Arcidiacono (LaCasadelleideeParma): “Sul piano rischi dell’aeroporto è venuta fuori tutta l’incapacità politica”

L’approvazione del piano di rischio dell’aeroporto mette a nudo Re e cavalieri tutti.

In un colpo solo si svela la totale incapacità politica sia della maggioranza che, per quanto è stato possibile leggere sui giornali, anche dell’opposizione. Appaiono abbastanza lampanti la mancanza di trasparenza, di chiarezza e di vista politica a lungo termine.

Iniziamo facendo un minimo di chiarezza: il piano di rischio manca da lungo tempo, da quando sono iniziati i lavori per il mall tanto che è intervenuta la Guardia di Finanza a mettere sotto sequestro l’area oltre che a iscrivere nel registro indagati l’Assessore che si occupa dei lavori.

Guarda caso sono giusto nove anni e nel 2022 ci saranno le elezioni, non sarà forse un primo vagito di campagna elettorale? Nulla di male se così fosse, bisogna però dire che da chi diceva di essere più bravo, più pratico, più immediato e più spigliato di altri nove anni sono proprio un numero strategico. Lo stesso numero dimostra anche l’incapacità nel gestire il progetto ma è chiaro che i piani sono stati evidentemente scombussolati dall’arrivo della Finanza.

Dalla maggioranza escono fondamentalmente due messaggi, il primo è un “se ne parlerà” che oltre a sembrare un pagherò dichiara quanto la tanto millantata trasparenza che si voleva portare in Comune tanto da creare il palazzo di Cristallo era pura fantascienza da campagna elettorale.

L’altro messaggio è forse peggio, se il piano viene approvato forse, c’è il caso, può essere che si “aprano interlocuzioni con l’attuatore”.

Spero che si stia scherzando perché è molto grave che un’Amministrazione non sa bene cosa succederà da qui in poi, che non ci siano stati eventuali contatti con l’attuatore. Insomma che non si sappia assolutamente da fare.

Avrei preferito un’uscita del tipo “è un passaggio tecnico da cui non possiamo esimerci”. Forse è vero o forse no ma, in questo caso, l’opposizione avrebbe potuto fare il proprio lavoro chiedendo il perché e tutti i rilievi del caso.

Di fatto riesce solo a chiedere una discussione aperta e partecipata senza, mi pare, capire la gravità.

Si parla di un aeroporto che ha ricadute sull’occupazione, su inquinamento, sulla vita della città, dei cittadini e anche ripercussioni nei rapporti con le altre città.

In tutto questo servono idee chiare, eventuali aggiornamenti visti i ritardi, occorrono contatti con le compagnie aeree, con il Governo e, perché no, anche con altri aeroporti.

Stando a quel che è emerso questi aspetti fondamentali non sono stati espressi da nessuno. E sono passati nove anni.

Le domande che ci si deve porre sono a mio avviso molto chiare: questo aeroporto serve a qualcuno oppure no? Porta più vantaggi o svantaggi? Ci sono i soldi per farlo?

Se vincono i sì e ci sono dei vantaggi, che si faccia il nuovo aeroporto. Aver pensato di mettere il più grande centro commerciale d’Europa (dopo aver gridato “mai più centri commerciali) a fianco di un aeroporto quasi sicuramente creerà non pochi problemi. Specie viste le premesse durate almeno nove anni.

In nove anni è cambiato il mondo siamo passati da Parma Petite Capitale a un posto da cui la gente scappa.

Quel piano sarà ancora attuale? La risposta viene dagli stessi giornali da cui leggo “non conosciamo nulla circa le conseguenze delle nostre votazioni”.

Fa capire la serietà del momento tanto che dovrebbe essere tutto congelato, si sente il clima come se stessimo buttando una bomba atomica su Parigi.

Analizziamo la situazione come se si trattasse di un’altra città. Probabilmente penseremmo che il ricorso al Trattamento Sanitario Obbligatorio potrebbe essere la soluzione più razionale, visto che non si sa cosa si sta facendo. Ecco quindi che emerge l’ultima tragica carenza, quella di una visione politica a lungo termine.

Nove anni fa il nuovo aeroporto forse aveva un senso ma è cambiato il mondo in questi anni. Fra nove anni servirà ancora? Sarà utile? Funzionerà?

Qualcuno già si starà bendando gli occhi con qualche fetta di prosciutto dicendo “tanto siamo in Italia, queste cose succedono solo qui” dimenticando che l’Italia siamo noi, che noi dobbiamo essere artefici del nostro futuro e anche noi possiamo sbagliare. Tutti.

Il compito dei politici, così come dei tecnici, dovrebbe proprio essere la possibilità di vedere nel tempo, ottenere una proiezione, una visione di quel che sarà, di quel che possiamo e che vogliamo fare. Evidentemente di politici con tali capacità non ce ne sono qui in giro.

Non dimentichiamo che noi abbiamo votato le persone che stanno alzando la mano per noi in Consiglio.

Non dobbiamo voltarci dall’altra parte, non dobbiamo darci per malati. Non dobbiamo infischiarcene. Dobbiamo usare tutte le doti in nostro possesso e chiedere anzi pretendere che si faccia subito chiarezza su tutta la vicenda. Non su una singola pagina del piano rischi ma su tutto il comparto, sia sui rischi ma, soprattutto, su quel che si vuole fare della nostra città da qui ai prossimi anni.


Marco Alfredo Arcidiacono

LaCasadelleideeParma

Presidente


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