Di Adriano Olivetti è stato detto e scritto tanto: l’uomo del futuro, un visionario, una persona che ha cambiato le regole dell’industria disegnando una fabbrica a misura d’uomo. E non ultimo, ha trasformato una piccola cittadina piemontese in un punto di riferimento, un esempio per economisti, scrittori, intellettuali. Ma nessuno aveva mai reinterpretato la sua fabbrica e l’impatto che ha avuto il suo intervento sulla città, Ivrea, in termini di Feng Shui. Lo ha fatto Ivana Bo, anch’ella eporediese, consulente Feng Shui, con Roberta Fioretti, architetta, docente e consulente Feng Shui con il volume “Feng Shui la città di Ivrea e la fabbrica Olivetti”.
“Adriano Olivetti aveva un sogno, aveva in mente una sua città ideale, era un ricercatore, un innovatore e nell’epoca d’oro della Olivetti a Ivrea lavoravano circa 72.000 persone, non c’era una famiglia in città che non avesse almeno un parente dipendente della Olivetti – spiega Ivana Bo. Durante la pandemia, quando tutto si è fermato mi sono messa a indagare per reinterpretare la mia città attraverso il Feng Shui, aiutata da Roberta Fioretti, con l’intento di svelare ciò che in fondo è sempre stato sotto gli occhi di tutti”.
Che cosa è il Feng Shui?
È un’antica disciplina cinese che nasce più di 6000 anni fa. Vitruvio, siamo in epoca romana, ne conosceva già i principi. Troviamo tracce e reperti che ci riportano al Feng Shui nella zona rurale cinese, nel Centro America, in alcuni popoli del Nord Europa e nei popoli arabi. Le sue regole si fondono su un principio fondamentale che è il rapporto che l’uomo ha con la natura. La frase che più rappresenta il Feng Shui infatti è: “Essere nel posto giusto, rivolti verso la giusta direzione, nel momento giusto”. Non ha a che fare soltanto con la parte religiosa, sciamanica o metafisica, in realtà è il buon istinto che noi oggi abbiamo dimenticato. I popoli antichi sapevano che la natura ha un suo codice che se scopri e segui sei al sicuro. Noi non possiamo vivere senza acqua e aria e i due ideogrammi del Feng Shui rappresentano esattamente questi due elementi.
Come si è arrivati all’architettura?
I popoli nomadi ad un certo punto hanno avvertito l’esigenza di trovare un posto stanziale dove seppellire e ricordare i propri morti. I primi costruttori di templi sono quelli che hanno avuto maggior cura nella scelta del luogo, nell’orientamento e nel modo di costruire. Ciò è trasversale a tutte le religioni, non solo quelle monoteistiche. Anche nel nostro territorio i cimiteri sono quasi sempre in zone soleggiate, in aperta campagna o su una collina e rivolti in una specifica direzione. Da lì si è passati alle abitazioni e a una sorta di progetto urbanistico. La scelta di solito ricadeva in luoghi dove c’era un fiume, quindi l’acqua e una protezione, come quella fornita da boschi, colline o montagne. In Cina, con il Feng Shui si valutava la posizione ideale per la dimora dell’imperatore, la città proibita è stata costruita seguendo questa antica disciplina.
Oggi comunque si parla di più di Feng Shui perché grandi brand e artisti di fama mondiale l’hanno utilizzato, come per esempio Sting, Madonna, Coca Cola, Telecom, Trump Tower.
Cosa significa oggi leggere la città con il Feng Shui?
Significa studiare, analizzare e interpretare le influenze ambientali, in alcuni siti di interesse storico architettonico culturale, come un quartiere di una grande città o un piccolo comune. In questo caso abbiamo studiato il grosso impatto urbanistico che la fabbrica Olivetti ha avuto sulla parte sociale ed economica della città. Perché secondo il Feng Shui ogni ambiente naturale o costruito ha caratteristiche formali ed energetiche che producono stimoli psicofisici capaci di condizionare gli abitanti e la loro vita.
La cosa che rende Ivrea diversa da altre città di cui ci siamo occupate è il suo essere sospesa, mantiene ancora il profumo della sua età dell’oro e sembra che stia aspettando un nuovo inizio.
Inoltre esiste una stretta correlazione tra l’intenzione e l’azione di un uomo, Adriano Olivetti, il suo contesto ambientale di riferimento, l’Anfiteatro Morenico (un rilievo di origine glaciale nel Canavese nel cui centro sorge Ivrea) e la città. La modifica del territorio, dovuta allo sviluppo della fabbrica, anche a livello urbanistico, ha avuto una forte risonanza e ha coinvolto l’intera popolazione di quell’area geografica.
Come avete lavorato?
Si parte dal macro, si cerca la costruzione in oggetto, si guardano tutte le forme attorno come se si stesse osservando dall’alto, poi si entra nello specifico interno studiando che tipo comunicazione c’è tra architetture interne ed esterne.
Se gli edifici sono adeguati alla destinazione d’uso, la qualità della vita dei fruitori è migliore. Per questo Olivetti coinvolge i migliori architetti italiani. Introduce il concetto di responsabilità sociale dell’impresa che riguarda tutti, costruisce case per i dipendenti, mense, asili aziendali, luoghi ricreativi, biblioteche, percorsi salute. Stiamo parlando degli anni ’30 quindi Adriano Olivetti fu decisamente un visionario. Diminuì anche l’orario di lavoro a parità di salario e la produttività aumentò del 15%. Insomma creò un legame stretto fra dipendente e azienda.
Adriano Olivetti era dunque a conoscenza delle regole del Feng Shui? L’ha utilizzato nella sua progettazione industriale?
Più ci siamo addentrate nello studio delle forme architettoniche, delle direzioni e dei materiali utilizzati più ci siamo accorte che c’era un fil rouge. Facendo una ricerca a ritroso, nei periodi storici dello sviluppo aziendale, alcune scelte di livello architettonico hanno confermato il successo l’insuccesso o anche solo le fasi di cambiamento.
Abbiamo iniziato a fare dei tour all’interno con le guide, organizzato un team di lavoro con figure professionali giovani del territorio. Inizialmente pensavamo di organizzare un seminario per addetti ai lavori, poi ci siamo accorti della enorme mole di materiali e ne è nata una dispensa tecnica. Da lì il passo è stato breve. Abbiamo reso il libro leggibile a tutti, però mantenendo un percorso storico, aziendale e architettonico. Chi lo legge e decide di visitare Ivrea potrà in autonomia vedere il processo di cambiamento in questo grande quartiere. È una via di mezzo tra un libro tecnico, una guida e un punto di riflessione per capire come queste energie possono avere avuto un impatto sociale.
Il libro, che è in vendita su tutti gli store on-line, si divide in diversi settori: la parte iniziale spiega cosa è il Feng Shui, quella centrale è più tecnica e analizza gli edifici, una parte è dedicata alla vita di Adriano Olivetti e la chiusura è dedicata all’analisi della trasformazione del luogo aziendale e delle spinte energetiche che ha generato. Le autrici, un paio di volte l’anno organizzano un tour all’interno della fabbrica per parlare esclusivamente di Feng Shui.
Tatiana Cogo