A Parma il Pci rappresentava metà della città, il Pd oggi non rappresenta nessuno

SMA MODENA

02/07/2012
h.12.25

L’elezione a segretario provinciale del PD di Diego Rossi è stata una decisione che va nella direzione giusta. E’ stato scelto un trentenne con la testa di un trentenne, un amministratore competente che ha già dimostrato di sapere raccogliere il consenso dei cittadini.
Diego Rossi è stato un antesignano “grillino”: nel febbraio 2011 ha stravinto le primarie di Borgotaro con il 64% dei voti mandando a casa la vecchia classe dirigente, i politici di professione del Pd locale, la Casta che da trent’anni governavano il Comune, sapendo utilizzare i social network, suscitare grande entusiasmo tra i giovani e portare a votare circa la metà del totale degli elettori.
Mi permetto di dare a Diego alcuni suggerimenti, a partire da quelli che secondo me sono stati i limiti del Pd in questi anni.
• Parta dei contenuti. Se ci pensiamo bene il PD di Parma, pur avendo messo in piedi una miriade di commissioni e di dipartimenti interni, in questi ultimi 15 anni non è riuscito ad elaborare una (che fosse una) proposta politica sulla città non dico innovativa ma di qualche concretezza. Quando un partito è incapace o rinuncia a proporre inevitabilmente diventa un circolo del dopolavoro di pensionati, se non un ufficio di collocamento o un comitato d’affari.
• Affronti il merito dei problemi e non si perda in polemiche controproducenti come quella che abbiamo letto in questi giorni contro il sindaco Pizzarotti per la mancata condivisione con l’opposizione delle linee programmatiche. Non credo davvero che il sindaco Rossi abbia condiviso l’indirizzo della sua amministrazione con Rodolfo o Roberto Marchini di Borgotaro prima di portarle in Consiglio comunale, come è giusto che fosse dal momento che esso è la conseguenza del programma elettorale votato dai cittadini che non si capisce perché il M5S dovrebbe concordare con Dall’Olio, Ubaldi, Guarnieri e Buzzi.
• Si rapporti con la gente e abbandoni la riverenza nei confronti di quei gruppi di potere che alla fine della fiera non hanno alcun peso elettorale come ha dimostrato il “Patto d’acciaio” tra i vertici degli industriali, della Curia e del sindacato alle le ultime elezioni comunali. E, tanto che c’è, lasci perdere anche la disastrosa comunicazione degli appelli al voto degli intellettuali, dei cooperatori, dei formatori, degli operatori del sociale, del volontariato che il centrosinistra ha il vizio di esibire negli ultimi giorni di campagna elettorale… Si tratta dei soliti personaggi che fanno appelli da 30 anni, che quando va bene i parmigiani non conoscono, spesso invisi e comunque presuntuosi nel ritenere che il loro schierarsi possa importare a qualcuno e financo spostare il consenso dei parmigiani. Al ballottaggio Bernazzoli ottenne più firme per gli appelli sui giornali che voti dentro le urne.
• Si riappropri di valori identitari quali la partecipazione, la trasparenza, la questione morale: storicamente questi temi di chi altri sono non della sinistra?
• Riallacci legami veri perché costruiti su proposte e obiettivi politiche con la scuola, l’università, la cooperazione, gli intellettuali, il ceto medio riflessivo. Il Pci era un pezzo della città, il Pd, al di là dei voti sempre più in calo, non rappresenta più nessuno, è un organigramma dentro cui stanno solo quelli che difendono il loro fortino, in mezzo al deserto.
Paradossalmente la sconfitta delle comunali di Parma può diventare la grande occasione per il PD per una svolta catartica e liberatoria, che oggi ha davvero la possibilità di concretizzarsi perché nasce dalle macerie proprie e dei partiti tradizionali. Al pari dell’Araba fenice, l’uccello mitologico che rinasceva dalle proprie ceneri dopo la morte.
Io guardo al Pd con speranza.
Diego Rossi deve avere fede nel Grande Maestro Mao Tze Tung che ci insegnava: “C’è grossa confusione sotto il cielo, la situazione è ottima”.

Andrea Marsiletti