28/04/2015
h.10.30
Non appena è stato reso pubblico in tempo reale (e anche questa è una bella novità) l’esito della votazione sui Consigli dei Cittadini Volontari è stato tutto un susseguirsi di commenti sulla stampa e sui social. E anche questa per me è una novità positiva.
Ho cercato di leggerli e di coglierne lo spirito: c’è chi, anche con accenti critici, ha voluto proporre una utile riflessione su questa inedita esperienza; c’è chi trae conclusioni negative dai dati numerici; c’è chi apprezza la novità e ritiene che si siano piantate radici per il futuro; infine, ci sono i commenti interessati e prevenuti, quanto scontati, e che quindi, da parte mia, meritano minore attenzione.
Come in tutte le cose si può vedere il bicchiere mezzo vuoto (come fanno diversi consiglieri di minoranza, rifacendosi ad un arido calcolo numerico) oppure mezzo pieno. Io appartengo a questa categoria, e spiego il perché, senza ricorrere a frasi ad effetto o trionfalismi fuori luogo.
Per noi questa non era una gara, non era un braccio di ferro contro i partiti, ma voleva essere, ed è, un contributo per far nascere nuove forme di partecipazione e riportare i cittadini al centro della vita politica e amministrativa. La sfida è difficile, ne siamo ben consapevoli, ma quello a cui siamo arrivati venerdì scorso è un primo passo per un cammino che per quanto mi riguarda non si fermerà davanti alle prime difficoltà. Noi crediamo nel Consigli dei Cittadini Volontari, e siamo ben decisi a farli funzionare e soprattutto a farli crescere.
Si tratta di una modalità nuova di votazione a cui i cittadini non sono abituati e quindi , come prima volta, il risultato non lo considero affatto scoraggiante.
Per questa ragione mi sento di rendere pubblicamente onore ai cittadini che si sono presentati e che hanno creduto in questa consultazione.
C’è stata ovunque una “leale battaglia” fra i candidati, anche laddove sarebbe bastato un voto per farsi eleggere. Invece hanno capito lo spirito dell’iniziativa e si sono dati da fare per raccogliere consenso nei quartieri.
Non era impresa facile: la partecipazione, mortificata da tanti anni di disillusioni, trova qui un punto di ripartenza; come ogni nuovo inizio è difficoltoso, ma grazie alla tenacia dei consiglieri eletti – ne sono convinta – diventerà un punto di forza.
Fra le critiche che ci vengono rivolte in questi giorni, c’è quella che ci accusa di aver sperperato soldi pubblici per un’operazione ritenuta “poco utile”: bene, non abbiamo nulla da nascondere. Anzi, voglio ricordare a questi signori che 56.000 euro spesi per spingere i cittadini a tornare ad occuparsi della cosa pubblica sono un investimento per il futuro di cui andare fieri, ben altra cosa rispetto agli “investimenti” fatti in passato (opere faraoniche e inutili e milioni di euro per pubblicità e comunicazione) che si sono risolti in debiti enormi per tutta la cittadinanza (come dimenticare gli 850 milioni di “eredità” della precedente amministrazione?).
Per chiudere, voglio rassicurare sul fatto che l’attuale amministrazione ha assolutamente intenzione di dare ascolto a questi cittadini e ricostruire con loro una forma di partecipazione avulsa dalla rappresentanza partitica, che metta in luce le migliori espressioni di cittadinanza civica.
Da loro partiremo per un rapporto nuovo di ascolto e condivisione.
Nicoletta Paci
vicesindaco di Parma con delega ad associazionismo e partecipazione