Ambiente e sviluppo sostenibile

28/04/2012
h.13.30

Lo “sviluppo sostenibile” soddisfa i bisogni delle generazioni attuali senza compromettere la capacità delle future di soddisfare i loro bisogni (utilizzanto cioè in modo durevole le risorse); quindi non è semplicemente protezione ambientale, ma è un modo diverso di pensare la vita e la politica. Di questo si è discusso ieri sera presso il Circolo Zerbini nell’incontro “Ambiente, Sviluppo sostenibile e Biodiversità” in una chiacchierata in famiglia tra il candidato indipendente Enrico Carlo Arillo e suo padre Attilio Arillo, docente universitario in pensione ed esperto in biodiversità.
Vi sono stati numerosi summit mondiali sullo sviluppo sostenibile che hanno portato a proposte apparentemente condivise dalla maggior parte delle Nazioni, sebbene i risultati siano stati deludenti. I nuovi modelli economico-sociali concordati nei summit mondiali si scontrano contro le vecchie politiche economiche che stanno portando al collasso la società. Nel 2009 sono state consumate risorse per 40% in più di ciò che la terra poteva “produrre” con una crescita esponenziale di consumi e di produzione di inquinanti insostenibile per il pianeta.
Nella sola Italia vengono “mangiati” 132.000 ettari/anno di superficie agricola che sono equivalenti a 262 milioni di tonnellate/anno di cemento, Parma purtroppo è ai primi posti in questo campo. Dai rapporti di Legambiente, relativi alla giunta Ubaldi, risulta che “Parma è sul podio della classifica del suolo-consumo nel biennio 2005-2007, con 1,16 km2 di impermeabilizzazione di territorio all’anno, dietro Roma (3,36 km2) e Venezia (1,51 km2). Se invece si considera la percentuale di incremento di superficie impermeabilizzata – in parole semplici: cementificata – Parma è al primo posto con un incremento annuo del 2,62% dal 2005 al 2007, rispetto alla superficie totale del territorio comunale”. Ovvero 162 campi da calcio all’anno di gettate di cemento! Situazione che, confrontata con un bassissimo aumento della popolazione, dipinge un quadro veramente drammatico nel nostro Comune.
Si è anche parlato di biodiversità (l’insieme di tutte le forme viventi geneticamente diverse e degli ecosistemi ad esse correlati) come strumento, non solo di analisi della qualità ambientale, ma di analisi sulla sostenibilità dello sviluppo umano.
Essa costituisce una risorsa (farmacologica, genetica, sociale, economica, alimentare, culturale, scientifica ecc.) e offre servizi ambientali “gratuiti” (biodegradazione degli inquinanti, cicli bio-geochimici, riciclo dei nutrienti, impollinazione, formazione, protezione, fertilizzazione suoli, stabilità climatica ecc.). In Inghilterra e negli USA sono stati fatti degli studi sull’impatto economico che la biodiversità ha sulle attività dell’uomo e i risultati sono eclatanti. Per il solo Regno Unito vale 513 milioni di sterline nel solo campo alimentare, 11 miliardi di sterline come indotto dal turismo ambientale, e l’equivalente a 800-2300 miliardi riguardo la biodegradazione degli inquinanti, riciclo dei nutrienti e fertilizzazione dei suoli! Questa è la dimostrazione che il rispetto dell’ambiente non può essere ricondotto solamente a pure battaglie ideologiche ma è davvero un punto fondamentale che incide moltissimo sull’economia mondiale e ci può aiutare davvero ad uscire dalla crisi.
Proprio per questo motivo l’Unione Europea si è mossa con precise direttive per la salvaguardia della biodiversità e dei siti di interesse ambientale. In Italia, attraverso la Rete Natura 2000, sono state istituite delle zone ad alta protezione denominate SIC (Siti di Interesse Comunitario) e ZPS (Zone di Protezione Speciale) che interessano tutto il territorio nazionale e anche il nostro Comune (SIC-ZPS dei Fontanili di Viarolo).
Il modello attuale di “sviluppo”, che è volto ad ottenere un maggiore vantaggio immediato senza valutare le implicazioni che questo può avere in futuro, prevede che vi sia un ciclo produzione-consumo in continuo aumento con un impiego sempre maggiore di energia, ambiente, territorio e risorse Naturali. La ricerca di una continua crescita di produzione e di consumi non può altro che portare al collasso tutto il sistema-Terra. E’ necessario quindi che vi sia un’inversione di tendenza attraverso politiche economiche volte ad uno “sviluppo sostenibile” che permetta alle future generazione di soddisfare i loro bisogni per un uso durevole delle risorse. Un sistema di sviluppo “controllato” che sia in grado di mantenere autosufficiente il nostro pianeta.
Su queste premesse il dibattito è stato portato sulle specificità di Parma, analizzando problematiche ed eccellenze, sviluppando alcune proposte concrete che siano in grado di farci gettare le basi per questa inversione di tendenza.
Sono stati portati come esempio di eccellenza sul nostro territorio l’Orto Botanico, purtroppo troppo spesso dimenticato dall’amministrazione comunale, e l’azienda agraria sperimentale STUARD; fiori all’occhiello per la biodiversità. Così come è stata analizzata la zona dei Fontalini di Viarolo (SIC-ZPS che è stato unito al bacino di Torrile –oasi LIPU- e all’area golenale del PO) dove è necessario che il Comune occupi un ruolo di primo piano (insieme a Provincia e Regione) nella sua gestione, valorizzando il luogo e le specificità che potrebbero fornire, attraverso il turismo ed eventi “su misura”, un buon indotto economico.
Il nostro territorio, anche grazie alle eccellenze nel campo alimentare, ben si presta a diventare un punto di riferimento ed un modello in politiche “verdi”.
Per far ciò però è necessario azzerare la cementificazione selvaggia (riutilizzando le volumetrie esistenti dei tantissimi edifici abbandonati) e raggiungere un’ecosostenibilità energetica attraverso l’obbligo per le nuove costruzioni (o ristrutturazioni) di completa autonomia (pannelli solari, pannelli fotovoltaici, pompe di calore) e con certificazione energetica di classe A o B. Il tutto deve essere affrontato anche dal punto di vista di un’educazione ambientale seria e dall’introduzione di ‘buone prassi’ a partire proprio dall’amministrazione comunale (risparmio energetico, utilizzo di pannelli solari, etc.). Punti fermi del programma che il candidato Enrico Arillo vuole portare avanti.
Inoltre, al termine della serata, sono state anche illustrate ulteriori proposte relative all’ambiente; dal recepimento, da parte del Comune di Parma, del risultato del Referendum dell’anno scorso e delle petizioni proposte dal Comitato Provinciale Acqua Pubblica (e sottoscritte da oltre 2000 cittadini) alla creazione del parco dei neonati (Legge n.113 del 29 Gennaio 1992).

Enrico Carlo Arillo
Candidato indipendente nelle liste del PdCI al Consiglio Comunale di Parma

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