68,7% su base etnico-razziale. I mass media rappresentano il fronte più esposto (34,2% delle segnalazioni rispetto al 19,6% dell’anno precedente),
A commento di questi dati la presentazione ha posto in evidenza che gli immigrati non possono essere considerati la soluzione di tutti i problemi dell’Italia, ma possono essere d’aiuto.

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