21/07/2014
h.17.50
Il Senatore Giorgio Pagliari è intervenuto nuovamente sulla questione Regio esprimendo contrarietà all’idea di una “decrescita felice” (termine tanto abusato quanto incompreso) del Teatro, peraltro mai espressa dall’Assessore.
Sono d’accordo con il Senatore quando auspica un’affermazione del Festival a livello nazionale ed internazionale, é evidente che l’obiettivo é comune e condiviso. Affermazione che però dipende anche dalla capacità del Teatro stesso di rinnovarsi e di fare sistema con la Città e i territori circostanti.
L’auspicio di un ingresso in Fondazione, come soci benemeriti, dell’Istituto Nazionale degli Studi Verdiani, del Conservatorio Boito e dell’Università va proprio in questa direzione: porterebbe un valore aggiunto di competenze e qualità. Chi meglio di questi tre soggetti può valorizzare la tradizione dell’offerta artistica?
Dice bene Pagliari quando parla di complementarietà tra carattere sperimentale e tradizionale. Al contrario del Senatore, però, siamo convinti che il carattere sperimentale non sia sinonimo di pochezza o improvvisazione ma piuttosto garanzia di qualità artistica che può contraddistinguere il concetto di Festival nel Mondo, come qualcosa di straordinario e di non ripetitivo.
Siamo i primi ad essere consapevoli del fatto che il risanamento della Fondazione non é affatto terminato, e che per salvaguardare il futuro del Regio é necessario che il Comune non rimanga socio unico.
Proprio per questo motivo crediamo che un amministratore giovane, qualificato e competente, possa aiutare la Fondazione a fare quel cambio di passo che tutti auspichiamo, ma che ha bisogno di energie e di idee nuove per continuare quel percorso che il dottor Fontana ha iniziato, all’insegna della sostenibilità economica e della responsabilità.
Proprio la storia professionale del dottor Fontana ci insegna che le persone competenti e qualificate possono eccellere in ruoli dirigenziali a prescindere dall’età anagrafica: egli ha ricoperto il ruolo di Sovrintendente al Comunale di Bologna all’età di 37 anni e di Sovrintendente del Teatro alla Scala di Milano a 43.
Solo con la professionalità e l’entusiasmo riusciremo a lasciarci alle spalle la difficile situazione che anni di irresponsabile gestione economica ci hanno lasciato in eredità.
Andrea De Lorenzi
Consigliere Comunale M5S Parma
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21/07/2014
h.10.00
Ciò che genera una franca e netta contrarietà nell’intervista dell’assessore è la logica della “decrescita felice”, peraltro già vista in tanti altri passaggi di questa giunta. Il Festival Verdi deve sicuramente rinnovarsi, ma anche consolidarsi come festival lirico di prima grandezza, e non può diventare esclusivamente sperimentale. La tradizione qualifica e richiama pubblico e critica (fa il cartellone) ed è un veicolo virtuoso per spettacoli sperimentali: c’è complementarietà e non incompatibilità tra le due prospettive. E allora non discuto altri aspetti, non credo sia negativa la ricerca di un giovane purché abbia prestigio e professionalità sicura, ma ritengo questa fase non consenta avventure: il traghettamento non è concluso.
La necessità è di trovare sinergie forti per avere un adeguato plafond economico e quei sostegni nel circuito operistico e mediatico, nazionale e internazionale che servono per la definitiva consacrazione. Mi sia consentita una considerazione finale: l’errore più grande che si può compiere è avvitarsi in una querelle “Fontana sì, Fontana No” come tende a fare l’assessore. La decisione presa dal sovrintendente per me rimane un passaggio negativo per il teatro, ma non è questo. La questione però, con tutta evidenza, è un altra: la costruzione del futuro che deve avvenire con un confronto aperto con la città e non solo.
Giorgio Pagliari