“Basta chiudere gli occhi dinnanzi a chi vuole ricostruire il partito fascista!”

22/11/2009
16.00

Migliaia le persone, centinaia gli striscioni e manifesti, tre ore di corteo.
Questi i numeri della protesta promossa dal Comitato antifascista per chiedere la chiusura di Casa Pound. Giovani della base, sindacati, partigiani, ex deportati, diversi partiti e associazioni, tutti uniti in quella che si è dimostrata una delle più belle manifestazioni pacifiste che Parma abbia ospitato.
Le strade del quartiere Montanara, si sono trasformate per un giorno in un tripudio di colori, slogan, urla e applausi. Mentre dall’altra parte della strada il buio e il colore nero la fa da padrone in una sala dove si è tenuto il “compleanno” dei neofascisti.
I militanti di Casa Pound hanno, infatti, festeggiato il primo anno di presenza a Parma. Ci sono tutti all’appuntamento delle 14.30 in Largo Otto Marzo, per protestare contro questa presenza che non è benvoluta dalla maggior parte dei cittadini parmigiani e non solo.
Ovviamente noi Partito Comunista dei Lavoratori non potevamo mancare e come noi tante sono state le persone giunte, anche, da diverse città d’Italia. Non si è trattato di una contromanifestazione, come molti esponenti dell’estrema destra hanno dichiarato, ma semplicemente di una protesta pensata già da tempo e organizzata nel rispetto della città e di tutti coloro che sono stanchi di rimanere in silenzio. Idee diverse, sinistre diverse ma tutte all’unisono contro l’ideologia del ventennio.
Un corteo composto dalla Parma antifascista che ricorda così, anche, i suoi morti. Una giornata non solo di protesta ma anche di memoria, quindi, e i combattenti di allora “rinascono” in un certo senso anche oggi. Perché è in questo modo che tutti noi manifestanti vogliamo ribadire alle istituzioni che ci siamo e attendiamo risposte finora assenti!
Perché siamo stanchi di essere ignorati e che si chiudano gli occhi dinnanzi a ciò che, a nostro avviso, viola la Costituzione italiana e il divieto di ricostituzione del partito fascista. Rabbia, quindi, ma anche canti, risate, letture senza censura, libertà di qualsiasi genere, che sia uno striscione o un cartellone appeso al collo, per esprimere il proprio pensiero.
Una festa quasi in cui non è mancata neanche la commozione per alcuni, nel momento in cui è stata letta l’ultima lettera scritta dal partigiano Giacomo Ulivi prima d’essere fucilato dai fascisti nel novembre 1944.
Perché è importante non dimenticare quella che è stata parte della nostra storia!
E così, in questa giornata, lo abbiamo fatto, con tutta la nostra passione e il calore che accomuna persone diverse ma insieme nella stessa causa.

perlavalbaganza