Ancora numeri positivi per il settore costruzioni a Parma

Dall’indagine dell’ufficio Informazione economica della Camera di commercio sulle piccole e medie imprese, nel primo trimestre 2023 il fatturato del settore Costruzioni registra a Parma una variazione tendenziale positiva dello 0,9%, rispetto al +1,5% regionale. Il dato risente dell’andamento negativo dell’artigianato (-3,0%).

Con riferimento all’andamento del volume d’affari rispetto al primo trimestre 2022, il 27% del campione delle imprese costruttrici indagato evidenzia un trend in aumento (contro un 31% regionale), il 50% una stabilità (52% regionale) e il 23% lamenta una diminuzione (contro il 16% regionale). Il dato risente dell’andamento registrato dal settore artigianato che per il 32% evidenza una diminuzione di fatturato (22% regionale), per il 43% stabilità (48% regionale) e per il 25% uno sviluppo (30% regionale).

Relativamente all’andamento del volume d’affari rispetto al trimestre precedente, il 23% del campione delle imprese costruttrici evidenzia un trend in aumento (contro un 14% regionale), il 53% stabilità (in linea col regionale) e il 24% una diminuzione (contro il 32% regionale medio), dove in generale la maggiore fiducia viene espressa dalle imprese con 10 dipendenti e oltre. Il settore artigianato per il 37% registra una diminuzione di fatturato (in linea col dato regionale), per il 57% stabilità (53% regionale) e solo per il 5% un aumento (9% regionale).

Le previsioni sull’andamento del volume d’affari per il secondo trimestre 2023 evidenziano un 69% dei costruttori parmensi più propensi a ipotizzare stabilità (76% regionale), un 22% per lo sviluppo (18% regionale) e un 9% che ipotizza un rallentamento (6% regionale). Gli artigiani del settore seguono abbastanza il tred, con previsioni di stabilità per il 68% (anche se inferiore al 78% regionale medio), aumento per il 17% e diminuzione per il 15% (leggermente più pessimisti del regionale medio).

Con riferimento all’andamento della produzione nel trimestre di riferimento rispetto allo stesso trimestre dell’anno 2022, a Parma il 65% dei costruttori registra stabilità (contro un 68% regionale), il 20% aumento (15% regionale) e il 15% diminuzione (17% regionale). Gli artigiani del settore confermano per il 58% stabilità di produzione (66% regionale), per il 15% sviluppo (10% regionale) e per il 26% diminuzione (24% regionale).

Relativamente invece all’andamento della produzione rispetto al trimestre precedente, il 66% dei costruttori intervistati evidenzia stabilità (contro un 76% regionale), il 25% aumento (8% regionale) e il 9% diminuzione (16% regionale). Gli artigiani del settore registrano per il 77% stabilità di produzione (72% regionale), per l’8% sviluppo (5% regionale) e per il 15% diminuzione (23% regionale).

Si attenua, ma prosegue e rimane positiva la tendenza per l’industria delle costruzioni emiliano-romagnola nel primo trimestre 2023, mentre si è affievolita e va ormai verso la conclusione l’esperienza dei “super bonus” introdotti a sostegno del settore edilizia.

E’ quanto emerge dall’indagine sulla congiuntura delle costruzioni realizzata da Camere di commercio e Unioncamere Emilia-Romagna.

 

Il volume d’affari

Tra gennaio e marzo, la fase di espansione avviata fin dal primo trimestre 2021 è proseguita, ma con un ulteriore rallentamento del ritmo di crescita del volume d’affari a prezzi correnti rispetto allo stesso periodo del 2022 (+3,0 per cento).

La crescita dell’attività del settore delle costruzioni nel trimestre ha mostrato una netta correlazione positiva tra dimensione d’impresa e andamento del volume d’affari. Le piccole imprese, da 1 a 9 dipendenti, hanno registrato un minimo incremento (+0,3 per cento). Invece, l’attività è aumentata in modo consistente per le medie imprese da 10 a 49 dipendenti (+4,7 per cento) e ancor di più per le grandi imprese da 50 a 500 (+6,2 per cento).

 

I giudizi delle imprese

A testimonianza del rallentamento della ripresa nel primo trimestre 2023, il saldo dei giudizi tra le quote delle imprese che hanno rilevato un aumento o, viceversa, una riduzione del volume d’affari rispetto allo stesso periodo del 2022 è sceso, ma non ha interessato tutte le dimensioni.

Il saldo è divenuto negativo solo per le piccole imprese, calando a quota -0,3 punti.

Per le medie imprese ha mostrato una contenuta flessione e si è mantenuto comunque elevato a 23,6 punti. Invece per le grandi imprese il saldo dei giudizi è migliorato risalendo a +35,8 punti su livelli decisamente elevati.

 

Il registro delle imprese

La consistenza delle imprese attive nelle costruzioni è risultata pari a 66.628 unità, con una decisa flessione tendenziale (-688 imprese, -1,0 per cento) rispetto allo stesso periodo del 2022.

L’andamento regionale è risultato allineato a quello nazionale (-1,0 per cento).

La riduzione si è concentrata tra le imprese che effettuano lavori specializzati (-429 unità), che sono quelle più attive nelle ristrutturazioni e nei piccoli interventi, ma con un tasso di variazione lievemente più contenuto (-0,9 per cento), mentre per il gruppo meno consistente delle attive nella costruzione di edifici, la discesa è stata più rapida (-1,5 per cento), anche se la perdita in valore assoluto (-247 unità) è risultata più limitata.

 

Modifiche secondo la forma giuridica

Se si considera la variazione della base imprenditoriale secondo la forma giuridica delle imprese, l’inversione in negativo della tendenza complessiva ha appena frenato la crescita delle società di capitali (+5,0 per cento, +796 unità), mentre ha accentuato l’arretramento delle ditte individuali (-1.257 unità, -2,8 per cento) e delle società di persone (-3,2 per cento, -194 unità).

In flessione anche i consorzi e le cooperative (-3,2 per cento, -33 unità).

 

Le previsioni

Secondo la stima elaborata a metà aprile da Prometeia in “Scenari per le economie locali”, nel 2023, la tendenza per le costruzioni, pur rimanendo positiva, subirà un forte rallentamento (+2,8 per cento), a seguito della revisione delle misure adottate a sostegno del settore.

Al termine del 2023, il valore aggiunto delle costruzioni dovrebbe superare del 34,5 per cento quello del 2019, rimanendo però ancora sotto al massimo del 2007 (21,5 per cento).

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