A Rabat un Agropolo targato Parma

30/10/2009
h.14.10

È arrivato alla fase operativa il “Progetto Marocco”, che vede impegnate la Provincia di Parma, l’Università degli Studi di Parma, il Parco Scientifico e Tecnologico Parma Tecninnova e diverse aziende del nostro territorio per la costruzione l’Agropolo di Rabat, un grande centro per l’agroalimentare che mira a diventare punto di riferimento per tutta l’Africa francofona.
Una delegazione parmigiana in missione in Marocco ha incassato il “sì” delle autorità locali, che hanno così dato formalmente il via alla realizzazione dell’Agropolo. Della delegazione facevano parte il vice presidente della Provincia Pier Luigi Ferrari, il rettore dell’Università Gino Ferretti, il direttore del Parco Tecninnova Guido Gerboni e i rappresentanti di diverse imprese parmensi convolte nel progetto, illustrato nel corso della missione allo Wali di Rabat, al governatore della Prefettura, al presidente del Consiglio regionale, al sindaco di Rabat, alla Camera di Commercio e ai principali referenti locali del mondo economico, scientifico e bancario. All’incontro hanno preso parte anche l’ambasciatore d’Italia in Marocco Umberto Lucchesi Palli e la direttrice dell’Ice di Casablanca, Daniela Giuffrida, fin dall’inizio partners attivi del progetto.
L’approvazione da parte marocchina è dunque arrivata, ed entro fine anno dovrà essere messo a punto il business plan per partire con i lavori nel 2010.
Salutiamo con grande soddisfazione questa operazione – ha detto il vice presidente della Provincia Pier Luigi Ferrariche oggi vediamo concretizzarsi e prendere sempre più forma. Questo progetto raccoglie attorno a sé l’attenzione delle massime autorità del Marocco, di emanazione diretta del Re, e rappresenta per Parma un’eccellente opportunità per esportare competenze e per realizzare business da parte delle nostre imprese. Il Marocco è per noi un mercato molto interessante, per le sue potenzialità economiche, per la sua apertura culturale e perché costituisce una delle porte privilegiata di accesso all’Africa”.
Particolare soddisfazione è stata espressa anche dall’Università di Parma, che ha anche siglato un accordo di cooperazione con l’Università di Scienze Agrarie e Veterinarie Hassan II di Rabat. L’accordo, tra le altre cose, è stato sottoscritto al fine di avviare, nel prossimo futuro, percorsi formativi congiunti nell’ambito della tecnologia e ingegneria alimentare, con l’obiettivo di formare figure professionali da impiegare anche all’interno dell’Agropolo.
La missione in Marocco e la sottoscrizione dell’accordo con l’Università Hassan II – conferma il Rettore Gino Ferretti è stata per il nostro Ateneo una tappa fondamentale nel lungo percorso che porterà alla creazione dell’Agropolo di Rabat. Come Ateneo, siamo particolarmente soddisfatti di aggiungere un altro importante tassello al processo di internazionalizzazione della nostra Università, che negli ultimi anni ha visto notevolmente aumentare i contatti e gli scambi con Università straniere sia nell’area della didattica che in quella della ricerca”.
Missione ricca di esiti positivi anche per le imprese al seguito della delegazione, che in alcuni casi hanno avuto la possibilità di concretizzare fin da subito alcuni contatti commerciali. Il progetto offre infatti concrete opportunità di sviluppo alle imprese parmensi di vari settori: dalle costruzioni all’impiantistica alimentare, dalla meccanizzazione agricola alla produzione di apparecchiature per l’analisi e la ricerca alla formazione.
Il progetto dell’Agropolo di Rabat, fortemente voluto dallo Wali di Rabat, Hassan Amrani, delegato del Re per la Regione di Rabat, Salè, Zemmour, Zaer, è nato nel 2006 a seguito della richiesta di cooperazione della Wilaya di Rabat alla Provincia di Parma, in considerazione delle competenze del nostro territorio in tema di agroalimentare.
L’Agropolo sorgerà all’interno di un’area di circa 250 ettari, a 10 km dalla capitale. Tra le funzioni che avrà al proprio interno: strutture per la ricerca e sviluppo nel settore vegetale, ed agrolimentare in genere, con laboratori per l’analisi e la ricerca e l’utilizzo di nuove tecnologie; un centro di formazione sui temi dell’agroalimentare; un’esposizione di prodotti agricoli marocchini e internazionali in regime di libero scambio all’interno di una fiera permanente con possibilità di acquisto dei prodotti da parte degli operatori internazionali e nazionali.

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