
29/08/2011
h.17.30
Domani si terrà il tanto agognato consiglio comunale del 30 agosto a cui, stando ai rumor di Palazzo, dovrebbero seguire le dimissioni di alcuni assessori civici che spianerebbero la strada alla conclusione anticipata dell’amministrazione Vignali, al commissariamento del Comune e all’esplorazione di nuove traiettorie politiche.
Staremo a vedere, ma quello che è sicuro è che se la giunta cadrà il merito (o la colpa, dipende dai punti di vista) non sarà di questi civici ma dell’opposizione in Consiglio comunale. La maggioranza ci ha messo (tanto) del suo, ma è indubbio che mai a Parma si era vista una minoranza così agguerrita che, con competenza e spesso e volentieri anche con ragione, con un’attività quotidiana di contrasto è riuscita a raggiungere i tasti più difficili, il fantomatico punto G della politica, ovvero ad incidere sul “comune sentire” degli elettori.
Sul tema dell’indebitamento delle società partecipate, ad esempio, sono due anni che conduce una polemica doverosa, mentre a Torino, dove l’indebitamento è anche maggiore, neppure ne parlano. A riguardo il merito è dell’opposizione di Parma e il demerito di quella di Torino, tanto per essere chiari.
Similmente sul tema della corruzione dei dirigenti del Comune, che da noi la minoranza ha portato alla ribalta di TV e giornali nazionali per settimane, mentre a Venezia gli arresti di funzionari comunali per reati analoghi sono rimasti sulle testate locali non più di un giorno. Così come la richiesta di dimissioni di Vignali neppure indagato che è diventata il refrain dell’estate 2011, mentre l’iscrizione nel registro degli indagati del segretario regionale del PD Bonaccini non ha meritato neppure un buffetto di rimprovero… anzi, l’opposizione è stata scaltra a fare dei distinguo, invertendo prontamente la rotta e quindi da ora in poi Vignali si doveva dimettere non più per la corruzione ma per i debiti.
La minoranza ha dimostrato anche una disinvoltura intrepida: è stata capace di aizzare il popolo di sinistra per l’affidamento della gestione di tre asili ad un privato che li deve costruirli a sue spese, e a fare passare sotto silenzio (o a far bere) allo stesso popolo la privatizzazione condotta da Comune e Provincia della TEP, ovvero della società che progetta e gestisce il trasporto pubblico dell’intera provincia di Parma… con un impatto forse un pochettino più rilevante in termini economici e sociali.
Diciamo che l’attuale opposizione sta dimostrando ben altri piglio e determinazione rispetto a quelle che abbiamo visto durante i due mandati di Ubaldi di cui i parmigiani secondo me non ricordano neppure una battaglia non dico vinta, ma neppure combattuta, e tantomeno i nomi dei suoi comandanti (per la cronaca, Mario De Blasi e Sergio Serventi). I nomi dei protagonisti di coloro che hanno contrastato Vignali i parmigiani li hanno ben presenti. Soprattutto quello del capogruppo del PD Giorgio Pagliari che ha svolto un lavoro impressionante, con qualità e capacità amministrativi che sono sotto gli occhi di tutti. Molto bene e indispensabili anche il capogruppo del PRC Marco Ablondi e il consigliere comunale PD Massimo Iotti sui bilanci del Comune e delle partecipate.
Certo, la minoranza non è stata esente da errori e limiti. Ne cito due: il ricorso al Tar perduto per impedire che a Parma arrivassero i 70 milioni di euro della ex metropolitana (a dire il vero si trattò di un’iniziativa della Regione e non dei consiglieri comunali) e la decisione politica cinica e vergognosa di silenziare per chissà quale interesse i palesi profili di illegittimità dell’affaire inceneritore che sono andati sui giornali nazionali ma che evidentemente tra i banchi dell’opposizione non sono riusciti a stimolare neppure curiosità.
Nei prossimi mesi, in vista delle comunali del 2012, la sfida per la minoranza sarà quella di passare dalla demolizione dell’amministrazione comunale alla proposta di una nuova amministrazione comunale.
E dimostrare che un grande oppositore può essere anche un grande sindaco.
Andrea Marsiletti