Alla scoperta di un turismo lento, tra monti e sentieri nascosti dell’Appennino. Parma 2020 arriva anche qui. INTERVISTA alla guida escursionistica Davide Galli

Davide Galli, 47 anni, grafico pubblicitario e imprenditore, è presidente nazionale di AIGAE (Associazione italiana guide escursionistiche ambientali) e fondatore del gruppo Trekking Taro Ceno. Nel 2004 ha deciso di lasciare una carriera e un’impresa di successo a Piacenza per trasferirsi in montagna, a Bardi.

Aveva creato, dopo anni di lavoro, in un palazzo storico in centro a Piacenza, una cittadella della comunicazione, un contenitore di sole agenzie che si occupavano a vario titolo di servizi di questo tipo per le imprese, dalla grafica, ai video, all’organizzazione di eventi. Galli è stato un innovatore da subito, perché dopo la maturità all’Istituto d’Arte Paolo Toschi si era dedicato a far propria la rivoluzione digitale in atto e, a metà degli anni ’90, aveva già un’agenzia con 20 dipendenti.

Con Galli abbiamo parlato di un turismo diverso, lento, immerso nella natura e nei paesaggi mozzafiato di cui anche la nostra montagna è ricca.

Cosa l’ha portata a una scelta così drastica?

È stata una scelta facile in realtà, sono fissato con l’escursionismo e con la montagna. Ero già una guida volontaria e quando il cliente che seguivo, che sapeva tutto questo, mi ha proposto di trasferirmi a Bardi per occuparmi del progetto di ricerca e sviluppo digitale, che si sarebbe svolto lì perché c’era già la fibra ottica, non ci ho pensato due volte. Ci siamo trasferiti io e mia moglie con i nostri due figli che all’epoca avevano 1 e 3 anni, senza rete familiare e senza supporto. Oggi mia moglie mi confessa che non riuscirebbe più a tornare indietro.

L’escursionismo è diventato un secondo lavoro?

Sì, occupa il 50% del mio tempo e il 90% dei miei pensieri… dopo il patentino da guida escursionistica ambientale ho completato la mia formazione con il patentino da guida turistica. Mentre il lavoro di guida escursionistica si basa sull’empatia, perché si passano intere giornate insieme, la guida turistica si basa più sulla narrazione.

I numeri parlano di abbandono del territorio montano, lei cosa vede?

Questi progetti di turismo differente, aiutano anche l’indotto. Con gli escursionisti sostiamo negli agriturismo, nei piccoli B&B, mangiamo prodotti a Km 0, abbiamo fatto convenzioni con tutti gli esercizi del territorio che incontriamo lungo i nostri percorsi. Certo questo aiuta a rallentare l’emorragia, ma non è la soluzione del problema. Servirebbero progetti di ampio respiro e di vero rilancio, servirebbero servizi. Queste zone non si salveranno certamente né grazie all’industria né raddrizzando le curve, ma con il turismo e l’informatica, cioè con il terziario. Purtroppo siamo in una zona di serie C, qui non ci sono i parchi e non ci sono grandi finanziamenti. E Parma è sempre stata un po’ così, scollegata dal territorio: prima viene la città, poi la provincia e poi la montagna e anche in montagna ci sono distinzioni.

Invece l’ambito dell’escursionismo è in crescita, non è così?

Sì, negli ultimi 5 anni, a livello nazionale, l’incremento è stato costante del 10-15% all’anno. Confagricoltura, che ha i dati dei pernottamenti in agriturismo e b&b, ci segnala che sono aumentati dal 3 al 5%. Dal 2012, quando ho fondato il gruppo di 12 guide Trekking Taro Ceno, ad oggi, le guide con patentino Aigae sono raddoppiate. Noi l’anno scorso abbiamo fatto 4800 accompagnamenti.

Cosa vi chiedono i turisti e gli escursionisti? Quale è l’identikit del vostro cliente?

Scappano dalle nevrosi e dallo stress tipici dell’epoca in cui viviamo, cercano il contatto con la natura. Amano i percorsi in cui c’è l’acqua, cascate, laghi, fiumi, soprattutto quelli che arrivano al mare, alle Cinque Terre. Per 3/4 i nostri clienti sono donne, in generale sono adulti con un’età media di 50 anni di provenienza metropolitana, anche distanti da qui. Noi li accompagniamo sulla via degli Abati che va da Bobbio (PC) a Pontremoli (MS) che dura 8 giorni, o nel tratto parmigiano della via Francigena che si percorre in 4 giorni o li portiamo a visitare vecchi paesini e frazioni abbandonate, ma ricche di storia e di misteri, dove sono nate leggende popolari. Vengono in tanti anche dall’estero, in particolare dall’Olanda, Stati Uniti e Regno Unito, soprattutto dal Galles. Quello britannico è ciò che chiamo il “turismo della nostalgia”. Sono figli e nipoti di immigrati che vogliono vedere un mondo che hanno solo immaginato, sapere da dove arrivavano i loro avi che magari avevano promesso di rientrare e non l’hanno mai fatto, anche perché i voli low cost non esistevano. Hanno quasi un debito d’onore da saldare e spesso assistiamo a crolli emotivi.

E gli escursionisti più giovani?

Per i bambini e ragazzi fino ai 17 anni organizziamo i campi estivi di WWF Travel in Val Taro e Ceno, al confine con la Liguria. In luoghi magici come il Penna che per i Celti che vivevano qui era il dio della montagna.

Che opportunità sarà per voi Parma 2020?

Devo dire che l’assessore Cristiano Casa è stato lungimirante e soprattutto è venuto qui con l’atteggiamento di chi ascolta. Infatti le sue prime parole sono state: “ditemi”. Un approccio rivoluzionario a cui non eravamo abituati. Poi ci ha proposto utili e chiari progetti. Forse è stata la prima volta che non ci siamo sentiti abitanti di serie C o D. Siamo stati coinvolti e ora c’è dialogo.

Facciamo parte di un programma più ampio che prevede navette gratuite nel fine settimana. I turisti potranno visitare i castelli o i caseifici o fare con noi mini-escursioni, per esempio fra i castagni di 700 anni, figli di quelli piantati dai Longobardi. Sarà una grande opportunità per la nostra montagna.

Tatiana Cogo

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